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TRASUDATO

L’essudato non va confuso con il = liquido di derivazione plasmatica tipico della

ascite

cavità addominale ( + edemi agli arti). NON HA PROTEINE!!! Non è un liquido

infiammatorio.

In un paziente che non si alimenta, il fegato non riesce a produrre la giusta quantità di

ALBUMINA e PROTEINE i capillari non riescono a trattenere la parte liquida del sangue che si

riversa nelle cavità corporee. La fuoriuscita è dovuta non a variazioni di permeabilità, come

nell’infiammazione, ma alla mancanza di albumina.

 L’albumina non riesce a contrastare la pressione idrostatica

Prova di Rivalta = Prova diagnostica introdotta dal medico italiano F. Rivalta agli inizi del

Novecento, che si esegue per rivelare la concentrazione proteica (sotto forma di glicoproteine)

nei liquidi organici patologici (versamenti pleurici e peritoneali). In un calice pieno di acqua

leggermente acidificata si lasciano cadere una o due gocce del liquido in esame e si osserva il

calice contro il fondo oscuro. Per i versamenti di natura infiammatoria ad alta concentrazione

proteica (essudati) la prova è positiva: le gocce, cadendo nell'acqua e scendendo verso il fondo,

precipitano formando una nubecola "a fumo di sigaretta" negativa invece la prova per i

versamenti di altra natura (trasudati): le gocce cadendo non lasciano alcuna traccia. Oggi

sempre meno usata grazie all'avvento delle metodiche di laboratorio che permettono una

quantificazione più precisa della concentrazione di proteine contenute nel liquido.

Se ci sono proteine precipitano in una soluzione acida INFIAMMAZIONE

L’accumulo del trasudato è frequentissimo in caso di insufficienze epatiche.

Fasi della risposta infiammatoria:

 iperemia passiva il sangue fa fatica a defluire.

 il

ISPESSATIO SANGUINI sangue è più denso

 Essudato esce (STASI)

 Marginalizzazione dei leucociti (STASI)

Come fanno i tessuti a sapere tutto questo? RILASCIO DI MEDIATORI CHIMICI

Mediatori chimici. mediano le fasi della risposta infiammatoria acuta.

1) PREFORMATI sono molecole che si trovano all’interno delle cellule che le producono

e sono pronte ad essere rilasciate nel momento in cui avviene lo stimolo.

 Catecolammine, A e NA di derivazione neuronale.

 Istamina, prodotta dai MASTOCITI e dai BASOFILI, contenuta in granuli. I granuli

vengono rilasciati velocemente per esocitosi. L’ISTAMINA si lega a recettori

presenti su: muscolatura liscia (provoca vasodilatazione e rilassamento dei

muscoli) – endotelio capillare (causa un aumento della permeabilità e fa

contrarre le cellule epiteliali).

L’essudazione è favorita da:

- AUMENTO DELLA PRESSIOME IDROSTATICA (IPEREMIA)

- AUMENTO DELLA PERMEABILITA’ (ISTAMINA) importante all’inizio, poi viene

piano piano degradata; in più le cellule sviluppano una certa resistenza.

Intervengono altri mediatori.

 Derivati dell’acido arachidonico, l’acido arachidonico è una molecola che si trova

in membrana legata ai fosfolipidi.

Quando una cellula viene colpita da uno stimolo infiammatorio, l’acido

arachidonico viene staccato dalla membrana da una fosfolipasi entra nella

cellula e può subire due diverse azioni:

I. Viene metabolizzato dalle CICLOSSIGENASI (COX, bersagli di farmaci

antinfiammatori) – si ha così la formazione di PROSTAGLANDINE

(vasodilatatrici prendono il posto dell’instamina) e di TROMBOSSANI (dei

potenti attrattori di piastrine, aggreganti)

II. Viene metabolizzato dalle LIPOSSIGENASI – Si formano i LEUCOTRIENI

(hanno un’azione chemio tattica nei confronti dei leucociti, prevalentemente

neutrofili).

Le piastrine, le cellule endoteliali e i leucociti sono dei grandi produttori di

leucotrieni, sono cellule molto ricche di acido arachidonico.

I primi leucociti che arrivano richiamano poi i loro “fratelli”

 Enzimi lisosomi ali, raccolti in granuli nei lisosomi. Sono proteolitici, idrolizzano le

proteine servono per degradare le proteine/ le strutture invecchiate.

Ce ne sono molti nei leucociti: i fagociti devono essere in grado di digerire quello

che mangiano.

Possono anche essere rilasciati all’esterno, dove uccidono o degradano eventuali

strutture necrotiche.

2) DI NUOVA SINTESI sono prodotti quando le cellule sono raggiunte dallo stimolo:

 Citochine: comprende una famiglia enorme di piccole proteine prodotte da

diversi tipi di cellule e con funzioni molto diverse (chemochine, interleuchine,

TGF β,..). Le interleuchine (si pensava fossero prodotte solo dai leucociti) sono

forse le più importanti nel processo infiammatorio.

Il PIROGENO ENDOGENO nome dato al fattore che si pensava causasse la

febbre. C’era l’ipotesi di una molecola che causava la febbre in tutto il corpo.

 IL-1

, un’interleuchina che veicola lo stimolo al cervello e partecipa

all’infiammazione.

 NO: potente vasodilatatore prodotto dalle cellule endoteliali, dalle cellule

nervose e dai fagociti. Nel SNC è un potente neurotrasmettitore, mentre nel

SNP è un potente vasodilatatore (vasodilatazione protratta nel tempo).

Viene prodotto a partire dall’ARGININA per azione delle NOS = NO sintasi.

Passa per diffusione la membrana. E attiva la gualilato ciclasi che produce

cGMP, secondo messaggero che attiva cascate di rezioni; cGMP ha una vita

brevissima: viene degradato velocemente dalla fosfodiesterasi 5. 

