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SINTASSI E SEMANTICA
MODULO 1 - Grammatiche (Parte 1)
Per individuare la struttura nascosta del linguaggio bisogna dotarsi di strumenti scientifici:
linguistica
Teoria (rivoluzione cognitiva, da Chomsky):
Chomsky rivoluziona la materia mostrando che le manifestazioni linguistiche sono solo la superficie della lingua
stessa. Vi sono 3 processi per vedere la struttura linguistica:
1. Osservazione: Selezione di uno o più fenomeni prelevati dall’insieme.
Sarebbe impossibile analizzare l’interità della scienza.
2. Descrizione: Descrizione dell’oggetto linguistico con criteri oggettivi e replicabili.
Criteri linguistici oggettivi universali e applicabili a qualsiasi lingua.
3. Spiegazione: Se il fenomeno non è già generalizzabile e già compreso in una legge
allora si cerca di spiegare il fenomeno in osservazione.
Definizione di grammatica ed errore nella teoria linguistica:
Grammatica → Normativa: Insieme di regole linguistiche basata su classificazioni tradizionali.
Generata dalla lingua letteraria con la classificazione aristotelica delle parti del
discorso. Prodotta dall’osservazione di fatti linguistici visibili e già accaduti.
Per un linguista: Sistema astratto. Insieme di conoscenze messe in atto da un parlante.
Innata e sviluppabile con l’esperienza. Il parlante non è in grado di
spiegare perchè produce/comprende la lingua.
Non è prodotta ma esiste a priori (grammatica = filtro di combinazioni)
Sequenza grammaticale → se considerata possibile da un parlante (non per forza gramm. corretta)
Qualunque parlante nativo è in grado di produrre un giudizio di grammaticalità in grado di definire cosa è
possibile o impossibile in una lingua.
costruttiva
Grammatica → normativa, regole che descrivono le combinazioni possibili
Grammatica selettiva → elenco di filtri che permettono di non produrre mai delle sequenze agrammaticali
Tutte le grammatiche hanno dei filtri, quindi non tutte le combinazioni sono possibili.
Sostituzione del soggetto con “ne”:
Ne → pronome clitico (non ha accento proprio, quindi deve essere associato ad un altra parola)
Solo i verbi con ausiliare essere possono sostituire il soggetto con il pronome ne.
Verbo Transitivo: tempo composto, solo ausiliare avere, non fa accordi con il participio, non può sostituire con ne
Verbo Intransitivo: tempo composto, solo ausiliare essere, fa accordi con il participio, può sostituire con ne
eccezioni → verbi inergativi (ausiliare avere, no accordo con il participio, può sostituire con ne)
verbi inaccusativi (ausiliare essere, accordo con il participio, può sostituire con ne)
Non è possibile descrivere l’intero linguaggio → necessità di circoscrivere un dominio di indagine.
Astrazione, rimozione di un fenomeno dal suo contesto.
Tre tipi di semplicità: 1) semplicità dei dati 2) semplicità delle domande 3) semplicità delle teorie
Competenza di un parlante: insieme delle conoscenze innate che sono generative e selettive
● Selettiva → impedisce di creare forme agrammaticali (il parlante nativo non sbaglia mai)
● Generativa → permette di costruire forme nuove
Grammatica normativa/descrittiva: descrive una lingua che già esiste
Grammatica generativa/selettiva: permette l’esistenza della lingua stessa
Errore , tre nozioni possibili:
1. Errore come deviazione → considerato la deviazione dalla norma letteraria (significato normale)
2. Errore come omissione → considerato la forma omessa, mai prodotta da un parlante
3. Errore come strumento di scoperta → valore euristico, strumento di scoperta per il lingusita
Proprietà universali delle grammatiche umane:
Sono proprietà universali, peculiari e distintive.
1. Linearità:
Il segnale linguistico è monodimensionale (prodotto linearmente)
Non è possibile produrre suoni/parole contemporaneamente, sia nello scritto che nel parlato.
(proprietà superficiale)
2. Discretezza:
Si intende il contrario di continuo. Ciascun elemento della frase è nettamente separato dagli altri da
confini ben delimitabili. (Non tutti i sistemi di comunicazione sono discreti es. comunic. delle api)
3. Ricorsività:
Capacità di iterare all’infinito un processo sulla stessa struttura. Permette quindi di costruire frasi infinite
agganciando la stessa frase alla precedente. Questa interazione è possibile perché le strutture
sintattiche sono ordinate gerarchicamente → principio di dipendenza dalla struttura.
Come identificare un sintagma (test di costituenza):
● Scissione → selezionando le parole da verificare e collocandole nella forma “è X che…”
es. “Un matematico ha visto molte foto di Maria”
“Sono molte foto di Maria che un matematico ha visto”
● Proforma → sostituzione di un determinato costituente sintattico con un pronome
es. “Un matematico ha visto molte foto di Maria”
“Un matematico le ha viste”
Struttura interna dei sintagmi:
Testa → elemento attorno a cui si espande il sintagma (mai eliminabile dal test dell'eliminazione)
i sintagmi vengono denominati in base alla testa (Nominale, Preposizionale, Aggettivale e Verbale)
Complemento → ciò che segue la testa, primo costituente che vi si lega
Specificatore → ciò che precede la testa, ultimo costituente che vi si lega
(struttura rappresentabile graficamente con il diagramma ad albero → struttura x-barra)
4. Dipendenza:
Capacità delle parole di entrare in relazione preferenziale con altre parole.
