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Estratto del documento

A Grice interessano tutti quei casi in cui c’è una discrasia tra il significato letterale e quello implicito.

Nel saggio “Logic and conversation” Grice illustra il suo progetto per spiegare come un parlante riesca a

comunicare qualcosa di diverso da quanto ha letteralmente detto (la logica).

Il significato del parlante è composto da ciò che viene letteralmente detto e l’implicito.

Grice sostiene che la conversazione sia un’attività razionale umana in cui gli individui collaborano,

cooperano per raggiungere uno scopo comune. Gli scopi della conversazione sono:

- Scambiarsi informazioni per aumentare la propria conoscenza del mondo

- Mantenere relazioni sociali e instaurare nuovi rapporti

Per raggiungere questo scopo ci sono delle mosse che sono più razionali e più utili per comunicare e

altre che non lo sono. Quando conversano le persone usano “il principio di cooperazione”: le persone

devono dire cose che siano conformi a ciò che viene richiesto dallo scopo condiviso o dalla direzione

dello scambio comunicativo in cui si è impegnati.

Il principio di cooperazione viene declinato in quattro “massime conversazionali” che regolano la

conversazione:

- Massima di quantità: si deve dare la giusta quantità di informazioni che è richiesta in quel

momento, non si deve dire troppo né troppo poco. Ciò che risulta come sufficientemente

informativo dipende dagli scopi della conversazione.

- Massima di qualità: si devono dire delle cose che siano vere e non cose che per cui non si hanno

prove adeguate o ciò che si ritiene falso. Quando parliamo con qualcuno assumiamo che quello

che dice sia vero.

- Massima di relazione: bisogna dire cose rilevanti e pertinenti per la conversazione

- Massima di modo: si deve essere ordinati e concisi e si devono evitare ambiguità e oscurità di

espressione. Bisogna usare un linguaggio chiaro e comprensibile durante la conversazione.

Le massime sono dei principi che di norma i parlanti seguono perché sono il modo più razionale per

raggiungere lo scopo della comunicazione.

L’implicito, secondo Grice, nasce ragionando in maniera inferenziale e cercando di capire

l’atteggiamento del parlante.

L’idea di Grice è che le implicature nascono assumendo che il parlante stia:

- Obbedendo alle massime

- Apparentemente violando una massima

- Manifestatamente violando una massima

Le implicature possono essere di diverso tipo:

1. Implicature standard

Premessa: In logica la congiunzione di due enunciati p e q è letteralmente vera quando entrambi i

congiunti sono veri indipendentemente dall’ordine in cui sono presentati.

Una delle differenze tra l’implicito e l’esplicito è che il parlante si assume le responsabilità solo di ciò

che dice esplicitamente. L’implicito può essere cancellato e negato senza incorrere in contradizione.

In alcune frasi che si riferiscono ad eventi si tende a dare un’interpretazione temporali. 19/3/2018

Un parlante vuole trasmettere un messaggio al suo interlocutore e per farlo utilizza una frase, l’idea

viene codificata in una frase. L’interlocutore deve prendere la frase che è stata detta e deve

decodificarla.

Le implicature sono quelle assunzioni che vengono implicitamente veicolate.

Esiste l’apparente violazione di conflitto c’è un conflitto fra massime

Ci sono dei casi in cui il parlante sta platealmente violando una massima in modo manifesto (es. lettera

di raccomandazione).

Il linguaggio figurato:

ci sono casi in cui il parlante viola in modo manifesto la massima di qualità (non dire ciò che ritieni

falso).

- Ironia: quello che si intende è il contrario di ciò che si dice. Non basta dire qualcosa di falso per

essere ironici. L’ironia è una plateale violazione della massima di qualità. C’è una

reinterpretazione che porta a valutare il significato opposto.

- La metafora: sono casi in cui chi parla ha platealmente violato la massima di qualità. Si

interpreta la frase come una similitudine. Si reinterpreta la frase e si cercano caratteristiche in

comune con ciò che il parlante vuole realmente intendere.

- Iperbole: quando si esagera a dire qualcosa.

Le implicature standard nascono assumendo che il parlante stia seguendo le massime. Le implicature

oltraggio nascono quando un parlante viola in modo plateale una massima.

Le implicature convenzionali sono una via di mezzo tra ciò che viene esplicitamente detto e ciò che

viene implicitamente dedotto.

Le implicature conversazionali non sono legate a singole parole ma derivano dal contenuto, dal tipo di

frase che è stata detta e sono frutto di un ragionamento. Le implicature conversazionali generalizzate

sono quelle che tendono a emergere in qualunque contesto, quelle particolarizzate hanno bisogno di un

contesto specifico per essere capite.

Le proprietà delle implicature conversazionali:

1. Calcolabilità

2. Cancellabilità / Rafforzabilità: le implicature sono cancellabili senza entrare in contraddizione

3. Indeterminatezza: 20/03/201

8

L’implicito nella vita reale 21/03/18

Fare cose

Gli individui cooperano per raggiungere uno scopo comune. Gli individui collaborano per scambiarsi

informazioni. All’interno di questo scopo troviamo le massime di Grice. La comunicazione di tipo

informativo è solo uno degli scopi della comunicazione. Esistono altri scopi della comunicazione.

