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Ambiti di applicazione

Ambito clinico

Il conflitto intrapersonale è parte integrante della formazione della personalità e le sue conseguenze possono portare sia ad esiti positivi sia a esiti negativi.

Il conflitto può portare a sviluppare un'autostima adeguata che contribuisce all'autorealizzazione personale e all'autoconoscenza.

Se l'esito del conflitto interno risulta essere negativo o distruttivo può comportare una scomparsa dell'individuo e reazioni nevrotiche.

Gli scontri interni possono, inoltre, portare alla perdita di interazioni personali; aumentano l'aggressività, l'ansia, l'irritabilità.

Conflitto interpersonale

Reazione che si crea a causa di interessi, obiettivi, bisogni e punti di vista diversi tra due o più persone.

Il conflitto interpersonale può essere:

  • Diadico: conflitto che avviene tra due individui appartenenti a gruppi diversi o allo stesso gruppo.
Intragruppo: conflitto interno allo stesso gruppo Intergruppo: conflitti tra due o più gruppi. Le cause del conflitto possono essere associate a fattori individuali e situazionali, tra i quali: - Valori e atteggiamenti - Differenze di bilancio - Opinioni su questioni etiche - Divergenze di interesse - Personalità diverse - Percezione e giudizi - Lotte per il potere - Bisogni di consenso - Risorse scarse e limitate - Ambiguità delle responsabilità - Comunicazioni disfunzionali È possibile differenziare il conflitto in base a quattro tipologie: - Conflitto emotivo: determinato dai sentimenti di una determinata situazione; in questa situazione il conflitto degenera perché le persone in questione non chiariscono i loro diversi punti di vista e si sentono minacciate dall'altro - Conflitto di dati: nasce quando le persone non possiedono un comune punto di vista ma informazioni parziali o travisate - Conflitto di interessi:le persone coinvolte hanno interessi diversi e contrastanti che possono essere soddisfatti solo a discapito dell'altro. Conflitto di valori: tipico di un gruppo in cui sono condivise uguali idee, principi e valori. Risoluzione del conflitto tra gruppi: - mediazione - negoziazione - cooperazione - comunicazione efficace - riduzione dello stereotipo e pregiudizio Quadro storico: Dollard Teoria della frustrazione-aggressività Secondo Dollard, la presenza di un comportamento aggressivo è sempre conseguenza di uno stato di frustrazione. Questa frustrazione deriva da una deprivazione oggettiva determinata da un'interferenza con il soddisfacimento di un bisogno primario dell'individuo. Tale frustrazione produce uno stato di arousal (attivazione, energia) aggressivo che deve essere sfogato. Tale carica aggressiva non può essere sfogata verso la causa della frustrazione in quanto questa è troppo potente, non identificabile o non immediatamente.disponibile.Per questo, il più delle volte tale carica aggressiva viene dislocata su un gruppo estraneo (caproespiatorio) che è diverso rispetto al gruppo frustrato, è debole ed è esposto e facilmenteindividuabile.

139BerkowitzSuccessivamente Berkowitz ha reinterpretato la teoria di Dollard approfondendo tre diversiaspetti.Secondo questo ricercatore il criterio fondamentale che identifica i gruppi "capri espiatori"riguarda precedenti conflitti o sentimenti di antipatia e pregiudizi passati.Inoltre, la frustrazione non è l'unico elemento che determina l'aggressività ma vi sono anche altrielementi oggettivi negativi come ad esempio il dolore fisico, situazioni climatiche avverse.La frustrazione non è solo uno stato di deprivazione oggettiva ma può anche includere deglielementi soggettivi; la sola idea di essere "deprivato" quindi può determinare l'aggressività.SherifIl primo

psicologo sociale ad analizzare fra appartenenza ai gruppi conflitto è stato Sherif. In base alla teoria del conflitto realistico, egli sostiene che, come l'esistenza dei gruppi si basa sulla necessità di collaborare per il raggiungimento di obiettivi realistici, anche il conflitto all'interno del gruppo si basa su fatti concreti e si innesca quando i membri di un gruppo competono per il raggiungimento di uno scopo.

Esperimento dei centri estivi

Sherif e collaboratori cercarono di studiare in una situazione controllata la formazione di gruppi sociali, il conflitto e la cooperazione intergruppi. Furono scelti soggetti maschi euroamericani dodicenni, di ceto medio e di religione protestante, con livelli di scolarizzazione e QI simili. Furono previste quattro condizioni sperimentali:

  1. I soggetti avevano la massima libertà nelle attività che svolgevano assieme e formavano gruppi in base alle affinità di preferenze e interessi individuali.
  2. I soggetti venivano divisi in due gruppi in competizione tra loro per il raggiungimento di uno scopo, con l'introduzione di premi e punizioni.
  3. I soggetti venivano divisi in due gruppi in competizione tra loro per il raggiungimento di uno scopo, ma senza l'introduzione di premi e punizioni.
  4. I soggetti venivano divisi in due gruppi in competizione tra loro per il raggiungimento di uno scopo, ma con la possibilità di cooperazione e interazione tra i gruppi.
ricercatori imposero la formazione di gruppi separati in cui confluiva metà dei membri dei vari gruppi amicali; i due gruppi furono tenuti separati e ogni gruppo compiva attività finalizzate ad obiettivi comuni. I due gruppi vennero portati in contatto attraverso giochi competitivi e situazioni lievemente frustranti, create ad hoc dagli sperimentatori in modo che i ragazzi di ogni gruppo attribuissero la colpa della frustrazione all'altro gruppo. In questa condizione all'interno dei gruppi aumentò la coesione intragruppo, sviluppo di comportamenti ostili e stereotipi verso l'altro gruppo. Questa condizione fu aggiunta in seguito per superare l'elevato stato tensione creato. I due gruppi furono sciolti e i ragazzi parteciparono insieme ad attività con un obiettivo sovraordinato. Secondo Tajfel il conflitto può fondarsi, oltre che su fatti concreti, anche sul guadagno psicologico. Secondo il ricercatore i gruppi competono anche.

