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Lo schermo sonoro e la musica per film
L'allestimento sonoro: dal pianoforte in sala al laboratorio
Se suonate al cinema fatelo con intelligenza
- Nel cinema muto la musica veniva eseguita dal vivo con un pianoforte sotto lo schermo
- Era una musica non scritta, di improvvisazione, e chi suonava lo faceva attraverso luoghi comuni musicali, formale.
- Era una situazione precaria, penalizzata nella sala piccola anche dalla pessima organizzazione.
- Vi lavoravano nelle sale però anche bravi musicisti, come Šostakovič, anche se per necessità economica.
- Nel 1909 la "Edison Company" inizia a pubblicare settimanalmente i "Kinetogram" ovvero delle raccolte di suggerimenti musicali per le varie pellicole.
- Le indicazioni erano molto generiche e lasciavano molto spazio all'interprete, si davano solo una suggestione sull'emotività e la rapidità della scena.
Sulla stessa onda anche la rivista "The moving picture show" iniziò a pubblicare questi "suggerimenti".
Fino a Max Winkler, impiegato della Carl Fischer, che iniziò a fornire le case cinematografiche dei "cue sheets" aiutando i musicisti ad eseguire le scelte forme.
Fu il primo passo verso una drammaturgia musicale.
nel cinema.
- Per via anche di questioni economiche (un film musicato bene rendeva di più), iniziano a svilupparsi:
- music cue
- musical suggestions
- cue sheets
Si passa così da generiche indicazioni a precise indicazioni di titoli di brani musicali.
Un esempio è la pubblicazione nel 1910 di un foglio per il film di Frankenstein dalla Edison Company.
Per quanto scelte ingenue e ripetitive si può anche individuare una sorta di antenato delle "leitmotiv" che:
- informano sullo status dei personaggi
- parlano del contesto narrativo
- definiscono le personalità
Via via le musiche divengono più precise e nel 1912 nei musical plots del Moving Picture Show iniziano a distinguere le:
- musical set-up
- cues
Ogni biblioteca cinematografica inizia ad avere le sue partiture che vengono poi adattate ad ogni sala e al suo organico.
Nascano allora dei tipi di partiture pensate però non ad uno specifico film, a una specifica situazione.
- Montaggio e stampa colonne
- Diffusione del film
- Questo elenco evidenzia molto bene come siano fondamentali la collaborazione e l'attenzione in ogni singolo passaggio.
- Infine si distinguono in generale alcuni momenti:
- pre-produzione
- scrittura
- registrazione
- postproduzione
- Il compositore cinematografico deve quindi costantemente dialogare con registi, tecnici e musicisti.
ERO ORMAI N. 14094: UN NUMERO SPAVENTANTE
- Per capire i cambiamenti a livello lavorativo che ci furono è significativa l'esperienza di Mario Castelnuovo tedesco
- Emigrato inizia a lavorare come musicista per la MGM
- Gli appare incomprensibile la macchina standardizzata della produzione musicale, con diverse fasi, in cui in primo piano vi sono le figure dell'orchestratore e del direttore del dipartimento musicale
- Ogni individuo però è un elemento di una lunga catena ed agisce in maniera independente.
- Proprio per questo spesso la musica per film rischiava di perdere la propria identità.
- Guido M. Gozzi provò invece a nobilitare la musica
- In quest'ultima la musica di Bach è così importante da essere indissolubilmente legata ad essa, in una dialettica costante e in una scelta autoriale molto forte.
- Musiche vecchie, con una storia e con sedimentazioni storiche alle spalle, portano ancora nuovi significati alle scene o sono esso stesso ad acquisirne di altri.
- Possono però talvolta nascere dei fraintendimenti dalle scelte di accostamento (es. "Prenom Carmen" di Godard nella scena finale).
- I registi che riducono così il ruolo del compositore pensano fin da subito, il loro film e il loro cinema in termini musicali, come se fossero riconducibili ad opere musicali.
