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STORIA DELLA STAMPA E DELL'EDITORIA
21/02/18
Il libro, cartaceo o qualsiasi documento, ha due aspetti:
- Materialità - cioè il libro in quanto oggetto (aspetto fisico, forma, ecc.)
- Contenuto concettuale - cioè il messaggio trasmesso dal libro
Oggi con documento intendiamo qualcosa di più ampio, non prettamente cartaceo. Dobbiamo comunque tenere in considerazione che è un qualcosa di ambivalente. Le cosiddette discipline del libro sono diverse a seconda dell'aspetto predominante che noi consideriamo. Il libro è lo strumento principale di circolazione delle idee, che presuppone la struttura. Le tipologie di libri sono:
- Manoscritto - è un unicum, in quanto copia manuale e quindi sempre diverso
- Libro antico - stampa manuale, detta tipografica, dalla metà del '400 al 1830 circa (data variabile e non precisa) che precede la stampa
- Libro moderno - tutto quello che viene stampato dalla metà del '500 in
Libro elettronico: - libro che nasce in formato elettronico o trasposto dal cartaceo (tipo pdf)
Libro e documento sono due concetti un po' diversi: il libro è fondamentalmente quello cartaceo e tutte le discipline che si occupano del libro hanno il prefisso biblio (bibliografia, biblioteconomia, bibliologia). La bibliografia, oltre ad essere un elenco di opere e saggi riferiti ad un determinato autore o argomento, si occupa anche di tutta la metodologia (criteri e principi) per la descrizione di determinati documenti. La biblioteconomia è la disciplina che si occupa di tutto quello che serve per la gestione e l'organizzazione delle biblioteche per offrire il patrimonio al lettore. La bibliologia si occupa dell'aspetto materiale del libro ed è connessa principalmente allo studio del libro antico. Già dalla fine dell'800 nascono molte altre unità portatrici di un significato coerente. Questa è la definizione di "documento".
Il documento ha diversi formati, dal visivo al testuale, dal sonoro all'elettronico. Dai primi del '900 è data una nuova disciplina che si chiama documentazione e si occupa di tutti gli aspetti relativi a un documento. Il documento scritto presuppone la scrittura, e quindi anche un supporto, cioè un materiale adatto per ricevere la scrittura. Ci sono ancora civiltà che non basano la propria cultura sulla scrittura, ma sull'oralità. In una civiltà orale, per agevolare la memorizzazione delle cose più importanti (leggi, testi sacri, ecc.), si usavano strumenti mnemotecnici. Le prime forme di scrittura sono: - Scrittura pittografica: immagini rupestri o semplici disegni che richiamano determinati concetti. - Scrittura ideografica: rappresenta un salto di qualità, dove un'idea corrisponde a una figura, reale, simbolica o astratta. Un esempio sono i geroglifici degli antichi Egizi. - Alfabeto: si passa alla fase fonetica, in cuiogni segno grafico corrisponde ad un suono. Il significato è arbitrario (es. il cane si chiama così ma non ci sono corrispondenze). Il primo alfabeto è quello fenicio.Differenze comunicazione orale e scritta:
comunicazione orale- La comunicazione orale è un fenomeno acustico; inoltre è lineare e può servirsi di altre forme che agevolano questo tipo di comunicazione, come la gestualità o l'intonazione. Tutto ciò deve però avvenire in presenza del parlante.
comunicazione scritta- La comunicazione scritta è un fenomeno visivo, non necessariamente lineare e può servirsi di immagini o disegni.
La decifrazione e la comprensione, in generale, sono necessarie. Non basta saper decifrare le singole parole per comprendere il messaggio generale. Leggere e saper leggere sono infatti cose diverse. Principalmente leggiamo per due scopi: lo studio (lettura funzionale) e lo svago (lettura ludica). Queste due attività selezionano tipi diversi di testo. La lettura
Il testo funzionale ha quattro livelli:
- Esplorativa - Informativa - Approfondita, dove si cerca di valutare il testo e avere un approccio critico.
- Di ricerca, ovvero una lettura ancora più mirata. L'approccio al testo può di conseguenza essere sintetico, analitico e selettivo.
Se consideriamo poi la lettura dal punto di vista sociale, troviamo un passaggio dalla lettura collettiva e intensiva (lettura che si faceva in epoca manoscritta, in cui si leggevano pochi libri e pochi sapevano leggere) ad una lettura individuale ed estensiva (libri più numerosi che circolano liberamente con l'invenzione della stampa).
Esiste poi anche la comunicazione non verbale, fatta di:
- Segnali - ad esempio quelli stradali
- Segni - tutti gli altri segni che possiamo fare per dire il resto delle cose (annuire)
- Simboli - non universalmente concepiti come i primi due, ma variano molto a seconda del paese in cui ci troviamo. Hanno un significato molto più profondo.
- Icona - immagine
Oggi il mezzo più immediato nella comunicazione e spesso decontestualizzate
Gestualità: - esiste anche una disciplina che analizza la gestualità usata per approcciare altre persone (prossemica).
Il processo di comunicazione è un processo che richiede determinate fasi e soggetti, e si trovano tantissimi tipi di schema:
Emissione: - una fonte emette un messaggio, codificato secondo un determinato linguaggio.
