Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 21
Appunti sociologia generale Pag. 1 Appunti sociologia generale Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti sociologia generale Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti sociologia generale Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti sociologia generale Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti sociologia generale Pag. 21
1 su 21
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

INTERSEZIONALITÀ SABRINA MARCHETTI

Nel momento in cui ci accingiamo a parlare di "diversità", siamo immediatamente obbligati a confrontarci col fatto che ogni persona, rispetto alle altre e rispetto alla società nel suo complesso, non ne ha una sola.

Oltre a possedere una determinata "cultura", ognuno di noi è, al tempo stesso, diverso o uguale agli altri dal punto di vista del genere, della razza, della religione, della classe, della lingua, e via discorrendo.

Le persone possono essere uguali per certi aspetti, ma molto diverse per altri. Due amiche possono essere simili per genere, appartenenza di classe e lingua, ma potrebbero professare religioni differenti. Una potrebbe avere la pelle bianca e l'altra nera. Oppure una potrebbe essere disabile e l'altra no. In che senso allora, queste due amiche sono "diverse" o sono "uguali"? La risposta

dipenderà certamente da come crediamo che ogni elemento di diversità/uguaglianza determini la loro relazione. Ma dipenderà anche da come immaginiamo il rapporto tra diversità: c'è una gerarchia fra di esse? È più importante l'essere neri/bianchi o l'essere uomini/donne? O l'essere poveri/ricchi? O dovremmo mettere al centro la disabilità? A tutto ciò cerca di rispondere il dibattito nato attorno all'idea di "intersezionalità" che - come dice la parola - richiede di complicare la definizione di diversità proponendo una visione della differenza come relazione basata simultaneamente su punti di somiglianza e punti di differenziazione. In sostanza, l'intersezionalità mette in dubbio la possibilità di parlare di "cultura" senza parlare anche di "religione" o di "classe" poiché vede la differenza come.comportamenti e le relazioni che intrattengono con gli altri. In altre parole, le categorie sociali non sono soloetichette che vengono applicate alle persone, ma influenzano profondamente la loro esperienza di vita e leopportunità che hanno a disposizione. Il pensiero intersezionale riconosce che le categorie sociali non agiscono in modo isolato, ma sonointrecciate e si influenzano reciprocamente. Ad esempio, una persona può essere discriminata non solo per ilsuo genere, ma anche per la sua razza o classe sociale. Allo stesso modo, una persona può beneficiare diprivilegi non solo per il suo genere, ma anche per la sua religione o cultura. L'approccio intersezionale mette in luce come le diverse forme di oppressione e privilegio si intersechino e siaccumulino, creando esperienze di vita uniche per ogni individuo. Questo significa che non è sufficienteaffrontare una sola forma di discriminazione, ma è necessario considerare l'intersezione di tutte le categorie socialiin gioco. In conclusione, il pensiero intersezionale ci invita a considerare la complessità e l'interconnessione delle categorie sociali nel comprendere la diversità e l'esperienza umana. Solo prendendo in considerazione tutte le dimensioni delladiversità possiamo veramente comprendere e affrontare le disuguaglianze e le ingiustizie presenti nella società.

atteggiamenti e pregiudizi verso gli altri. Le categorie sociali, inoltre, esistono anche sul piano delle rappresentazioni dove si esprimono nelle immagini e nei simboli, nei testi e nelle ideologie, fra cui quelle relative alla legislazione.

Dal punto di vista intersezionale, possiamo dire che ogni persona “appartiene” a più categorie sociali e che queste interagiscono fra loro sia a livello soggettivo, che a livello di gruppi e istituzioni.

Per parlare di intersezionalità è necessario considerare la relazione che esiste fra loro. L’attenzione si sposta così su quelli che le pensatrici intersezionali chiamano «incroci» creati dall’intreccio di quelle categorie che sono più significative a seconda del contesto.

Nonostante ogni soggetto sia teoricamente situato all’intersezione di molteplici categorie sociali, nella realtà le persone tendono a identificarsi con una, a volte due, categorie, ad esempio come

“nero” o come“donna” o, in alcuni casi, come “donna nera”. Le categorie a cui si “appartiene” vengono vissute individualmente in modo diverso e, a seconda delle esperienze personali, si può avere un investimento emotivo più forte verso una piuttosto che l’altra. A volte tale adesione è frutto di una coercizione, come in momenti storici in cui una specifica costruzione identitaria è imposta forzatamente sulle persone appartenenti a un gruppo. In questi casi, emerge una tensione dinamica nel rapporto fra individui e categorie sociali, negli aggiustamenti che questi attuano per “diventare” parte del gruppo o, al contrario, per “resistere” alla propria assegnazione a esso. Probabilmente la studiosa più citata a proposito di intersezionalità è la statunitense Kimberlé Williams Crenshaw, docente di legge, nera e femminista, secondo cui non si può comprendere

l'oppressione e la discriminazione delle donne nere considerando solo il genere o solo la razza: le due categorie si intrecciano, anche nel fare ricerche legali o analisi. Da qui, la metafora del crocevia, cioè dell'incrocio di strade:... un'analogia con il traffico di un incrocio, che viene e va in tutte e quattro le direzioni. Così, la discriminazione può scorrere nell'una e nell'altra direzione. E se un incidente accade in corrispondenza di un incrocio, può essere stato causato dalle macchine che viaggiavano in una qualsiasi delle direzioni e, qualche volta, da tutte. Allo stesso modo, se una donna nera si fa male a un incrocio, il suo infortunio potrebbe derivare dalla discriminazione sessuale o dalla discriminazione razziale [...] Ma non è sempre facile ricostruire un incidente: a volte i segni della frenata e le lesioni semplicemente stanno a indicare che questi due eventi sono avvenuti simultaneamente; dicendo poco su quale

Conducente abbia causato il danno.[3] Molte altre femministe nere, come Patricia Hill Collins, Angela Davis, bell hooks e Audre Lorde, hanno ulteriormente sviluppato questo approccio.

