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ERE

– IRE (versi animali)

ESSERE E AVERE: coniugazione propria.

Produrre, sedurre, ritrarre > infiniti sincopati

Con i verbi identifichiamo le azioni/gli stati/ i modi di essere.

Modi finiti sono in grado di riempire le caselle anche per quel che riguarda la persona e il numero

Modo indicativo (8: 4 + 4) > Modo della realtà;

Modo congiuntivo (4: 2 +2) > Modo della non realtà, cose che potrebbero avvenire;

Modo condizionale (2: 1 + 1) > Vi è una condizione da superare perchè quell'azione si realizzi

Modo imperativo 1 > ha solo la seconda persona per la terza si usa il congiuntivo esortativo

Modi indefiniti

Modo infinito

Modo participio

Modo gerundio

L'italiano è una lingua PRO-DROP lingue in cui non è obbligatoria l'espressione del pronome

soggetto.

“Sto aspettando di uscire” verbo fraseologico, presente continuo, modo che si ottiene

attraverso una perifrasi che spiega la qualità di un'azione.

(I forestierismi non sono solo lessicale, ma possono essere anche di sintassi, di morfologia o

fonetica).

Casi di locuzioni perifrastiche in cui il costrutto prevede un modo finito che si combina con

l'indefinito: Potere, volere, dovere, Solere. (verbi servili)

Il soggetto dei verbi in modo indefinito si ricava "in automatico" dal soggetto del verbo reggente

(ad eccezione delle reggenze con verba iubendi e verba sentiendi). Esempi con gerundio e

infinito:

“Cadendo ti sei slogato una caviglia”.

Casi in cui il soggetto di un modo indefinito non si ricava in automatico dal soggetto del verbo

reggente:

1. “Ti ordino di ubbidire” verbi che esprimono ordini, comandi divieti, il soggetto

dell'infinito non è lo stesso della reggente (verba iubendi)

2. “Ti guardo sorridere” esprimono percezioni sensoriali (ascoltare, vedere, guardare).

Pronomi personali soggetto:

egli – ella: (ella: formula di cortesia più elevata che non esiste più).

Lui – egli: cambia l'uso perchè cambia la situazione comunicativa, se è formalmente elevata si usa

egli (nello scritto spesso tramite alternative si può evitare di scriverlo).

Triangolo semiotico Referente (fuori dalla lingua)

Significante Significato

Lingua

Significante catena di suoni capace di attivare un immagine mentale;

Significato immagine mentale, sta nella mente non nella realtà e si va a formare grazie a delle

informazioni ricavate dalla realtà (dopo aver visto tanti gatti mi formo il concetto di gatto);

Referente Qualcosa di descritto, in cui una parola ne risveglia il significato, non presuppone

l'esistenza fisica.

Catena di coreferenzialità (La grammatica moderna ragiona per testi) all'interno del testo si

può seguire lo svolgimento di catene di coreferenza.

Si mantiene il referente manifestandolo in forme differenti come un pronome o soggetto

pronominale, epiteto/sinonimo, in modo tale che continua a emergere in tutto il testo in vesti

differenti.

Procedimento anaforico inizio il testo con il pronome soggetto.

Procedimento cataforico, catafora si usa per formare i casi marcati creando un effetto di

attesa., trova il suo identificativo nelle cose dette prima.

Valenze verbali e diatesi

Considerazioni sui pronomi soggetto "tu/te" e "egli/lui": nel primo caso "tu" è pienamente

standardizzato ma convive con nicchie in cui la scelta obbligata è "te" (es. "io e te corriamo",

oppure "io, come te, amo correre"), nel secondo "egli" sta progressivamente cedendo il passo al suo

omologo obliquo, il quale però era già la scelta standard nei casi di soggetto posposto ("è stato lui",

di costrutto olofrastico, di costrutto comparativo o predicato nominale). Dunque: la variazione

linguistica non parte da zero, ma fra crescere una possibilità già esistente, magari substandard o

regionale.

O il soggetto è morfologicamente plurale oppure il soggetto può essere singolare ma basta che ce ne

siano due perchè ci sia il verbo plurale.

Lui e lei corrono

Tu e lui/lei correte Tu: incarna l'ascoltatore, non appena inizia a parlare diventa io

Tu ed io corriamo

Io e te corriamo

egocentrismo della lingua la lingua non esisterebbe se non ci fosse chi decide di comunicare e

neppure se non ci fosse un destinatario (chi ascolta).

Jacobson: schematizza il funzionamento della comunicazione umana linguistica.

contesto

Emittente messaggio Destinatario

canale

Non ci può essere comunicazione se non vi è l'emittente e il destinatario.

La stringa linguistica che si scambia è il messaggio .Esso può sostenuto da un canale diverso.

L'emittente e il destinatario condividono lo stesso codice che può essere di vario tipo: linguistico, o

alla seconda (codice segreto che codifica ulteriormente una lingua rendendola più stretta). Bisogna

che i due estremi condividano la conoscenza del codice.

Il contesto: Qualcosa di cui parlare.

i messaggi possono essere

referenziali (che parla del contesto)

Autoreferenziale: Un messaggio che parla di se stesso (testo poetico) messaggio il cui

orientamento è su se stesso, è a scopo di arte.

L E e il D hanno una loro gerarchia: il linguaggio rispecchia il punto di vista di chi prende la parola,

il messaggio appartiene a io che ha bisogno di tu che può essere presente nello spazio e nel tempo.

