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SCHILLER
“Lettere sull'educazione estetica dell'uomo”
1795
Fu influenzato da Kant elaborando una teoria originale.
1795 → 5 anni dopo la pubblicazione della “Critica del giudizio”, inoltre nel 1789, c'èera stata la
rivoluzione francese e il periodo del terrore.
Schiller è un intellettuale invischiato nella cultura del suo tempo, politica del suo tempo e
interessato alla divisione politica e conseguenze sul piano politico.
La critica di Gadamer sarà che Shiller ha decretato la distinzione netta tra Arte e vita nella sua
ricerca della via trascendentale alla bellezza ed egli decreta che la bellezza e l'arte siano delle cose
non date qui e ora.
Mentre per Kant Gadamer ha un occhio più attento, per Schiller Gadamer non mostra alcuna
sensibilità. E' presente un'interpretazione monolitica che trascura la parte della filosofia di Schiller
che lega l'estetica alla politica che invece su molto sottolineate da Marcuse.
Si tratta di una serie di lettere.
Schiller le scrive al suo mecenate, al principe che lo protegge e che gli da da vivere.
Queste lettere furono pubblicate n un giornale dell'epoca e in queste lettere si vede come Schiller
mantiene la forma epistolare.
Parte dal problema contemporaneo: perchè occuparsi della bellezza dell'arte in tempi di così forte
travaglio politico? Non significa perdere le nostre energie in aspetti della nostra esperienza
marginali e poco significativi? Schiller a questa domanda che lui stesso si pone risponde sostenendo
che se il suo interlocutore avrà la pazienza di leggere queste lettere Schiller dimostrerà che
l'educazione alla bellezza e all'arte costituiscono il mediatico per lo sviluppo di un novo tipo di
cittadino.
5 anni dopo la Critica del Giudizio → in delle lettere vediamo che Schiller ammette di aver avuto
difficoltà nel leggere la prima critica del Giudizio e afferma che invece ha trovato più facile leggere
la terza critica.
Nelle lettere troviamo molte tracce della filosofia kantiana, sottolineiamo tuttavia la sua originalità
delle istanze che guidano la filosofia di Schiller che trovano nella lettura di Kant degli strumenti per
articolare in maniera sistematica alcune istanze sue proprie che sono antecedenti alla lettura della
critica del giudizio.
Secondo Parison queste istanze (temi)sono 2:
1. ideale dell'uomo completo → ideale dell'umanità perfetta e compiuta, di un uomo totale in
cui tutte le facoltà sono sviluppate in maniera armonica, senza che nessuna prevalga sulle
altre; l'intelletto non si limita a imbrigliare la sensibilità ma il loro gioco reciproco riesce a
mantenere un equilibro in cui anche la sensibilità trova la sua partecipazione; ideale di un
uomo in cui sensibilità e intelletto sono equilibrate tra di loro.
2. Educazione estetica → educazione alla bellezza come strumento di realizzazione di questo
ideale dell'umanità; lo strumento per perseguire questo tipo di ideale umano è la coltivazione
di un'educazione alla bellezza.
Schiller dedica le prime lettere da una parte a rispondere alla domanda che si era fatto, che senso ha
di occuparmi di cose che sembra non influissero sulla politica, e dall'altro Schiller parla della
grecità, è incantato di un dipinto della grecità, di una sua concezione di un luogo in cui gli uomini
potevano essere uomini totali, in cui le varie istanze che governano l'uomo quelle sensibili e
intellettuali potevano trovare un equilibro dando vita a cittadini che potessero utilizzare la
democrazia nei migliori dei modi.
Ma secondo Schiller questo ideale dell'umanità è perduto, perchè per l'uomo è naturale produrre la
cultura che produce germi che producono a un entrata in crisi della natura umana.
Schiller si pone la questione di come affrontare questo problema.
Problema politico → Dati gli esiti e le conseguenze della rivoluzione francese, bisogna lavorare in
profondità a u rinnovamento antropologico, occorre che ogni uomo, ogni singolo cittadino possa
essere esposto a un'educazione estetica tale capace di fare di lui un uomo equilibrato, l'uomo in cui
le varie facoltà trovano un'armonia e un aggiustamento reciproco felice, è il solo capace di essere
anche il cittadino politicamente responsabile e reggere il peso di uno stato democratico. Il problema
politico può essere affrontato non direttamente, attraverso una rivoluzione, ma indirettamente
attraverso una coltivazione dell'uomo, un rinnovamento umano. Per Schiller il problema politico
resta il termine verso il quale la sua filosofia tende e per perseguirlo occorre un rinnovamento
antropologico e un educazione di tipo estetico. In Schiller si ripropone una connessione triatica,
politica, estetica e antropologia.
Lettera X – Una via trascendentale alla bellezza
“ma ciò sembra presupporre... limite accidentale” → Schiller parlando con il suo mecenate, per
giungere al perfezionamento dell'umanità ma questo presuppone una via trascendentale della
bellezza. Schiller afferma che si mira a una riforma politica sostanziale legata a un rinnovamento
antropologico che vuol dire superamento dell'umanità contemporanea a Schiller in cui le facoltà
sembrano andare in direzioni opposte e contrastanti, come strada per giungere una soluzione
politica, e per giungere a questo rinnovamento occorre una forma di educazione alla bellezza e
quindi vi è il problema di cosa sia la bellezza → allora Schiller non possiamo testarci ai concetti
empirici dell'esperienza e così facendo ci facciamo incantare da concetti che ci inducono in errore,
ma dovremmo perseguire una concezione trascendentale della bellezza, cercare una concezione,
nozione di bellezza che sia capace di fungere da criterio per discriminare/valutare di volta in volta le
singole occorrenze sensibile della bellezza.