Allo stesso tempo, il concetto di intersezionalità può essere inteso come una rielaborazione di alcuni temi ricorrenti nella scienza sociale modernista, come quello del posto che occupano individui e gruppi all'interno di società complesse e multidimensionali. I "padri fondatori" della sociologia - Marx, Weber, Durkheim - hanno privilegiato rispettivamente: classe, frazioni di classe e fazioni; relazioni multiple di potere; industrializzazione e interdipendenza delle divisioni del lavoro nella solidarietà organica. Il pensiero intersezionale di Weber emerge con chiarezza negli scritti sull'intersezione tra classe, stato e partito.

LETTURA "NASCITA, VITA E MORTE DI UNA PERSONA POVERA"

Nasci. I tuoi genitori vivono di aiuti sociali o di piccoli reati e

Riciclando rifiuti. Sempre che tu abbia la fortuna di avere entrambi i genitori. Comincerai a vivere con un handicap enorme, dovuto alla pessima alimentazione: prima di tua madre e poi, una volta venuto al mondo, la tua. Vivrai in condizioni di estremo degrado ambientale e ai limiti della sopravvivenza. Nei tuoi primi anni di vita avrai la grande opportunità di essere mandato a chiedere l'elemosina. Ovviamente sarai malato molto più spesso rispetto agli altri bambini. Anche se non lo saprai mai, i primi due anni di vita saranno i peggiori. Va da sé che lo sviluppo del tuo cervello sarà pregiudicato e che molto probabilmente il tuo quoziente d'intelligenza sarà inferiore alla media. Rovistare tra i rifiuti per venderli sarà il tuo lavoro e comincerai molto presto, verso i tre o quattro anni. Se sarai bello, oppure, al contrario, se avrai un difetto fisico o se saprai suonare uno strumento, forse sarai dispensato per qualche tempo.

dall'incombenza di riciclare rifiuti o mendicare per strada. È molto probabile che finirai a vivere per strada o nelle fogne. Altrimenti sarai mandato in un istituto per bambini. Succederà se avrai troppi fratelli e sorelle o se i tuoi genitori finiranno in prigione. L'asilo - nel caso molto poco probabile che andrai all'asilo - e poi la scuola saranno esperienze dolorose. Dovrai abituarti al fatto che sarai odiato da buona parte dei bambini. Ti affibbieranno ogni tipo di soprannome, rideranno del tuo vocabolario limitato, della tua igiene, dei tuoi vestiti e del tuo odore. I professori ti faranno sedere il più lontano possibile dalla lavagna e ti faranno sentire a disagio e diverso oppure, nel migliore dei casi, ti ignoreranno. La qualifica per aiutare la famiglia: non ti integrerai. Non capirai il motivo per cui si studia. Le probabilità che a scuola qualcuno ti incoraggi e ti aiuti sono minime. Sarai sballottato in luoghi diversi, ogni

Tanto anche all'estero, e lascerai la scuola più volte fino a quando il divario tra te e il resto dei bambini della tua età sarà praticamente impossibile da recuperare. Diventerai aggressivo e, nel migliore dei casi, sarai un analfabeta funzionale.

Se non andrai a scuola, verso gli otto o i nove anni conseguirai la "qualifica" per aiutare la tua famiglia. Non di rado questo consisterà nel rubare nei negozi. Verso i dieci anni la prostituzione e lo spaccio di drogati sembreranno occupazioni normali. Verso i dodici anni potrai essere reclutato dalle organizzazioni criminali perché sei troppo piccolo per essere perseguito penalmente. Prima di compiere 14 anni considererai la prostituzione, il furto o lo spaccio come i mezzi più rapidi per fare soldi e scappare da un'esistenza in cui si sopravvive rovistando nei rifiuti. La maggior parte dei bambini che conosci sarà già coinvolta in qualcuna di queste attività.

illegali.Sarai testimone di diversi atti di violenza e la violenza ti sembrerà normale. Guarderai al carcere come a un'esperienza necessaria per diventare un "vero" adulto. Intorno a te, molti non faranno che entrare e uscire di prigione.Vedrai molta droga e tanta gente che ne abusa. Di quando in quando persone che conosci moriranno di morte violenta o di overdose. Dopo i ventun anni non avrai quasi nessuna opportunità di integrarti nella società. Intorno ai 16 anni sarai pieno di rabbia e frustrato da tutto quello che ti circonda. Capirai di essere in una trappola e, per uscirne, dovrai lottare con tutte le tue forze. Ti sembrerà più facile diventare qualcuno grazie alla prostituzione, al furto, alle rapine e allo spaccio. Per te il successo sarà rappresentato da quei pochi che si sono arricchiti con la droga, i furti e altre attività illegali, persone che, come te, non hanno avuto nessuna istruzione ma che hanno piùsoldi di qualsiasi normale cittadino del tuo paese. Presumibilmente seguirai il loro esempio, piuttosto che tornare a scuola per altri otto anni, cioè il periodo di cui avresti bisogno per recuperare. Una dinamica che si ripete: ci sono anche grandi
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
21 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ginevra-f di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Stagi Luisa.