vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ADOLESCENTI E FAMIGLIA
La famiglia nel contesto sociale
Le relazioni fra genitori e figli in adolescenza si modellano ed evolvono in parallelo con i valori propri di ogni
societò. Tuttavia è più corretto riconoscere che la famiglia non è più l'unico agente di socializzazione dei figli
e questo implica, a sua volta, cambiamenti importanti nelle relazioni familiari. Il rapporto genitori-figli
oggigiorno noon può esseere più inteso nei termini tradizionali di dipendenza dei secondi dai primi,
dipendenza che caratterizzava tutta la fasd dello sviluppo, adolescenza compresa, sino al momento
dell'uscita dalla casa paterna per ondare un nuovo nucleo. L'adolescenza è oggi considerata non soltato
come un evento critico che riguarda il ragazzo e la ragazzza che si avviano a divnire adulti, ma soprattutto
come una impresa evolutiva congiunta di genitori e figli, volta a rendere possibile il reciproco distacco
senza rotture irreparabili. L'adolescenze deve costruirsi la propria autonomia sapendo però comunque di
poter contare sul quel sostegno psicologico della famiglia da cui si allontana. Da parte dei genitori invece
devono accetare l'allontanamento del figlio o della figlia da casa pur considerandolo parte integrante del
nucleo famigliare, e perchè no magari avere la sicurezza di poter contare su di lui quando diventaranno
vecchi.
Teoria sistematica: analizza questa singolarità dell'evoluzione organizzativa e affettiva della famiglia. Questa
teoria ha concetualizzato la famiglia come un sistema dinamico e aperto, in cui tutti i componenti sono
strettamente interdipendenti, legati cioè da ifnluenze bidirezionali (reciproche). Come i genitori e i fratelli
influenzano l'adolescente, a sua volta l'adolescente con i suoi cambiamenti influenza le relazioni familiari.
Secondo tale teoria, inoltre, il sistema familiare tende a funzionare in modo continuo e stabile trovando
man mano nuovi equilibri e nuove forme organizzative—> è un utile strumento per comprendere le
dinamiche nella vita familiare e interpretarne certe disfunzioni, nei confronti delle quali ha permesso di
elaborare un'interessante tecnica di intervento terapeutico.
La teoria sistematica e le concettualizzazioni (da vedere nel libro) non possono essere estese a qualunque
tipo di famiglia in quanto si basina su un prototipo ben specifico di famiglia non prendendo in
considerazione tutte le altre mille combinazioni che possono esistere in una società moderna come questa.
Individuazione e comunicazione
Con il progredire dell'adolescenza , i rapporti con i genitori diventano più paritari e simmetrici. Si tratta, per
i genitori, di cercare di ocmunicare in modo appropriato per mantenere una buona relazione con il figlio
che, da parte sua, deve trovare il modo di emanciparsi dalla tutele dei genitori senza che questo
allontanamento psicologico significhi una rottura dei rapporti.
Individuazione dell'adolescente: il concetto di individuazione si riferisce allo sforzo compito
dall'adolescente per acuisir una propria identità originale superando le diverse identificazioni con i familiari
e con altre figure adulte significative.
Conflitti e tipi di famiglia
Uno stereotipo ancor oggi diffuso sostiene che l'adolescenza è l'età dei conflitti più profondi e dolorosi fra
genitori, figli e figlie.
''fossato fra generazioni'': definizione utilizzata per designare l'estrema difficoltà di intendersi fra adulti e
giovani, si riferisce in modo prevalente, al rapporto tra genitori figli/figlie adolescenti. Nel rapporto
genitori-adolescenti è indubitabile che lo sforzo di prender la distanza dai genitori messo in atto dagli
adolescenti è una probabile causa di conflitto (un conflitto esisto solo se vi è un interesse reale--> no
interesse--> no ragioni di conflitto).
Diana Baumrind--> due dimensioni fondamentali in tutti gli stili parentali:
1. l'accettazione--> che consiste nel fatto che i genitori accettino il figlio per quello che è,
valorizzando le qualità che ha senza pretendere di modellarlo a loro immagine.
2. Il controllo--> consiste nel guidare il figlio, aiutarlo e stimolarlo nelle scelte che fa, dettargli dei
ritmi di vita adeguati alle sue caratteristiche.
I genitori possono essere (da guardare i dettagli nel libro pag. 79):
1. autorevoli
2. autoritari
3. permissivi
I genitori permissivi (secondo Maccoby e J.A. Martin) si suddivido a loro volta in:
1. genitori indulgenti
2. genitori privi di interesse
5° ADOLESCENTI, SCUOLA, LAVORO
Scuola e socializzazione
Scuola= socializzazione culturale
''Il compito della scuola è divenuto quello di contribuire in modo dominante alla formazione non sono le
tecnici e super tecnici delle successive rivoluzioni tecnologiche, ma anche dei futuri cittadini di un paese
democratico.''
La preparazione sociale in un primo memento era limitata alla sola famiglia poi anche--> scuola. Un
cittadino capace di impiegare al meglio le proprie abilità operative e di usufruire pienamente dei propri
diritti civili è, nella stragrande maggioranza dei casi, una persona che ha ricevuto una formazioni ulteriore
(professionale, tecnica o scientifico-umanistica) dopo la scuola d'obbligo.
