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Realizzabilità multipla
Trattiamo di un'obiezione rivolta alla teoria dell'identità, obiezione che ci servirà per introdurre un'obiezione all'interno della teoria. L'obiezione va sotto il nome di argomento della realizzabilità multipla, formulato nella sua forma più classica da Hilary Putnam (1926-2016). L'obiezione dice che è molto difficile e implausibile pensare che tutti gli stati mentali appartenenti a un certo tipo (per esempio al tipo del dolore) siano stati cerebrali anch'essi appartenenti allo stesso tipo. Cioè che tutti gli stati mentali di dolore siano identici a, quindi siano, degli stati cerebrali di un certo tipo, ovvero una certa configurazione di neuroni che si ripete ogni volta che si prova dolore. Perché sarebbe implausibile questa tesi? Pensiamo al caso di un animale diverso dall'uomo, un topo per esempio, che sicuramente può provare dolore, e secondo la tesi...
dovuti a diverse configurazioni cerebrali.Realizzati da stati cerebrali diversi. Cosa si intende con vari stati mentali dello stesso tipo? Per esempio, il dolore che potrei provare in questo momento può consistere in una certa configurazione dei neuroni del mio cervello, ma il dolore che un'altra persona prova in un altro momento consiste in un'altra configurazione, o magari anche il dolore che proverò domani non corrisponde alla stessa configurazione di oggi.
Identità dei tipi e identità delle occorrenze. Per esporre questo argomento, abbiamo parlato di tipi di stati mentali. È opportuno quindi introdurre ora una coppia concettuale: tipo (type) vs occorrenza (token), che viene usata per distinguere due diverse forme della teoria dell'identità. Adesso facciamo un esempio generale che non ha nulla a che fare con filosofia della mente, in quanto queste nozioni di tipo e occorrenza si possono applicare in diversi campi. Prendiamo la parola gatto, e domandiamoci quante lettere.
Ci sono nella parola. Esistono due risposte possibili:
- Potremmo dire che ci sono cinque lettere: g, a, t, t, o
- Ma potremmo anche dire che ci sono quattro lettere: g, a, t, o, poiché la t compare due volte
Se si dice che ci sono cinque lettere, si sta parlando di lettere come occorrenze, nell'altro caso si sta parlando delle lettere come tipi. Nella parola gatto ci sono quattro tipi di lettere, ma cinque occorrenze.
A noi la distinzione interessa per applicarla alle questioni di filosofia della mente, e in particolare alla nozione di stato mentale e stato cerebrale. Quindi ci si può chiedere: quando si parla di stati mentali che sono identici a stati cerebrali, si sta parlando di tipi di stati mentali e tipi di stati cerebrali o si sta parlando di occorrenze di stati mentali e occorrenze di stati cerebrali? A seconda del modo in cui si intende questa identità, si può parlare di due diverse varianti della teoria dell'identità:
teoria afferma che le occorrenze di uno stesso tipo sono identiche tra loro. Tuttavia, la teoria dell'identità dei tipi va oltre e sostiene che non solo le occorrenze di uno stesso tipo sono identiche, ma anche i tipi stessi sono identici. La teoria dell'identità dei tipi comprende quindi anche la teoria dell'identità delle occorrenze, in quanto afferma contemporaneamente l'identità delle occorrenze e quella dei tipi. D'altra parte, la teoria dell'identità delle occorrenze si limita a sostenere l'identità solo delle occorrenze. Le prime forme di teorie dell'identità di cui abbiamo parlato, come quelle in relazione a Smart, generalmente sostengono l'identità dei tipi. Tuttavia, questa teoria è soggetta alle obiezioni che derivano dall'argomento della realizzabilità multipla, cioè non è plausibile che stati mentali appartenenti allo stesso tipo siano identici a stati cerebrali appartenenti allo stesso tipo. Se ci limitiamo alla teoria delle identità delle occorrenze, questa afferma che le occorrenze di uno stesso tipo sono identiche tra loro.Sfugge all'obiezione della realizzabilità multipla. Si può infatti affermare che un'occorrenza di uno stato mentale appartenente a un certo tipo è identica a un'occorrenza di uno stato cerebrale, ma se prendiamo due occorrenze di stati mentali appartenenti allo stesso tipo, ciascuna di queste due occorrenze sarà identica a un'occorrenza di stato cerebrale, ma queste due occorrenze di stati cerebrali non necessariamente appartengono allo stesso tipo. Quindi si afferma l'identità delle occorrenze, ma non quella dei tipi. E questo evita l'obiezione della realizzabilità multipla, in quanto possiamo dire che il dolore che io provo in questo momento è un certo stato cerebrale e che il dolore che prova il topo è anch'esso un certo stato cerebrale, ma i due stati cerebrali non appartengono allo stesso tipo, cioè non sono uguali.
Identità di tipi:
- Si ha identità sia a livello
Dei tipi (di stati mentali e cerebrali), sia a livello delle occorrenze (di stati mentali e cerebrali).