Inibitori della fosfodiesterasi rendono cGMP disponibile per più tempo

vasodilatazione più lunga. Per curare l’ipertensione polmonare si era ideato

un farmaco che stimolasse la vasodilatazione solo a livello dei polmoni (dove

vi è molta fosfodiesterasi). Ma aveva poco effetto sui polmoni e grande resa a

livello dei corpi cavernosi Viagra.

Senza stimolo sessuale non si ha produzione di NO: inutile inibire la

fosfodiesterasi, non si ha cGMP.

3) DI FASE FLUIDA molecole normalmente presenti nel sangue INATTIVE. Vengono

attivate in seguito a uno stimolo appropriato.

 SISTEMA DEL COMPLEMENTO, molto complesso, molte proteine di piccole

dimensioni. Ogni proteina è una componente del complemento;

C- 1-9 nomenclatura, proteine che si attivano a cascata in maniera

sequenziale (non in ordine di numerazione)

Ognuna di queste molecole, una volta attivata, svolge la sua funzione (anche

più funzioni) – spesso sono implicate nella coagulazione.

C-3a e C-5a potenti attivatori della de granulazione dei mastociti e dei

granulociti basofili: rilascio di istamina.

 SISTEMA DELLE CHININE, presenti nel torrente circolatorio in forma inattiva

 CHINOGENI, attivati da plasmina e callicreina (presenti anch’esse in forma

inattiva)

- Fattore di XII Hangeman

Plasminogeno

- Precallicreina (attivato anche da enzimi

batterici e macrofagi )

Si autoattivano!!! Plasmina

Callicreina

Attivazione protratta attiva il complemento,

nel tempo idrolizza i chininogeni idrolizza la fibrina

La plasmina "attiva" la

callicreina chemiotassi su PMN,

attiva plasminogeno,

attiva fattore XII

Lezione III

Infiammazione = fenomeno locale, interessamento vascolare ed ematico.

Reazione di fase acuta si manifesta quando il processo infiammatorio è di una tale entità

da interessare l’intero organismo. Diventa un processo SISTEMICO. Quando la lesione e la

risposta infiammatoria sono importanti.

Vengono rilasciati mediatori chimici ( vanno nel sangue e quindi in altri organi) in quantità

molto elevate ed elevato è il numero delle cellule coinvolte nella risposta infiammatoria.

Normalmente vengono rilasciate solo poche molecole, quindi gli organi non rispondono; se

però sono tante si! 

Le molecole di mediatori chimici vanno principalmente al FEGATO risponde in particolare allo

stimolo di IL-1, IL-6, TNF, e risponde sostenendo la risposta di fase acuta: modifica il profilo di

sintesi delle proteine plasmatiche.

 

Alcune proteine vengono ridotte albumina = riduzione della pressione oncotica,

essudazione favorita.

 

Alcune proteine aumentano enormemente fibrinogeno = per una forte coagulazione.

– PCR = Proteina C Reattiva, lega i tessuti danneggiati per favorirne la fagocitosi. – SAA =

Amiloide A Sierica

2+

Il Fe diminuisce, in modo da inibire eventuali proliferazioni batteriche.

Obiettivi della reazione di risposta acuta:

- FAVORIRE LA RIMOZIONE DEI TESSUTI DANNEGGIATI

- FAVORIRE LA COAGULAZIONE

- Attivazione di FEBBRE e LEUCOCITOSI = citochine stimolano la proliferazione di linfociti

e rilascio di leucociti

Febbre: IL-1 è una delle molecole coinvolte nella risposta febbrile da parte dell’ipotalamo.

Aumenta notevolmente la concentrazione di IL-1 e IL-6 che vanno anche al talamo (non

direttamente, non passano la barriera ematoencefalica)

Con un emocromo è possibile stabilire se il paziente sta avendo una risposta di fase acuta

dai valori del sangue.

Esiti??

 

GUARIGIONE La guarigione di un tessuto leso può avvenire secondo due

modalità:

Rigenerazione

1. – Restitutio ad integrum – ricostruzione del tessuto leso,

ridiviene integro. Le cellule perdute sono sostituite con cellule dello stesso

tipo di cellule.

Riparazione

2. – il tessuto leso guarisce per cicatrizzazione. Le cellule perdute sono

sostituite da tessuto cicatriziale. Un tessuto di riempimento, se esteso, può

compromettere la funzionalità dell’organo FIBROSI (è irreversibile)

La differenza è fatta dal tipo di tessuto leso: ci sono tessuti che hanno grosse

capacità rigenerative e proliferano molto tendono a guarire per rigenerazione.

Bizzozero a fine ‘800 capisce che le cellule si possono distinguere in tre

categorie:

1- LABILI, continuano a proliferare in tutta la vita (cellule epiteliali, ghiandolari,

mucose, cell. emolinfopoietiche, cell. germinali)

2- STABILI, normalmente non proliferano, solo se stimolate (epatociti)

3- PERENNI, non proliferano (neuroni, cellule muscolari) – epatectomia parziale.

In realtà in ogni organo ci sono delle nicchie in cui esistono cellule staminali

che possono sostituire le cellule di quell’organo.

Le cellule muscolari sono perenni: per esempio, in seguito ad un infarto, il

muscolo cardiaco cicatrizza.

Il tipo di guarigione dipende dal tipo di cellula danneggiata

 CRONICIZZAZIONE

Esistono dei fattori che influenzano il tipo di guarigione:

o Fattori di tipo umorale: ogni individuo ha una diversa capacità di

rigenerazione

o Entità della lesione: se l’entità della lesione supera la capacità

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
25 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chicca143 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Ricciarelli Roberta.