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DISCIPLINA INDAGINI PRELIMINARI

Tendenzialmente le indagini preliminari si svolgono all'insaputa dell'indagato, quindi è rispettato un doppio livello di segretezza: segretezza esterna cioè gli atti dell'indagine non sono divulgabili al pubblico e segretezza interna ossia che gli altri soggetti, esclusi PM e polizia giudiziaria, non possono venire a conoscenza né del contenuto né della attualità delle indagini. L'articolo 329 stabilisce che gli atti sono coperti dal segreto fino a quando l'imputato non ne possa avere conoscenza e comunque non oltre la chiusura delle indagini preliminari. Il segreto interno viene meno nel momento in cui l'indagato può avere conoscenza dell'atto di indagine. E quando l'atto di indagine può essere portato a conoscenza dell'indagato? Quando si tratta di un atto garantito, quindi un atto per il quale è prevista la partecipazione della difesa. Durante le indagini preliminari.

Determinati atti prevedono l'interrogatorio dell'indagato, la perquisizione e la partecipazione necessaria della difesa, sono atti garantiti. Ad esempio, i sequestri operati a carico dell'indagato. Quindi gli atti garantiti vanno a venire meno la segretezza. La segretezza quindi cade o alla fine del procedimento o quando si devono compiere degli atti garantiti. Ma l'art.329 comma 2 consente anche al PM di decretare con un decreto motivato la pubblicazione di singoli atti o parti di questi. Quindi gli atti desegretati e pubblicati sono un'eccezione deroga alla regola generale del segreto investigativo. Quando il PM può decidere di desegretare degli atti? Quando ciò è utile e necessario per la finalità delle indagini. Quindi questa desegretazione è quella di garantire lo svolgimento e la prosecuzione delle indagini preliminari. Ad esempio, l'identikit del sospettato è utile che possa essere reso pubblico alla popolazione per fare in modo

Che qualcuno riconosca il soggetto. Interesse investigativo alla pubblicazione delle indagini.

Il PM può avere però anche l'interesse opposto, cioè di mantenere degli atti segreti. La segretazione avviene ai sensi dell'art. 329 comma 3, il PM quando sempre per necessità di prosecuzione delle indagini ritiene che questi debbano rimanere segreti (esempio interrogatorio in cui l'interrogato svela i nomi dei complici), può imporre l'obbligo di segreto ad atti che non sarebbero più segreti ai sensi dell'art. 329 comma 1.

Pubblicazione arbitraria degli atti di indagine 114 cpp atto di sommarie informazioni.

L'art. non vieta solamente la conoscenza degli atti, ma anche del contenuto degli stessi. Non possono essere portati a conoscenza della pubblica opinione. Cerca articolo.

Quindi il giornalista che pubblicasse anche solo il contenuto dell'atto carretta in sanzione, che però risulterebbe irrisoria -> contravvenzione.

Il contravventore può essere ammesso a pagare una sanzione pecuniaria (metà del massimo previsto) prima ancora che inizi il procedimento di condanna. Con il pagamento di 129 euro l'oblazione giornalista estingue il reato -> effetto -> procedimento speciale che riguarda le contravvenzioni con pene alternative. L'oblazione è un istituto di estinguere il reato e la deterrenza è pari a 0. Se il legislatore effettivamente volesse tutelare il segreto investigativo dovrebbe innanzitutto prevedere un delitto e non una contravvenzione, quindi un'ipotesi di reato per cui non si prevede l'oblazione. E poi un delitto presidiato da una pena di un certo rilievo che consenta l'effettiva deterrenza. In realtà ci sarebbe un altro reato che potrebbe essere contestato al giornalista -> rivelazione del segreto d'ufficio art. 326 che è un delitto punito con la reclusione. Questo riguarda però il

pubblico ufficiale quindi il pmo la polizia giudiziaria. Quanti sono però i processi per questo reato? Nessuno. Non vengono mai svolti processi per la rivelazione del segreto d'ufficio. Perché dovrebbe esser il PM che indaga sull'attività di un collega, ostessa cosa con la polizia giudiziaria. Verginità conoscitiva del giudice -> il giudice che vedrà sul tavolo il fascicolo per il dibattimento dovrà conoscerli appunto solo attraverso il suddetto fascicolo e non attraverso i giornali. In più gli atti di indagini non potranno essere conosciuti dal giudice attraverso i giornali perché non dovrebbero comunque rientrare nel suo spazio conoscitivo in base al principio della separazione delle fasi. segretezza interna -> ultimo comma art. 114 gli atti che non sono più connotati dalla (quando l'indagato ne è venuto a conoscenza) rimangono non pubblicabili all'esterno in modo integrale.

consentano però la pubblicazione del contenuto. Non sono pubblicabili nella loro versione originaria, ma possono essere pubblicati nel loro contenuto. Questo per evitare che il giudice del dibattimento possa leggere il contenuto pubblicato dal giornale e quindi farsi condizionare, però al tempo stesso l'opinione deve sapere -> punto di equilibrio stabilito dall'art. 114 ultimo comma.

Quando vige la segretezza interna quindi non è possibile la pubblicazione degli atti nemmeno nel loro contenuto, quando invece cade la segretezza interna (indagato viene a sapere oppure termina la fase delle indagini preliminari) allora si potranno rendere pubblici i contenuti.


