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1- UNA PERSONA DISPOSTA A COMPIERE REATO
2- UN BERSAGLIO INTERESSANTE
3- L’ASSENZA DI UN GUARDIANO
L’assenza di anche uno solo di questi tre elementi potrà prevenire il crimine. Secondo il CRITERIO DELLA
PROSSIMITA’, un gruppo sociale sarà a rischio nel momento in cui si colloca nelle vicinanze di potenziali
criminali.
Le attività abituali, ciò che facciamo per soddisfare le nostre esigenze, creano una convergenza spaziale e
temporale di queste tre condizioni e mettono in contatto gli aggressori e le vittime.
Due forme di prevenzione del crimine:
1- PRINCIPIO DELLA DETERRENZA, coloro i quali condividono i principi della scuola classica, secondo
cui il reato è il risultato di un calcolo razionale costo-benefici, ritengono che si debba fare in modo
che ogni criminale sia punito con una sanzione che ecceda rispetto al beneficio ricavato dall’atto
criminale.
2- PREVENZIONE SITUAZIONALE, i criminologi che condividendo l’assioma della scuola classica hanno
focalizzato la loro attenzione sulle condizioni e opportunità che rendono possibile il
comportamento criminale, ritengono che i crimini possono essere prevenuti intervenendo sulle
specifiche strutture di opportunità collegate ai diversi tipi di reato.
Secondo la tipologia elaborata da CHAMBLISS, la pena raggiunge la massima efficacia quando l’atto è
strumentale. Il timore delle conseguenze negative prodotte dalla sanzione possono amplificare l’effetto
della deterrenza. Alcuni autori però hanno detto che i controlli sociali informali, sembrano avere un effetto
deterrente maggiore rispetto alle sanzioni informali. RECKLESS parla di CONTROLLI SOCIALI INTERNI, cioè
quelli che si manifestano nei sentimenti di colpa, di vergogna ecc.sarebbero più efficienti.
Prevenzione situazionale:
- Agire sulle circostanze del crimine
- Prevenire forme specifiche di crimine
- Disinteresse verso il deviante
I programmi di prevenzione situazionale:
- Design ambientale
- Protezione bersagli appetibili
- Coinvolgimento dei cittadini
- Maggior controllo delle forze dell’ordine
- Ricorso ai mass media
Esiste però un EFFETTO SPOSTAMENTO, il fatto che esiste la possibilità che il criminale no riesca nel suo
intento a causa delle forme di prevenzione, non significa che il delinquete rinunci nel suo intento ergo
sposta l’attenzione su un'altra vittima, cambia strategia, cambia regione ecc-
Scuola positiva
Periodo storico 1800.
I positivisti vogliono applicare la SCIENZA ai problemi della vita quotidiana.
I positivisti useranno un metodo scientifico sperimentale che NON verrà basato sulla deduzione logica.
Rifiutano la concezione di libero arbitrio e puntano a realizzare un’unità del metodo scientifico: INDAGINE
EMPIRICA.
Il loro scopo è SPIEGARE SCIENTIFICAMENTE IL CRIMINE, credono che sia possibile misurare il reato e danno
vita a precise e calcolabili unità di reato, di devianza e fanno spesso ricorso alle statistiche criminali.
C’è OBIETTIVITA’ NELLA RICERCA.
Secondo i positivisti la devianza per essere studiata deve essere sottoposta a delle leggi causali ben
identificabili. Utilizzano la statistica e l’osservazione di tipo clinico.
Forte è l’influenza di Darwin e delle sue teorie evoluzioniste e i positivisti puntano alla studio di FATTORI
BIOLOGICI-EREDITARI poiché credono che l’UOMO è GENETICAMENTE DETERMINATO A UNA NATURA
CRIMINALE ED E’ GENETICAMENTE DESTINATO A DELINQUERE. Da qui parte l’idea di DELINQUENTE NATO
di Lombroso.
