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Gemelli: non si riconduce l’atto delittuoso all’interno del quadro di personalità, perché la personalità è lo
schema di comportamento abituale di una persona, ma l’atto avviene in base a meccanismi psicologici che
intervengono in quel momento, quindi non abituali.
Musatti: di ciò che accade nella coscienza dell’essere umano non possiamo sapere niente se non quello che
egli stesso riferisce. Perciò la testimonianza è la base della conoscenza psicologica dell’essere umano.
Durante le Guerre Mondiali la produzione scientifica è stata bloccata, ma la realtà della guerra ha posto
domande alla psicologia giuridica (e non solo). Dalle esigenze specifiche dell’ambito militare nasce un nuovo
stimolo alla ricerca della verità (macchine della verità).
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la psicologia giuridica fiorisce allargando i suoi interessi.
Gli autori a cui in Italia si deve la conoscenza psicogiuridica sono Assunto Quadrio (allievo di Gemelli,
tematiche legate alla psicologia sociale, ambiti civili e famigliari, perito, grande contributo alla riflessione
teorica, si è battuto per un corso di psicologia giuridica nella facoltà di giurisprudenza)), Gaetano de Leo
(ambito penalistico, psicologia rieducativa, Patrizia Patrizi sua allieva prosegue il suo lavoro), Guglielmo
Gulotta (avvocato, ambito di psicologia giudiziaria, processo).
La psicologia giuridica è legata al diritto che è cultural specifico, perciò ogni paese in certo verso ha una
diversa psicologia giuridica.
Il diritto si rivolge alla società, alla maggior quantità di persone possibili. La norma è tanto più efficace quanto
più si rivolge a tutti, è generale. La psicologia ha invece l’obiettivo di riconoscere le caratteristiche peculiari dei
singoli.
La finalità della psicologia è descrittiva, comprensiva, mentre quella del diritto è normativa, definisce un ordine
nella realtà.
La psicologia ha un metodo scientifico, giunge alla verifica probabilistica delle ipotesi che formula, mentre il
diritto ha un metodo teoretico, lavora per assunti, assume che la realtà abbia un certo tipo di andamento che
non gli interessa dimostrare scientificamente.
Il diritto assume i valori di una cultura, ciò che vale e ciò che non vale, anche se non è accettata dalla società
o dalla maggior parte di essa. I sistemi cristallizzano i valori e così possono assolvere una serie di funzioni. La
disciplina giuridica non ammette una non decisione.
DIRITTO PSICOLOGIA
Scienza pratica Scienza teorica
Finalità prescrittiva (normativa) Finalità descrittiva/operativa
Ha bisogno di certezze (affermazioni) Probabilismo (condizioni)
Valori – tradizioni Ricerca empirica
Decidibilità (bisogna arrivare ad una decisione) Approssimazione (si avvicina ad una ipotetica
totalità)
Collettività – generalità Individualità
Coercizione Collaborazione
Il lavoro psico – giuridico è sempre di valutazione; la collaborazione, propria della psicologia è più critica, in
ambito giuridico la persona non è felice di avere un colloquio psicologico che è valutativo. La psicologia
giuridica si avvale della coercizione, a scapito della collaborazione, anche se comunque non può prescindere
da essa.
Il soggetto può esercitare una manipolazione sul setting psicologico in ambito giuridico, farlo girare a suo
favore.
VALUTAZIONE PSICOLOGICA: raccolta delle caratteristiche psicologiche del soggetto, confronto con la
distribuzione normale nella popolazione; riconduce alla soggettività. In ambito giuridico spesso non si usano
test psicodiagnostici e solo alla fine si fa una valutazione riconducendo le informazioni raccolte in categorie più
generali. In ambito giuridico le situazioni si risolvono in 2-4 colloqui.
La psicologia giuridica descrive i comportamenti dentro la norma. Ha bisogno di ricondurre le sue categorie
dentro il sistema del diritto.
LA NORMA
Imprevedibilità: espressione della libertà propria a confronto con quella altrui, bisogno di sicurezza,
orientamento dei comportamenti e routine.
Rende comprensibile quello che accade.
Il sistema cognitivo è guidato dalla necessità di semplificazione. C’è un limite intrinseco che non consente alla
persona di cogliere la complessità della realtà. Bisogno di comprensione, senso, significato attraverso i quali il
rapporto con l’ambiente può avere il suo ordine. Questo bisogno eccede ogni altra intenzionalità.
La struttura del sistema normativo riproduce quella del sistema cognitivo.
Gli stereotipi sono buoni strumenti, tanto più quanto riescono a radunare il maggior numero di elementi con
meno parole possibili.