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RAPPORTO PERSONA-ORGANIZZAZIONE:
Le persone non sono motivate solo da fattori economici nel loro svolgere varie e complesse attività, ma anche da
bisogno e desideri che, quando realizzati, possono facilitare la partecipazione agli obiettivi.
Le persone operano nelle organizzazioni (le costituiscono) orientando il loro comportamento attraverso delle
mappe descrittive (“Io sono qui”).
Le organizzazioni, definizioni:
Inizialmente gli eserciti vennero presi a modello per organizzare la vita lavorativa, ma successivamente si scoprì
che il gruppo condiziona i comportamenti singoli e con questo compare la dimensione socio-emotiva del lavoro.
Il soggetto sociale è l’essere umano (con le sue forze, debolezze e limiti) che opera all’interno di
un’organizzazione che agisce in un contesto di forze esterne in costante e rapido cambiamento.
Le direzioni aziendali impostano quindi la formazione dei responsabili di linea sulla conoscenza dei propri
collaboratori (il loro stato morale o stato d’animo).
Con l’aumentare della complessità delle organizzazioni aumenta anche la quantità di risorse orientata verso una
funzione di conversazione necessaria per l’integrazione tra le parti (effettuata in particolar modo da un leader).
Le persone entrano nelle organizzazioni con preferenze generalmente conflittuali e sono indotte ad agire in modo
cooperativo attraverso una serie di incentivi e sistemi di controllo, per questo le organizzazioni sono intese come
un sistema di influenzamento del comportamento .
Per organizzazione si intende un insieme di persone che si distribuiscono compiti e potere (ruoli) in modo
coordinato (struttura), che operano seguendo certe norme, utilizzando quanto hanno a disposizione (risorse) per
conseguire determinati risultati comuni (obiettivi) ed individuali (sistema premiante).
(più brevemente → insieme di persone e cose orientate al conseguimento di un obiettivo comune)
I meccanismi con cui opera un’organizzazione sono quindi:
1. Prendere decisioni (partecipazione)
2. Comunicare informazioni (condivisione)
3. Coordinare ruoli e funzioni (integrazione)
4. Controllare i risultati delle attività (monitoraggio)
5. Valutare e motivare il personale (incentivazione)
Modelli mentali e creazione di senso:
Le organizzazioni sono in continuo e incessante divenire e questo complica la creazione di senso delle persone.
La persona stessa (creatrice di senso) è soggetta ad una ridefinizione. La creazione di senso è il modo con il
quale la persona, rivolgendosi al passato, costruisce l’azione.
Le azioni non definiscono mai il risultato di un processo, il comportamento è sempre influenzato dagli altri (anche
se non presenti fisicamente) ed è caratterizzato da emozioni che influenzano la costruzione di senso.
La difficoltà della creazione di senso è data dalla complessità dell’ambiente organizzativo. Da questo derivano
alcune tendenze volte alla riduzione dell’incertezza tramite mappe casuali (rapp. psicologiche dell’ambiente che
permettono di fare descrizioni, dare spiegazioni).
Non si può avere accesso ad una realtà che non sia stata precedentemente organizzata. Partiamo sempre da
mondi costruiti precedentemente e costruiamo la nostra realtà tramite tentativi di interpretazione. In questo modo
siamo costretti a confrontarci continuamente con versioni differenti del mondo, costruite da altri.
Culture organizzative:
La cultura organizzativa tiene insieme le organizzazioni e stimola le persone a contribuire efficacemente.
Attraverso gli occhi dei membri si valutano gli schemi di comportamento normale del lavoro. E’ un fenomeno sia
organizzativo che percettivo, perchè osservato e registrato dai singoli membri.
Per descrivere la durata di una cultura organizzativa si utilizza il modello ASA che consiste nei processi di
attrazione, selezione e attrito (questo rinforza le culture organizzative). Tre processi:
1. Gli individui sono diversamente attratti da differenti tipi di culture organizzative sulla base delle proprie
caratteristiche personali (si preferiscono organizzazioni con caratteristiche simili alle proprie).
2. Durante il processo di selezione aziendale i candidati sono selezionati per sostenere quella cultura sulla
base del possesso di caratteristiche simili
3. Gli individui successivamente lasciano l’organizzazione se non corrispondono alla sua cultura. Rispetto
a questo processo di attrito ci si aspetta un auto-esclusione quando la cultura è percepita come
conflittuale (può portare alla perdita di dipendenti efficaci → importanza del considerare la personalità).
La cultura è un fondamento dei comportamenti osservati e viene insegnata ai nuovi membri che la dovranno
assorbire come il modo corretto di percepire, pensare e sentire all’interno dell’organizzazione.
Chi tenta di mettere in discussione un assunto fondamentale è considerato deviante (la discussione è rifiutata).
Queste logiche generano degli automatismi comportamentali, insieme di soluzioni affermate trasmesse ai nuovi
membri.
Ricordando che esiste sempre una pluri-appartenenza culturale di ogni individuo, la cultura modella il nucleo dei
valori e le norme dei propri membri.