In questo schema in alto ci sono lettere latine, mentre nella parte in basso ci sono lettere dell'alfabeto greco. Con le lettere latine intendiamo entità di tipo mentale, con quelle greche entità di tipo fisico. Con le lettere minuscole intendiamo occorrenze, maiuscole tipi. Quindi, partendo dalle occorrenze degli stati mentali cioè le lettere latine minuscole, poniamo che a1 sia una certa occorrenza di uno stato mentale, per esempio del dolore che provo ora, e che a2 sia un'altra occorrenza dello stesso stato mentale di dolore, ma del dolore per esempio che proverò domani per un incidente, a3 è un'altra occorrenza di dolore provata da un'altra persona in un'altra occasione. Il fatto che queste tre occorrenze di stati mentali siano tutte e tre occorrenze di uno stesso tipo di stato mentale, cioè quello del dolore,
è indicato dalle linee tratteggiate che uniscono a1 a2 a3 conA maiuscolo, che rappresenta un certo tipo di stato mentale, in questo caso quello del dolore. Ipuntini dopo a3 minuscolo indicano che potrebbero esserci altre occorrenze dello stato mentale del dolore.
Un discorso del tutto analogo si può fare per b1 b2 e b3, e quindi per B, che rappresenta uno stato mentale diverso, per esempio quello che si ha quando si vede qualcosa di giallo. b1 b2 e b3 sono le occorrenze di questo stato mentale, per esempio b1 può essere la sensazione di giallo che provo guardando questo libro che ho davanti, b2 la sensazione di giallo che ha un'altra persona che guarda lo stesso libro, b3 quella che una persona che guarda un qualche oggetto giallo in un altro momento di tempo. C maiuscolo potrebbe essere un altro tipo di stato mentale, per esempio la sensazione di sete e così via.
Nella parte inferiore dello schema, parliamo di occorrenze di stati mentali cerebrali. Quindi
α1 α2 eα3 minuscoli sono l'occorrenza di una certa configurazione dei neuroni in un certo cervello in un certo momento. α1 α2 e α3 appartengono allo stesso tipo (linee tratteggiate), stessa cosa per β1β2 e β3 ecc... La teoria dell'identità dei tipi dice che c'è un'identità (in senso stretto) sia tra le occorrenze di statimentali e cerebrali, sia tra i tipi. Questa relazione di identità è indicata da una linea continua a fianco della quale è scritto il segno =, per cui a1 è uguale a alfa1. Notiamo che questa identità vale anche a livello dei tipi: A = Alfa maiuscolo, B = Beta maiuscolo ecc... a2 = alfa2, cioè il mio provare dolore domani è una certa configurazione del cervello domani, e a3 (dolore provato da qualcun altro) = una certa configurazione del cervello di questa persona, ma queste tre configurazioni di neuroni del cervello alfa1,
alfa2 e alfa3 appartengono al tipo alfa, cioè sono configurazioni di uno stesso tipo. Quindi la teoria dell'identità afferma che c'è un'identità a livello delle occorrenze ma anche dei tipi.
Identità delle occorrenze 98
In questa slide abbiamo uno schema delle identità delle occorrenze. Il significato dei vari simboliche compaiono è lo stesso del caso precedente:
- le lettere latine maiuscole rappresentano i tipi mentali
- le lettere latine minuscole occorrenze di stati mentali
- le lettere greche minuscole occorrenze di stati cerebrali
- le lettere greche maiuscole tipi di stati cerebrali
- la linea tratteggiata indica il rapporto di appartenenza di una certa occorrenza a un certo tipo
- le linee continue indicano relazioni tra occorrenze o tipi e dove compare uguale si tratta di relazione di identità in senso stretto
Tuttavia, in questo schema, abbiamo delle linee continue a fianco delle uguali troviamo un uguale sbarrato,
appartiene al tipo Beta maiuscolo. Quindi, secondo questa nuova teoria, il dolore non è identico a uno stato cerebrale specifico, ma è piuttosto una relazione tra uno stato mentale e uno stato cerebrale. In altre parole, il dolore è una proprietà emergente che si manifesta quando uno stato mentale di dolore è correlato a uno stato cerebrale specifico. Utilizzando i tag HTML, il testo formattato sarebbe il seguente:Che significa 'diverso'. Partiamo da a1 minuscolo, per esempio l'occorrenza di un certo stato mentale (dolore- in cui mitrovo in questo momento). Secondo la teoria dell'identità esso è identico a una certa occorrenza distato cerebrale, indicata con alfa1 minuscolo. Guardiamo a2 minuscolo, è un'altra occorrenza distato mentale di dolore ( infatti a1 e a2 sono collegati da linee tratteggiate ad A maiuscolo - peresempio il dolore che un certo topo sta provando in questo momento). Anche questo stato mentaledi dolore del topo è una certa occorrenza di stato cerebrale, cioè una certa configurazione deineuroni del cervello del topo. Tuttavia (differenza rispetto alla teoria precedente), abbiamoipotizzato che a2 sia identico a beta1 ( che è un’occorrenza di uno stato cerebrale), ma beta1 nonappartiene allo stesso tipo di stato cerebrale a cui appartiene alfa1, infatti alfa1 appartiene al tipoAlfa maiuscolo, e beta1 appartiene al tipo Beta maiuscolo. Quindi, secondo questa nuova teoria, il dolore non è identico a uno stato cerebrale specifico, ma è piuttosto una relazione tra uno stato mentale e uno stato cerebrale. In altre parole, il dolore è una proprietà emergente che si manifesta quando uno stato mentale di dolore è correlato a uno stato cerebrale specifico.
appartiene al tipo Beta maiuscolo. Dunque, benché ci siano delle relazioni di identità tra occorrenze di stati mentali e occorrenze di stati cerebrali, questa stessa identità non