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Funzionalismo
Da questa sua impostazione Turing ricava una definizione di mente in relazione al computer: funzione del cervello, come i vari software sono funzioni del computer. Nasce con Turing, un matematico che ha lavorato sulla possibilità di costruire dei computer ed era stato ingaggiato con una squadra per decriptare i messaggi dei tedeschi (>Austin). Finita ala guerra torna a lavorare su delle macchine che possano sostituire o collaborare con l'uomo in certe operazioni di calcolo. Nel 1950 pubblica un articolo "Calcolatori e intelligenza", in cui si pone una domanda: le macchine possono pensare? Per rispondere inventa il Test di Turing o gioco dell'imitazione. A e B sono uomo e donna in stanze diverse con C in un'altra stanza e comunicano solo tramite scrittura. Ora C deve indovinare chi è l'uomo e chi la donna facendo delle domande alle quali A e B possono rispondere anche mentendo, perché lo scopo è quello di ingannare C.S e al posto di A o B mettiamo un computer, riuscirà a ingannare c altrettanto bene? Se sì, allora si può dire di aver creato una macchina che sa pensare. Per la prima volta è stato superato nel 2014: il computer è riuscito a ingannare l'umano il 33% delle volte facendogli credere di essere un ragazzo di 13 anni non di madrelingua inglese. Molti ritengono che non sia sufficiente come prova che il test di Turing sia stato superato. Putnam, filosofo americano che rimane affascinato dalla teoria di Turing, che sembra risolvere parecchi problemi. Ha un interesse filosofico, vuole arrivare a un approfondimento di questa concezione della mente. Se la mente è una funzione del cervello rimane che la mente è una proprietà non fisica del cervello, che è un oggetto fisico. La domanda non è dunque se le macchine possano pensare, ma come è possibile che il cervello abbia proprietà non fisiche, che si sottrae.All'indagine Il problema è quello di dar conto di una specificità umana come la mente fisica e scientifica e tuttavia si vuole ricondurre questa specificità in un ambito naturale, senza scomodare spiritualità, mondi sopraterreni. La mente si sottrae al dominio delle leggi fisiche ma ha qualcosa a che fare con esse. (pag 231-232)
Quello che conta è l'organizzazione funzionale, a prescindere sul materiale su cui è implementato il programma. Non importa del materiale che rende possibile una certa funzione ci importa solo della funzione. Questo vale non solo per quelle proprietà intellettuali che danno origine a certe operazioni che possono essere svolte da un computer, ma vale anche per le proprietà psicologiche. Il funzionalismo è una teoria monistica, non ci sono due proprietà e quelle che chiamiamo proprietà psicologiche sono solo proprietà funzionali che si trovano sviluppate su materiali diversi.
dando l'impressione di comprendere il linguaggio, ma in realtà non hanno una vera comprensione del significato di ciò che stanno elaborando. Questo esperimento mette in discussione l'idea che la capacità di elaborare informazioni e seguire regole sia sufficiente per comprendere il pensiero. Searle sostiene che il pensiero richiede una coscienza e una comprensione del significato, che i computer attuali non possiedono. In conclusione, pensare va oltre le semplici capacità computazionali. Include la creatività, l'esplorazione di nuove strade e la comprensione del significato.ma i computer sono fondamentalmente stupidi, perché non hanno la proprietà semantica, perché non sanno quello che fanno. I computer hanno solo proprietà sintattiche, sono solo in grado di combinare simboli che hanno a disposizione, ma non hanno nessuna proprietà semantica. Inoltre al computer manca completamente la dimensione soggettiva che è tipica delle proprietà psicologiche.
Le caratteristiche fondamentali della mente sono:
- Coscienza
- Intenzionalità
E conoscendolo non possiamo in nessun modo assimilarla ad un computer.
Ripresa del dualismo: DUALISMO DI PROPRIETÀ, POPPER
Vi è un'unica sostanza, ma due ordini di proprietà: fisiche e mentali. Tale teoria è stata esposta in un'opera del 1977 "The self and its brain", scritto anche con un neurofisiologo. Sembra che ci sia qualcosa che ha in proprietà il cervello, ma oltre al cervello c'è
Un'asicuramente dato dal cervello, mente autocosciente che non è riducibileio fa parte anche dell'inconscio. Non tutto ciòal cervello, in più di questo che si agita nella nostra mente è autocoscienza. Per spiegarlo Popper ricorre alla teoria dei 3 mondi: pensiamo che ci sia un unico mondo, in realtà l'ordine in cui questisi articola su 3 piani, chiamati 1,2 e 3 per indicare mondi sono effettivamentecomparsi sulla scena.
Mondo 1: mondo fisico, mondo che è oggetto della fisica, mondo come lo conosciamo nei suoi aspetti materiali. In questo mondo a un certo punto si sono generate le forme di vita evolute fino ariprodurre il mondo 2ella coscienza, dato dall'evoluzione delle forme di vita, stati soggettivi e coscienza di ognuno di noi l'uomo ha creato.
