Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
FENOMENI PIU' COMUNI DERIVATI DALL'INFLUSSO DEL PARLATO NELLA SCRITTURA
Le regole le detta chi parla, la comunità dei parlanti. In un certo momento si decide che un certo
fenomeno che una volta venivano considerati scorretti poi viene accettato. E' l'uso dei parlanti che
determina l'accettabilità di un fenomeno o meno.
Sono fenomeni presenti nel parlato e che talvolta passano nella scrittura, vediamo quelli di questi si
possono accettare e quali invece bisogna respingere.
Esistono fenomeni sub-standard: fenomeni sempre inaccettabili (sotto il livello standard) e quelli
neo standard: che fino a qualche anno fa non erano accettabili ma oggi incominciano ad essere
considerati accettabili.
– modifiche della cotruzione sintattica in corso di enunciazione (cambio di progetto) →
fenomeno sub standard, Anacoluto: Ho un soggetto a cui non corrisponde un verbo. Capita
frequentemente nella lingua ma non va accettata nella scrittura: ad esempio “i figli...ci pensa
mia moglie”;
– gli per loro: marco e luca mi hanno chiesto di dargli il tuo numero di telefono. Marco e luca
mi hanno chiesto di dare LORO (sarebbe più corretto). Si è diffuso nello scritto. Forma
accettabile? Dipende dal contesto in cui ci troviamo, in un contesto di alta formalità è
meglio evitarlo; (sub standard: gli per le).
– reduplicazione pronominale → quando un pronome viene ripetuto 2 volte senza che ce ne
sia una necessità: a me mi piace. È considerato più scorretto per la prima persona ma non
per le altre comunque è sub standard.
– lui, lei, loro = soggetto → neo-standard. Le forme corrette sarebbero egli, ella, essi ed esse.
Nella scrittura egli si trova di più rispetto ad ella. Manzoni usa il fiorentino contemporaneo e
quindi usa lui e lei come soggetti. La norma è in movimento.
– uso di articolo + nome proprio → uso molto marcato dal punto di visto regionale, forme sub
standard. La Sara.
– Articolo davanti ai cognomi → la norma oscilla c'è chi lo usa e chi no. E più una
consuetudine. Evitarlo al maschile e al femminile dipende dall'ascoltatore. Norma in
movimento.
– costrutti preposizionali con il partitivo → ho comprato delle arance e delle pere al posto di
alcune. Forma accettata, forma neo standard.
– uso “affettivo” del pronome → fenomeno sub-standard: mi bevo un caffè, mi compro le
scarpe. È come se fosse una cosa gratificante. Va evitato nello scritto, pronome inutile.
– concordanza ad sensum con nomi collettivi → per esempio “un centinaio di soldati partì per
la guerra”, a volte si usa “partirono”: si concorda non secondo la norma grammaticale,
centinaio è singolare, e il parlante tende ad accordare il plurale. La norma vorrebbe il
singolare. Ma va bene, fenomeno neo-standard: si è diffuso molto nel parlato e viene
accettato nello scritto.
– che polivalente → è il che pronome relativo che spesso viene usato al posto di in cui, a cui,
ecc.. viene usato in modo improprio al poso dei nessi relativi ad esempio “maledetto il
giorno che ti ho incontrato” → che polivalente, dovrebbe essere “maledetto il giorno nel
quale ti ho incontrato”. “la notte che (polivalente → svolge una funzione che non gli è
propria) uscimmo dall'euro” sarebbe meglio “in cui”. Sub-standard.
– uso del presente per il futuro indicativo → “domani andiamo a trovare i miei amici”. Per
fatti certi viene considerato una forma accettabile. Neo-standard.
– uso dell'imperfetto nel periodo ipotetico dell'irrealtà → “se me lo dicevi prima ti davo una
mano”, “se me lo avessi detto prima, ti avrei dato una mano”. Sub-standard.
– uso dell'indicativo al posto del congiuntivo → “può darsi che hai ragione” sarebbe “può
darsi che tu abbia ragione”. Sub-standard.
Fenomeni a cui fare attenzione quando si scrive in registri medi/alti della lingua. (sono tutti sub-
standard nello scritto d'esame che è meglio).
STRUTTURE DEL TESTO (come è fatto sia negli aspetti macroscopici (superficiali) e
microscopici (sottili)) – 2 Argomento
Macroscopici → un testo è formato da una serie di elementi come i capitoli, all'interno paragrafi e
all'interno capoversi: struttura complessa in cui unità più piccole si uniscono per formare un unità
più grandi.
Aspetti Macroscopici (capitolo 4 - libro)
Dintorni del testo → come ad esempio il frontespizio, inseriscono il testo all'interno di una cornice.
Caratteri speciali → mettono in rilievo i concetti principali, parole chiave (grassetto, corsivo ecc..) e
possibilità del testo di segnalare le cose più importanti in base alla veste grafica del testo (testo,
citazioni e note).
Aspetti Microscopici → si colgono facendo un'attenta lettura del testo, non sono evidenti a colpo
d'occhio, hanno a che fare con la coesione del testo, data dal legame dei vari elementi sul piano
grammaticale. A svolgere la funzione di coesione sono sinonimi, iperonimi, pronomi, nomi generali
e perifrasi. Altri aspetti da ricordare che forniscono coesione e coerenza al testo sono i “connettivi”
o “legamenti” che legano parti diverse del testo.
