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DIBATTITO SULL'ORIGINE ORALE O GESTUALE DEL LINGUAGGIO
Le prospettive al riguardo sono numerose e in gran parte condizionate dal diverso modo di intendere la natura del linguaggio. Ad esempio, per Tomasello [1999; 2008] la capacità di comunicare intenzioni è l'aspetto centrale del linguaggio umano; mentre per Lieberman [2000] è il controllo motorio alla base della produzione vocale.
FASI DI CREAZIONE DI UNA LINGUA
Per capire l'origine del linguaggio nell'uomo è importante studiare il fenomeno di creazione di nuove lingue (cosa che accade costantemente ancora oggi). Bickerton osserva che esistono 2 modi con cui possono nascere nuove lingue:
- GRADUALMENTE: a seguito di un lento distanziamento dalla lingua madre (come nel caso dell'italiano con il latino)
- PER CATASTROFE: si dice così per sottolineare che non è avvenuta per un processo naturale ma forzata. Esistono due modalità:
- LA SITUAZIONE DEL...
FORTE = un gruppo esterno penetra in un'area multilingue e crea legami permanenti con gli abitanti del luogo (come nel caso dei portoghesi, costa occidentale dell'India per il controllo quando crearono avamposti sulla commerciale creando così un contatto stretto con alcune lingue indigene native) - LA SITUAZIONE DELLA PIANTAGIONE = un gruppo esterno crea una comunità nuova riunendo della gente da più parti del mondo, ma senza integrarle nella propria società, così da creare una situazione priva di un linguaggio comune (come accade durante il commercio degli schiavi nel IX secolo dall'Africa al Nuovo Mondo).
I PIDGIN
Nelle situazioni catastrofiche (del forte e della piantagione) si è potuto notare che nessun gruppo etnico imparò la lingua di un altro. Così in ognuna di queste situazioni vennero a crearsi i cosiddetti pidgin, ovvero linguaggi estremamente semplificati con elementi presi in prestito dai diversi gruppi.
etnici. Essendo queste lingue create improvvisamente, dal niente, non sono la lingua materna di nessuno. Non appena però passano gli anni e nascono bambini che la imparano fin dalla nascita, si iniziano a creare comunità di persone che le parlano spontaneamente. Questo è il momento in cui una lingua pidgin diventa una lingua creola. La lingua dalla quale una lingua pidgin o creola prende in prestito la maggior parte delle parole viene detta lessificatore, del pidgin sono dette substrato. Si dice invece superstrato il linguaggio lessificatore insieme ad altre eventuali lingue non indigene che vengono a contatto con il substrato.
CARATTERISTICHE PIDGIN --> dato che sono lingue che nascono per scopi circoscritti (solitamente per il commercio), tutte le complessità inutili sono eliminate o ridotte. Di solito la flessione è assente, il vocabolario e le regole grammaticali sono minimi. basato sull'inglese.
Mark Sebba lo definisce Un esempio attuale di pidgin è il Tok Pisin, pidgin esteso, ovvero non diventato la lingua madre di nessuno, ma che presenta una stabilità grammaticale propria diversa da quella del linguaggio lessificatore e che viene usato da molte persone anche al di fuori del contesto originario per il quale era stato creato. CREOLIZZAZIONE Nel momento di passaggio da una lingua pidgin alla sua rispettiva lingua creola, i bambini compiono spontaneamente un processo di elaborazione che ne modifica la struttura grammaticale, rendendola via via sempre più complessa (fino ad arrivare al livello di una lingua naturale). Questo processo prende il nome di creolizzazione. Ma come possono dei bambini riuscire a fare una cosa simile? Esistono due ipotesi: - BIOPROGRAMMA = i bambini riescono a fare ciò grazie a conoscenze linguistiche innate (Bickerton) - SUBSTRATO = i bambini riescono a fare ciò grazie all'esposizione delle lingue del substrato, cheAndrebbero ad aiutare la grammatica. Esiste però un fenomeno che smentisce l'ipotesi del substrato. In passato infatti in Nicaragua venne istituita la prima scuola elementare per bambini/ragazzi sordi. Questi ragazzi non avevano alcuna lingua in comune, né tantomeno una grammatica, ognuno di loro aveva a disposizione solo qualche segno inventato per comunicare con le loro famiglie. Dal contatto tra questi ragazzi nacque così la lingua dei segni del Nicaragua, che inizialmente potevamo definire pidgin. Le annate successive di bambini però, che trovarono già la lingua (ancora priva di grammatica e molto semplice) subito a loro disposizione, riuscirono spontaneamente a renderla più complessa (inserendo frasi subordinate ed altri dispositivi grammaticali) rendendola così una lingua creola. In questo episodio perciò l'ipotesi del substrato non è applicabile, perché i bambini sordi non ebbero alcuna lingua lessificatrice.