La cultura è quindi definita come ciò che il gruppo impara per un periodo di tempo, come il gruppo risolve i
problemi di sopravvivenza in ambiente esterno e di integrazione interna.
Confronto sociale in ambito lavorativo:
La tendenza a formare piccoli gruppi in ambito lavorativo è dovuta dal desiderio di ottenere informazioni sul
confronto sociale , ovvero il bisogno di valutare le proprie opinioni e le proprie capacità mettendole a confronto
con quelle degli altri.
Di particolare importanza, le conseguenze emotive derivanti da questo confronto, nei casi in cui venga
effettuato con individui più capaci/dotati (verso l’alto) o con individui meno capaci/dotati (verso il basso).
In particolare si ottengono risultati diversi a seconda del tipo di “clima” percepito all’interno del gruppo, sia questo
cooperativo o non cooperativo (competitivo).
● Si hanno sentimenti di assimilazione , ovvero positivi nel confronto verso l’alto e negativi nel confronto
verso il basso, più frequentemente nei climi percepiti come cooperativi.
(A = + v.a. | - v.b. → cooperativo)
● Si hanno sentimenti di contrasto , ovvero positivi dopo un confronto verso il basso e negativi dopo un
confronto verso l’alto, più frequentemente nei climi percepiti come scarsamente cooperativi.
(C = + v.b. | -v.a. → non cooperativo)
In un clima sociale cooperativo, vedere un collega che rende meglio o peggio sembra essere sentito come
qualcosa che accade a sé stessi (influendo sulle proprie sensazioni di benessere). Cooperazione significa quindi
considerare il destino degli altri come se fosse il proprio.
Sperimentando sentimenti positivi dopo un confronto verso l’altro porta a credere di poter imparare dai colleghi
migliori e questo porta ad avere un impulso a scambiare informazioni e idee
L’opposto accade quando gli individui traggono piacere dai confronti verso l’altro e dispiacere da quelli verso il
basso. Questo crea dei sentimenti che alimentano un atmosfera competitiva.
La propensione al confronto sociale è una disposizione propria della personalità degli individui che basano la
propria valutazione di sé in larga misura sul rendimento degli altri (mettono in relazione con sé stessi ciò che
accade agli altri e sono interessati ad informarsi sui risultati ottenuti da coloro che sono in circostanze simili).
Questa propensione è correlata ad alcune variabili che riflettono sensibilità verso il destino altrui, come la
propensione interpersonale (interesse per ciò che gli altri pensano/sentono) e variabili che riflettono incertezza di
sé (come nevrosi, ridotta autonomia intellettuale e bassa autostima).
Gruppi di lavoro, un modello integrativo di creatività e sviluppo innovativo:
La creatività è da intendere come il primo stadio del processo di innovazione (lo sviluppo delle idee) mentre lo
sviluppo innovativo è l’applicazione pratica delle idee.
La creatività è un processo sociale interindividuale.
(creatività → pensare cose nuove - sviluppo innovativo → fare cose nuove)
L ’innovazione è l'introduzione ed applicazione all’interno di un lavoro, gruppo di lavoro o azienda di idee,
processi, prodotti o procedure nuove con l’intenzione di trarre dei benefici dai nuovi cambiamenti.
L’innovazione è un processo cognitivo intraindividuale.
La squadra è definita come un gruppo di individui che lavorano insieme per realizzare prodotti o fornire servizi
per i quali sono reciprocamente responsabili. I componenti della squadra condividono gli scopi e si ritengono
reciprocamente responsabili nel perseguirli. Il lavoro di integrazione reciproca è incluso fra le responsabilità di
ogni membro, in particolare del leader.
I gruppi composti da persone con differenti background professionali sono più innovativi poiché le prospettive
sui temi proposti dal gruppo saranno diverse. Le prospettive multiple presenti nel gruppo possono portare a
confronti potenzialmente costruttivi creando informazioni utili per prendere le decisioni. La diversità contribuisce
inoltre ad ampliare le competenze in relazione al compito.
I gruppi al cui interno sono presenti persone con conoscenze, ambiti e capacità diverse ma sovrapponibili sono
particolarmente creativi. Bisogna quindi creare una sufficiente diversità all’interno del gruppo senza minacciare la
visione condivisa del loro compito e l’abilità di lavorare e comunicare insieme efficacemente. Questo si crea
quando vi è una sufficiente sovrapposizione di modelli mentali di tutti di componenti in modo da creare una
comprensione reciproca.
In generale i concetti creativi nascono quando l’individuo non è sotto pressione , quando si sente al sicuro e
quando deve affrontare esperienze relativamente positive. La creatività richiede un ambiente poco esigente, lo
sviluppo richiede esattamente il contrario. La spinta all’innovazione deve essere molto forte e motivata solo
parzialmente dalle pressioni esterne.
Nella misura in cui l’informazione e l’influenza sulle decisioni sono condivise ed il livello di interazione tra
partecipanti è alto si hanno maggiori probabilità di contaminazione di idee , che possono generare creatività ed
innovazione.
Inoltre una buona gestione delle prospettive divergenti è fondamentale per la gen