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AFASIA AMNESTICA:
(anomia)
Deficit di recupero lessicale che appare sia nei compiti di denominazione che
nell’eloquio spontaneo. I deficit fonologici, morfosintattici e la comprensione sono lievi
o del tutto assenti. Lesione temporo-parietale sinistra (rimane risparmiata l’area di
Wernicke).
Afasia transcorticale sensoriale (AC):
Deficit di comprensione con relativo risparmio della ripetizione (ma il paziente non
comprende quanto è in grado di ripetere). È spesso associato a ecolalia. Lesione
Estese lesioni temporo-parietali sinistre
Essa si associa ad anosognosia, aprassia ideomotoria e ideativa e ad emianopsia
laterale omonima DX.
AFASIA DI CONDUZIONE (AB):
Deficit di ripetizione e relativo risparmio della comprensione orale. Nella forma classica
questo tipo di disturbo era addebitato ad un danno del fascicolo arcuato con
conseguente disconnessione tra l’area delle immagini uditive verbali e l’area delle
immagini motorie verbali.
AFASIA GLOBALE:
L’eloquio di un paziente è limitato a poche forme stereotipate (frammenti sillabici
ricorrenti) e vi è quasi sempre un grave deficit del controllo motorio articolatorio.
Anche la comprensione e la ripetizione sono alterate in modo grave. La lettura ad alta
voce e la scrittura sono quasi del tutto nulle. Lesione intero territorio dell’arteria
cerebrale media di sinistra (corteccia perisilviana pre e post rolandica e le strutture
emisferiche profonde sottostanti).
AFASIA TRANSCORTICALE MOTORIA (BC):
Riduzione della produzione spontanea orale e scritta che, tuttavia, si associa a una
capacità relativamente intatta di denominare, ripetere, leggere Ada l’età voce e
scrivere sotto dettatura. Il disturbo è stato descritto dal neuropsicologo Luria con il
termine di afasia dinamica. Lesione area 45 di Brodmann.
Spesso è associata ad aprassia “dinamica” ed emiplegia.
AFASIA DI BROCA:
Omissione dei pronomi, ausiliari, articoli e preposizioni (linguaggio telegrafico), la
mancata concordanza tra gli elementi della frase (nome-verbo, norme-articolo, nome-
aggettivo) e l’assenza di frasi subordinate. Questo disturbo è detto agrammatismo.
Solitamente questo tipo di afasia si accompagna a disturbi come: aprassia buco-
facciale, aprassia ideomotoria e emipare destra.
AFASIA TRANSCORTICALE MISTA:
Grave deficit di comprensione e di produzione e un relativo risparmio della ripetizione
(se ci rifacciamo al modello di W-L, si tratta di una doppia lesione, al tratto AC e a
quello BC). Il quadro è quello di un’afasia non fluente gravemente. Abbiamo ecolalia.
Lesione ampie lesioni cortico-sottocorticali fronte-temporali-parietali sinistre, che
risparmiano le aree di Broca, di Wernicke e la capsula esterna (fascicolo arcuato),
queste strutture sono però inefficaci a causa del grave deficit semantico-lessicale, che
consegue all’esteso danno emisferico sinistro. Questo tipo di afasia è detta sindrome
da isolamento delle aree del linguaggio. Essa si associa a deficit di comprensione, di
produzione, lessicali ma vi è un relativo risparmio della ripetizione.
L’afasia è un disturbo della formulazione e della comprensione di messaggi verbali,
che consegue a lesioni focali del cervello, in persone che avevano in precedenza già
acquisito un uso normale del linguaggio.
Le possibili cause dei disturbi della comunicazione verbale sono:
- disturbi evolutivi: fattori congeniti (per esempio sindrome di Down) + danno
pre/peri/post natale + disturbi di apprendimento (disturbi specifici del linguaggio, DSL)
- disturbo psichiatrici: turbe del comportamento associate a quadri clinici (per esempio
schizofrenia)
- disturbi neurologici: lesioni focali (ictus cerebrale, trauma cranico) + danno cerebrale
diffuso (esempio demenza)
-danno cerebrale focale, ma progressivo (esempio afasia lentamente progressivo)
Il deficit compare solitamente per lesioni focali dell’emisfero cerebrale di sinistra. Si ha
una perdita totale, o la compromissione più o meno grave, della capacità di
comunicare verbalmente, in seguito ad una lesione acquisita dell’emisfero dominante,
non riconducibile a disordini percettivi, motori, di azione o di pensiero. L’afasia
interessa solo gli aspetti linguistici della comunicazione quindi l’uso di strategie non
verbali (disegno o mimo), la buona interazione comunicativa e la buona
interpretazione del contesto e delle aspettative dell’interlocutore aiutano a
compensare difficoltà sia di produzione che di comprensione verbale. La lesione
cerebrale è acquisita, quindi presuppone una completa competenza linguistica
premorbosa, e focale. La lesione cerebrale coinvolge le “aree del linguaggio”, zone
perisilviane dell’emisfero sinistro nel 95% dei destrimani e nel 60-70% dei mancini. Si
ha afasia crociata in seguito a danno emisferico destro in pazienti destrimani (circa
5%). L’afasia non consegue a:
Deficit di fonazione (afonia, disfonia)
Deficit primari di articolazione (disartria)
Disturbi della coscienza o di pensiero (ad esemio stato confusionale)
Disturbi neurologici:
- lesioni focali (ictus cerebrale, trauma cranico, neoplasia)
- lesioni degenerative: diffusa (demenza) + focale (afasia progressiva primaria)
Se riguarda il LINGUAGGIO ORALE afasia
Se riguarda il LINGUAGGIO SCRITTO dislessia, disgrafia
L’afasia ha un impatto negativo sulla qualità della vita dell’individuo maggiore del
cancro e della malattia di Alzheimer ed è uno dei più comuni modi di presentazione
dell’ictus. Ha un impatto fortemente negativo, perché comporta isolamento sociale e
incomprensione.