LEZIONE 17

La segretezza è un connotato essenziale per questa fase. Segretezza tendenziale in quanto in

presenza di atti garantiti (atti ai quali l'indagato e il suo difensore hanno diritto di assistere) l'indagato ne viene a conoscenza, non solo dell'atto ma anche della pendenza del procedimento a suo carico. La segretezza copre anche l'iscrizione della notizia di reato, tuttavia questa avviene attraverso l'annotazione dell'ipotesi iniziale di reato su un apposito registro art. 335 cpp, ma questo registro è accessibile da parte dell'indagato e della persona offesa. Non è un registro pubblico, gli unici soggetti legittimati sono l'indagato e la persona offesa. Pur non essendo un registro pubblico e non essendo un registro segreto, questo registro può essere oggetto di segretazione. Quindi il PM ha la possibilità di rendere segreto questo registro anche all'indagato e persona offesa. Il registro non è accessibile per reati del doppio binario. Dobbiamo tenere distinto l'atto iniziale, che è

L'iscrizione della notizia di reato, che è segreta e conoscibile solo da indagato e persona offesa, deriva dalla notizia di reato in sé che non è coperta da segreto.

LA NOTIZIA DI REATO è lo spunto dal quale prende avvio il procedimento penale, la fase delle indagini preliminari. L'avvio formale è segnato dall'iscrizione nel registro delle notizie di reato. Il primo vero atto del procedimento non è la notizia di reato, ma l'iscrizione della notizia di reato. La notizia di reato si colloca prima dell'avvio del procedimento ed è l'elemento da cui scaturisce il procedimento penale.

La notizia di reato deve riguardare un fatto costituente reato connotato dall'astratta possibilità. Non deve essere un fatto che prima facie non costituisce reato. È una informazione che raggiunge o il PM o la polizia giudiziaria e riguarda la possibile commissione di un reato.

Art. 347 cpp la polizia giudiziaria hanno

l'obbligo di riferire la notizia di reato al PM. Normalmente le notizie di reato passano dalla polizia perché questa ha una diffusione sul territorio che non ha la procura. Il PM è soggetto disciplinato da art. 50 e ss cpp -> art. 51 ci dice chi è il PM. È un magistrato, appartiene all'organo giudiziario, ma non è un giudice. Non esercita la funzione giurisdizionale, ma quella inquirente nelle fasi delle indagini preliminari e requirente nelle fasi processuali. L'azione penale è esercitata dal PM solo quando questo ha una prognosi di sostenibilità dell'accusa in giudizio. L'ufficio della procura della repubblica ha sede presso ogni tribunale della repubblica italiana. È un ufficio pubblico composto dai magistrati del pubblico ministero, all'interno degli uffici della procura troviamo il procuratore della repubblica che a tutti gli effetti è il PM in quanto titolare dell'ufficio ealtri magistrati che svolgono la funzione di sostituti procuratori della repubblica. Sono quindi dei magistrati che appartengono al medesimo ufficio e svolgono funzione di sostituti. Nelle procure dello stato che sono di grandi dimensioni, c'è anche una figura intermedia che è il procuratore aggiunto che coadiuva il procuratore della repubblica. Abbiamo quindi il capo procuratore, il procuratore aggiunto e i sostituti procuratori che agiscono su delega del procuratore. Questa delega avviene sulla base di competenza per materia. Il procuratore della repubblica decide di distribuire le notizie di reato ai suoi sostituti in funzione dei dipartimenti che si sono creati all'interno della procura, che hanno una loro suddivisione sulla base della tipologia dei reati (dipartimenti reati economici, dipartimento soggetti deboli). I coordinatori dei dipartimenti sono i procuratori aggiunti, all'interno dei dipartimenti ci sono i procuratori sostituti. Questa

Suddivisione della procura della repubblica serve per distribuire le notizie di reato. Chi svolge l'attività di iscrizione e smistamento delle notizie di reato? Il procuratore della repubblica. Questo ha questa competenza fondamentale -> acquisire le notizie di reato, di iscriverle nel registro e di assegnare la titolarità dell'indagine sui vari sostituti.

Dal punto di vista ordinamentale la vera distinzione è tra procura pubblica e direzione distrettuale antimafia e terrorismo. Questa competenza su base distrettuale dell'antimafia è stata una novità del 1991 e quella dell'antiterrorismo più recente, sulla base di un accentramento delle indagini. Nasce dall'idea di Giovanni Falcone ha accentuato le competenze investigative antimafia con un coordinamento a base nazionale attraverso la direzione nazionale antimafia che ha sede a Roma.

L'idea era quella di rendere comuni le conoscenze acquisite sui fenomeni.

e la lotta alla mafia, le indagini sono condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), che ha sede presso la Procura della Repubblica del capoluogo del distretto della Corte d'Appello. Le attività di contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo sono svolte a livello distrettuale, con la collaborazione delle forze dell'ordine e dei servizi di intelligence. La DDA coordina le indagini e le azioni di contrasto, lavorando in sinergia con le altre autorità competenti. La DDA è responsabile di individuare, investigare e perseguire i membri delle organizzazioni criminali, compresi i mafiosi, che operano sul territorio. Attraverso l'utilizzo di strumenti investigativi e di intelligence, la DDA cerca di smantellare le reti criminali e di portare i responsabili di reati di mafia davanti alla giustizia. La lotta alla mafia è un impegno costante e prioritario per lo Stato italiano, che si avvale di tutte le risorse necessarie per contrastare questa forma di criminalità organizzata. La collaborazione tra le diverse istituzioni e l'impiego di strumenti legali e investigativi avanzati sono fondamentali per garantire la sicurezza e la legalità sul territorio.
Dettagli
A.A. 2019-2020
89 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/16 Diritto processuale penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JuliaLabollitaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Procedura penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Mazza Oliviero.