La comunicazione in presenza faccia a faccia con turno di parola libero è la comunicazione nel suo

stato nascente, base. Se E e D sono al telefono non posso usare determinate parole (Questo: deitici)

Se la lingua deve scegliere il suo principale protagonista sceglie Io.

IMPORTANZA DEI RUOLI:

Tu ed Io: non è voi perchè in competizione tra tu ed io vince Io. (corriamo)

o IO e Te: vince io (corriamo)

Tu e lui: vince tu (è più importante di lui). (corrono)

(Si dice Io e te non io e tu)

lui/egli: vince lui ma non del tutto. Ma una volta era il contrario.

1827 e 1841/42 due edizioni di Manzoni dei promessi sposi.

Fra le due c'è un cambiamento linguistico: Il soggetto pronominale di terza persona maschile in

quella de 41 c'è molte volte Lui. Manzoni padre della lingua italiana nell'edizione definitiva ha

molti Lui soggetto. Lui rispetto a Egli non è soggetto. È un pronome di caso obliquo: pronome

della serie non soggetto. Complemento oggetto, compagnia, specificazione, argomento ecc...

Lui serve per i casi non soggetti (casi obliqui)

Lui ha preso piede su Egli.

CASI IN CUI SI PUO' DIRE SOLO “LUI”

1. Quando il soggetto e postposto

“Chi è stato?” “E' stato LUI! (non egli).”

2. Negli enunciati olofrastici: frase formata da una sola parola. (“Chi ha vinto?” “Lui”).

3.Nelle comparative e costrutti di predicato nominale. (“Non sono come Lui”).

N.B. “TE” perde su “TU”

CASI IN CUI SI PUO' DIRE SOLO TE

1.comparative

Diatesi categorie del verbo legate al rapporto che si instaura tra il verbo stesso e di chi si

mostra protagonista dall'azione individuata dal verbo.

Chi parlava di soggetto ai tempi di Aristotele aveva in mente soggetti attivi o degli stati ( “io sono

un uomo”).

1.VERBO ATTIVO :

io mangio una patata

2.VERBO PASSIVO

la patata è mangiata da me

I RUOLI ATTANZIALI:

Se c'è una scena in cui c'è un'azione chi è che materialmente la svolge?

L'AGENTE: colui che fa l'azione.

“la patata è mangiata da me”:

azione: mangiare

agente: Io

paziente: patata

Agente = soggetto > diatesi attiva;

Paziente = soggetto > diatesi passiva

Costruzione attiva: quando il ruolo di agente viene assegnato al soggetto

Costruzione passiva: quando il suolo di paziente assume la veste grammaticale di soggetto.

(l'agente diventa compl. D'agente).

Abbiamo una diatesi media?

I verbi secondo un linguista francese Tenier, bisogna guardarli da un punto di vista di intreccio tra

semantica e grammatica. Nella loro capacità combinatoria.

Quanti argomenti possono stare attorno a questo verbo?:

ANALISI VALENZIALE DI TESNIER

Combiniamo la semantica con gli elementi della sintassi:

1. Verbi monovalenti (“tossire” “camminare”) : un verbo come tossire per essere usato ha

bisogno di un soggetto (un argomento). Ha solo una valenza necessaria per la costruzione di una

frase a senso compiuto. . Il suo primo e unico argomento è il soggetto. Il soggetto è il principale è

talvolta unico argomento dei verbi.

2. Verbi 0 valenti (verbi atmosferici “Piove”).

3. Verbi Bivalenti (quelli transitivi ma non tutti): ha bisogno di un soggetto il complemento

oggetto. “Andrea insegue Francesco”:

Andrea e Francesco: argomenti. Sono due elementi nominali quasi uguali perchè sono in diretta

concorrenza. Tuttavia tutti capiamo che Andrea è la persona che insegue francesco per la

disposizione. (Lingua ita: SVO)

4. Trivalenti Verbi la cui struttura di significato deve dar luogo a frasi in cui ci sono 3

argomenti esplicitati (“regalare”)

Voglio regalare questo anello: manca il ruolo del beneficiario: di chi trae vantaggio dall'azione

spiegata, espressa dal verbo. (complemento di termine.)

“Voglio regalare questo anello a Marcella”: Verbi transitivi specializzati ad avere l'argomento del

beneficiario.

Il soggetto rappresenta la prima irrinunciabile valenza dei verbi che hanno almeno una valenza.

Se c'è una turbativa la flessione del verbo prende sempre l'ausiliare essere

I verbi hanno forme semplici e composte.

Composte: hanno un ausiliare

Verbi transitivi almeno 2 valenze nella diatesi attiva in cui il soggetto è anche agente, diatesi

attiva: AVERE (“mangiare”)

Verbi intransitivi hanno una valenza, diatesi attiva: AVERE (“dormire”).

Ma con altri verbi intransitivi come “nascere” ho ESSERE.

AVERE: quelli che indicando una concreta partecipazione del soggetto all'azione: INERGATIVI.

ESSERE: la partecipazione del soggetto all'azione è più scarsa e verbi in cui spesso il costrutto

sintattico cambia (“arrivare alla meta” “arrivata una raccomandata”): INACCUSATIVI.

3. ESSERE: Verbi atmosferici: intransitivi, forma attiva.

4. ESSERE: verbi transitivi,diatesi passiva.

Esiste una terza diatesi? (categoria grammaticale del verbo)

sia i tratti semantici, sia le valenze, sia l'analisi attanziale sono strumenti in grado di spiegare le

regole di produzione della lingua "uscendo" dalla grammatica e prendendo in esame il piano della

semantica. Nella distribuzione d

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nora96_96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Fornasiero Serena.