Il crimine appare qui, nella scuola positiva, come una manifestazione obbligata del comportamento.
La pena NON ha una funzione deterrente.
NON si parla di VOLONTA’ COLPEVOLE e RESPONSABILITA’ MORALE ma si parlerà di RIEDUCAZIONE DEL
COLPEVOLE e la pena sarà una DIFESA SOCIALE; la pena sarà accompagnata da una misura di sicurezza.
Esponenti della scuola positiva: FERRI, LOMBROSO E GAROFALO.
Lombroso fu il maestro della scuola mentre Ferri e Garofalo in qualche modo si distaccheranno dalle teorie
del maestro poiché egli ricevette diverse critiche relative al suo utilizzo del metodo e sul fatto che
utilizzasse campioni sperimentali SELEZIONATI ( es. popolazione carceraria) che non consentivano di poter
generalizzare i risultati; inoltre, ci furono una serie di smentite relative alla validità della teoria genetica e
l’idea che il delinquente nato che alla fine della sua carriera lo portarono verso un’apertura verso fattori
diversi, verso una multi casualità (es. fattori sociali.)
Garofalo parla di ANOMALIE DI TIPO MORALE e dell’OFFESA DEI SENTIMENTI.
Il più completo di tutti, colui che guarda a più aspetti, a più fattori causali, è ENRICO FERRI, che oltre a
considerare fattori di natura antropologica, considera fatti di natura PSICOLOGICA e SOCIALE.
Assunti scuola positiva:
- I comportamenti criminosi secondo la scuola positiva derivano da impulsi straordinariamente
potenti e controlli molto carenti ero, il delinquente è spinto a delinquere da questi impulsi e i
comportamenti non sono frutto di un calcolo razionale bensì sono determinati da fattori
biologici, psicologici e sociali.
- I fattori biologici e psicologici diventano fondamentali per la spiegazione della devianza.
- Il soggetto delinque per la presenza di tare ataviche e degenerative come se fosse un
sottosviluppato, come se si fosse fermato ad uno stadio anteriore dello sviluppo.
- È il delinquente nato, verso il quale, secondo la scuola positiva, l’effetto deterrente della pena
non può aver nessun effetto in quanto è così per nascita.
- Il crimine è una manifestazione obbligata e per tanto non è cosciente e volontaria.
- Non si parla di PENA CON EFFETTO DETERRENTE ma si parla di MISURE DI SICUREZZA che
devono essere poste in essere per rieducare e risocializzare il reo.
- A differenza della scuola classica NON CI SARA’ LA CONCENTRAZIONE SUL REATO MA SARA’ SUL
REO perché è elemento di studio e conoscenza.
- Non si parla più di responsabilità etico morale del soggetto ma si parla della sua pericolosità
sociale.
- La finalità della pena è RIEDUCARE IL REO. Sebbene le misure di sicurezza limitano i diritti e
ristringono la libertà personale del soggetto, tuttavia questa afflittività non è percepita in
funzione punitiva ma è la conseguenza ineluttabile di un provvedimento diretto alla
rieducazione del soggetto.
La scuola positiva del diritto penale, riteneva che il criminale fosse il prodotto di una serie di componenti
biologiche-sociali e spiegava il delitto al di fuori di considerazioni morali intendendo la pena non solo in
funzione afflittiva ma in funzione della difesa sociale e di rieducazione.
La nozione di PERICOLOSITA’ SOCIALE sostituisce quella di RESPONSABILITA’ MORALE e l’AZIONE DI
PREVENZIONE DEL CRIMINE quella Retributiva.
La rivoluzione di Lombroso in ambito penale è quella di voler indagare il delitto come un fenomeno
naturale volendo sostituire all’entità del fatto giuridico criminoso, lo studio individuale del delinquente; per
Lombroso il perno centrale è l’INDIVIDUO. C’è la DERESPONSABILIZZAZIONE DELL’INDIVIDUO.
