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HOLBROOK.
concettualizzazione e della sperimentazione. L’osservazione è il momento della visione del
materiale; nella fase di concettualizzazione gli esempi sono utilizzati per mettere in luce le pratiche
che sono valide nel contesto in cui è ambientato il film; nella fase di sperimentazione, i partecipanti
prendono il posto degli attori e rifanno la scena cercando di agire secondo le regole di efficacia
Ma è possibile utilizzare che l’intera offerta di materiali narrativi in forma audiovisiva
individuate.
come le lezioni ( affiancate da immagini per arricchire il tema), video testimonianze, video casi,
video narrativi ( spesso sono accompagnati da racconti animati), video workshop ( dedicati ad un
tema unico che propongono attività di problem solving o decision making, commentate da un
esperto che sostiene il gruppo nell’apprendimento e nell’individuazione di errori nel processo di
lavoro), video sportivi. Inoltre il formatore può reperire il materiale grazie a canali tematici come il
National Geographic Channel, Discovery Channel, grazie alla rete che offre una notevole scelta di
filmati e grazie a Youtube che si può utilizzare anche nello stesso momento in cui si ha bisogno di
utilizzare il materiale.
Cap decimo: Comunità di pratica
E’ un approccio che si sviluppa in contesti caratterizzati da un legame con processi organizzativi e
una nuova visione dell’azione formativa; su una nuova idea di formazione entro cui
di lavoro; su
assumono rilevanza le attività di consulenza ed assistenza. I fattori che caratterizzano
l’apprendimento riguardano l’intreccio del riconoscimento della centralità della conoscenza e il
prevalere di una visione secondo la quale diventano fondamentali le dimensioni soggettive,
intersoggettive e contestuali dell’apprendere. Le comunità di pratica nascono dal desiderio di un
nuovo apprendimento nel quale i soggetti sono individui attivi, in grado di affrontare la complessità
della realtà nella quale vivono. Quindi l’apprendimento si configura come il modo con cui
l’esperienza La base dell’apprendere risiede nella
dei soggetti entra in relazione con il mondo.
e in una pratica che riguardano l’insieme delle condotte degli attori sociali
partecipazione sociale
impegnati nella relazione con il mondo/contesto. La pratica si origina in un contesto storico-sociale
ben definito e coinvolge individui e gruppi nello svolgimento di attività le cui caratteristiche
operazionali e di significato si strutturano in abitudini che diventano tradizione e perciò punto di
riferimento per i membri del gruppo. Le origini della CdP sono legate alle ricerche elaborate da
Etienne WENGER nell’ambito di un programma di studi sull’apprendimento organizzativo per
descrivere le aggregazioni di individui, che si costituiscono intorno a pratiche di lavoro comuni.
Sono gruppi che nascono intorno ad interessi condivisi, si alimentano reciprocamente, durano fino a
quando questi interessi persistono, sono tenuti insieme dalla libertà dei vincoli organizzativi.
Successivamente si sono sviluppate varianti di questa prospettiva , tra cui quella di WENGER che
incoraggia l’ipotesi della “coltivazione” di CdP, ossia ricreare in modo artificioso una situazione
normale di aggregazione. Ciò è possibile progettando e sperimentando strumenti capaci di
potenziare le relazioni e gli scambi allo scopo di estendere la conoscenza e facilitare
l’apprendimento e di evitare l’indebolimento della vitalità delle relazioni e delle dinamiche.
L’intervento, in questo modo, diventa sostegno agli attori della CdP nell’attività di analisi dei
Ma cosa significa “coltivare” una comunità? Significa seguirla ed accompagnarla,
problemi.
facilitandone i processi di sviluppo; una comunità ha determinati passaggi evolutivi che sono
scoperta della comunità potenziale, inizio della crescita ( nella quale emerge il valore d’insieme),
maturità ( i cui tratti essenziali sono consapevolezza identitaria del gruppo, attenzione nella gestione
dei confini, concentrazione sugli obiettivi e sull’organizzazione delle conoscenze), gestione (
impegna i membri della comunità nella riflessione sull’uso delle conoscenza acquisite),
trasformazione della comunità. Ma coltivare significa anche determinare la direzione della crescita
e rispetto ad essa il soggetto perde autonomia; tutte le attenzioni dedicati ai processi del ciclo di vita
della comunità, rinviano ad un intervento diretto da un soggetto esterno, la cui azione è direttiva. Un
modo diverso di intendere l’intervento nelle CdP può essere ispirato a quello della cura che
significa riconoscere l’autonomia e rispettare i processi di autocostruzione. La cura altro non è che
un modo relazionalmente fondato di facilitare e sostenere le dinamiche che caratterizzano la vita del
gruppo. L’impegno di colui che ha cura di una CdP, si esprime attraverso la disponibilità ad
accettare gli interventi di cui sono protagonisti tutti i membri senza influenzarli. Prendersi cura vuol
dire promuovere occasioni di riflessione grazie alle quali i soggetti stessi riconoscono le dinamiche
sociali del loro apprendimento. Il prenderci cura implica interventi sostenuti da competenze
relazionali, capacità di ascolto, ricerca ed analisi stimolando le attitudini riflessive.
