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DU.
Con il protocollo di Montreal si sono messi al bando i CFC e si è visto un miglioramento. Si hanno però
oscillazioni annuali.
L’ozono si forma in maniera naturale soprattutto nella zonosfera, si forma attraverso il ciclo di
Chapman. si parte da una molecola di ossigeno che viene colpita da UV, provoca la formazione di due
radicali ossigeno che vanno a formare ozono. L’ozono stesso si scinde in ossigeno e radicale ossigeno
facendo ripartire il ciclo.
Esistono molecole che bloccano la formazione. Esse sono i CFC.
A differenza della maggior parte di inquinanti, i CFC sono solo di origine
antropica, non vi sono emissioni naturali. I più comuni sono i CFC-11 e 12. La
grossa problematica è che non esiste nessun processo naturale di rimozione
in atmosfera. L’unica modificazione che subiscono è quando vengono
bombardati da UV e liberano cloro, elemento estremamente reattivo.
Il cloro è uno degli elementi più tossici.
Oltre ai CFC ci sono altri composti che vanno a contribuire tra cui Tetracloruro
di carbonio CCl4, usato come solvente e intermedio nella produzione di CFC11. Viene decomposto
fotochimamente nella stratosfera. Il metil cloroformio è prodotto per la pulitura dei metalli, una parte
finisce nell’atmosfera e una parte nella troposfera.
Per ovviare il problema si sono pensate soluzioni come la messa al bando degli inquinanti e la ricerca
di sostituti. Si è iniziato a utilizzare gli HCFC, meno impattanti per quel che riguarda lo strato di ozono
ma responsabili dell’alterazione dell’effetto serra. Entrambi i composti sono comunque dannosi. La
soluzione è stata eliminare il cloro, rimaneva però l’idrogeno e quindi si aveva maggiore impatto sul
riscaldamento.
Anche il bromo è stato individuato come uno dei principali responsabili, il Bromo viene immesso dai
Gas Halon, che vengono inseriti in estintori. Le schiume utilizzate prevedevano un contributo di Halon.
Il metilbromuro è anche usato come fumigante del suolo per eliminare i parassiti.
Il ciclo di Chaplan si interrompe.
Nella zonosfera sono presenti ossidi di ozono ma non in quantità
elevate, ci sono però fenomeni di distruzione catalitica di bromo e
cloro.
I CFC difficilmente vengono degradati, quando vengono
bombardati da UV, molecole di cloro si staccano dalla molecola
principale. Il cloro è radicalico e reattivo, si va a legare dove può,
solitamente con l’ozono. Quando si legano si vengono a formare
due nuove molecole: una molecola di ossigeno e un monossido
di cloro, reattivo e reagisce con una molecola reattiva, l’ossigeno
radicalico. Dall’unione di queste due si viene a formare una molecola di ossigeno e il cloro torna nella
forma radicalica. Di conseguenza c’è sempre del Cloro nella zoosfera disponibile per rompere i legami
dell’ozono per formare ossigeno che darà origine ad altro ozono. Tanto alti sono i livelli di cloro, tanto
alti saranno i cicli di istruzione catalitica.
Lo stesso discorso vale per il Bromo, anzi è più reattivo del cloro. Anche se sono più basse in termini di
quantità, determinano danni maggiori.
Quanto stanno in atmosfera? ci sono molecole come il CFC15 che aveva un tempo di sopravvivenza di
1700 anni.
Ogni CFC ha un potenziale di esaurimento di Ozono, non tutti i CFC hanno lo stesso potenziale. Vale
lo stesso concetto del potenziale di riscaldamento globale. CFC 11, 12, 13 e 14 sono punti di riferimento,
sono le peggiori. L’Ozone depletion potential (ODP) è la misura di quanto una molecola di un certo
gas serra contribuisce alla distruzione dell’O3. Gli HCFC hanno un OPD inferiore.
Protocollo di Montreal a livello mondiale si sono presi provvedimenti. Accordo sottoscritto nel 1987
da 24 paesi e dalla CEE per ridurre o vietare l'emissione in atmosfera di sostanze chimiche (tra cui i
CFC) che sono state identificate essere responsabili della diminuzione dell'ozono stratosferico.
Con il crollo dell’utilizzo di CFC, si ha una crescita dell’uso di HCFC.
La situazione era così critica in Antartide perché si verificano annualmente delle condizioni
metereologiche estreme che intrappolano molti CFC. A basse temperature si formano nubi polari
antartiche in cui vengono intrappolati gli inquinanti. Il problema si manifesta quando le temperature
aumentano e le nubi si assottigliano, aumentando la radiazione luminosa iniziano a essere bombardati
gli elementi che bloccano il ciclo di Chaplan. Al polo Nord le temperature sono più miti e non vengono
a crearsi queste nubi quindi i CFC sono presenti ma vengono dispersi maggiormente.
Se si seguisse il trand attuale si potrebbe tornare a livelli di naturalità. discosto dalla realtà
modello
Venendo a mancare una copertura, la radiazione UV arrivava in maniera più energetica alla superficie
terrestre andando ad avere conseguenze negative. Una diminuzione complessiva dell’1% di O3 ha
come conseguenza l’aumento del 2% dell’intensità delle radiazioni UV-B a livello della superficie
terrestre. Le conseguenze sono
- Cancro alla pelle e danni al DNA
- Cataratta
- Danni al sistema immunitario
- Riduzione fitoplancton e coltivazioni sensibili
- Danni agli anfibi (taxa sensibile perché non hanno protezioni)
- Aumento ozono troposferico
Inquinamento indoor.
