Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA PENNA CHE NON SI SPEZZA: EMILIO SALGARI A CENT'ANNI DALLA MORTE
Fenomenologia della tigre è nato il 16 ottobre 1883 a Verona. La tigre della Malesia non è una tigre, ma un uomo-tigre, un pirata. La tigre della Malesia è un romanzo di Emilio Salgari. È la storia di un pirata, al cui memoriadura nei mari della Malesia e incute spavento; un pirata che beveva sangue umano, insanguinò per 10 anni le coste della Mompracem, Labuan e Borneo e si innamorò della nipote del suo nemico. È una storia di stragi, assassini, fughe, inseguimenti e l'amore ha la sua parte principale. La tigre della Malesia è un romanzo nuovo in Italia, un romanzo nuovo, istruttivo e può essere letto in qualsiasi famiglia. Salgari aveva terminato da poco il regio istituito tecnico e nautico di Venezia, aveva fatto un giretto a bordo nella nave e viveva in famiglia. La tragedia della sua vita sarebbe cominciata dopo la morte della madre nel 1887, il
suicidio del padre due anni dopo e poi nel 1892 il finire del matrimonio con Ida Peruzzi. Nel 1883 non è un anno qualsiasi. Il 2 giugno era morto Garibaldi - DeAmicis avrebbe registrato l'evento del diario di Enrico Bottini in Cuore. Due mesi dopo l'inizio delle pubblicazioni della tigre sul quotidiano e muore anche Francesco De Sanctis. Il 2 giugno era morto anche Alberto Mario e il 29 luglio era nato Benissimo Mussolini. La tigre della Malesia era un romanzo presentato come avventuroso e drammatico. Il pirata era ferocissimo, incuteva spavento. La storia di Salgari che per tutta la vita sogna gli oceani ma viaggia in realtà bordeggiando un po' di Adriatico. Salgari non aveva badato a spese nel disegnare il fenomenale Sandokan. Ci sono due elementi:
- tigresca
- ferocia
- malinconia
Salgari sceglieva il programma letterario di un grande personaggio virile di cui abbiamo cercato di sintetizzare la fenomenologia.
MITI DI UNA LETTERATURA MEDIEVALE - IL SUD - BOLOGNA 1
Moschettieri,
cavalieri e rare allegorie d'amore: il primo lunedì di aprile del 1625, nella città di Meung dove nacque l'attore del Roman de la Rose, sembrava sconvolta. Molti borghesi vedono fuggire le donne dalla parte della grande rue e sentono piangere i bambini sulle porte, si affrettarono ad indossare la corazza e si diressero verso la locanda del Franc Meunier. All'inizio dei tre moschettieri, Alexandre Dumas fin dalla prima riga precipita l'immaginario del lettore in un oscuro non luogo della Francia profonda, collocandolo con una precisa calendariale. Dumas compose tutto d'un fiato, nel 1844, il suo romanzo di spadaccini e guerre. Fra il 1841 e 1845 scrisse una ventina fra testi teatrali e libri di viaggio, 27 romanzi, fra i quali in 18 volumi, la storia tenebrosa della segregazione nel castello d'If del conte di Montecristo. Da pochi anni era apparsa in Italia l'edizione definitiva dei Promessi Sposi. Il libro si apriva con la geografia e con la storia,
collocandola vicenda nello spazio casalingo della provincia lombarda. Il lettore si annoia molto di seguire le barocche di quei concetti-personaggi senza volto, cui manca solo la lettera maiuscola per figurare in un romanzo allegorico medievale. I romanzi "succedono" per il fatto che esistono e vengono letti: le vicende dei tre moschettieri e dei promessi sposi si svolgono a centinaia di chilometri di distanza ma nello stesso periodo di tempo e anche negli stessi mesi. La sincronia dei due libri è straordinaria. Mette in luce una volontà estetica e un atteggiamento culturale nei confronti della cavalleria e della guerra moderne. Manzoni sceglie il 600 per rispecchiarsi la seconda modernità post rivoluzionaria. L'errore di Dumas e che crea un poco di turbamento. Il fondale storico di Dumas risulta imporante per collocare i moschettieri in un contesto efficace, veritiero, credibile. Manzoni impiega 20 anni a mettere la parola fine al suo libro. La distinzioneFra storia e romanzo è una faglia, invisibile frattura che costituisce una saldatura. Il romanzo cade tra i piedi del lettore e cosa avviene e permette di comprendere ciò che in esso accade.
Don Rodrigo, Don Giovanni, Don Chisciotte: Don Giovanni è l'antieroe fra commedia e tragedia e traduce nel fango le antiche virtù dei cavalieri settentrionali. Don Giovanni subisce pressioni e trasformazioni, adattamenti e trasfigurazioni nel tempo e nello spazio. Don Giovanni diventa al termine di una lunga vicenda di metamorfosi del personaggio. Don Giovanni è l'anticavaliere che attraverso la rilettura computa nel sud, consuma tutte le figure degli antichi cavalieri del nord. Il destino di Egidio è visto che di quel giovane scellerato.
