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Capitolo 14 - La Seconda Guerra Mondiale: La "Distruzione Creatrice"
14.1 Distruzione e creazione
La Seconda guerra mondiale fu uno scontro davvero globale, in termini di potenza distruttiva, con l'ingresso delle nuove tecnologie che stremarono i paesi belligeranti in termini di risorse, demografiche e economiche, che in termini geografici e politici con l'abbattimento di dittature e regimi militari. Pur rappresentando una cesura traumatica, proprio nella scossa che la guerra diede all'economia si intravidero i germogli di una positiva rinascita. La guerra pose fine alla lunga stagnazione economica grazie alla spesa per gli armamenti e all'attivazione di una quantità enorme di risorse. Rappresentò la nascita di una serie di opportunità tecnologiche che andarono ad influire direttamente sulla vita quotidiana degli individui.
14.2 Guerra e crescita
La guerra mondiale coincise con un periodo di espansione complessiva dell'economia mondiale.
Per quanto possa sembrare paradossale, il conflitto mobilitò al massimo il potenziale economico-produttivo dei paesi dell'Asse e delle potenze alleate sia in termini di asset produttivi che in termini di risorse umane. Il PIL dei paesi belligeranti crebbe quasi ovunque trainando anche le economie dei Paesi neutrali, che accrebbero il loro export. Danneggiati furono, oltre alla Germania e ai Paesi occupati, l'Europa centrale e orientale. L'espansione c'era stata ma si era distribuita male, sia geograficamente che settorialmente, andando a stimolare i settori più tecnologicamente avanzati. La mobilitazione di risorse avvenne "necessariamente" tramite un'espansione del settore pubblico che, per aumentare le spese militari, compresse i consumi privati tramite prelievi sui redditi, politiche di razionamento e controllo degli investimenti e produzione finalizzata ai consumi privati. Germania e Giappone, che avevano investito.sostenere lo sforzo bellico). Inoltre, la guerra portò alla distruzione di infrastrutture e risorse, rendendo difficile la ripresa economica dopo il conflitto. Durante la guerra, molti paesi si trovarono costretti a investire una parte significativa del loro reddito nazionale nell'industria bellica. Questo fu particolarmente vero per i paesi che entrarono in guerra già dalla metà degli anni Trenta. Inizialmente, questi investimenti portarono a successi militari nei primi due anni del conflitto. Tuttavia, scelte strategiche sbagliate e una sottovalutazione degli Alleati portarono a una prolungamento del conflitto e a un ribaltamento dell'esito finale. La guerra ebbe anche un impatto negativo sugli investimenti e sul commercio estero. I commerci internazionali erano già in declino a causa della crisi del 1929 e la guerra non fece altro che aggravare questa situazione. Sebbene alcuni stati neutrali abbiano beneficiato della maggiore domanda di esportazioni dovuta al conflitto, il commercio nel complesso subì le conseguenze dello spostamento dei consumi da privati a pubblici, della diminuzione del potere d'acquisto delle famiglie e dell'incertezza nei trasporti. Inoltre, la distruzione di infrastrutture e risorse durante la guerra rese difficile la ripresa economica dopo il conflitto.Sostenerne la capacità di resistenza. I beni trasferiti non prevedevano il pagamento di interessi, ma furono rilevanti nella posizione netta creditrice degli USA una volta finita la guerra). A ciò si aggiunge la sparizione degli investimenti all'estero, con le attività dei cittadini di paesi nemici che venivano sequestrate e l'attività interrotta o nazionalizzata. Il generale clima di incertezza e l'impossibilità di trasferire capitali all'estero arrestarono le iniziative imprenditoriali internazionali. Caratteristica comunque del commercio internazionale negli anni del conflitto fu la regionalizzazione: si crearono dei blocchi in cui continuava a svolgersi un limitato commercio internazionale: il blocco anglosassone (Usa, Canada, UK), quello continentale (potenze dell'Asse e paesi occupati, che fornivano merci alla Germania qualicoke, automezzi pesanti e acciaio), quello sovietico, quello orientale (egemonizzato da
Giappone).14.4 I settori in guerra: agricoltura e materie prime
La guerra investì ogni settore dell'economia. L'agricoltura in particolare fu colpita dalla carenza della manodopera che diventò subito carenza di derrate alimentari, a cui si aggiungevano devastazioni e requisizioni, oltre che la totale indifferenza dell'industria che, concentrata sulla produzione bellica, non forniva più macchinari o fertilizzanti. D'altro canto la spinta della necessità accrebbe la produttività in alcuni territori non colpiti direttamente dal conflitto che sperimentarono anche nuove tecnologie. Tuttavia molti territori fuori dalla geografia del conflitto erano caratterizzati da colture a bassissimo grado di produttività. Il settore delle materie prime vide un aumento della domanda legato alla produzione bellica, che portò al massimo le capacità del settore estrattivo, ma stimolò anche le nuove tecnologie. Esempio attinente
è quello della gomma sintetica, frutto di ricerca Alleata finalizzata a sostituire la gomma naturale i cui paesi produttori erano sotto il controllo giapponese. 14.5 L’espansione dell’industria militare Negli anni della guerra l’industria militare andò ad assorbire quote sempre maggiori di PIL. Sebbene nel lungo termine il fallimento della guerra lampo mise in luce la superiore capacità economica degli Alleati, ciò che emerse fu la capacità dei belligeranti di moltiplicare la capacità produttiva in poco tempo. Tale incremento fu possibile grazie sia alle moderne tecniche di produzione di massa, sia alla grande concentrazione industriale, retaggio della seconda rivoluzione industriale. Le grandi imprese furono le protagoniste del coordinamento dell’economia in questi anni, soprattutto dal momento che i settori trainanti erano quelli ad elevata intensità di capitale e energia. L’esempio dell’industriaaeronautica fu occupato in ogni paese dai leader del settore: Boeing negli USA, Mitsubishi in Giappone, Messer Schmitt in Germania.Pianificare per combattere
Lo sforzo produttivo della portata descritta necessita di premesse precise:
- Un apparato produttivo adeguato: il sistema produttivo doveva essere caratterizzato da imprese di varie dimensioni in stretta collaborazione tra loro. Caso esemplare è l'industria aeronautica, dove grandi imprese fecero da coordinatrici delle piccole e medie imprese meccaniche e automobilistiche.
