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LA TEORIA DELLE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI

Appartiene alla psicologia sociale europea. Sostiene che le idee che una persona ha

appartengono anche ad altri, perché le ha co-costruite con loro. Non si possono perciò

pensare le persone come viventi in un vuoto sociale, ma sono soggetti storicizzati, mentre

per la psicologi sociale nordamericana sono soggetti astorici. Con questi ultimi si riesce a

fare molta ricerca di laboratorio perché sono generalizzabili a campioni più vasti di quelli

sperimentali (campione neutro). Nonostante le diverse tradizioni di metodi e quindi i

diversi risultati delle ricerche, la psicologia sociale europea e quella nordamericana

spiegano entrambe i fenomeni (l’una il perché e l’altra il come).

Con la teoria delle rappresentazioni sociali le teorie scientifiche entrano nel senso

comune, normalizzandosi, diventano costruzioni sociali gestibili dalle persone comuni.

Le rappresentazioni sociali sono i modi attraverso cui le persone parlano di argomenti che

non sono a loro familiari, spesso scientifici. Nascono al bar, in palestra, sui mezzi

pubblici, ecc. (MOSCOVICI). Sono visioni del mondo che si confrontano, si co-

costruiscono, si negoziano. I concetti scientifici vengono ridetti, esposti con termini più

semplici e meno spaventosi, dandogli un’immagine più nota.

Serge Moscoviti era un ebreo russo, grazie al quale si riafferma la psicologia sociale

europea. Per capire come il sapere scientifico diventa patrimonio comune studia la

diffusione della teoria psicanalitica in Francia. Fa una composizione il più possibile reale

di come la psicanalisi possa essere entrata nei discorsi comuni, attraverso focus group,

interviste e analisi di giornali. Scoprì così che nella rappresentazione sociale della teoria

erano scomparse le pulsioni libidiche e l’eros di cui invece originariamente parlava.

Le rappresentazioni sociali sono guide pratiche all’azione, servono cioè a sapere come

rapportarsi a qualcosa.

Le rappresentazioni sociali sono sociali nei contenuti, perché le cose di cui si studia la

rappresentazione sociale sono oggetti sociali, contenuti aventi un valore nel contesto

sociale e nei processi, poiché nascono attraverso processi sociali, non individuali.

Il fatto che alcune rappresentazioni sociali hanno margini di sovrapponibilità significa

che ci sono analogie nelle caratteristiche dei soggetti.

La rappresentazione sociale contiene continuità e cambiamento, tradizione e progresso. A

differenza degli stereotipi, che sono una visione semplificata della realtà, le

rappresentazioni sociali contengono anche le contraddizioni che la realtà stessa presenta.

La rappresentazione sociale viene definita in base al suo contenuto, che si riferisce ad un

oggetto ed appartiene ad un soggetto. La rappresentazione sociale è di qualcosa e di

qualcuno e per qualcosa. È connessa alla posizione che i soggetti occupano nella società

(età, status, genere, possibilità economiche, interessi, famiglia di provenienza,…). Le

categorie che la strutturano e la esprimono sono categorie linguistiche e il linguaggio è

uno strumento sociale.

La rappresentazione collettiva (Durkheim) è una dimensione sovraindividuale che si

trasmette di generazione in generazione; per diventare rappresentazione sociale deve

diventare più flessibile, plastica, deve diventare forma specifica di conoscenza di cui si

può seguire il percorso di formazione e cambiamento.

La rappresentazione sociale è una forma di pensiero quotidiano necessaria al rapporto con

gli altri (comportamento e comunicazione). È una modalità di pensiero pratico orientato

alla comunicazione, alla comprensione e al controllo dell’ambiente sociale, materiale,

ideale. Le rappresentazioni sociali servono a creare un universo in cui il soggetto e gli

altri si riconoscono.

La rappresentazione sociale non è un riflesso della realtà, ma il modo in cui la

conoscenza sociale rielabora certi elementi per renderla più gestibile e comprensibile,

meno spaventosa. Si costruisce tramite i meccanismi di: ancoraggio, processo tramite il

quale ancoro idee strane, insolite riducendole a categorie e immagini familiari, note,

altrimenti non saprei come spiegarle. Opero una categorizzazione e una denominazione

(es: l’AIDS è la peste del 2000). Sarebbe più difficile parlarne se non ci fosse qualcosa

che conosco già a cui ancorarlo. Meccanismo di oggettivazione: operazione che consente

di rendere concreto l’astratto attraverso la creazione di immagini (es: pecora Dolly),

immagine figurativa che le persone inventano per riassorbire al massimo l’insieme di idee

complesse che ineriscono un concetto. la pecora Dolly è stata un processo di

oggettivazione e oggi è ancoraggio per spiegare il concetto di clonazione. Per capire

come si è formata una rappresentazione sociale bisogna risalire all’oggettivazione e

all’ancoraggio. Il processo di oggettivazione segue tre fasi: 1. selezione e

decontestualizzazione degli elementi di una teoria in funzione di accessibilità delle

informazioni e di criteri normativi, in base a quello a cui i gruppi sociali danno più o

meno peso, di una teoria prendo solo ciò che è più approcciabile. 2. formazione di un

nucleo figurativo coerente nel quale sono descritte le relazioni tra gli elementi, la figura

riassume più elementi della teoria, può derivare da somiglianza con qualcosa di noto

(psicoterapeuta come confessore), riassume gli elementi necessari alla comprensione

rapida, comunicazione della teoria. 3. naturalizzazione del nucleo figurativo attraverso la

concretizzazione dei suoi elementi, i concetti teorici (le immagini) diventano cose,

elementi della realtà (la pecora Dolly diventa “la clonazione”).