Connettivo → parole o locuzioni che indicano sia i passaggi da un capoverso all'altro sia i rapporti
tra elementi interni a uno stesso capoverso. I connettivi aiutano a esplicitare le relazioni logico-
semantiche tra le parti di un testo. Possono essere tra un capoverso e l'altro e spesso sono a inizio
capoverso e anche all'interno di una frase.
Non rientrano nella distinzione abituale nelle parti del discorso perchè questa funzione può essere
ricoperta da parti del discorso diverse: i connettivi possono essere congiunzioni, preposizioni e
avverbi. Hanno ad esempio la funzione di segnalare i rapporti di causa- effetto, ciò che viene prima
e ciò che viene dopo (pagina 91-92, vedi i principali connettivi).
FOTOCOPIA 3 (retro) (pagina 93 del libro).
Si parla della giovinezza di Cavour e della sua famiglia. Qui viene messo in evidenzia la funzione e
l'utilità dei collettivi e perchè contribuiscono alla coesione e coerenza del testo.
“il regime consolare... vantaggi” → uso di molti connettivi con funzione temporale, servono per
disporre correttamente nel tempo vari eventi.
Testo complesso per i contenuti ma che viene reso più semplice grazie all'uso dei connettivi.
Aiutano il lettore a orientarsi nel testo e lo rendono quindi molto più chiaro.
LA SCRITTURA
le forme più semplici sono testi scritti composti a partire da altri testi scritti. Sono riformulazioni.
Come ad esempio la parafrasi o riassunto di un testo. Sono anche operazioni che si compiono anche
nella sfera del parlato: intervento del russo: molto spesso le cose di cui parliamo sono cose che
abbiamo già sentito, formuliamo continuamente cose già sentite. Idea che ciò che noi diciamo sia
inserito in una grande rete di persone che riprendono ciò che diciamo, lo riferiscono ad altre ecc... in
una sorta di gioco continuo in cui le parole vengono prese, riferite ecc... “hai sentito quello cosa ha
detto? Ecc..”. si riformula ciò che un altro ha detto. A volte riformulare significa anche condividere
come ad esempio anche filmati immagini ecc.. una foto si condivide e viene commentata ed è un
continuo riprendere, riformulare, rielaborare in un gioco infinito.
La riformulazione classica è quella riferita alla parafrasi e al riassunto. 4 tipi di riformulazione:
1. schede → schede in cartone ed elastico attorno, sistema di archiviazione. Si ricercavano
delle cose.
2. Appunti → passaggio dall'oralità alla scrittura, si eliminano tutti i tratti dell'oralità
(ripetizioni, riempitivi ecc) più operazione di sintesi. Riformulazione complessa. Tanto più
sono organizzati e tanto assomigliano a un riassunto. Appunti non organizzati e quelli
organizzati (validi solo per me, validi anche per gli altri).
3. Parafrasi → la vediamo riferiti a testi di italiano burocratico, pubblica amministrazione: è un
modello che bisogna conoscerlo per evitare gli errori di chi scrive in italiano burocratico.
Vediamo cosa non è italiano professionale ma è burocratico. La parafrasi aiuta a individuare
questi fenomeni.
Si interviene nel testo a 3 livelli con la parafrasi:
- livello lessicale
- sintattico
- contenutistico
nella parafrasi intervengo per semplificare il lessico, a livello sintattico cerco di trasformare
il testo adeguandolo alla sintassi dell'italiano moderno e di fronte a passaggi complessi a
livelli del contenuto rispetta il livello di partenza ma cerca di rendere il testo più accessibili a
livello di contenuti.
Punto di partenza essenziale per farla è la comprensione del testo iniziale.
Studio del 2012:
5 per cento → [Analfabetismo] → persone che avendo imparato all'inizio a leggere a
scrivere se ne sono poi dimenticati
38 per cento → riuscivano a leggere un testo in modo poco fluido e bassa capacità di
comprensione
1 su 3 non era in grado di comprendere periodi complessi
22 per cento → piena padronanza e capacità di comprensione di un testo complesso.
Nella parafrasi abbiamo la trasformazione di un testo di partenza in un testo di arrivo attraverso una
riscrittura integrale, il testo viene completamente riscritto. La parafrasi rende il testo più accessibile
nella forma e nel contenuto ed è simile alla traduzione. Il problema è la variabilità diacronica →
operazione complessa di passaggio dall'italiano antico a quello moderno.
I testi che vengono per lo più parafrasati sono quelli poetici, di italiano antico (Boccaccio), testi
dialettali per renderli accessibili a un pubblico più ampio, e testi scritti nell'italiano burocratico,
lingua della pubblica amministrazione (testi prodotti da uffici), o ancora testi scritti in linguaggi
settoriali, come ad esempio il linguaggio medico e quello giuridico.
I principali interventi che si fanno sono:
– la sostituzione lessicale attraverso sinonimi, passando da una parola arcaica o specialistica a
una parole del linguaggio comune;
– modifica della costruzione sintattica, eliminando le inversioni (poesia) e recuperando
l'ordine SVO. (pagina 116).
Ci concentriamo sulla parafrasi di testi burocratici, già Calvino e Pasolini avevano notato che come
la lingua ufficiale fosse sempre più lontana dall'italiano comune, oscuro e incomprensibile dai
cittadini. Sono testi che appartengono alla sfera anche dell'italiano professio