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CUSUMANO
Cusumano non riesce a vincere la cattedra che va a Bruno Salerno. Quando questi muore egli
ottiene un incarico a Palermo nelle Scienze delle Finanze.
Interviene Luigi Cossa e stronca la prolusione.
A Cossa non piaceva il fatto che Cusumano diceva che la Scuola tedesca fosse la migliore e che
la scienza delle finanze era una scienza etica.
Il marginalismo ha detto che la teoria economica serve a soddisfare i bisogni individuali mentre la
scienza delle finanze, dice Cusumano, soddisfa i bisogni sociali.
Scrive Cusumano: "La Scienza delle Finanze studia il patrimonio dei consorzi politici, ricerca e
spiega la natura e le leggi dei fatti finanziari e indica il modo migliore con cui quel patrimonio si
costituisce, si amministra e si spende".
I bisogni collettivi sono di tale entità che l'individuo singolo non può risolvere autonomamente.
Per soddisfare i bisogni collettivi servono i servizi pubblici (sanità, scuola ecc).
Lo Stato esiste per soddisfare i bisogni collettivi.
Lo Stato ha il diritto di imporre le tasse (imposte) in modo da avere le risorse per i servizi pubblici.
Non deve però arricchirsi e non deve chiedere più soldi di quelli che gli servono per i servizi
pubblici perché distruggerebbe se stesso e la società.
Spese ed entrate devono essere correlate. Bisogna prima fare i conti di quanto serve: sono le
spese che determinano le entrate e non viceversa.
L'utilità dei servizi pubblici deve essere riconosciuta.
Sono i cittadini a decidere quali sono le priorità.
Ci sono state varie teorie sulla natura dell'economia finanziaria:
- La teoria del consumo: secondo i liberisti le spese erano improduttive quindi per loro lo Stato
doveva intervenire il meno possibile perché i soldi erano tutti sprecati.
- La teoria dello scambio: secondo Wagner e Stein le spese non sono improduttive ma servono a
far si che lo Stato fornisca i servizi di pubblica utilità
- La teoria del valore soggettivo della ricchezza: Sax, marginalista di sinistra, afferma che i fatti
finanziari sono retti dalla teoria soggettiva del valore. Dimostró il carattere scientifico della
dottrina delle finanze.
Il maggior marginalista italiano è Maffeo Pantaleoni, il quale ha elaborato il massimo edonistico:
l'individuo deve avere l'impressione che quella imposta che dà allo Stato sia più utile di quanto la
possa sfruttare individualmente non versandola.
Le spese pubbliche servono al soddisfacimento dei bisogni sociali e non per finanziare i partiti.
Tutte le regioni devono essere messe sullo stesso piano.
La scienza deve:
- individuare quali sono i bisogni collettivi e le leggi
- vi deve essere una corrispondenza tra le imposte dei cittadini e le spese pubbliche, in modo che
ogni cittadino abbia il corrispettivo di ciò che paga. L'individuo deve trarre un vantaggio
superiore a quello che avrebbe impiegando individualmente quella cifra.
Occorre una corte dei conti che calcoli i soldi necessari e controlli chi governa.
I bilanci devono avere una ripartizione tra spese:
- consolidate: non variano al variare della vittoria di un partito o di un altro, non variano ad ogni
cambiamento del governo. Queste spese sono stabilite dalla carta costituzionale, sono fisse.
- variabili: es dovute ad un terremoto, alluvioni ecc. Sono approvate di anno in anno.
Come stabilire la quantità delle spese?
- per i liberisti devono essere nulle
- per Wagner devono essere massime
Lo Stato può richiedere prestiti ma questo è pericoloso perché si indebita.
Le spese dello Stato non devono distruggere la società prelevando sproporzionatamente rispetto
alla capacità dei cittadini.
Cusumano analizza la situazione dello Stato italiano.
Questo di anno in anno aumenta i suoi debiti e non va bene.
Cusumano è marginalista di sinistra perché vuole che lo Stato soddisfi i bisogni collettivi.
Sax ha spiegato bene: "l'utilità del benessere politico deve essere superiore a quello che potrebbe
ottenere individualmente il singolo". Cusumano fa dire a Sax: per raggiungere l'equilibrio occorre
l'imposta progressiva.
Lo Stato deve cercare di far fare ai cittadini lo stesso sacrificio quindi si devono pagare le imposte
in relazione al proprio reddito.
Differenza tra:
- TASSE: (contributo) le paghiamo tutte allo stesso modo (es tasse scolastiche). Si paga se si usa
quel servizio (es tasse postali). Possono essere dirette (es precedenti) o indirette (es sulla
benzina, si pagano in relazione al consumo). Sulle tasse indirette si può incidere poco e
dovrebbero essere ridotte al minimo perché colpiscono tutti indifferentemente (es la benzina). Si
devono ampliare quelle dirette in modo che queste colpiscano le ricchezze. Servono a
soddisfare i bisogni individuali.
- IMPOSTE: in relazione a ciò che si possiede. I fisiocrati dicevano che si dovevano pagare solo
sul reddito netto. Le imposte invece devono ricadere su tutto il patrimonio complessivo del
cittadino. Non bisogna confondere il prodotto con il reddito netto. Nel reddito deve essere
considerata tutta quanta la ricchezza (anche i beni, case ecc posseduti). L’imposta non era una
pena, ma un legame tra gli individui e lo stato, era il contributo dell’individuo per lo sviluppo e
̀
l’adempimento degli scopi sociali. Caratteristiche dell’imposta: universalita (tutti sono obbligati a
̀
pagarla) e uniformita (si realizza quando ciascun individuo paga in misura della sua condizione
economica). Soddisfano i bisogni collettivi.