La differenza principale con la social cognition è che i meccanismi di elaborazione delle

informazione di questa sono strettamente individuali e anche il loro studio è interno

all’individuo e non si modificano se più individui sono assieme. Le rappresentazioni

sociali non potrebbero invece esserci senza gli altri, poggiano su un principio

organizzatore della conoscenza che è sociale (co-costruzione) e che varia in base ai

contesti (storia delle persone, tempo, luogo). Per la social cognition il tempo e il luogo

non cambiano i processi cognitivi. Nelle rappresentazioni sociali ci sono inoltre parti di

conservazione e cambiamento, nel tempo e nello spazio.

La realtà sociale si articola su due livelli di conoscenza: un universo deificato che è la

realtà per come la scienza la descrive e perciò le scienze sono lo strumento per

comprenderla e un universo consensuale in cui le persone sono misura delle cose, in cui

la società è un gruppo di persone uguali e libere, senza vincolo alla possibilità di

comprendere e di conoscere e dove le rappresentazioni sociali sono lo strumento per

comprendere e conoscere la realtà. La conoscenza della realtà non è prerogativa solo

degli scienziati, ma anche le persone comuni possono conoscerla e farla propria.

LA RICERCA DI LEWIN SULLE ABITUDINI ALIMENTARI

Le ricerche nascono in un tempo e luogo: USA che entrano nella seconda guerra

mondiale, perciò ci sarebbe stata molta meno disponibilità di carne, perciò il governo

pensava fosse necessario trovare una soluzione. Crea così una equipe multidisciplinare di

persone competenti in abitudini, comportamenti, capitanata da Margaret Mead

(antropologa). Il loro compito era produrre il cambiamento delle abitudini alimentari

degli americani, in modo più rapido di quanto sarebbe avvenuto senza l’intervento. È la

prima action research, in cui bisognava persuadere le persone al cambiamento, facendole

essere attori dello stesso. Action research significa usare la teoria e la conoscenza per la

pratica, per il cambiamento della realtà che andrà poi circolarmente a cambiare la teoria

(processo circolare continuo). Ciò è spiegato anche dalle parole di Lewin “Non c’è nulla

di così pratico come una buona teoria. Potrai fare le cose il meglio possibile nella pratica

se sarai guidato da una buona teoria”.

I partecipanti alla ricerca azione sono chiamati co-ricercatori, non soggetti come nella

ricerca sperimentale. La ricerca azione è sempre cambiamento. Infatti il solo fatto di

partecipare ad un progetto di ricerca cambia le persone.

Si usano metodi di ricerca diversi. Nella prima parte c’è un disegno di ricerca osservativi

correlazionale: osserva, descrive, analizza le abitudini alimentari per capire cosa sono e

da quali fattori variabili dipendono. TEORIA DEI CANALI: attraverso quali passaggi il

cibo arriva sulla tavola; ogni canale ha un gatekeeper, cioè la persona che fa arrivare il

cibo sulla tavola TEORIA DEL GUARDIANO.. La ricerca inizia dalle ipotesi, da cui

dipende la pianificazione della stessa ricerca. Le stesse ipotesi sono un punto d’arrivo,

che vengono modificate in base ai risultati dell’osservazione. Quando vogliamo studiare

il comportamento umano intervengono fattori psicologici e non.

ECOLOGIA PSICOLOGICA

Il termine ecologia ha a che fare con il concetto di gestione dell’ambiente. Per Lewin il

comportamento è in funzione della persona e dell’ambiente, quindi per studiarlo devo

tenere conto delle variabili intrapsichiche e dei fatti non psicologici. Punto di

congiunzione tra prospettiva più tradizionalmente psicologica e più classicamente

sociologica. La visione che Lewin dà è più difficile per la ricerca, ma più completa

perchè tutto si spiega in relazione a variabili strutturali oggettive e intrapsichiche (visione

solistica). Lewin critica molto l’approccio basato sulle tendenze sociali: a determinare

quello che avverrà sono le cose già avvenute in passato e posso quindi prevedere quello

che avverrà osservando il passato. Lewin dice che il comportamento umano è, al

contrario, molto poco prevedibile e tutti noi lo vediamo nella nostra esperienza. Non si

può sostenere che la stessa persona nella stessa situazione in un altro spazio e tempo si

comporterà nello stesso modo. Perciò i fenomeni sociali non corrispondono a una

sequenza lineare. Bisogna considerare il CAMPO: concetto che sorregge le ricerche di

Lewin poiché i soggetti si muovono dentro un campo, cioè quell’insieme di forze

psicologiche e non, presenti nell’individuo in un certo contesto e che concorrono al suo

comportamento (vettori di forze). Il campo psicologico non contiene forze rilevabili da

strumenti fisici, ma da ricercatori opportunamente addestrati.

La ricerca sulle abitudini alimentari di Lewin si svolge in un centro industriale urbano,

qui

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
11 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VeroG91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Camussi Elisabetta.