sarebbe comunque in grado di acquisire una lingua complessa e strutturata. Secondo Chomsky, l'acquisizione del linguaggio è possibile grazie a una predisposizione innata del cervello umano, chiamata "grammatica universale". Questa grammatica universale fornisce ai bambini delle regole innate che permettono loro di comprendere e produrre frasi grammaticalmente corrette. L'acquisizione del linguaggio avviene attraverso un processo di apprendimento attivo, in cui i bambini osservano e interagiscono con il linguaggio che li circonda. Durante questo processo, i bambini sperimentano e formulano ipotesi sulla struttura del linguaggio, confrontandole con le informazioni linguistiche che ricevono dagli adulti. È importante sottolineare che l'acquisizione del linguaggio non avviene in modo istantaneo, ma è un processo graduale che richiede tempo e pratica. I bambini passano attraverso diverse fasi di sviluppo linguistico, dalle prime vocalizzazioni ai primi tentativi di formare parole e frasi complesse. In conclusione, l'acquisizione del linguaggio è un fenomeno complesso che coinvolge sia fattori biologici che ambientali. La grammatica universale fornisce una base innata sulla quale i bambini costruiscono la propria lingua, attraverso un processo di apprendimento attivo e interazione con l'ambiente linguistico circostante.Acquisisce comunque la capacità di parlare correttamente. In questo caso quindi non si parlerebbe più di imparare una lingua, ma di mettere in atto le proprie capacità innate, quindi di acquisire una lingua.
La differenza tra un linguaggio naturale e un sistema di comunicazione artificiale è che la lingua materna è il risultato del processo di acquisizione spontanea del bambino in un periodo precoce, detto periodo critico. Durante questo periodo infatti, l'infante risulta estremamente sensibile agli stimoli linguistici (anche di più lingue contemporaneamente, ottenendo così più lingue materne). Il bambino passa determinati stadi di apprendimento che precedono l'esposizione.
Quindi non bisogna pensare che all'inizio un bambino commetta errori, in quanto generalmente sta attraversando veri e propri stadi che prevedono per tutti quelle modalità di linguaggio.
STADI DI ACQUISIZIONE NEL BAMBINO precedono l'esposizione
1.
Iniziano le proprietà sintattico-fonetiche che all'esperienza, questo stadio lavora grazie alla Grammatica Universale (Chomsky). Sostiene infatti che l'acquisizione inizi prima che il bambino emetta un suono, Mehlernotando che questo riesce già a riconoscere quali suoni appartengono alla lingua materna e quali no (reagendo infatti in maniera diversa, ovvero accelerando o meno la frequenza di suzione). In questo stadio il bambino risponde ai propri bisogni con il pianto, iniziando così a comunicare. Matura prestissimo la capacità di imitazione di chi lo circonda. Verso i 6-8 mesi prova ad avere interazioni e a lallare con un genitore o un giocattolo. Dagli 8 mesi inizia a emulare i primi suoni con significato. Dopo essere stato esposto all'esperienza, si sviluppa una Grammatica Specifica (della lingua materna), ed inizia quindi "l'apprendimento per dimenticanza", ovvero il bambino "dimentica" (come sostiene Mehler) i
tratti non utilizzati dalla lingua a cui è esposto: tali tratti sono già "dimenticati" alla fine del primo anno di vita nell'acquisizione del sistema consonantico, e ancor prima nell'acquisizione del sistema vocalico. Il bambino di un anno non discrimina più i contrasti che non sono distintivi nella lingua a cui è esposto. Verso i 10-13 mesi inizia poi ad osservare lo sguardo dell'adulto e quindi ad imparare ad indicare e introdurre così un oggetto nella conversazione. Tomasello parla di ciò e rimanda il fenomeno di indicare alla teoria della mente, l'intenzionalità. Inoltre afferma che in quella fase, il bambino pre-linguistico compie gesti deittici con uno scopo comunicativo, ovvero di rimandare ad un contesto "reciprocamente inteso", comprensibile grazie all'esperienza condivisa dei due interlocutori.
A partire dai 12 mesi fanno la prima comparsa dei gesti referenziali, ovvero riferirsi ad una persona o animale tramite gesti specifici. Da qui compaiono le prime parole consapevoli che iniziano ad essere usate anche in contesti non presenti in quel momento.
PERIODO DELLA LALLAZIONE (6-8 mesi)
In questo momento il bambino emette già i suoi primi suoni linguistici, che però al contrario delle prime parole, non hanno significato. In questa fase infatti il bambino scopre di poter emettere suoni e gioca con il suo apparato fonatorio. In passato si credeva che questa fase fosse già un tentativo di emulazione dei suoni sentiti, ma dopo vari studi si è notato che anche i bambini sordi affrontano regolarmente la fase della lallazione, pur non sentendo alcun suono. Inoltre molto spesso i bambini usano la lallazione anche quando sono soli, quindi si è dedotto che non ci fosse scopo comunicativo, bensì di gioco. La scelta del suono da emettere inoltre non è
influenzata tanto dalla lingua materna quanto dalla marcatezza del suono. La sillaba consonante + vocale (es. /la/ /ma/ /na/), come sappiamo, è la più semplice, per questo il bambino la sceglie.
ACQUISIZIONE DELLA FONOLOGIA
Comprende l'acquisizione di: inventario di segmenti fonologici della lingua (fonemi che hanno un valore distintivo), processi fonologici e restrizioni sulla struttura prosodica (intonazione) della parola.
In questa fase il bambino deve estrarre unità di tipo linguistico dall'onda sonora, quindi dall'adulto. Acquisisce il suo sistema fonologico sulla base degli input datogli.
SVILUPPO LESSICALE
La nascita del lessico nel bambino viene fatta risalire intorno ai 12-13 mesi, quindi nel periodo della produzione delle prime parole (solitamente nomi comuni di persona, onomatopee). Gli studiosi dicono che c'è uno tra l'inizio della comprensione e quello della scarto di tempo.