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La comunicazione delle api

Gli scopi principali della comunicazione delle api sono:

  • Presenza di una fonte di cibo e che cibo è
  • Distanza dalla fonte di cibo
  • Direzione della fonte di cibo.

Si è osservato che le api si orientano grazie al sole. Lo studioso maggiore dagli anni '60 sulle api mellifere è stato Karl von Frisch, che si è concentrato in particolare sulle api italiane e sulle api austriache.

I due maggiori metodi di comunicazione delle api sono: gestuale ("danza delle api") e olfattiva (odore che emanano). La danza delle api ha un chiaro intento comunicativo, l'ape esploratrice vuole chiaramente comunicare con le sue compagne, non è qualcosa di automatizzato. È dimostrato che esiste un connubio tra innatismo ed esperienza: le api ereditano gli schemi di danza dai genitori in modo genetico, mentre l'orientamento col sole viene imparato nel corso del tempo.

La danza delle api

Esistono due tipi di danza

fondamentali:

  • Danza circolare: serve per segnalare la presenza di cibo entro 10 m dall'alveare. L'ape gira in tondo; la velocità e la durata della danza indicano la ricchezza della fonte di cibo. Von Frisch ha dimostrato che questa danza è molto precisa riguardo la posizione della fonte di cibo e anche sul tipo di cibo.
  • Danza dell'addome: serve per segnalare la presenza di cibo oltre i 100 m dall'alveare. Qui viene indicata non solo la distanza da percorrere ma anche precisamente la direzione rispetto al sole. L'angolo di inclinazione della danza, soprattutto della sua parte rettilinea, indica in che direzione volare rispetto al sole. Ci sono 3 casi tipici: volare rasoterra verso il sole, volare rasoterra allontanandosi dal sole, volare in parallelo al sole. La durata della parte rettilinea è il tratto determinante per indicare la distanza da percorrere. Inoltre, nel tratto rettilineo, l'ape emette anche un ronzio: qui, gli

studiosi si dividono secondo alcuni, l'intensità del ronzio è l'unico dato necessario per capire a che distanza si trova il cibo, secondo altri l'intensità del ronzio si somma alla durata della parte rettilinea (informazioni complementari per conoscere la distanza). La seconda posizione è quella ritenuta più valida in questo senso, la comunicazione delle api potrebbe essere associata alla comunicazione umana verbale + gestuale. Le api devono essere precisissime per scopi pratici prima di partire dall'alveare, l'ape deve rifornirsi di una quantità esatta di miele per giungere al punto in cui si trova il cibo. Esiste un terzo tipo di danza, la danza a falce (indica cibo fra i 10 e i 100 m dall'alveare), ma è utilizzata solo dalle api italiane e non da quelle austriache è un "dialetto" nel linguaggio delle api. Un'altra differenza sta nel fatto che anche le altre danze delle

api italiane sono più lente di quelle che fanno le austriache un'ape italiana e una austriaca non si capirebbero nella comunicazione della distanza dalla fonte di cibo. La comunicazione delle api, cioè la danza, non è appresa ma innata. L'unica cosa appresa dalle api è il volo in generale, ad es. orientarsi con il sole. Quindi il linguaggio delle api è innato.

LA COMUNICAZIONE DEGLI UCCELLI

Bisogna tener conto delle differenze fra i tipi di uccelli le voci degli uccelli sono diverse l'una dall'altra. Gli ornitologi hanno osservato che le varie specie sono accomunate da più caratteristiche: i piccoli uccelli sono prede dei grandi uccelli e dei mammiferi. I piccoli uccelli vivono in comunità e quindi hanno necessità di comunicare, ad es. per corteggiare la compagna o mantenere i rapporti con i compagni della comunità, o anche dividersi il territorio.

Ci sono differenze generali tra richiami e canti.

nella struttura del suono e nella funzione comunicativa:
  • Richiami: sono singole o poche note ad alta frequenza, la funzione è quella di segnalare un pericolo (comunicazione immediata)
  • Canti: sono strutture melodiche complesse, la funzione può essere mantenere il territorio, attirare la compagna e mantenere con lei il rapporto, ecc. (comunicazione sociale).
I richiami:
  • Richiamo aggressivo: è una nota acuta come un tintinnio per segnalare un predatore, sia per mettere in guardia i compagni, sia per far scappare il predatore stesso (per questo spesso esiste un singolo uccellino sentinella nelle comunità).
  • Richiamo specifico ("seet"): inizia con una nota bassa che poi sale di intensità, il richiamo viene iniziato da un uccellino e poi ripreso anche da tutti gli altri confonde i predatori.
Un caso particolare è rappresentato dal passero di bosco, che vive in comunità anche di 100 esemplari. I 3 richiami del passero.

Sono: prima di alzarsi in volo, durante il volo, mentre cerca cibo e prima di posarsi sui nidi.

Canti territoriali: i pettirossi

I pettirossi cantano per difendere il territorio (studio di Falls), e questi canti sono eseguiti solo dai maschi. I pettirossi riescono a riconoscere il canto dei "vicini" e quello dei "forestieri": con questi ultimi i pettirossi cantano in maniera più aggressiva per mandarli via. Sono aggressivi anche quando sentono il canto di pettirossi "vicini" che cantano da zone diverse da quella a cui sono abituati. Dopo che ha definito il suo territorio, il canto dei pettirossi serve anche per attirare la compagna. L'unica eccezione è il pettirosso pechinese, che ha due canti distinti per le due funzioni (uno per il territorio, uno per attirare la compagna).

