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Estratto del documento

L’educazione è un’antinomia e ciò significa che questa polarità è sempre presente. Ma

in definitiva è sul primo versante educativo che ci indirizzeremo: il mettersi in ascolto

di quello che una persona può essere,(versante maggiormente utilizzato nel

counseling),l’ascolto,restituire,il rispecchiamento,aspettare che la persona maturi e

che faccia un primo passaggio di valutazione di quello che gli sta succedendo e poi il

secondo,terzo passaggio ecc… Rogers fa questo ragionamento: arriva una persona da

me,la quale sono convinto che abbia in sé le capacità di capirsi,autodeterminarsi e

trovare da solo la propria strada,(si parla di persone adulte e non di bambini). La

persona quindi è autorganizzata,ha un’autodinamica per cui da sola riesce a

sviluppare una progettualità su se stessa se messa in una condizione di contesto

adeguata. Quindi il counsellor offre alla persone il contesto adeguato,autentico,di

riconoscimento della sua persona,empatico ecc… è in sostanza quello che succedo al

bambino,c’è un bisogno di rispecchiamento nella relazione con l’altro. La madre

sufficientemente buona di Winnicott è quella che è buona finché basta. A partire dai 6

mesi compare quest’altra parte dell’educazione,quella dell’amore paterno

condizionato che serve al bambino per evolvere,per stare all’interno del principio di

realtà,se non si riesce a tradurre le nostre potenzialità in termini di principio di realtà si

è persi,si è nel proprio mondo e non si riesce a trovare degli agganci consistenti per

definire chi siamo. Quindi sono essenziali sia il portare fuori che il portare dentro e

questo costituisce quello che potremo chiamare un’antinomia dell’educazione,perché

entrambi i lati devono essere compresenti. Il counseling rogersiano attiene più alla

prima dimensione,quella materna,di comprensione,anzi è quasi totalmente spostato su

questo aspetto qui e non contempla l’aspetto direzionale. Uno psicologo

statunitense,Carkhuff,ispirato da Rogers,ha voluto introdurre una tecnica aggiuntiva

rispetto a quella rogersiana,sostenendo che ad un certo punto dopo aver

capito,empatizzato e fatto tutto quello che Rogers dice di fare,nella seconda fase della

terapia del counseling noi dobbiamo stabilire con la persona degli obiettivi e dobbiamo

implementarli,quindi aggiunge questo lato maschile. Ma Rogers è contrario perché sa

che è inutile dato che è la persona stessa che è capace di darsi da solo questi obiettivi

in virtù di quest’auto-dinamica interna. Secondo il pensiero rogersiano quando ho

restituito quello che la persona sente,questa si fa un’idea più chiara di quello che

sente e scopre altre parti di sé perché il meccanismo che si è inceppato per Rogers è

quello che la persona non riesce a simbolizzare il proprio vissuto,cioè sente qualcosa

ma non sa dirsi cosa,per questo non riesce ad utilizzarlo. Ad esempio se ho un padre

che mi ha sempre detto che non valgo niente e faccio un lavoro di infimo livello,ho

l’opportunità di trovare un lavoro diverso,probabilmente ho strutturato un concetto di

me basato su questa mia incapacità, credo davvero di non valere nulla,anche se

magari non è così,ma ricerco situazioni che confermano questo concetto e quindi di

fronte all’occasione di trovare un lavoro diverso io vado in crisi,non so come fare,non

so se me lo merito,ho paura,se fallisco,se non ce la faccio,e così inizia un giro

infinito,allora il counsellor tenta con la persona di fare in modo che questa simbolizzi in

maniera diversa tutti i suoi sentimenti,quelli che sono inclusi nel concetto di sé e

anche quelli che sono esclusi e quando ha chiaro il panorama riesce facile trovare la

soluzione al problema. Il segnale per Rogers è l’ansia,quando non riesco a vedere

chiaro dentro di me,non riesco a mettere insieme le cose. Il caos quando in questo

senso la persona non sente di non valere niente ma sente di avere delle chance solo

che non se le riesce a dare,allora percepisce di averle con un concetto di sé che

sostiene il contrario come ansia e conflitto e quindi va in terapia. Il terapeuta non lo

consola né gli da indicazioni ma coglie ciò che la persona gli dice restituendoglielo in

modo tale che la persona riesce a fare una sorta di confronto interno. Passo dopo

passo il cliente non ha più bisogno del counsellor. Lo scopo del counseling è quello di

offrire questa tematizzazione all’interno della restituzione empatica. Il concetto chiave

di Rogers è quello di simbolizzazione,cioè quello che vede in alcuni deficit dello

sviluppo il crearsi di questi problemi,cioè ad es. le ingiunzioni,le restituzioni dei

genitori che non sono coerenti con il sentire del bambino e portano quest’ultimo a

funzionare in maniera etero centrata,ovvero valuta la sua esperienza sulla base di

input esterni,quindi perde quella mentale valutazione organismica, anche dal punto di

vista cognitivo per sapere dove dirigersi,che appartiene a ognuno di noi. Se io funziono

secondo il modello che altri mi hanno dato allora perdo il centro della valutazione. Il

concetto di simbolizzazione è molto simile a quello di mentalizzazione. Rogers ha una

visione molto positiva dell’essere umano perché se tu lo metti in condizione di

evolvere tende verso configurazioni sostanzialmente positive, questo è stato criticato

