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UPILI

Ecco al fin nel tuo seno descrivere un suo rimetter piede in quella terra: è come se arrivasse lì

M’accogli; e del natìo dopo aver trascorso una settimana in città e tira un sospiro di sollievo

Aere mi circondi; 5

E il petto avido inondi. Prima ha detto petto inondato dall’aria. Ora fa riferimento ai polmoni

(termine inusuale per il contesto lirico) – inserimento di termini del

linguaggio scientifico.

polmon

Già nel capace Filosofia sensistica la nostra conoscenza parte dai sensi e

tutta

Urta sè stesso e scende dalle sensazioni.

Quest’etere vivace, La filosofia sensistica ha messo in circolo un linguaggio scientifico –

Che gli egri spirti Parini si è inappropriato di questi termini unendo un immaginario

accende, 10 classico (Eupili, figurazioni mitologiche), ma c’è anche un linguaggio

E le forze rintegra, scientifico moderno.

E l’animo rallegra. Modalità di descrivere il respiro scientifico, vorrebbe farci

modo

vedere il meccanismo fisiologico dell’aria frizzante che entra a forza

dentro il polmone.

Immissione nel polmone dell’aria fresca – fa rinvenire gli spiriti malati.

Dall’effetto fisiologico, si passa agli effetti emozionali che

descrizione

fa tesoro degli aspetti fisiologici e scientifici.

Però ch’austro scortese Spiegazione delle motivazioni dell’aria buona della Brianza.

Quì suoi vapor non mena: C’è aria buona perché il vento umido di scirocco non porta i suoi vapori

E guarda il bel paese 15 molesti ed è protetta anche dai venti gelidi del nord.

Alta di monti schiena,

Cui sormontar non vale

Borea con rigid’ ale.

Nè quì giaccion paludi, E poi non ci sono paludi ci sono quei vapori umidi, pieni di cose

non

Che dall’impuro letto 20 nocive che provengono dalle evaporazioni delle paludi e mandano

Mandino a i capi ignudi nuvole infette ai contadini

Nuvol di morbi infetto: Risaie e marcite malaria

E il meriggio a’ bei colli Il sole alto del pomeriggio asciuga i colli.

Asciuga i dorsi molli.

Pera colui che primo 25 Maledizione utilizzando la concezione classica – dietro a queste

Sta

A le triste ozïose sembianze che ci parlano con un linguaggio antico, in realtà sta

Acque e al fetido limo facendo una denuncia connotata e ben databile dal punto di vista

La mia cittade espose; dell’attualità politico-sociale di ciò che sta denunciando.

E per lucro ebbe a vile Sia maledetto colui che ha esposto la mia città alle tristi oziose acque

La salute civile. 30 (dieresi ozïose stagnanti e sempre ferme) per un proprio personale

profitto disprezzando la salute comune

Immagina una specie di contrappasso dantesco – il primo che ha

Certo colui del fiume

Di Stige ora s’impaccia inventato le risaie e le marcite sia condannato all’inferno con una legge

Tra l’orribil bitume, di contrappasso per analogia sia immerso nell’orribile palude

che

Onde alzando la faccia fangosa, alzando la faccia da quel fango, bestemmia e maledice il fango

Bestemmia il fango e e le acque che gli erano piaciute tanto in vita

l’acque, 35

Che radunar gli piacque. 53

Si rivolge agli abitanti di Milano – guardate chi è costretto a lavorare

Mira dipinti in viso

Di mortali pallori nelle risaie e sono malati di malaria – fanno il loro lavoro dentro al

Entro al mal nato riso malnato riso.

I languenti cultori; 40

E trema o cittadino, Trema cittadino che sei costretto a sopportare gli effetti delle risaie

Che a te il soffri vicino. l’odore delle risaie

senti

Contrapposizione alla stanza precedente idillica della

Io de’ miei colli ameni immagine

Nel bel clima innocente campagna

Passerò i dì sereni 45 Contadini= beata gente – lavora da mattina a sera, ma che è felice ed è

Tra la beata gente, in salute

Che di fatiche onusta Mito della campagna – mito costruito nei secoli – tradizionalmente

È vegeta e robusta. la figura del poeta si raffigura in quella del villano, libero e felice nei

campi.

Qui il poeta si sente libero – è nel su mondo, non è oppresso dalle

Quì con la mente sgombra,

Di pure linfe asterso, 50 richieste dei potenti

Sotto ad una fresc’ ombra Libertà campestre poeta si rispecchia in questi contadini idealizzati,

il

Celebrerò col verso contadini che stanno sparsi per le campagne

I villan vispi e sciolti Celebra con la poesia i villani= pieni di vitalitàesercitano un mestiere

Sparsi per li ricolti; utile – opposto delle figure parassitarie che ci sono nella società (figure

che saranno rappresentate nel poema ‘il giorno’)

E i membri non mai E celebra i lavoratori del grano il pane da quel grano.

produrranno

stanchi 55 E celebra i fianchi ballerini delle villane delle contadine, sono

vitalità

Dietro al crescente pane; piene di vitalità

E i baldanzosi fianchi Parini rivendica la sua collocazione di poeta nel contesto campestre

De le ardite villane;

E il bel volto giocondo

Fra il bruno e il rubicondo, 60

Dicendo: Oh fortunate Li celebrerà dicendo: “siete fortunati che potete sempre respirare

Genti, che in dolci tempre quest’aria serena, aria sempre ricambiata grazie ai venti e i fiumi

Quest’aura respirate

Rotta e purgata sempre

Da venti fuggitivi 65

E da limpidi rivi.

