Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 68
Appunti Letterature comparate Pag. 1 Appunti Letterature comparate Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Letterature comparate Pag. 41
1 su 68
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

>>LA PIUMA IN CARBONE

Nel pubblico ci sono i soliti creduloni e i disperati della fede, ma anche due giovani ragazzi che non si

lasciano ingannare e vogliono smascherare il gioco dell’imbroglione, così decidono di organizzare uno

scherzo ai suoi danni per farsi beffe di lui; perciò mentre il frate è a pranzo, si recano nel luogo dove egli

alloggia per sottrarre la piuma che aveva promesso di mostrare.

Il frate non accorgendosi che le bisacce erano state toccate, iniziò la predica e con enfasi fece accendere due

grossi ceri. Quando aprì la cassetta che doveva contenere la penna, vide i pezzi di carbone che erano stati

piazzati li dai due ragazzi, e immediatamente alzò le mani al cielo ringraziando Dio e iniziò a inventare

qualcosa per ingannare i fedeli.

In effetti, come per i ciarlatani, questi frati dovevano essere dotati di prontezza di parole, inventiva,

recitazione e soprattutto Improvvisazione (d’altra parte ciarlare oggi significa proprio “parlare a ruota

libera” e “persuadere con le bugie”).

Ciò che viene offerto in vendita agli incroci delle strade e dai banchi dei mercati si tratta comunque di

confezioni dell’immaginario: seducenti maschere, che nascondono un contrabbando di mere fantasie

mercificate. E’ sullo sfondo d’un simile contesto, che va collocata l’attività di quanti si propongono al

pubblico entro una dimensione oscillante tra esercizio della medicina, vendita di prodotti farmaceutici e

forme di imbonimento.

Se il bateleur di Rutebeuf ostenta la propria capacità di abbindolare il pubblico con la parola solo per

divertirlo (e, di conseguenza, per renderlo più disponibile all’acquisto d’una medicina comunque efficace), il

frate disegnato da Boccaccio risulta pervicacemente impegnato a ingannare e a deridere capziosamente la sua

audience, per carpirne “limosine” truffaldine. Entrambi si valgono di copioni che sembrano ricalcare e

variare la falsariga d’un modello comune. Ma appartengono a settori diversi (benché in qualche modo

contigui) della società medioevale tra Due e Trecento. In particolare, l’autentico o sedicente monaco del

Decameron va ascritto senza ombra di dubbio a quella particolarissima famiglia di reali o presunti ‘religiosi’

vagabondi i cui esponenti risultano, secondo Masuccio Salernitano, ancora intenti alle stesse pratiche

sacrileghe.

Masuccio Salernitano

Masuccio Salernitano è ricordato esclusivamente come autore del Novellino, raccolta di cinquanta racconti

satirici e grotteschi, pubblicata peraltro postuma nel 1476.

Il testo del Novellino, impregnato di forte carattere anticlericale, fu il primo a essere inserito nella lista dei

libri proibiti promulgata dalla “Santa Congregazione dell'Inquisizione romana.” Denuncia apertamente il

comportamento dei frati nella prima trama, che fa riferimento agli ecclesiastici poco ortodossi o corrotti, o le

cui azioni sono meritevoli di scherno: protagoniste sono quindi figure del clero, quasi sempre frati (come

“Frate Poltrone”), che Masuccio critica per la loro poca devozione ai voti: essi infatti ingannano per

soddisfare i loro desideri carnali o arricchirsi, ma non sempre riescono nei loro intenti.

In realtà si accontentano di ricevere qualsiasi cosa in dono, cibi, vestiti, spiccioli, e viaggiavano in tutta Italia

vivendo solo di elemosina: il 1300 e il 1400 sono invasi da questo fenomeno.

Sfruttare la fede era diventato semplice dal momento che la chiesa aveva dichiarato che fosse un OBBLIGO

dare assistenza ai più poveri: i cristiani che non prestavano soccorso commettevano un PECCATO. I

“parassiti” del sistema che abusavano della carità venivano principalmente da Spoleto e Cerreto, e poiché si

erano diffusi piano a piano in tutto il continente, avevano destato i sospetti del popolo cristiano che iniziava a

diffidare di qualsiasi povero mendicasse il loro aiuto. La chiesa fece rilasciare, quindi, per tutelare i

bisognosi e controllare il fenomeno, delle certificazioni che dividessero gli sfruttatori dai poveri veri e

propri; erano delle “lettere di accompagnamento”, delle “patenti” per mendicare, ma col fenomeno nacque

in brevissimo tempo il modo per aggirare il sistema, ovvero le falsificazioni dei certificati.

Piero Camporesi, nel 1973, scrisse un volume intitolato “Il libro dei vagabondi” che raccoglieva tutti i

documenti riguardanti i cerretani, che non possedevano una dimora: “Si trattava di falsi questanti, falsi

medici ospedalieri, falsi eremiti, falsi predicatori, falsari di lettere e patenti e reliquie e falsi pellegrini”.