da molti. Rogers tematizza pochissimo l’aggressività di cui si occupa ad esempio la

psicoanalisi. Quindi se metti l’essere umano in grado di poter connettersi con se

stesso andrà quasi sicuramente verso il bene. Il modello di sviluppo della personalità

per Rogers:noi abbiamo una possibilità innata di sviluppare una valutazione

organismicaè simile al sistema aperto che si autorganizza di Bertalanfy;questa è la

base per Rogers,l’essere umano ha una sorta di direzionalità interna,concetto di vero

sé (Winnicott),propria autorganizzazione,tutti nascono con questo vero sé ma ha

bisogno della relazione per potersi sviluppare altrimenti se il sistema è chiuso muore e

quindi viene fuori il falso sé. Queste sono le due polarità su cui si muove Rogers: io

posso sviluppare una decisione autonoma in base a quello che mi succede,ma nella

sua storia,quest’autoregolazione io l’ acquisisco se qualcun altro me la restituisce e mi

formo un concetto di me che rispecchia adeguatamente questo mio vero sé. Noi

abbiamo bisogno di formarci un’idea di ciò che siamo,una nostra rappresentazione di

noi per poter poi interagire con la realtà,per poterci poi capire,e nella relazione

aggiornare il nostro concetto di sé, conoscere nuove cose di noi,fondamentali sono le

esperienze per capirci meglio. Può succedere che quello che ci viene restituito di

quello che siamo,nella prima fase educativa,non ci permetta di capirci bene e

tematizzare il nostro vero sé (es: papà che dice al figlio che tutto quello che fa non va

bene e quindi il figlio cresce pensando di non essere capace di fare cose che vanno

bene). Quando il concetto di sé non ci fa capire realmente il vero sé succede che noi

non siamo riusciti a simbolizzare adeguatamente i nostri vissuti “viscerali”;per il fatto

che noi esistiamo ci posizioniamo nei confronti dell’ambiente e del mondo,solo che

siamo fatti in maniera tale che questi bisogni viscerali dobbiamo consolidarli. In lungo

percorso evolutivo che dura da 0 fino alla fine dell’adolescenza,quando avviene

l’ultima massiccia rivisitazione della propria identità,quindi all’età di 18-20 anni,si

sostiene che la persona esca con un percorso evolutivo identitario abbastanza

consolidato;gli adolescenti provano tantissimo il cambiamento,per una continua

costruzione di sé,ad esempio attraverso look diversi,differenti gruppi di pari,ecc..quindi

per differenza cerco di conoscermi. I cambiamenti adolescenziali servono per capirsi.

Quando non riusciamo a prendere una decisione è perché il nostro concetto di sé vuole

fare una cosa e il vero sé un'altra. Per questo non vanno d’accordo quello che la mia

testa mi dice e quello che in realtà vorrei fare. Quando una persona entra in terapia ed

è nevrotica è bloccata e rigida,quando esce è fluida,vitale;il problema deriva dal

concetto di sé,la soluzione si trova nella valutazione interna,la tendenza attualizzante

ci porta a crescere,a realizzare tutte le nostre potenzialità. Lo schema del sé non è

fluido,adeguato ci ristrutturiamo in continuazione perché ne abbiamo bisogno. il punto

focale è l’individuo e non il problema,perché quest’ultimo è una rotella

nell’ingranaggio del concetto di sé che si è inceppata,quindi se voglio risolvere il

problema vado sul terreno in cui trovo la sconfitta, perché il concetto di sé non si deve

aggiustare in quel livello,si deve integrare,modificare e lo scopo della consulenza è

quello di aiutare l’individuo a crescere,ad attualizzarsi di più,affinché possa affrontare

sia il problema attuale sia quelli successivi in maniera più integrata.

Fondamentalmente per Rogers il counseling è un modo per crescere,centrandosi sulla

crescita della persona. La persona funziona come interno, si aut organizza,Rogers

parla di persona pienamente funzionante,che tende ad attualizzare al massimo tutte le

proprie risorse,è nel cuore del mistero di cosa rende un organismo funzionante,perché

non è ancora chiaro questo concetto di autorganizzazione anche se c’è sempre stato

nella filosofia:Aristotele parlava di “causa finale” per indicare la finalità interna della

cosa,ma scientificamente viene utilizzato solamente il termine di causa efficiente,cioè

una cosa fa qualcosa perché spinta da un’altra cosa,quindi il mondo è visto come una

rete di cause efficienti ma noi non siamo solo spinti da questo,da quello che mia

madre,mio padre, l’ambiente mi hanno detto,ma anche da causa finale. Il problema è

che questo termine non è facilmente difendibile quindi si utilizza il termine più

scientifico di autorganizzazione,in modo che tu osservi dei sistemi naturali che posti in

certe condizioni si autorganizzano. In terapia oggi si usa la “danza relazionale” tipica

tra madre e bambino,di accompagnamento. Rogers utilizza tre tipi di rispecchiamento:

usa soprattutto il primo,quello della danza relazionale,rispecchiamento semplice;poi

quello che si occupa del rovesciamento figura-sfondo;infine quello in cui il cliente fa

riferimento a cose del passato il terapeuta

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
14 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucacapponi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Consulenza educativa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Polenta Stefano.