Le teorie bioantropologiche si sviluppano a partire dalla scuola positiva di criminologia. In questo gruppo di
teorie in particolare si fa riferimento a tipi di persone a cui si attribuiscono comportamenti criminosi perché
i loro impulsi sono potenti e i loro controlli carenti. Lo scopo è determinare i tipi predisposti ai
comportamenti criminali.
Il comportamento criminale è riconducibile a tre tipi di fattori:
- FISICI e ANATOMICI, fronte sporgente, asimmetria facciale, cranio anormale ecc
- BIOLOGICI e FUNZIONALI, mancinismo, daltonismo, tatuaggi ecc
- FATTORI PSICO-MORALI, egoismo, scarso intelletto, cupidigia ecc
LOMBROSO, nasce nel 1835-1909, svolge la maggior parte delle tecniche sperimentali sulla popolazione
carceraria; questo è importante perché il suo campione è limitato.
Il delinquente per Lombroso è un individuo menomato fisicamente per cause ataviche e degenerative.
Queste inferiorità fisiche caratterizzano il delinquente.
Il DETERMINISMO BIOLOGICO di Lombroso è determinato da due tesi di fondo:
- Delinquente nato: predisposizione congenita, ereditaria dovuta da anomalie fin dalla nascita.
- Atavismo e pazzia morale: il delinquente presenta una regressione o fissazione a livelli primitivi
o preumani dello sviluppo.
Lombroso misura e classifica i caratteri abnormi di tipo anatomico, biologico, psicologico del delinquente;
poi i caratteri morbosi e patologici ecc.
Successivamente alle critiche che ricevette, Lombroso iniziò ad allontanarsi dalla teoria originaria –
delinquente nato- e concede sempre più spazio a fattori AMBIENTALI.
Nel 1876 Lombroso scrive una delle sue opere principali “l’uomo delinquente” ed elabora una
classificazione di delinquenti che verrà poi ripresa e modificata da Ferri e poi da Garofalo. Secondo questa
interpretazione lombrosiana, ci sono 5 tipi di delinquente:
- IL DELINQUENTE ANTROPOLOGICO NATO
- DELINQUENTE OCCASIONALE
- DELINQUENTE PAZZO
- DELINQUENTE PER PASSIONE
- DELINQUENTE PER ABITUDINE
CRITICHE A LOMBROSO:
1- Ipotizzare l’esistenza di una natura criminale senza riflettere sulla base giuridica del fatto criminale.
2- Utilizzare statistiche o esempi di criminalità campione quindi non generalizzabili
3- Utilizzo di tecniche statistiche inadeguate; le stigmate che lui trova possono essere causate
dall’ambiente, povertà, mal nutrizione.
4- Viene esclusa la regressione biologica ad uno stadio primitivo e viene appurato che i tassi di
criminalità non hanno nulla a che fare con le variazioni di tipo biologico.
ENRICO FERRI
Mentre Lombroso aveva indagato i fattori fisiologici che spiegavano la criminalità, Ferri si concentrò anche
sui Fattori Sociali ed Economici.
Ferri nega il libero arbitrio e il concetto di responsabilità morale.
Al delitto, secondo Ferri, il delinquente giunge necessariamente spinto da cause o fattori di tipo
antropologico, fisico e sociale.
La punibilità del reo è giustificata non dalla moralità della sanzione ma dal valore di questa che si
contrappone agli altri fattori nella determinazione del delitto e della recidiva. Da qui parte una delle teorie
di Ferri dei SOSTITUTIVI PENALI che NON E’ LA SOSTITUZIONE DELLA PENA MA E’ UNA TEORIA VOLTA ALLA
PREVENZIONE, quindi alla possibilità di mettere in campo dei rimedi che se recati a tempo debito eliminano
le ragioni della pena eliminando al contempo le ragioni del delitto.
Per Ferri la scuola positiva è l’applicazione del metodo