La sua insorgenza può essere:
- improvvisa = eventi vascolari o traumatici
- lenta e progressiva = sindromi neoplastiche e degenerative
Oltre all’ictus, un’altra causa dell’afasia sono glia ascessi cerebrali ossia un’estensione
diretta di infezioni (ad esempio otite media) o disseminazione ematica di batteri da
infezioni distali. Nei primi casi può interessare il lobo temporale, anteriore o posteriore,
con segni focali tra cui sintomi afasici e anomia.
Diagnosi descrittiva (approccio classico):
Si basa su una visione del deficit afasico di natura anatomo-clinica. Da un profilo dei
comportamenti verbali (produzione spontanea, comprensione, denominazione,
ripetizione) si giunge ad una diagnosi secondo la classificazione classica delle afasie
(Wernicke-Lichtheim). Non fornisce informazioni su il livello di compromissione del
linguaggio.
Diagnosi funzionale (approccio cognitivo):
Si basa su una teoria cognitiva del funzionamento normale che specifica i molteplici
processi cognitivi sottostanti un dato comportamento verbale. L’intento è di
identificare quali sottocomponenti di un determinato processo sono compromesse (e
quali risparmiate) facendo riferimento a diversi livelli di elaborazione linguistica:
fonologico, semantico, lessicale, grammaticale. La dettagliata analisi qualitativa della
prestazione di un paziente è lo strumento indispensabile per una diagnosi funzionale.
È importante per la rieducazione individuare cosa è compromesso per agire su questo
processo/meccanismo.
La descrizione dei deficit di linguaggio è fondata sulla dicotomia classica che
contrappone deficit di comprensione e disturbi con prevalente deficit di produzione.
Oggi si pensa che sia sbagliato fare affidamento su una dissociazione del genere, anzi
esistono pazienti ce possono avere sia un deficit di produzione sia problematiche a
livello di comprensione e viceversa. Quindi questi due deficit non si escludono, e
possono presentarsi in varie misure in entrambi i disturbi.
Quindi il limite principale dei modelli classici, in particolare il modello di Wernicke-
Broca è che la maggior parte dei pazienti afasici soffre di un deficit di linguaggio che
coinvolge in parallelo sia la produzione che la comprensione nel linguaggio. Inoltre il
linguaggio può si presentare deficit dissociati, ma più che coinvolgere le modalità vede
disconnesse le diverse componenti della linguistica descrittiva.
La distinzione odierna è centrata sulla suddivisione fra afasie fluenti e afasie non
fluenti. Le prime sono dovute a lesioni posteriori mentre le seconde a lesioni anteriori.
Modello classico:
- Broca paziente TAN-TAN, conferma il ruolo del lobo frontale della produzione
del linguaggio (piede della terza circonvoluzione frontale SX) + in seguito
scopre che il linguaggio è lateralizzato a sinistra.
- Wernicke formula il primo diagramma di elaborazione del linguaggio dell’età
moderna e lo verifica tramite l’osservazione di pazienti afasici. Individua il
centro delle immagini uditive distinto dal centro motorio delle parole. Inoltre
ipotizza che questi due centro siano collegati tramite il fascicolo arcuato.
- Lichtheim amplia il modello individuando due livelli separati connessi con
un’area specifica per i concetti.
Modello di Wernicke-Lichtheim:
1) Afasia motoria sottocorticale: incapacità di produrre i suoni, anartria pura
2) Versante nella comprensione: lesione unitive primarie bilaterale, sordità verbale
pura (parole)
3) Lesioni area Broca: perdita nelle immagini motorie: afasia di Broca, corticale
motoria
4) Lesioni area ni Wernicke: rappresentazioni unitiva nelle parole, comprensione
5) Fra Broca e Wernicke: afasia di conduzione
6) Afasia transcorticale motoria (fra C e B)
7) Afasia transcorticale sensoriale (tra area concettuale A e C)
È un modello superato dal momento che si basa sulla dicotomia tra deficit di
produzione e comprensione.
Successive classificazioni gruppo di Boston propone una distinzione basata sulla
fluenza e sulla non-fluenza:
- Fluente: assenti difficoltà articolatorie, melodia normale, pressione a parlare
(logorrea), frasi lunghe e sintatticamente complesse, alta incidenza ni parafasie
e ni neologismi che rendono scarsamente comprensibile la produzione. Non
parlano dunque “ BENE” ma è preservata la prosodia, non sempre è
comprensibile quello che dicono
- Non fluente: sono presenti disturbi articolatori; perdono l’automatismo nel
produrre suoni; disprosodia; sforzo all’inizio della produzione; frasi molto brevi;
tendenza a trascurare le particelle grammaticali; verbi all’infinito o al participio
passato.
È possibile individuare quadri clinici caratterizzati da una sistematica co-occorrenza fra
un certo numeri di disturbi linguistici e l’integrità di altri aspetti del linguaggio,
conseguenti a specifiche lesioni cerebrali.
Un approccio psicolinguistico permette una descrizione dei disturbi afas