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COSTI DI PRODUZIONE

Da cosa dipendono i costi di produzione?

  • dalla produttività dei fattori —> produttività media (PME): prodotto ottenuto con una unità di fattore produttivo (breve periodo)
  • Dal prezzo dei fattori (Euro/unità fattore produttivo)

Costo di produzione (breve periodo) = prezzo fattore produttivo / produttività fattore = euro/unità fattore / prodotto (q)/unità fattore = euro/prodotto (q) —> costo medio (breve periodo)

>prezzo fattori —> > costo di produzione

>produttività fattori —> > Anche se non produco, i costi ci sono, perché sono quelli dei fattori produttivi sì che sono ad esempio a tto

BREVE PERIODO

Graficamente è la pendenza del segmento che congiunge la curva dei costi totali con l'origine

Si può distinguere tra:

  • costo fisso medio (CFME) CFME = CF / q
  • Costo variabile medio (CVME) CVME = CV / q
  • CME = CFME + CVME

PREZZO DI PAREGGIO E PREZZO DI CHIUSURA (Pro tto)

negativo non è sufficiente per la chiusura dell'attività)

COSTO MARGINALE è la variazione di costi dovuta a un incremento unitario di produzione. Di quanto aumentano i costi di produzione se produco un'unità aggiuntiva? (Graficamente è la pendenza della tangente della funzione dei costi totali e dei costi variabili). Tutti i costi marginali sono variabili. Come si calcola il costo marginale conoscendo la quantità prodotta CV o CT? N.B. lo stesso calcolo si può fare con i costi variabili. Il punto di esso è 3; corrisponde al punto di minimo dei costi marginali.

fi fi fl ffi

REGOLA CHE LEGA L'ANDAMENTO DEL COSTO MARGINALE E DEL COSTO MEDIO

Quando il valore marginale è minore/maggiore del valore medio, allora il valore medio decresce/cresce.

RELAZIONE TRA COSTO TOTALE, COSTO MEDIO E MARGINALE

I COSTI DI LUNGO PERIODO (tutti i fattori produttivi sono variabili) Rappresentati dalla retta di isocosto wL = costo totale del lavoro per l'impresa rK =

visto totale del capitale impiegato nell'impresa W-r = parametri che l'impresa non può influenzare L-K = l'impresa può influenzare Se ssiamo il costo CT0 è possibile rappresentare il costo totale nel retta di isocosto piano (L,K) e otteniamo la Combinazione di fattori produttivi che genera un certo livello di costo fi fl fl LA RETTA DI ISOCOSTO Retta in cui rappresentiamo le combinazioni dei due input che comportano lo stesso livello di costo totale di produzione per l'impresa MAPPA DEGLI ISOCOSTI LA COMBINAZIONE OTTIMA DEGLI INPUT Combinazione di fattori produttivi che minimizzano il costo totale di produzione, in seguito ad avere fissato un dato valore q* (obbiettivo) La combinazione (L*,K*) ottima corrisponde al punto di tangenza tra isocosto e isoquanto. Il criterio di scelta della combinazione ottima degli input è dato dall'uguaglianza delle produttività marginali I RENDIMENTI DI SCALA Se variano nella stessa produzione tutti gli input (lungo

periodo) cosa succede all'output?

PRODUTTIVITÀ MARGINALE DEI FATTORI E RENDIMENTI DI SCALAfi ECONOMIE DI SCALA

Un'impresa gode di economie di scala quando i costi medi (quanto mi costa mediamente produrre un'unità di prodotto) di produzione diminuiscono all'aumentare dell'output prodotto.

Perché i costi medi diminuiscono all'aumentare della produzione?

MOTIVAZIONI NON TECNOLOGICHE A LIVELLO DI IMPIANTO PRODUTTIVO

  1. Specializzazione e divisione del lavoro (fare una cosa ma fatta bene)
  2. Il <<principio del contenitore>> (sup/vol)- abbattimento costi di stoccaggio di materie prime e semilavorati nell'industria alimentare- L'area (super cie) del contenitore approssima i costi di stoccaggio.- Il volume di materia prima/semilavorato approssima la dimensione produttiva o quantità di prodotto (più materia prima —> più produzione)- Quindi il rapporto super cie/volume approssima l'andamento

Dei costi medi di stoccaggio andrebbe fatto con cilindro, essendo più realistico.

Maggiore efficienza dei macchinari gran.

Prodotti congiunti.

SINTESI

Il termine scala che significato ha?

Si riferisce alla scala produttiva, cioè alla dimensione produttiva di un'impresa.

Come si misura la dimensione produttiva?

  1. Con la quantità di prodotto (q) - o con il valore delle vendite (fatturato = pxq)
  2. Con la quantità di fattori produttivi impiegati:
    • Lavoro - numero di addetti
    • Capitale - valore capitale investito (stato patrimoniale)

DISECONOMIE DI SCALA

All'aumentare della quantità prodotta da un'impresa (scala produttiva) aumentano i costi medi di produzione.

MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLE DISECONOMIE DI SCALA

- Problemi gestionali e di coordinamento: problema del "principale-agente" (difficile controllare dipendenti che non sono incentivati a lavorare al meglio perché non hanno)

(interesse economico)- Peggioramento delle relazioni industriali: aumento del costo del lavoro

- I lavoratori possono sentirsi alienati (es: eccessiva specializzazione del lavoro) (lavoro sempre uguale per tutta la giornata può causare problemi psicofisici)

ECONOMIE E DISECONOMIE ESTERNE DI SCALA

Costituiscono aumenti o diminuzioni del costo medio di produzione

Dovuti alla dimensione del settore di appartenenza (industria) in cui opera l'impresa

Es. disponibilità di manodopera specializzata

LA CURVA DI COSTO MEDIO DI LUNGO PERIODO (CMELP)

Ipotesi:

- i prezzi dei fattori sono dati (non cambiano lungo orizzonte temporale)

- Lo stato della tecnologia e la qualità dei fattori sono dati

- L'impresa sceglie, dato il livello di output, la combinazione di input che minimizza il costo

Può assumere varie forme:

- decrescente, quando vi sono economie di scala

- Crescente, quando vi sono diseconomie di scala

- Costante, quando i costi sono costanti

LA SCALA MINIMA EFFICIENTE

DIPRODUZIONEfi fi ffiRELAZIONE TRA COSTI MEDI E COSTI MARGINALI DI LUNGO PERIODOAnaloga a quella del breve periodoRELAZIONE TRA LE CURVE DI COSTO MEDIO DI BREVE PERIODO E DI LUNGO PERIODO——-> la curva di costo medio di lungo periodo rappresenta l’unione dei punti di minimo dellecurve di costo medio di breve periodoRIPARTIZIONE TEMPORALE PIÙ PRECISARICAVO TOTALE, MEDIO, MARGINALE- ricavo totale —> RT = p q- Ricavo medio —> è l’ammontare ce l’impresa ottiene per una unità venduta RME = RT/q; sel’impresa vende tutta la quantità prodotta allo stesso prezzo allora il ricavomedio è pari a p (pq/q)- Ricavo marginale —> è l’incremento di ricavo ottenuto da un’unità aggiuntivavendutaPer analizzare l’andamento dei ricavi (totale, medio e marginale) rispetto all’output è necessariodistinguere le condizioni del mercato in cui opera l’impresa-

impresa non in grado di influenzare il prezzo di mercato- Impresa in grado di influenzare prezzo di mercato

IL PREZZO È DATO:

I RICAVI QUANDO la q prodotta dall'impresa non influenza il prezzo di mercato

Un'impresa può influenzare il prezzo di mercato facendo spostare la funzione di offerta, ma questo succede se l'impresa ha una dimensione produttiva abbastanza elevata

La curva di domanda dell'impresa è una curva orizzontale- ricavo medio -> è costante e pari al prezzo

Ricavo marginale -> è anch'esso costante e pari al prezzo (uguale al valore medio)

Ricavo totale -> si rappresenta con una linea retta passante per l'origine e con pendenza pari al prezzo

Se l'impresa è piccola rispetto all'offerta di mercato:

- la quantità prodotta non sposta l'offerta di mercato

- L'impresa vende al prezzo che si stabilisce sul mercato

- L'impresa subisce il prezzo di mercato (Price)

taker)I ricavi quando l’impressa non in uenza il prezzo:ff ff fl fl fl fl fl ffRICAVI QUANDO L’IMPRESA INFLUENZA IL PREZZO DI MERCATOL’impresa in uenza il prezzo di mercato solo quando la quantità prodotta, rappresenta una quotarilevante dell’o erta di mercato—> aumenta la quantità pronta dall’impresa —> si sposta la funzione di o erta —> si spostaverso destra (aumenta l’o erta di mercato)Cosa succede al prezzo, a parità di domanda?—> diminuisce il prezzoI RICAVI QUANDO IL LIVELLO DI PRODUZIONE DELL’IMPRESA INFLUENZA IL PREZZO- ipotesi: una sola impresa rappresenta tutta l’o erta di mercato- Il prezzo di mercati sarà dato dall’incontro tra la domanda di mercato e la quantità o erta daquale’impresaQuindi il prezzo dipende dalla quantità prodotta dell’impresa Ricavo totale èmassimo allora ricavomarginale è 0ELASTICITÀ DELLA

DOMANDA E FUNZIONE DI RICAVO TOTALE

Conoscendo la funzione di domanda si può calcolare l'elasticità in ogni punto della funzione: elasticità puntuale della domanda

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO

utilizzando costi e ricavi totali -> Impresa che influenza il prezzo

Il profitto è massimo dove è massima la differenza tra ricavo e costo totale

Il punto di pareggio è la quantità minima che mi permette di coprire tutti i costi di produzione

Il prezzo di pareggio è invece il punto di minimo dei costi medi.

CONDIZIONI GENERALI DI MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO

Il profitto è una funzione della quantità prodotta, come ogni funzione può essere massimizzata

Per massimizzare la funzione di profitto totale, calcoliamo la derivata prima rispetto alla quantità e la poniamo pari a zero

MASSIMIZZAZIONE PROFITTO USANDO RICAVI E COSTI MEDI MARGINALI (impresa che influenza il prezzo) Con i valori marginali si

Usiamo le curve di

Ricavo marginale e costo marginale per trovare il livello di output (q) che massimizza il profitto. La condizione che so è l'entità di profitto che massimizza è RMG = CMG.

Il profitto totale è profitto medio per quantità (profittoTOT = profittoME * q).

  1. Individuare il livello di q* in cui CMG = RMG
  2. Al livello di q* calcolare la distanza tra CME* e RME* (RME* - CME* = profitto medio*)
  3. Il massimo profitto si ottiene quando la distanza tra CME* e RME* è massima
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
55 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/01 Statistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher filirodi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e statistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Cavicchioli Daniele.