- Rinuncia ai tradizionali meccanismi di allocazione dei fattori produttivi: il mercato era cambiato, non esisteva più il prezzo stabilito in base a domanda e offerta ma questo era prefissato dal Governo per controllare l'inflazione. Le aziende si dovevano muovere ora in un sistema fatto di razionamenti e controlli, col fine di ridurre le risorse destinate al consumo privato.
- Ingerenza dello Stato nell'economia: la "mano
“pubblica” nell’economa fu la costante delle politiche economiche dei governibelligeranti. L’Inghilterra, tradizionalmente liberista, sarà il caso più clamoroso. Le capacità di coordinazione e pianificazione che iGoverni svilupperanno in questi anni saranno un fondamentale know-how per il dopoguerra e la nascita dell’economia mista.
14.7 Guerra e Big Science
Lo sviluppo produttivo di questi anni non fu esclusivamente quantitativo ma, soprattutto per nazioni quali Germania e Giappone,inferiori per capacità produttiva, fu qualitativo. La Germania si specializzò negli U-Boot, per contrastare la flotta navale alleata;inoltre, assieme a Unione Sovietica e Stati Uniti, fu pioniere nella costruzione di carrarmati sempre più veloci, offensivi eresistenti. La possibilità di innovare fu data dalla rimozione di ogni vincolo di bilancio e le tecnologie sviluppate avrebbero fattoda base alla terza rivoluzione industriale degli
Anni seguenti il conflitto. Se in alcuni casi si trattò di innovazioni di portata limitata, in altri casi, come nell’aeronautica, i prodotti offerti furono radicalmente trasformati. Anche settori come la chimica e l’energia vennero indirettamente stimolati a migliorare i rendimenti dei carburanti attraverso nuove tecniche di raffinazione.
In ultimo, ma non meno importante, la guerra vide lo sviluppo dei primi calcolatori, capaci di elaborare informazioni complesse che arrivarono a segnare gli esiti del conflitto. Saranno questi usati nei programmi spaziali e dei moderni personal computer. Gli anni successivi al conflitto videro un’ulteriore accelerazione dei programmi di ricerca e costruzione di macrocomputer, soprattutto a causa della guerra fredda.
CAPITOLO 15 - FINALMENTE LA PROSPERITÀ
15.1 L’Europa distrutta
Tra 1945 e 1946 si tenne il processo di Norimberga, nel quale vennero processati i gerarchi e i capi nazisti catturati dagli Alleati. La Germania
pratiche che la guerra aveva sviluppato, la produzione industriale era la metà di quella anteguerra. Se il Giappone aveva da subito cominciato un programma di crescita economica sotto l’egida degli aiutiamericani (importanza geograficamente strategica del Giappone) il nodo da sciogliere restava l’Europa, che doveva uscire dallastagnazione e porre rimedio alla povertà.
15.3 L’European Recovery program
La situazione cambiò però in pochissimi anni: tra il 1947 e il 1951 tutti gli indicatori diedero segnali positivi per la salute del sistema Europa. Il PIL crebbe a tassi a doppia o tripla cifra, seguito dalla produzione industriale e dai commerci con l’estero. Anche la produttività del lavoro segnò rapidamente un balzo in avanti portando con sé un rapido miglioramento delle condizioni di vita. Questo “miracolo” fu possibile grazie a vari fattori di natura sia psicologica, una forte volontà di rinascita.
dei popoli, siamateriale. Fu necessario infatti l'intervento esterno per sbloccare una situazione di lock-in che vedeva l'Europa alle prese con una auspicata ripresa dell'economica senza poter però pagare le importazioni di materie prime e capitali.
L'ERP (european recovery program) venne incontro alle esigenze dei governi e in pochi anni gli USA