Si creano legami dovuti al fatto che tutte le parole sono tenute insieme dalla struttura nascosta.
● Accordo morfosintattico (selezione di morfemi compatibili e con tratti comuni)
relazione soggetto-verbo → es. flessione verbale (“Io sono” / “Egli è”)
relazione nelle strutture nominali → accordo in genere o numero (“Il gatto” / “Le mele”)
● Coreferenza pronominale (pronomi interpretabili semanticamente se legati ad un altra parola)
es. “Gianni dice che lui è stanco” → se “lui” si riferisce a “Gianni” vi è coreferenza pronominale
se “lui” indica un altro individuo la coreferenza è arbitraria
(le anafore impediscono l’arbitrarietà → suo, proprio, ecc.)
● Caso morfologico (caso → relazione tra due elementi di un struttura)
a. Caso nominativo: associazione tra verbo e soggetto
b. Caso genitivo: associazione tra nome e nome
c. Caso accusativo: associazione tra verbo e complemento oggetto
(in italiano il caso morfologico è visibile solo nella classe dei pronomi → io vedo te / tu vedi me)
Paolo vide Pietro - Pietro vide Paolo → (forma delle parole non variata)
Paulus Petrum vidit - Paulum Petrus vidit → (forma delle parole indica la funzione)
5. Località:
Filtro che fa in modo che non tutte le dipendenze si realizzino:
● Località dell’accordo del verbo con il sintagma nominale soggetto:
Il verbo si accorda con il sintagma nominale più prominente nella struttura, cioè quello meno
incassato, ignorando la sequenza lineare.
● Coreferenza pronominale
● Movimento sintattico:
Filtri che limitano la distorsione sintattica dovuta al processo di movimento.
Alcuni elementi bloccano il movimento sintattico (si possono muovere solo i circostanziali)
Variabilità delle grammatiche umane:
Differenze tra le varie lingue del mondo → prospettiva diacronica (storica) o sincronica (areale)
Diversità lessicale: ogni lingua ha una parola differente che esprime lo stesso significato
Arbitrarietà (i significati delle parole sono selezionati arbitrariamente)
Motivi per cui due lingue hanno significanti simili corrispondenti allo stesso significato:
● Casualmente
● Trasmissione verticale (le due lingue derivano l’una dall’altra o hanno origine comune)
● Trasmissione orizzontale (una lingua ha prestato il significante all’altra → spiegazione areale)
Teoria dei principi e dei parametri → due tipi di filtri:
1. Universali (invariabili, non cambiano) es. linearità, dipendenza…
2. Parametri (variano da lingua a lingua)
Tutte le grammatiche del mondo non sono altro che una variazione sul tema di un unico stampo universale.
La grammatica mentale si forma partendo dalla grammatica universale e scegliendo le variazioni possibili dai
parametri (questa scelta avviene in base all’influenza dell’ambiente che circonda i parlanti).
Le grammatiche non sono infinite, ma limitate biologicamente → Confini di babele
Due modelli per l’apprendimento delle lingue:
1. Tabula rasa → ogni lingua si costituisce nella mente del parlante sulla base dell’esperienza
2. Tabula inscripta → ogni lingua è sviluppata internamente come progetto biologicamente determinato
(nessuno dei due modelli sembra essere adatto)
Modello ai limiti dell’esperienza → modello preformato biologicamente con gradi di libertà dell’esperienza
Apprendere la sintassi di una lingua significa quindi scartare i parametri non compatibili con l'ambiente linguistico
(il nostro cervello non costruisce nulla ma scarta le strutture inutili → espandibile ad ogni dominio del linguaggio)
MODULO 1 - Grammatiche (Parte 2)
Parola, due tipi di informazione:
Lessicale
1. (morfemi lessicali) → contenuto, collegamento ad un oggetto del mondo concreto o astratto
Grammaticale
2. (morfemi grammaticali) → per mettere in relazione la parola con le altre nella struttura
(le informazioni grammaticali possono trovarsi nella parola lessicale o come parole indipendenti, funzionali)
Parola → forma linguistica concreta (gatto, albero, pane…)
Paradigma → insieme di tutte le forme che hanno in comune lo stesso morfema lessicale (gatto, gatti, gatte…)
FORME ESSEMA
→ L → CLASSE LESSICALE
(“Gatti”) (Gatto) (nome)
Le parti del discorso:
lessicali
Classi (denominano oggetti concreti o astratti reali)
→ nomi, aggettivi, avverbi, verbi lessicali
funzionali
Classi (svolgono funzioni sintattiche)
→ flessione verbale, articoli/determinanti, complementatori, preposizioni, pronomi
Criteri per assegnare un lessema ad una classe specifica:
1. Criterio semantico → individua le parti del discorso in base al significato delle parole
es. Classe dei nomi, designa entità astratte o concrete (amore/albero)
Classe dei verbi, designa un’azione, un processo o un evento (comprare/divenire/partire)
2. Criterio morfologico → individua le parti del discors