I fringuelli italiani

Si è osservato che i fringuelli italiani eseguono un canto della pioggia, per avvisare i compagni che sta per piovere.

È interessante che questo sia uno dei canti con più variazioni all’interno della stessa specie dei fringuelli (“dialetti”). Inoltre, si è dimostrato che i fringuelli maschi non ereditano il canto dai genitori, ma lo apprendono nel corso dei primi 13 mesi di vita attraverso richiami e canti appresi. L’unica cosa innata è la predisposizione ad emetterli. Studi successivi dimostrano che questo canto del fringuello è un misto di caratteristiche innate e apprese: a circa 4 mesi di vita, i fringuelli riconoscono il canto della loro comunità ed iniziano a provare ad emetterlo; questo apprendimento dovrebbe terminare entro i 13 mesi di vita. Se durante questi mesi i fringuelli stanno poco tempo con i compagni, impareranno a cantare poco; se andranno dai compagni dopo il 13esimo mese, non canteranno.

Altre specie di uccelli che apprendono il canto:

  • Sterna comune: appena i piccoli nascono, sanno già riconoscere il canto dei loro genitori.

Esperimenti hanno dimostrato che questo avviene perché la schiusa delle uova dura circa 3 giorni e durante questo periodo i genitori iniziano già a comunicare con i piccoli, che rispondono.

Ciuffolotto comune: è l'unico caso documentato di insegnamento di linguaggio alla prole. Questo viene capito da uno studioso che, mettendo un ciuffolotto piccolo in una comunità di canarini, ha notato che esso ha imparato il canto dei canarini e non ha mai saputo cantare come un ciuffolotto. Questo dimostra che i ciuffolotti possono cantare come i simili solo se gli viene insegnato. Un'eccezione è il cuculo europeo, che ha la capacità innata di esprimere il proprio canto.

LA COMUNICAZIONE DEI PRIMATI

Domanda = perché le scimmie non parlano? La risposta è: biologicamente non possono farlo (non hanno il nostro stesso apparato fonologico). Quando si è iniziato a studiare la comunicazione delle scimmie, è nato il dibattito tra

L'ipotesi innatista e l'acquisizione. Il duplice interesse era verso il modo in cui i primati imparano il loro linguaggio e se e come i primati possono acquisire il linguaggio umano. Ci sono stati diversi problemi metodologici: prima di tutto la definizione di "primati" e "scimmie" una definizione considera primati antropoidi solo gibbone, gorilla, orango e scimpanzé. Inoltre, si presenta un problema metodologico: la condizione degli animali studiati, il tipo di addestramento pianificato, il tipo di lingua di addestramento (alla fine ci si concentra sulla lingua dei segni americana).

Come comunicano i primati tra di loro? Primati del tutto estranei tra di loro troveranno sempre un modo per comunicare. Comunque, la comunicazione serve, come per le api e gli uccelli, per comunicare e mantenere i rapporti coi propri compagni. I primati usano soprattutto la comunicazione multimodale, attraverso lo sguardo, la postura, la posizione della coda. Ci sono

anche delle differenze tra levarie specie: ad es. nei macachi rhesus, la coda alzata significa insicurezza, mentre nei babbuini significa paura. Esiste poi anche la comunicazione orale: diversi primati usano i richiami con funzione di allarme. Scimmie diverse hanno diversi tipi di comunicare oralmente. Ad es. il cercopiteco ha ben 22 messaggi distinti per 21 situazioni comunicative diverse; i suoni che producono sono 36 e hanno lo scopo di suscitare una reazione nei compagni o di esprimere il proprio stato d'animo. Importante: nelle scimmie non c'è la libertà da stimoli, ovvero non emettono richiami se non c'è uno stimolo o un motivo preciso, a differenza di noi umani. Apprendimento del linguaggio Alcune espressioni del viso sono innate, mentre la lingua viene appresa nel tempo (quindi linguaggio in parte innato e in parte appreso). Cosa succede se si vuol far apprendere il linguaggio umano alle scimmie? Questi esperimenti sono stati svolti sugli

scimpanzé: 5

Esperimento sullo scimpanzé Vicki: due coniugi inglesi volevano insegnarle la lingua, ma si rendono conto che la scimmia non riesce a produrre gli stessi suoni degli esseri umani. Dopo 6 anni, Vicki pronunciava solo quattro parole (mamma, papà, tazza, su). I coniugi pensano che non riesca a vocalizzare.

Esperimento sullo scimpanzé Washoe: due coniugi americani tentano di insegnarle il linguaggio dei segni americano. In 10 anni, avrebbe appreso 160 segni, arrivando addirittura ad inventarne di nuovi quando non ricordava quelli appresi. Il problema di questi studi era un problema metodologico: non è stato chiaro quale insegnamento fosse stato impartito a Washoe, quindi non c'era una teoria linguistica didattica alla base (si andava a caso). L'altra critica era che, più che il linguaggio dei segni, sembrava che Washoe avesse imparato una sorta di linguaggio nuovo. Comunque, anche qui non c'è libertà.

Dagli stimoli, rispondeva solo se veniva stimolata.

Esperimento sullo scimpanzé Sarah: per imparare il linguaggio, Sarah vedeva una lista di parole che scorrevano su

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
104 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gr.01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Meluzzi Chiara.