Il disagio scolastico
Le ricerche dimostrano che l'insuccesso scolastico (ripetenze, abbandoni, in breve il fenomeno dorp out)
riguarda in modo prevalente gli adolescenti maschi. Fra i compiti di sviluppo che gli adolescenti devono
affrontare, quelli concernenti la scuola appaiono collegati in modo stretto con esperienze personali di
riuscita o d insuccesso, fattori che incidono fortemente sull'autostima e sullo stesso concetto di sé (buona
condotta= intelligente// scarso con i voti= poco intelligente). Molte situazioni di difficoltà scolastica
provocano ansia, tensione e paura, fenomeno di cui la diffusione degli psicofarmaci fra studenti e
studentesse costituisce un riscontro evidente.
Disagio sociale: il termine è stato usato spesso in modo vago, alludendo, senza precisarlo chiaramente, a un
qualsiasi malesessere connesso con la scuola. Il disagio scolastico è una sindrome di malessere psicologico
causato da un'esperienza scolastica insoddisfacente da vari punti di vista. Si tratta di un'esperienza a volte
assai negativa, provocata da una molteplcità di fattori:
1. scarso rendimento scolastico
2. insofferenza derivante dall'incapacità di adattarsi al regolamento scolastico
3. una percezione negativa di sé che deriva sia dal confronto con gli insegnanti, sia dal confronto con i
propri compagni di scuola sul piano delle prestazioni scolatiche, delle abilità sociali, dell'aspetto
fisico etc.
Il complesso delle relazioni che caraterizzano l'esperienza scolastica costituisce il clima psicologico della
classe e dell'istituzione, clima che contribuisce in modo preponderante a connotare in termini positivi o
negativi la stessa esperienza scolastica degli adolescenti.
Insegnanti e studenti--> sul libro
Scuola e sistema istituzionale
Nicholas Emler e Sthephen Reicher: (due psicologi sociali inglesi), hanno dimostrato che un cattivo
funzionamento della scuola danneggia chi la frequenta non soltanto a livello individuale (perdita della stima
dié, disimpegno e apatia), ma anche a livello degli atteggiamenti e comportamenti nei confronti delle
istituzioni sociali. Per inserirsi a pieno titolo nel mondo adulto, ogni individuo deve aver maturato nel corso
del processo di crescita un orientamento nei confronti di queste entità (polizia, sistema produttivo,
finanziario burocratico e cosi via), sulla base della rappresentazione che se ne è fatto, che può essere
positiva (sono dispositivi utili per la vita sociale e la partecipazione a essa) o negativa (strumenti per
discriminre, impedire la partecipazione dal basso). Quindi l'esperienza scolastica fornisce le basi per la
comprensione del funzionamento dei diversi sistemi istituzionali. Egli inoltre, a seguido di una ricerca
empirica solida, dimostrarono che gli atteggiamenti verso l'istituzione scolastica e verso altri sistemi
istituzionali appartengono allo stesso universo simbolico. Il che vuol dire che un eventuale atteggiamento di
sfiducia verso la scuola, che si consolita nell'adolescente attraverso l'esperienza personale, ha buone
probabilità di essere adottato, attraverso un processo di transfert, anche nei contronti di altre istituzioni
sociali.
Si è adolescenti anche senza la scuola?
Nei paesi economicamente e culturalmente più avanzati l'obbligo scolastico dura sino ai 18 circa, ma accade
che un certo numero di adolescenti si orienti verso l'inserimento nel lavoro al termine della scuola
obbligatoria, che altri abbandonino le superiori dopo un anno o due di insuccessi più o meno gravi, che altri
semplicemente escano da ogni sistema formativo senza apparenti alternative. È raro che un abbandono
prima della conclusione del ciclo scolastico o nei primi anni delle superiori avvenga senza che il soggetto
abbia vissuto conflitti rilevanti con la logica che informa il sistema scolasatico. È difficile sostenere che non
atraversi una vera e propria esperienza adolescenziale chi, inserito nella cultura di oggi, per una qualsiasi
ragione non frequenti la scuola tra i 13 e i 18 anni (perché: crescita biologica, conflitti con la famiglia,
subiscono le influenze della moda e dai mass-media). È probabile che per chi non frequenta la scuola lo
sforzo di riorganizzazione del sé risulti più difficile e problematico che per la gran parte degli studenti.
Questo è dovuto non solo al fatto che non sempre gli ambienti extrascolastici forniscono gli stessi stimoli
della scuola per facilitare lo sviluppo delle competenze critiche necessarie per destreggiarsi nella realtà
sociale, ma anche al fatto che le difficoltà connesse con il trovarsi in un ruolo marginale rispetto agli
studenti aumenta la probabilità che questi soggetti cedano alle pressioni consumistiche. Sono adolescenti
che vivono esperienze più difficili e gravose dei loro coetanei studenti.
6° STARE IN GRUPPO
I raporti con i coetanei, le alterne vicende dell'amicizia, la partecipazione alle ''compagnie'' sono al centro
dell'adolescenza e costituiscono, al di là della loro apparente temporaneità, un elemento fort di costituzione
della competenza sociale e della riorganizzazione del sé di ogni adolescente.
La relazione fra amici
importanza crescente agli aspetti psicologici dell'amicizia in particolare all'intimità, all'autenticità,
➔ all'accettazione reciproca e al fatto di avere gusti e aspirazioni simili.
Diminuisce in genere il numero dei ''veri amici''; ci si orienta in modo privilegiato su pochi coetanei,
➔