- Imposta proporzionale: il rapporto che passa fra ciò che si possiede è ciò che si paga rimane
invariabile. Ad es tutti pagano il 20% di quello che guadagnano.
- Imposta progressiva: la sua quota aumenta con il mutare della ricchezza. All'aumentare del
reddito, aumenta la tassazione (es 20%, 30%, ecc). È questa, fra le due, secondo Cusumano
quella più giusta. Tutti devono avere la stessa idea di un'uguaglianza di sacrificio.
Molti invece rifiutano l'imposta progressiva affermando che così nessuno tende a guadagnare di
più perché è troppo tassato o sposta i propri soldi all'estero.
Se si insiste sul fatto che tutti siamo uguali e dunque bisogna essere tassati allo stesso modo si
arriverà alla rivoluzione.
L'imposta progressiva si deve esercitare sulle terre, sui possedimenti immobiliari.
Ricchezza mobiliare: stipendi
Ricchezza immobiliare: case, terre
Se deve essere colpito il patrimonio terriero vi deve essere un catasto unico mentre ogni regione
aveva un proprio catasto. Occorre, anche, che il catasto venga aggiornato: se le terre valgono
ancora, se sono coltivate, costruite ecc
Bisogna colpire i fabbricati industriali e dunque si effettuano delle inchieste industriali volte ad
esempio a controllare quanti operai possiedono o quanto rendono i fabbricati (se sono affittati ecc).
Le aree urbane devono essere tassate come aree urbane e dunque diversamente da quelle
agricole.
Il catasto aveva lo scopo di determinare l’estensione della superficie, la natura delle terre, la
coltivazione alla quale erano destinate, e registrava i mutamenti che avvengono nello stato dei
possessi e dei rispettivi possessori.
Cusumano escludeva i redditi minimi dalla tassazione.
Non vanno colpiti solo i proprietari terrieri e i proprietari di case ma anche i grandi professionisti
(es avvocati) che dichiaravano personalmente quanto guadagnavano. Cusumano dice che non si
ci può fidare di questo sistema perché nessuno dichiara la verità a meno che non ci sia una
mentalità come quella tedesca: chi non paga le tasse va in galera.
È più facile imporre le tasse agli impiegati dello Stato perché a questi vengono sottratte
direttamente dallo stipendio. Si tratta di tasse sicure sui redditi certi: sugli stipendi fissi, sulla
casa e sulla terra.
A lungo andare però potrebbe esplodere la protesta sociale.
Bisogna colpire le rendite finanziarie (chi investe nella Borsa, nei titoli finanziari).
Diverse furono le obiezioni: se si comincia a fare questo i capitali verranno trasferiti all'estero e
l'Italia si impoverirà.
Se lo Stato non riesce a stare in equilibrio a chi si deve ricorrere? Ai:
- prestiti interni: lo Stato lancia i BOT ma Cusumano fa riflettere su una questione: se tutti
comprassero i BOT la ricchezza non sarebbe più usata per il ciclo produttivo.
- prestiti esterni: si fa si che la ricchezza nazionale rimanga all'interno della nazione ma si
devono pagare gli interessi che potrebbero distruggere lo Stato. Per ridurre il debito vengono,
così, ridotti i servizi scaricando alle generazioni successive il debito finanziario.
Cusumano si era avvicinato alla Scuola tedesca ma di fronte al fatto che tutti lo stavano
abbandonando cerca di dimostrare che la sua scienza delle finanze è separata dall'economia ma è
retta dalla stessa legge che regola l'economia: la teoria soggettiva del valore.
Quest'ultima per l'economia tende a soddisfare i bisogni individuali mentre per la scienza delle
finanze i bisogni collettivi.
Il cittadino pagando le tasse deve ricevere i servizi essenziali che lui da solo non potrebbe pagarsi.
Lo Stato non deve sperperare il denaro, deve stabilire quali sono i bisogni collettivi e quanti soldi
occorrono, solo in un secondo momento determina le entrate.
Bisogna evitare le leggi fatte all'ultimo momento, bisogna programmare.
La scienza delle finanze ha un compito etico come avevano spiegato i socialisti della cattedra.
Ricca Salerno dice che l'imposta progressiva distrugge la ricchezza. La scienza delle finanze non
deve essere guidata da principi etici ma fiscali. Escogita una via media a Cusumano.
Federico Flora prende le distanze dalla scuola tedesca perché ha detto che la scienza delle
finanze ha fini etici invece, secondo lui, deve avere solo fini fiscali.
Egli scrive che solo i socialisti dicono che questa deve avere funzione sociale.
I socialisti vogliono capovolgere la società, vogliono leggi per il popolo; il risultato è una società in
cui quelli che non hanno niente si impadroniscono della ricchezza altrui.
Il suo libro ottiene più successo di quello di Cusumano.
Sembrava che i marginalisti avessero trovato la soluzione a tutti i problemi e invece scoppia la I
guerra mondiale. L'Italia entra in guerra in ritardo rispetto agli altri paesi, circa un anno dopo.
Flora pensa che l'Italia si deve tenere pronta alla guerra ed afferma: "bisogna armare la finanza".
Continuare a fare debiti non aiuta. Si accorge che il buco finanziario è dovuto allo stato sociale da
un lato (pensioni, indennità di disoccupazione ecc) e al sistema militare dall'altro. Bisogna
diminuire le spese.
Riflette anche sulla guerra e scrive un articolo "All'origine della guerra" nel quale afferma che