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Pensare
Il libro inizio con lei che parla del processo Heichamm (quello del film) e della banalità del male. Il
male viene trattato dalla morale e dall’etica e si sbaglia perché vengono dai costumi (norme
comportamento) e dalle abitudini. Il filosofo è colui che si differenzia dagli altri uomini, il più vicino a
Dio. Per kant la stupidità è causata da un cuore malvagio, invece per la Arendt ci possono essere
grandi uomini di intelligenza ma malvagi e che la malvagità può essere causata dall’assenza di
pensiero.
Capitolo 1-L’apparenza
Tutto ciò che c’è è fatto per essere percepito da qualcuno, non dall’uomo ma dalla pluralità degli
uomini. Non esiste una realtà oggettiva. Noi siamo gettati nel mondo (heidegger), un mondo che
c’era prima di noi e ci sarà anche dopo. Noi appariamo in un mondo che percepiamo, appariamo
nel senso che è così che pariamo agli altri mentre recitiamo la nostra parte nel mondo, la nostra
parte che è influenzata dal tempo in cui ci troviamo, dagli spettatori e dalla compagnia che
abbiamo. Diceva Gorgia “l’essere non è perché non riesce ad apparire e l’apparire non è perché
non riesce ad essere”. L’essere è dato per più importante ma non si riesce a dimostrare un mondo
in cui la verità viene dimostrata scientificamente. Arendt rovescia la classificazione di mera
apparenza e vero essere, dicendo che ciò che si trova in superficie è forse più rilevante di ciò che
è nascosto. Trova conferma nel biologo Portmann. Pensiero e parola si anticipano a vicenda e non
ci sarebbe l’uno senza l’altro. Per la Arendt anche gli animali (tipo i camaleonti, esempio mio)
possono mostrarsi e dunque apparire in un modo quando in realtà sono tutt’altro. Per Merlaue
Ponty l’io penso di cartesio è sbagliato perché presuppone l’io sono ma così facendo non può né
dimostrare né confutare l’Io sono. Kant si oppone a Cartesio anche al contrario dicendo che se lui
non fosse non potrebbe nemmeno dire che non ci sarebbe. Il sensus comunis è il senso interiore
che unisce tutti gli altri 5 sensi. Battaglia degli antichi e moderni sta nel fatto che gli antichi non
vedevano bene l’illimitatezza della scienza moderna che ha fiducia nel porre grande fiducia nel
numero e nella misura. Esistono due tipi di verità, verità di ragione (che sono necessarie e il loro
opposto è impossibile) e la verità di Fatto (che sono contingenti e il loro opposto è possibile). “Un
triangolo ride” non è falso ma privo di significato”, “Dio esiste” non è vero ma è pieno di significato.
La filosofia non serve solo per dimostrare logicamente cose come la teologia o la scienza, la
filosofia serve l’impulso di sapere.
Cap 2: Le attività delle mente in un mondo di apparenze
Pensare, volere e giudicare sono le attività principali. Per Platone l’anima è invisibile perché deve
vedere le cose invisibili. Ogni atto spirituale è fondato sulla mente che ha presente ciò che è
assente ai sensi. La memoria tiene insieme ciò che non è più e la volontà anticipa tutto ciò che può
contenere il futuro. La filosofia è vista da chi non fa filosofia come un inseguimento verso la morte,
perciò a Roma la studiavano i vecchi ed ad Atene i giovani. La morte ai tempi dei greci veniva vista
come benefattrice poiché separava l’anima dai dolori del corpo, o almeno questo suggeriva il
senso comune/opinione comune. Il filosofo può essere deriso ma ci sta. Prima si vede e poi si
conosce. Ogni pensiero proviene dall’esperienza, l’unicorno viene dal ricordo del corno più il
cavallo. Per kant e Arendt nella filosofia non si raggiungono certezze, nemmeno con la ragion
pura, e non si deve smettere di dubitare poiché la filosofia è come la tela di penelope che viene
fatta la mattina e disfatta la sera per poi ricominciare da capo. Colui che può cogliere la scena
della vita non è l’attore bensì lo spettatore. Kurt Riezler fu il primo ad associare la similitudine
omerica all’inizio della filosofia, avvicina molto la poesia e la filosofia. La metafora è in grado di
portare oltre le nostre esperienze sensibili. Udito e non ascolto, metafora del pensiero ma per
jonas è la vista. Coscienza vista come la punta dell’iceberg che è l’inconscio. Per platone si inizia a
conoscere dallo stupore, partendo dalle cose a portata di mano fino alle galassie. I sensi non
possono essere usati come metafore per scoprire la verità, sono “solo” strumenti di conoscenza.
Non sapendo rispondere a perché pensiamo ci si chiede, cosa ci fa pensare?