Ben larga ancor natura Ma chi è stato a voler scacciare dalla città il cielo e l’aria pura?

Fu a la città superba Sono stati coloro che volevano seguire l’avarizia e la pigrizia

Di cielo e d’aria pura: La città era stata collocata in un contesto naturale favorevole, ma

Ma chi i bei doni or serba 70 questo contesto naturale favorevole è stato rovinato dall’uomo –

Fra il lusso e l’avarizia nessuno conserva più i bei doni che erano stati fatti ai cittadini- ora

E la stolta pigrizia? vivono di rendita. Vogliono vivere grazie a quello che l’economia

produce

Contrapposizione campagna-città= punti fermi dell’ideologia pariniana.

Ahi non bastò che intorno sviluppa il concetto dell’avarizia bastò avere putridi stagni

Non

Putridi stagni avesse; (risaie) attorno, la città iniziò questa forma di coltivazione delle marcite

Anzi a turbarne il giorno 75 sotto le mura stesse della città per produrre più fieno

Sotto a le mura stesse

Trasse gli scelerati

Rivi a marcir su i prati

E la comun salute Fienoserve per alimentare le mute dei cavalli che tirano i cocchi dei

Sagrificossi al pasto 80 signori cocchi dei signori sono un pericolo pubblico =investono

questi

D’ambizïose mute, i pedoni

Che poi con crudo fasto I nobili non hanno nessuna attenzione nei confronti di quelli che vanno

Calchin per l’ampie strade a piedi – non si possono permettere di andare in carrozza – critica

Il popolo che cade. sociale

Il sistema delle marcite mette a rischio la salute comune

Idea del profumo dell’area dei campi della sua Brianza – profumo del

A voi il timo e il croco 85

E la menta selvaggia timo, zafferano, della menta selvaggia profumati che si

atomi

L’aere per ogni loco sprigionano da queste erbe. – questi profumi pungono le narici.

De’ varj atomi irraggia, A voi questo contadini

ai

Che con soavi e cari In cittàquadro distorto

Sensi pungon le nari. 90 Aria lenta= aria resa pesante – non mossa dai venti stagnante

Ma al piè de’ gran palagi resta

Là il fimo alto fermenta; tra le case alte

E di sali malvagi Linguaggio usatoneoclassico

Ammorba l’aria lenta,

Che a stagnar si rimase 95

Tra le sublimi case. 54

Funzionamento dell’organismo umano unito al linguaggio letterario.

Quivi i lari plebei

Da le spregiate crete Lari plebei del popolo

case

D’umor fracidi e rei Gli abitanti di queste case rovesciano i vasi da notte(spregiate crete)

Versan fonti indiscrete; 100 per strada – non ci sono sistemi fognari

Onde il vapor s’aggira;

E col fiato s’inspira. Ci sono animali morti proibito avere questi malcostumi. Tutto

Spenti animai, ridotti era

Per le frequenti vie, questo contribuiva a rendere l’aria della città insalubre

De gli aliti corrotti 105

Empion l’estivo die: Spettacolo orrendo, ma il cittadino si imbatte spesso in ciò.

Spettacolo deforme

Del cittadin su l’orme! Carri stercorari dovevano girare solo di notte e dovevano essere

Nè a pena cadde il sole 

Che vaganti latrine 110 richiusi dopo l’uso, invece circolavano anche mentre la gente girava

Con spalancate gole ancora e in più non venivano chiusi.

Lustran ogni confine

De la città, che desta Latrine vaganti

Beve l’aura molesta. Temidea della giustizia in maniera arrabbiata. Le leggi non

Gridan le leggi è vero; 115 guarda

E Temi bieco guata: sono rispettate, c’è mancanza di senso civico individualistica

pigrizia

Ma sol di sè pensiero dei singoli cittadini. Nessuno pensa al bene comune.

Ha l’inerzia privata.

Stolto! E mirar non vuoi

Ne’ comun danni i tuoi? 120 Prosperità delle villanelle – il poeta torna a riflettere su se stesso e sulla

Ma dove ahi corro e vago

Lontano da le belle propria poesia a se stesso cosa sta rincorrendo andando

chiede

Colline e dal bel lago lontano dalle belle colline e dalle contadine del lago di Pusiano un’aria

E dalle villanelle, così sana fa ondeggiare il petto a loro.

A cui sì vivo e schietto 125

Aere ondeggiar fa il petto? Si risponde allontana perché la sua è una poesia civile – vuole che

Va per negletta via si

Ognor l’util cercando ci sia il dolce, ma anche il civile nella sua poesia.

La calda fantasìa, Va per una via solitamente trascurata dai poeti in cui si va a

poesia

Che sol felice è quando 130 ricercare l’utile

L’utile unir può al vanto

Di lusinghevol canto.

Ode alla caduta – Parini ha 56 anni – considerato vecchio

1785

Parini non fa più il precettore in una casa di signori poeta da pochi anni

consacrato

Parini non è più giovane, ha assunto un ruolo che gli è comunemente riconosciuto. Ruolo,

prestigio e fama gli sono riconosciuti professore nelle scuole pubbliche.

è

Raccolta di Ripano Eupilino

Metrica non troppo usata nel 700, rime alterne abaB con variante che il B finale è un

endecasillabo.

Trae spunto da un episodio che non si sa se è accaduto – Parini cade e viene soccorso da un

passante passante

Dettagli
A.A. 2017-2018
132 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlottabellin1995 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Di Ricco Alessandra.