Cap quindicesimo: Didattica per situazioni
Il paradigma delle competenze è stato utilizzato per rispondere alle richieste del mercato del lavoro
e di una società sempre più complessa. Determinate è stato il passaggio dal concetto di qualifica
professionale a quello di competenza professionale, intesa come risorsa per fronteggiare situazioni
caratterizzate da incertezza e trasformazioni. In questa nuova prospettiva il lavoratore diventa
interprete di situazioni complesse, è soggetto di ogni azione, diventa capace di applicazione in
situazioni diverse il suo sapere sapendo riflettere sul suo operato. Il professionista competente
modifica la propria professionale, adattandola in base alle situazioni. Questa tipologia di idea è stata
introdotta anche nella formazione scolastica: percorsi di apprendimento basati sulle competenze
possono avere obiettivo professionalizzanti con lo scopo di preparare gli individui alla
partecipazione sociale e culturale. Essere competenti vuol dire essere in grado di affrontare
situazioni diverse riuscendo a perseguire gli obiettivi della situazione stessa, attivando risorse
cognitive diverse. Occorre quindi una didattica interessata allo sviluppo delle competenze e che
soprattutto valorizzi l’autonomia dello studente; una metodologia didattica incentrata su queste
competenze vede un insegnamento volto alla pratica per far sì che le competenze meglio si possano
esprimere. Nell’ambito dello sviluppo delle competenze professionali, diverse le strategie che si
possono attualizzare. Una è il modelling, valido per lo sviluppo di competenze ed abilità pratiche, si
rifà ad un’attività di apprendimento che permette alla persona di progredire nella propria Zona di
sviluppo prossimale. Il modelling è usato nelle attività di formazione come stage o periodi di
pratica. L’apprendimento di competenze è un processo che avviene grazie ad una riflessione sulle
azioni da intraprendere al fine di raggiungere determinati risultati in determinate condizioni.
L’apprendimento di competenze è un processo che avviene per mezzo di una riflessione sulle azioni
da intraprendere per raggiungere determinati risultati in determinate condizioni. La competenza è
orientata da una finalità che la determina e da una situazione che la contestualizza. La situazione è il
luogo che emerge della prassi umana, in cui il soggetto attiva la combinazione tra proprie risorse e
circostanze date all’interno di un contesto. Quindi si può parlare di competenza solo riferendosi a
contesti entro i quali queste sono manifestate. Si possono possedere risorse ma non essere
La didattica per situazioni si pone l’obiettivo di sviluppare competenze e risorse
competenti.
attraverso la strutturazione di scenari didattici riferiti a situazioni: per formare una competenza
professionale occorre innescare l’apprendimento e l’insegnamento in modo da poterle attivare.
Dobbiamo a PASTRE’ l’accostamento dell’analisi del lavoro con la formazione professionale degli
adulti: l’analisi di situazioni sociali di riferimento, quelle che avvengono al di fuori dell’istituzione
formativa, rappresentano per l’autore il referente di una didattica che integra questa condizione
nella sua pratica, permettendo ai destinatari della formazione di essere in una situazione genuina
d’esperienza. Bisogna indirizzare un’operatività didattica fondata sull’eliminazione del divario
sapere/contesti in cui essi trovano attuazione o senso, tra teoria e pratica, dando inizio ad un vero e
di partenza di quest’ultimo sono due: situazioni reali o sapere
proprio circolo virtuoso. I punti
disciplinare, scegliendo in base alle esigenze del contesto l’input che si ritiene più adatto. Bisogna
fare una distinzione tra situazioni reali/professionali di riferimento e situazioni didattiche/di
dell’azione,
insegnamento apprendimento; le prime vedono il sapere come una pre-condizione
mentre nelle seconde il sapere è una risorsa utilizzabile nella situazione professionale. Lo scopo
della DpS ( didattica per situazioni) è quello di proporre situazioni professionali in un contesto
didattico. Il fondamento su cui si basa la DpS è l’idea di un apprendimento calato nel contesto in cui
questo si verifica, non allontanato dalle vicende umane del soggetto in formazione. La Dps si
due momenti diversi: ò’uno che va dalle situazioni reali al sapere disciplinare e
caratterizza per
l’altro che partendo dal sapere esplicito disciplinare si applica a situazioni reali. Inoltre la DpS si
pone come obiettivo finale l’apprendimento di un sapere pratico ed applicabile, non puramente
teorico. Una DpS si attua mediante tra macrofasi fondamentali:
-prima macrofase : implica la selezione e trasposizione delle situazioni professionali in quelle
didattiche; laddove c’è una elaborazione della situazione e
-seconda macrofase: riguarda la situazione didattica
dei contenuti;
-terza macrofase: elaborazione delle risorse sviluppate e il passaggio da una situazione didattica ad
una reale.
Ciascuna macrofase comprende singole sottofasi didattiche che sono le seguenti:
-fase 0 conoscenza/rilevamento di situazioni significative : in questa fase, il formatore prende
coscienza delle situazioni professionali che caratterizzano i singoli membri;
-fase 1 selezione e assegnazione del compito alle persone in formazione : il