Caratterizza ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali quali: abitazioni, uffici pubblici e privati,
strutture comunitarie, locali destinati ad attività ricreative e mezzi di trasporto pubblici e privati.
Esposizione a inquinanti in luoghi confinati. I problemi sono: esposizione a moltitudine di inquinanti,
anche superiori all’esterno.
In parte respiriamo quello che deriva dall’esterno a cui si aggiungono una quantità variegata di
prodotti che comunemente sono usati nella vita quotidiana.
Radon grande problematica degli ambienti indoor. È un gas radioattivo. Il radon 222 deriva dal
decadimento dell’uranio 238. La sua pericolosità è legata ai processi di trasmutazione che portano a
elementi molto reattivi. la catena di decadimento termina con il piombo 206 stabile.
Il radon è un gas radioattivo di origine naturale, incolore e indolore, è cancerogeno certo, si diffonde
dal suolo nell’aria e nell’acqua. In ambiente indoor può accumularsi e raggiungere concentrazioni
elevate.
Si origina dal suolo (graniti, rocce vulcaniche,..), si infiltra nelle abitazioni sfruttando le differenze di
pressione che ci sono tra suolo e ambiente subaereo. Tutti i punti che non sono a tenuta possono
essere vie di ingresso.
Le normative fissano i livelli di azione o intervento, cioè valori di concentrazione del radon superati i
quali si raccomandano azioni di rimedio per ridurne la concentrazione. A livello europeo è in vigore la
raccomandazione 90/143 Euratom del 21/02/1990 che fissa la soglia di intervento:
• edifici residenziali esistenti: 400 Bq/m3
• edifici nuovi in fase di progetto: 200 Bq/m3
100 Bq/m3 - 300 Bq/m3 (OMS, 2009)
Il radon aumenta il rischio di cancro del polmone, l’effetto “radon” è potenziato dal fumo di tabacco
(nei fumatori aumento del rischio di 20 volte). Secondo il Ministero della Salute l’esposizione al radon è
responsabile in Italia di un numero di casi di tumore polmonare compreso tra 1.500 e 6.000 per ogni
anno.
SBS: Sick Building Syndrome: sindrome legata alla permanenza in edifici “malati”, nota anche con il
termine di “mal d’ufficio”. i disturbi si attenuano lasciando l’edificio e scompaiono durante il fine-
settimana e nei periodi di vacanza. Sintomi non gravi ma influiscono sull’assenteismo e sulla
produttività. Tipica di edifici moderni o recentemente ristrutturati dotati di impianti di condizionamento
e ventilazione meccanica.
Fattori di rischio:
• Fattori fisici: temperatura, umidità, ventilazione, luce artificiale, aria condizionata, rumore e vibrazioni
• Fattori chimici: fumo passivo, composti organici volatili, altre sostanze gassose
Sintomi:
• nasali (irritazione e secchezza delle mucose nasali “naso chiuso”)
• oftalmici (secchezza e irritazione delle mucose oculari, lacrimazione)
• oro-faringei (secchezza e irritazione di gola)
• respiratori (sensazione di torace chiuso, esacerbazione di forme asmatiche)
• cutanei (secchezza, arrossamenti, dermatiti ed eritemi)
• altri sintomi: cefalea, astenia, torpore, sonnolenza, nausea, vertigini, ridotta capacità di
concentrazione, eccessivo affaticamento, riduzione della memoria, sensazioni olfattive e gustative
sgradevoli
BRI: Building-related illness
Serie di malattie associate o attribuite con certezza alla permanenza in ambienti confinati con quadro
clinico ben definito (es. malattia dei legionari, febbre di Pontiac, ecc.). il caso più classico è la
Legionella: deriva dal fatto che la prima manifestazione si è riscontrata in Philadelphia. Nell’estate del
1976 a Philadelphia si verificò un’epidemia di polmonite tra i partecipanti ad una riunione dell’American
Legion: tra i 4.000 veterani del Vietnam presenti (“Legionnaires”), 221 si ammalarono e 34 morirono.
17/04 Acqua
È presente in natura in tre stati di aggregazione: solido, liquido e gassoso; le molecole di H2O sono
forti dipoli e si associano fra loro attraverso la formazione di ponti idrogeno, che si rinnovano
continuamente (in media ogni 10-11 sec). La massima densità dell’acqua è raggiunta a 3,98 °C
La presenza di ponti idrogeno fa sì che H2O:
- possieda un elevato calore specifico e un alto calore latente di fusione ed evaporazione
- alta tensione superficiale
- una bassissima dissociazione elettrolitica
- una bassa conduttività termica
L’acqua è importante per la vita e garantisce l’economia e progresso tecnologico.
Consumi La domanda di acqua è triplicata dal 1950 e si prevede che raddoppi entro il 2050. In Italia
la maggior parte di acqua viene utilizzata per agricoltura.
1. Diminuzione della quantità dell’acqua: dipende dal ciclo idrogeologico.
2. Degradazione, diminuzione della qualità delle acque
La qualità dell’acqua e fondamentale per l’utilizzo umano. essa può andare incontro a inquinamento
(diverso da contaminazione!) per uso civile (scarico delle fogne contenenti sostanze organiche che si
riversano generalmente nei corsi d’acqua superficiali)-> problema legato all’eutrofizzazione. Sono stati
individuati nuovi contaminanti come farmaci e droghe;
inquinamento da uso agricolo (una delle principali fonti di criticità, il 66% viene utilizzata per far fronte
di una resa elevata dei fabbisogni della popolazione a cui vengono addizionati fertilizzanti e pesticid