Mondo 3: mono degli artefatti umani, tutto ciò cheUna volta prodotto il mondo 3 gode della propria autonomia, è qualcosa di reale.mondi. L'essere Ci sono
oggetti he appartengono a tutti e 3 i umano presenta sia proprietà del mondo 1 che del mondo 2 e quindi a stati fisici e mentali. Il problema è sempre lo stesso: come interagire? C'è una reciproca influenza tra mondo 1 e 2 e ipotizza che questo scambio avvenga nel cervello e nel centro del linguaggio. Il linguaggio è il primo prodotto del mondo 3, strumento con cui rendiamo accessibile ad altri il nostro mondo 2 privato. Il linguaggio per Popper ha un articolazione complessa (i primi due sono comuni a tutti gli animali, mentre gli ultimi due sono proprie dell'uomo)1.
Funzione espressiva: esprime ciò che si prova soggettivamente, non è necessario il linguaggio verbale
Funzione comunicativa: comunichiamo anche senza aprire bocca
Funzione descrittiva: si fanno affermazioni che possono esser vere o false (solo con il linguaggio)
Funzione argomentativa: fornire giustificazioni o spiegazioni per ciò che facciamo
CERVELLI CHE
PARLANO
Ricerche sul cervello non hanno portato a definire che cosa sia la mente in modo univoco: studiando il cervello nessuno ha trovato la mente. È che la mente sfugge all'indagine scientifica sul cervello, non si identifica sul cervello.
Le conclusioni dei dualisti: la mente è qualcosa che va al di là dell'immagine scientifica, che riguarda i fenomeni fisici. Invece hanno concluso che la mente non c'è, o che meglio coincide con il cervello.
I monisti: è difficile negare che esista la mente, la coscienza. Dico no che ciò che chiamiamo mente è l'effetto dell'interazione dei nostri neuroni.
Primo capitolo: Edelman, Darwinismo Neurale. Nasce a New York nel 1929 e muore in California nel 2014. Ha preso il premio Nobel per le sue ricerche. Pubblica due volumi "Darwinismo neurale" e "Seconda Natura", dove mette a fuoco la sua teoria sull'evoluzione del cervello. Elabora una teoria
sullo sviluppo del nostro cervello. (Pag 115-117) La mente è un fenomeno biologico, ma ci sono degli aspetti che non sono esauriti dalla ricerca biologica e qui entra in campo la filosofia. Critica alla filosofia: con Galilei e Cartesio ha rimosso la mente dalla natura, la res cogitans non fa parte della natura, perché essa è res extensa. Galilei aveva affermato che oggetto della scienza naturale era ciò che era osservabile e quantificabile. Questo è il motivo per cui anche la psicologia è andata alla ricerca di dati quantitativi. Con il XX secolo abbiamo cercato di riportare la mente nella natura, riconoscendo la sua complessità e quindi non affidandoci solo ad una scienza, ma chiedendo la cooperazione di più scienze. Secondo Edelmen non si può ridurre la mente ad un solo piano di studio. Tutto rientra nel mondo delle neuroscienze è necessaria ed una teoria scientifica.La teoria di Darwinismo Neuronale intende spiegare la conformazione del cervello applicando la teoria dell'evoluzione di Darwin. Ogni individuo nasce con una quantità enorme di neuroni, i quali vengono selezionati durante la fase di sviluppo in base a tre concetti:
- SELEZIONE IN FASE DI SVILUPPO: processo di selezione interno, alcune popolazioni di neuroni si potenziano, mentre altre vengono eliminate.
- SELEZIONE ESPERIENZALE: a seconda delle esperienze che l'individuo fa, alcune popolazioni di neuroni vengono attivate e altre si perdono.
- SELEZIONE DI RIENTRO: connessioni tra neuroni che vengono rafforzate o indebolite in base all'attività cerebrale.
tra diverse aree cerebrali. Non esiste dunque un cervello uguale ad un altro, anche solo per le esperienze di vita che una persona ha fatto. In questo contesto biologico che ne è di quelle caratteristiche che attribuiamo normalmente allamente, ad esempio la coscienza, l'intenzionalità? Bisogna cercare l'origine neurale della coscienza. Ha cercato di applicare la sua teoria anche a fenomeno come formazione di concetti, linguaggio e coscienza. Quando si parla di mente, si ha sempre in mente qualcosa che sia accanto al cervello, ma è impossibile vedere la mente o la coscienza. Lui afferma che la coscienza è un processo e come tale non può essere identificato con un oggetto particolare. È Searle dirà che ha un'ontologia in prima persona (esistono in quanto c'è una persona che in prima persona li prova) e non in terza (propria di tutti quegli oggetti che possono