- Il cinema di Luchino Visconti invece richiama il clima del teatro d'opera. Esempio lampante è il suo film "Senso" che si apre nel teatro La Fenice di Venezia in cui va in scena il "Trovatore".
- Renoir ne "Le regole del gioco" invece riprende il passato, pensando ai movimenti melodici di una fuga.
- Per Tarantino, ancora, la musica è ispirazione per la scena.
Prima la musica e poi le immagini
- In alcuni casi, la musica viene anche scritta prima delle riprese.
- Ad inaugurare questa procedura fu Schoenberg.
- In questo caso la musica, di conseguenza, rinuncia
avere una certa forma mentis.
- Chi si trovava perfettamente a suo agio in questo campo era Nino Rota.
- Il "Gattopardo" si preoccupò in maniera minuziosa della portiera fino dai titoli di testa dove il
suono sincro tra i cambi di inquadratura
e segmenti musicali.
Compore scrivendo dai temi
- La scrittura musicale si articola come un susseguirsi di proposte tematiche.
- Spesso ci si ispirava a modelli del tardo '800 e i
temi erano in funzione leitmotiv.
- All'interno della critica si sono formare due tendenze
riguardo l'utilizzo di questa tecnica.
- Una fortemente critica poiché ritiene che la musica,
utilizzato così, sia ridondante prevedibile nel suo
"servire" i personaggi.
- Questi paragona questi leitmotive a quelli di
Wagner.
- L'altra correnta invece affianca e paragona questa
tecnica ai premi sinfonici.
- La musica allora non indica solo un personaggio ma
richiama situazioni ed eventi in una vera e propria
meccanica narrativa ald di sopra del tempo.
- Ovviamente alla fine dipende tutto da come questa
A partire da piccoli incisi
- In alcuni casi, fa risultare l'intera partitura ad un piccolo inciso.
- È il caso di Erik Satie che, per il film "Entr'acte", scrive una partitura da un semplice inciso ritmico derivato dalla "Marcia funebre" di Chopin.
- Questa citazione a Chopin è di importanza, oltre che strutturale, anche narrativa.
- Questa cellula ritmica poi, con variazioni, farà deviare tutta una serie di frammenti musicali ben riconoscibili.
Quale musica per il cinema?
- La tradizione del tema, all'interno del film, sembra essersi ormai esaurita.
- Compositore e regista non cercano più temi ai quali affidare il commento della scena o una comunicazione con il pubblico.
- Piuttosto essi cercano di scrivere una musica "plugana" che aderisca alla pellicola in maniera naturale e discreta, senza però imporre i materiali.
- Si evitano allora i luoghi comuni e si ricerca l'imprevedibilità dell'evento sonoro.
- Molti, come Bunuel o Antonioni, hanno espresso molti dubbi su questo nuovo utilizzo dicendo che è pur un dialogo tra musica e spettacolo, che esclude l'immagine.
- Proprio per questo molti registi decidono allora di lavorare per sottrazioni, di togliere il più possibile l'elemento.
- Bisogna poi lavorare in tempi serrati della produzione trovando le soluzioni più efficaci.
Il regista e la composizione
- Il regista segue da vicino la fase di registrazione e, ovviamente, può scontrarsi con il direttore o lasciarsi affiancare.
- Fusco, per esempio, si lamentava spesso delle lunghe sedute di registrazione a cui lo costringeva Antonioni.
- Caso totalmente opposto è l'intesa tra il musicista Davis e il regista Malle.
- Per un suo film le musiche vennero improvvisate una volta sola sotto lo schermo.
- Punto fondamentale è la registrazione dei microfoni. L'orchestra viene suddivisa e alcuni settori vengono separati.
- Solo in fase di montaggio poi si sovrappongono e si crea la composizione.
- La prima volta che questa tecnica venne usata fu in un film di Ejzenstein.
- In questo modo si possono anche modificare i suoni di determinati strumenti.
Un universo affine: la radio
- La creatività al microfono è tipica dei compositori che hanno lavorato in radio.
- Le affinità tra i due mondi sono poi che evidenti, in entrambi la partitura è una sorta di canovaccio.