Canale: - mezzo di trasmissione del messaggio (es. voce)
Ricezione: - ci sono destinatari che dovrebbero ricevere e decodificare il messaggio.
Lo stesso schema può essere applicato anche alla scrittura. In questo caso è una comunicazione unilaterale, cioè non vi è una risposta.
Il passaggio dalla cultura orale a quella scritta è un processo socioculturale. Le prime forme di manoscritti sono forme legate al territorio in cui un popolo si insedia. Con il radicamento di una civiltà in un territorio nasce il bisogno di iniziare a
produrre e conservare tutti queidocumenti che servono ad una società per svilupparsi. I primi dati sono le iscrizioni;successivamente i testi con funzione istituzionale (testi giuridici); poi arriva tutta laproduzione culturale. A questo punto la scrittura inizia ad essere lo strumento fondamentaleper la produzione di testi ed ha bisogno di un supporto:
Argilla:- supporto scomodo e pesante usato dai Babilonesi e dagli Assiri.
Papiro:- tipica per i geroglifici egizi. La polpa del fusto del papiro veniva lavorata e siproducevano strisce di papiro che potevano essere incollate tra loro. La scritturaavveniva solo su un lato, in colonne, su rotolo di circa 6-8 metri. Il foglio venivaarrotolato per proteggerlo. La biblioteca di Alessandria d’Egitto era la più grandecontenitrice di papiri. Callimaco aveva suddiviso il materiale in dieci parti, così come laattuale CDD (Classificazione Decimale Dewey).
Pergamena:- fatta con pelle di ovini o bovini. Abbiamo poche
Testimonianze su come avveniva la lavorazione, ma si rendeva il lato carne adatto per la scrittura. Avviene in questo modo un cambio del supporto e della forma. Si tratta della forma dominante di documento in tutto il Medioevo. Il fatto che la materia prima fosse di origine animale poteva essere un problema: infatti non era un materiale di cui c'era abbondanza e in momenti di scarsità si ricorreva ad una sorta di riciclaggio con quelli che si chiamavano palinsesti. Il palinsesto erano codici pergamenacei riscritti, dopo un processo in cui si raschiava l'inchiostro precedente. Si sacrificavano in questo modo i testi meno usati.
Carta: - a partire dal '400 si inizia ad utilizzare la carta, uno strumento presente in grande quantità. Con la stampa diviene lo strumento principale, sebbene si stampava talvolta anche su pergamena. In un primo momento venivano prodotti testi sacri, poi testi giuridici e infine testi culturali.
STORIA DELLA STAMPA E DELL'EDITORIA
22/02/18
La scrittura ha bisogno di un materiale su cui estendersi e allo stesso tempo anche di strumenti per la scrittura. Per le prime scritture rupestri veniva usata della creta solidificata o del carbone. Le tavolette di argilla venivano invece scalfite con bastoncini di legno, con ossa o con schegge di metallo. Nel Medioevo inizia ad essere utilizzata la penna d'oca intinta nel calamaio, seguita nel '700 con pennini di acciaio inseriti in una canna. L'evoluzione successiva è stata la stilografica, primo strumento in cui era presente l'inchiostro già all'interno del serbatoio. C'è stato poi l'avvento della macchina da scrivere a metà dell'800. La nostra penna a sfera è stata brevettata nel 1943 da Laszlo Biro, giornalista ungherese da cui la penna prende il nome. L'ultimo passaggio è quello del computer a tastiera a fine '900.
scriptoria
Il primo sistema di produzione presente è
quella degli monastici. I monasteri benedettini (soprattutto), domenicani e francescani erano quelli maggiormente impiegati nella scrittura di codici. Lo stesso San Benedetto disegna la configurazione del monastero e stabilisce la regola dell'ordine religioso, che doveva essere autosufficiente. Perciò doveva essere attrezzato per sostenersi, compresa la parte culturale, cioè dovevano essere prodotti in monastero anche i testi sacri per la preghiera. Necessariamente iniziano a comparire anche gli scriptoria. La produzione di questi manoscritti fa sì che iniziano a diffondersi anche piccole biblioteche monastiche. Famosi i monasteri di Montecassino, Bobbio e Vivarium a Squillace. A seconda delle dimensioni del monastero la produzione dei manoscritti poteva avvenire all'interno di uno scriptorium vero e proprio o in sale che avevano anche altre funzioni o addirittura all'interno delle celle dei monaci (nei monasteri più piccoli). La produzione eraLa produzione dei libri nel Medioevo era principalmente mirata alla preghiera dei monaci, sebbene compaiano anche testi di letteratura classica, medicina e filosofia. I copisti sono detti anche amanuensi perché scrivono a mano. Solitamente un copista non copiava integralmente un testo, ma si alternavano copisti diversi. Questo veniva deciso da un magister, monaco responsabile dell'organizzazione del lavoro. Questi fascicoli erano solitamente formati da fogli piegati in due parti. Un libro era formato da diversi fascicoli (o quaderni) legati insieme. In questo modo era più facile anche la divisione tra copisti delle parti da copiare. Il codice monastico è solitamente di grande formato, con il testo diviso in due o tre colonne e con ampi margini. Il codice pergamenaceo domina il Medioevo. I secondi centri di produzione si hanno con la nascita delle grandi università, attorno al 1100. In Italia la prima fu Bologna.