Per il prestigio, situazione in cui emergono rilevanti aspetti identitari. Secondo Tajfel il confronto tra gruppi viene a innescarsi in maniera automatica nelle situazioni in cui almeno due gruppi sono compresenti in modo saliente in senso materiale o simbolico. In queste situazioni si manifesta l'appartenenza al gruppo, attribuendosi un insieme di caratteristiche comuni che li distinguono dai componenti dell'outgroup.

Teoria dei gruppi minimi. Tajfel cercò di identificare le condizioni minime alla base delle discriminazioni intergruppi; secondo il ricercatore la distinzione tra ingroup e outgroup era determinata dalla categorizzazione. Nel momento in cui vengono formati due gruppi e il soggetto si trova all'interno di uno e all'esterno di un altro si creano dei sentimenti di favoritismo verso il suo ingroup e la discriminazione per l'altro.

Esperimento di Kandinsky. I partecipanti furono divisi in due gruppi e ogni gruppo venne messo in una condizione.

didestino comune. Ai partecipanti era chiesto di distribuire risorse a un membro dell'ingroup e dell'outgroup secondo matrici strutturate in modo tale per cui una certa somma per il membro dell'ingroup necorrisponde un'altra per il membro dell'outgroup. I risultati mostrano che la strategia più utilizzata era quella della massima differenza a favore del proprio ingroup, quindi il senso di appartenenza anche se stabilito in base a criteri deboli, produce favoritismo a vantaggio del proprio gruppo e svantaggio di quello esterno. Strumenti di valutazione - Sociogramma di Moreno - ROCI I e II Ambiti di applicazione - Ambito scolastico: Il conflitto del gruppo classe - Ambito lavoro: Conflitto organizzativo Gruppo Definizione generale Gruppo: Insieme di persone interdipendenti che perseguono un fine comune e entro il quale esistono relazioni psicologiche reciproche esplicite o implicite. La coesione è una proprietà basilare di un gruppo, che lo porta a rimanere unito conuna saltaentità caratterizzata da uniformità di condotta, reciproco sostegno tra i membri, solidarietà, spirito di corporazione, spirito e morale di squadra.
Ingroup e outgroup
Ingroup: rappresentazione mentale del gruppo, il "noi" al quale i membri si riferiscono e del quale contribuiscono a soddisfare i bisogni.
Outgroup: ambiente esterno, strutturato a sua volta in gruppi
Struttura del gruppo
I membri del gruppo non sono uguali, non svolgono le stesse attività o comunicano liberamente.
Le differenze tra i membri si riflettono nei ruoli, nei rapporti basati sullo status e nelle reti di comunicazione, così come nei sottogruppi e nel riconoscimento di un membro centrale o marginale.
Status: livello di importanza che le persone sentono di avere nei confronti degli altri; è il diritto che una persona sente di avere sugli altri membri del gruppo per il fatto di occupare una determinata posizione.
Ruolo: sfera di doveri che un

Membro di un gruppo ha nei confronti degli altri; questa parte è assegnata a ciascuno in base alla specificità e per l'ottimizzazione delle differenze. È l'insieme dei comportamenti che ci si aspetta da colui che occupa una posizione nel gruppo.

Reti di comunicazione: i membri del gruppo si servono delle reti di comunicazione per comunicare. Le reti di comunicazione differiscono per il grado di centralizzazione:

  • Reti centralizzate: tutte le comunicazioni circolano passando per un centro di comunicazione o un punto centrale.
  • Reti decentralizzate: ogni membro può comunicare direttamente con ogni altro.

Norme: regola che appare dotata di maggiore universalità, autorevolezza, ubiquità.

Sottogruppi: possono essere inglobati all'interno del gruppo più esteso oppure rappresentare categorie sociali che hanno membri esterni al gruppo più esteso. A differenza dei ruoli, dove vi è una maggior cooperazione.

A vantaggio del gruppo, i sottogruppi entrano spesso in competizione e conflitto tra di loro, ostacolando così il gruppo più esteso.

Fasi di sviluppo del gruppo:

  1. Formazione: si forma il gruppo, fase di conoscenza tra i membri, periodo di orientamento; influenza del leader
  2. Conflitto: emergono le divergenze, i membri devono negoziare, si forma una maggioranza in grado di persuadere tutti
  3. Evoluzione: emergono unità ed armonia; si definisce un'identità positiva e un senso di sicurezza
  4. Esecuzione del compito: standard di produttività
  5. Conclusione e scioglimento: alcuni gruppi si sciolgono perché hanno esaurito il loro "ciclo di vita", altri si sciolgono perché hanno raggiunto i propri obiettivi.

Quadro storico:

Lewin

La teoria di campo porta Le

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
23 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giu1603 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di esame di stato di psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Parolin Laura.