Figure sfigurate - dal cavaliere al bravo: occorrerà fare un passo indietro e tornare a guardare il palcoscenico dall'alto per allargare l'orizzonte e apprezzare meglio il conservarsi. Se in Dumas
ilseicento è il piano di riferimento primario della narrazione; il seicento manzoniano è altro da sé. Quando Don Abbondio si corica, la notte fra il 7 e l'8 novembre del 1628, allo svolgimento dellabattaglia di Rocroi salvò Parigi e la Francia intera dalla conquista degli imperiali spagnoli al comandodi Francesco de Mello. Il 7 novembre 1628 sulle rive del lago di Como, Don Abbondio potrà fare belbello la sua famosa passeggiatina serale senza preoccuparsi troppo delle storie di cavaleria. I trattipostcavallereschi sono quelli lugubri, stravolti, lividi che qualche decennio dopo si stamperanno suivolti scavati dei poveri cristi di Luca Giordano.Je suis un chevalier errant qui chascun jor voiz aventures querant et le sens du monde: lo scrittorebarocco del novecento Carlo Emilio Gadda colse magistralmente la visività che accompagnano la manodi Manzoni nell'ideare e tratteggiare le figure dei bravi. Ogni autore crea i suoiprecursori.Invertito il percorso dello sguardo e della mente, Gadda crea il suo Manzoni e lo trasmette a noi. Letragiche e livide luci che Gadda coglie nel romanzo secentesco del Manzoni sono le stesse cheilluminano i giocatori vestiti da bravi. La catastrofe del sistema, il crollo del sistema inerzialeplurisecolare, adattatosiai nuovi contesti borghesi.Un Don Chisciotte senza corazza, senza scudo e senza gambali: il medioevo della chevalerie chefluisce nella rielaborazione del primo ottocento è figlio del romanzo parodico che dei grandi poemiepico cavallereschi. L'italiano descrivendo molti dei suoi personaggi nelle vesti parodiche di ombredegli antichi cavalieri decaduti. Il francese dimentica subito l'antico libro allegorico e passaimmediatamente a connotare il suo primo protagonista parodizzando una vestizione cavalleresca.Quiero imitar al valiente Don Roldàn: il cavallo, l'aspetto, l'armatura di D'Artagnan sono fasulli eburleschi. Un puzzle culturale,
un sagace mosaico della letteratura cavalleresca è il libro che rispecchia le gesta del malencholicus. L'impressione sfavorevole legata all'andatura incongrua del cavallo si trasferisce sul cavaliere. Don Mascellone, Don Lagnoso, Don Formaggino: l'insistenza sui tratti facciali, dipende senza dubbio dal rilievo che in Cervantes ha fin dall'inizio la complessione fisiognomica di Don Chisciotte. La malinconia lo anticipa, lo annuncia, s'installa sul suo volto prima che l'epifania del personaggio si compia. Sarà il cinema a cercare di raccogliere le spoglie del mito. Francesco e Fra Cristoforo: Renzo quando sente da Lucia la storia delle pesanti avances di Don Rodrigo. Il cavaliere mancato, l'eroe ideale e idealistico che ricalca le orme di Francesco d'Assisi. La scintilla del duello a colpi di lama scocca dall'insulto supremo che nel duello preliminare a colpi di retorica. Francesco incorporava la memoria della tradizione culturale eletteraria francese. Un pensiero che assorbe su di sé tutte le facoltà di chi pensa: dobbiamo soffermarci su Manzoni e Dumas. Il primo ad essere descritto con dovizia di dettagli è D'Artagnan. Guascone sfrontato nei modi, impetuoso, D'Artagnan completa la struttura ternaria con qualche tratto eccezionale. La passione predominante di Aramis: Porthos giura sull'onore e sulla fede di gentiluomo; per ribadire che l'estetica nasconde un'etica. L'ombra che si stende dietro ad Aramis è quella del trovatore: intellettuale-cortigiano-cavaliere ingentilito nei modi, astratto in una fisicità estetizzante ma quasi desessualizzata. Athos è malato, molto malato: Athos entra in scena non di persona ma come protagonista del racconto di Porthos al signor di Tréville. La sua prima apparizione non è in veste di spadaccino, eroe, corpo sano e vigoroso guidato da una mente ardita e leale. Athos è presentato come malato.
Il romanzo intero gli basterà appena per riscattare quel destino con l'eroismo del grande schermidore. Il crudo racconto della castrazione subita per opera degli scherani dello zio di Eloisa, si svolge in un'attenta, dettagliata variante al tema della ferita legata ad amore e desiderio e passione solo mentali. Il poema di Aramis e la biblioteca dei suoi dotti nipotini: nel 1831 aveva visto la stampa la seconda edizione riveduta e accresciuta della storia ed analisi degli antichi romanzi di cavalleria e dei poemi romanzeschi d'Italia di Giulio Ferrario. Un mondo fluttuante: jeu cortese nel suo dimensionarsi sul doppio versante interiorità/esteriorità si bilancia, fra esercizio spirituale e ginnastica sociale. Il lettore comprende il gioco letterario cortese. L'impresa portata a termine da Flamenca e Guilhem è epocale: in realtà si tratta di uno scambio di battute di sicura riconoscibilità per un pubblico abituato a mandare a memoria le.Liriche ascoltate dalla viva voce del trovatore. I soggetti collettivi di questo gioco di società che maschera dietro all'ironia dello stile e della forma.
I lèlas que nous sommes loin des allemands! Filologi, poeti e romanzieri sui confini del Reno: Flamenca insieme ad altre splendide perle neolatine ripescate dai pescatori-filologi nell'oceano dei manoscritti delle biblioteche, fu letta e amata dagli intellettuali, artisti, scrittori della seconda metà del secolo. Grazie allo sviluppo e al raffinamento delle conoscenze scientifiche nel settore delle letterature del medioevo volgare.
Bacio, partenza, lontananza: il bacio spirituale sulla fronte suggerito come antidoto alla sensualità eccessiva del bacio sulla bocca. Allontanamento, dislocazione sono recapiti dalla cultura neocortese di età romantica come negazione della sensualità.
Il cavaliere invisibile: Calvino inventando la figura mirabile del cavaliere inesistente descrive con esattezza in
forma d'allegoria. La virtù che vi si prova è quella di un cavaliere inesistente svanito. I linguaggi attrvaerso cui si comunicano fenomeni colle