Con la comunicazione si può fare cose. Austin sostiene che con le parole si possono fare cose. Gli

enunciati costativi descrivono la realtà e comunicano lo stato delle cose. Gli enunciati performativi

invece compiono un’azione, se dico “si lo voglio” all’interno di una cerimonia mi sposo, si modifica la

realtà.

Se dico “chiedo scusa” ho fatto un’azione, “scommetto dieci euro”: ho fatto un’azione, ho scommesso.

Gli enunciati performativi non descrivono uno stato ma compiono un’azione e modificano una realtà.

Austin descrive le differenze tra le due categorie di enunciati. Le frasi come “Gianni è andato a casa”

sottostanno a delle condizioni di verità. Gli enunciati performativi non vengono valutati con il criterio

della verità o della falsità ma

sottostanno a delle “condizioni di felicità”, sono delle condizioni di appropriatezza.

Se una condizione non è presente allora l’enunciato non è “felice” quindi non si compie l’azione.

Gli enunciati constativi:

- Descrivono uno stato di cose

- Sono soggetti a delle condizioni di verità

- Vengono valutati come veri o falsi

Gli enunciati performativi:

- Compiono un’azione

- Sono soggetti a delle condizioni di felicità

- Vengono valutati come felici (appropriati) o non felici

Condizioni di felicità:

1. Convenzione

2. Convenzione

3. Intenzione: non c’è una procedura contestualizzata come nella convenzione ma riguarda solo

l’atto linguistico.

Gli enunciati constativi descrivono uno stato di cose e possono essere valutati come veri o falsi.

I performativi compiono un atto e sono soggetti a condizioni di felicità che possono essere valutati

come felici o non felici, se almeno una condizione non è soddisfatta, l’atto è nullo e gli enunciati sono

“non felici”.

Mancanza di condizioni di felicità per i performativi:

Colpi a vuoto:

o - Invocazioni indebite

- Esecuzioni improprie

Abuso:

o - senza sincerità

- rottura d’impegno

Ogni volta che una persona dice una frase compie un atto linguistico, questo vale anche per gli

enunciati constativi.

(No esame) Un atto linguistico può essere diviso in tre parti:

1. atto locutorio: atto di dire qualcosa

a) atto fonetico

b) atto fatico

c) atto rhetico

2. atto illocutorio

3. atto perlocutorio: atto col dire qualcosa

Austin classifica i verbi in base al tipo di atto illocutorio che compiono:

verdettivi

 esercitivi

Grice era interessato solo al tipo di frasi che accrescevano la conoscenza, per cui vi erano determinate

categorie di enunciati che non venivano spiegati; Austin propone un quadro teorico che riesca a

rendere conto di ogni tipo di frase, quindi anche domande, ordini e minacce. Gli ordini, per poter essere

appropriati richiedono che ci sia uno status sociale diverse tra parlante e ascoltatore. Chi impartisce gli

ordini in quel momento deve avere uno status sociale dell’interlocutore. 26/03/18

Verità

Assumiamo che un enunciato è vero quando descrive uno stato di cose che sussiste. La pragmatica

studia il significato del parlante, quando le persone usano delle frasi per trasmettere un messaggio. La

conversazione è percepita da Grice come un’attività razionale in cui gli individui cooperano per uno

scopo comune.

Gli individui per raggiungere lo scopo comune di aumentare le informazioni devono dire cose vere.

La massima di qualità è più importante rispetto alle altre. Si cerca sempre di obbedire alla massima di

qualità piuttosto che alle altre massime. La cosa più importante quando si vuole essere cooperativi e

quando si vuole accrescere la conoscenza delle informazioni è importante che queste informazioni

siano vere.

Il sistema americano funziona basandosi su casi precedenti, si basa su cosa altri giudici hanno detto in

casi precedenti.

Il caso Bronston vs USA è un caso molto importante perché è diventato un precedente.

Fanno un processo a Bronston per capire se il fallimento che lui sostiene che sia avvenuto sia vero

oppure no.

L’avvocato chiede se lui ha mai avuto conti in svizzera e B risponde che la compagnia ne ha avuto uno

in svizzera per qualche mese. Scoprono che lui ha avuto un conto personale in svizzera per 5 anni.

Viene accusato di spergiuro in appello per non aver detto che aveva avuto un conto in banca.

Bronston non ha detto qualcosa di falso, ha detto delle cose vere che però volevano ingannare

l’avvocato. La corte suprema assolve Bronston perché lui ha detto la verità.

Bronston non viola la massima di qualità ma viola di quantità perché non è stato abbastanza

informativo.

Ci aspettiamo che quando le persone cooperano in una conversazione diano la risposta più informativa

in quel momento.

Bronston non può essere accusato per spergiuro perché lui ha detto la verità, infatti viene scagionato.

Questo caso ha fatto giurisprudenza ed è stato richiamato per casi di spergiuro.

Questo caso serve per dire che un parlante si assume la responsabilità di quello che dice ma non può

esse

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher e.man di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Panzeri Francesca.