Operante un modello analogo di quello kantiano in cui si cerca di sviluppare un approccio filosofico
di tipo trascendentale che si occupa delle condizioni trascendentali di possibilità delle singole
esperienze empiriche.
Per Kant tuttavia il trascendentale è costituito dalle condizioni che rendono possibili i giudizi, il
richiamo al trascendentale si configura come al richiamo di un ideale di bellezza che non si da mai
nell'empiria e che quindi non è mai raggiungibile nell'esperienza qui e ora; in altri termini la via
trascendentale sembra riferirsi a un ideale di bellezza estraneo alla realtà → motivo fondamentale
che induce Gadamer che la svolta decisiva nella cultura estetica è stata compiuta da Schiller.
Inoltre Schiller si è occupato varie volte della bellezza, e il suo punto è che la concezione della
bellezza di Kant è insoddisfacente, lui è insoddisfatto della definizione che Kant da della bellezza in
quanto è pur sempre una definizione soggettiva ma lui ambisce a una definizione oggettiva della
bellezza.
Come facciamo ad arrivare a una concezione della bellezza trascendentale e non empirica –>
dobbiamo farlo attraverso un processo astrattivo che deduce la bellezza dalla stessa natura razionale
dell'uomo. La sua dottrina antropologica sulla natura umana come delineata da due istinti : uno
quello sensibile/materiale → impulso a soddisfare i bisogni umani, dall'altra parte vi è l'istinto
formale → ci spinge a rinvenire un ordine ovunque, che sia di tipo cognitivo o morale, di fronte al
disperdersi incontrollabile nella soddisfazione degli bisogni.
I due oggetti degli impulsi da una parte sono il mantenimento della vita (istinto sensibile) e la forma
stessa (istinto formale), imporre una forma, imporre una legge morale rispetto alla varietà delle
nostre possibilità di azioni.
La bellezza viene dedotta da questa dottrina antropologica, si configurerà come forma vivente, cioè
una felice e armonica composizione dei due oggetti degli istinti di base che caratterizzano la
natura umana.
2/10
Per rispondere al problema politico dobbiamo passare attraverso un educazione estetica imperniata
su una concezione di ciò che l'uomo è o dovrebbe essere: la predisposizione da parte dio Schiller di
una dottrina antropologica, l'uomo secondo Schiller sarebbe caratterizzato da due impulsi
fondamentali ma prima presuppone una distinzione tra persona e stato:
1. persona → componente dell'individuo che permane identica a se stessa nel tempo attraverso
i vari cambiamenti;
2. stato → i vari cambiamenti, situazioni mutevoli, le singole determinazioni cui di volta in
volta il singolo individuo sarebbe sottoposto.
Poi segue la dottrina dei due impulsi → ogni uomo è caratterizzato dalla compresenza di due
impulsi o istinti, propensioni naturali, innate, diverse tra di loro non necessariamente
contraddittorie, escludentesi tra di loro ma in principio armonizzabili. Schiller sostiene che queste
due tendenze attualmente nel mondo a lui contemporaneo si trovano contrapposte e sembrano non
armonizzabili ma questo è un dato di fatto qui e ora; i due impulsi possono e devono coesistere per
formare l'uomo totale. Coesistevano nell'uomo greco e possono di nuovo a tornare a coesistere
armonicamente. Si tratta di due istinti diversi ma non necessariamente contrapposti.
I due impulsi sono:
1. Impulso materiale/sensibile/sensuale (Stofftrieb) → la sensibilità è intesa nel senso
dell'urgenza materiale, delle nostre necessità legate al mantenimento della vita.
Come veicolo per mantenere e protrarre la vita. Deriva dalla natura sensibile dell'uomo.
Nella misura in cui noi tendiamo a soddisfare di volta in volta i nostri bisogni gli stati in cui
la nostra identità è sottoposta tendono a succedersi nel tempo uno dopo l'altro in maniera
torrenziale dissolvendo la personalità. Nel perseguimento dell'impulso materiale l'uomo si
trova a essere passivo perchè è condizionato dalle circostanze e questo lo espone al tempo e
alle circostanze e lo può esporre in maniera misurata se contemperata dall'impulso se invece
non c'è un contemperare l'individuo tende a perdere la propria identità, a dissolverla. Non è
un impulso che ci garantisce la libertà: poiché ci sottopone a necessità fisiche. Perseguire in
maniera unilaterale questo impulso significa essere schiavi delle nostre necessità materiali;
2. Impulso formale (Formtrieb) → impulso a dare forma, a imporre un'ordine a ciò che in sé
ordinato non è. A imporre una forma a ciò che in sé è informe. Questo impulso deriva dalla
natura razionale dell'uomo e si manifesta in tanti modi, soprattutto un ordine che viene
cercato a livello morale. Tende a liberare l'uo