All’epoca i pellegrini migravano da città in città ed era obbligo della popolazione assistere questi vagabondi

offrendo loro un tetto per qualche tempo, del cibo, dei vestiti e tutto ciò di cui avevano bisogno.

La “barbenteria” era ormai dilagata e ci pensa Teseo Pini a descrivere e studiare i comportamenti di questi

falsi vagabondi: egli ci spiega che alcuni studiavano per mesi come recitare la parte di chi stava soffrendo di

un attacco epilettico; si facevano chiamare burattini per le loro movenze simili a quelle di un pupazzo mosso

da dei fili invisibili. trucchi teatrali// intrattenitori veri e propri

I ciarlatani erano concorrenti di questi elemosinatori.

C’era solo una differenza.

I ciarlatani sfruttano la salute.

in

I frati, il senso di colpa. quel tempo, dove tutti credevano alla vita oltre la morte, il male che colpiva

l’anima era molto più grave del male che colpiva il corpo.

I primi, in ultima analisi, agivano in buona fede, i secondi erano degli speculatori.

Da san Francesco in poi si dividono due classi di fedeli:

1) I Conventuali: stavano dalla parte del papa, volevano un’istituzione gerarchica, un’organizzazione

concreta e organica.

2) Gli Spiritualisti: senza conventi ma con case comuni, senza gerarchie: erano chiamati eretici e si unirono

ai cerretani.

Gli sciamani curavano corpo e mente, ma nell’epoca che stiamo analizzando queste due dicotomie venivano

trattate da due entità separate:

la salute del corpo (CIARLATANI)

la salute della mente (CERRETANI)

Le tre “FARSE FRANCESI”

I molti incastri farseschi si accentrano intorno al motivo del medico-venditore di piazza, dando vita a

divagazioni più ampie (tanto da occupare gran parte del dramma sacro entro cui si sviluppano).

Nel 1800 vengono stipulate, infatti, alcune testimonianze sulla convivenza tra “artisti di strada” e “cerretani”,

si tratta di brevi componimenti teatrali di sapore comico, ma particolarmente preziosi per delineare il nostro

profilo storico e culturale.

Per più di 100 anni, in Francia saranno due le associazioni (per così dire) che si occuperanno

dell’intrattenimento:

1) La “iuventutes” che organizzava feste religiose e laiche, e spettacoli preparati da gruppi di giovani

(1400) 

2) Gli “operai” convegni di lavoratori in cui si trattavano argomenti più seri e si discuteva di ideali

comuni

Ma erano gli “artisti di strada” a coinvolgere la moltitudine.

I testi che ci sono giunti appartengono ai primi del 1500 ma questi titoli venivano citati già dal 1400.

Consideriamo 3 esempi delle Farse Francesi.

La prima: ”

“la Farce nouvelle très bonne et fort joyeuse à trois personnages

Il titolo intero è “Farce nouvelle très bonne et fort joyeuse à trois personnages d’UN PARDONNEUR, d’UN

TRIACLEUR ET d’UNE TAVERNIERE” ed è tutta giocata sul confronto pubblico e sullo scontro

concorrenziale tra un frate ‘cerretano’ e un venditore di rimedi contro i morsi dei serpenti. In questa prima

farsa vediamo come protagonisti 3 personaggi

1)“le Pardonneur” “il perdonatore” è il primo personaggio che appare nel racconto. Il suo compito è

falso, quello di assolvere i peccati delle persone che si confessano a lui, in realtà egli era

simile a legato alla vendita delle indulgenze, e quindi ai cerretani. Molti “perdonatori”

frate cipolla eseguivano il loro compito in buona fede, altri, come in questo caso, preferivano

=Cerretano derubare dei malcapitati.

2)”Vendeur “il venditore di teriaca” è il secondo personaggio che appare nel racconto. Il suo

thériaque” compito è quello di vendere la teriaca, un “anti-veleno”. Come nel primo caso,

 esistevano gli onesti e i disonesti, lui era uno di questi.

falso

=Ciarlatano

3) “la femme de “La donna dell’osteria” è il terzo e ultimo personaggio del racconto. Nell’antichità

l'auberge” l’osteria era un punto di ritrovo per i vagabondi e in poco tempo, dal 1500, diventa

un luogo malfamato e frequentato per la maggior parte da ciarlatani, cerretani, etc.

La farsa si apre in un paesino della Francia probabilmente settentrionale, molto rurale e umile.

1) Il “perdonatore” porta con sé una cassetta dove tiene le sue reliquie superbe e decide di mettersi a

mostrarle. Si preoccupa ben presto di affermare la propria autenticità come frate: <<sante parole di pace

abbiano dimora tra di voi, grazie alle sante reliquie che si trovano qui dentro.>>, nonostante tenti di

indossare le vesti da “buon monaco” sembra più un ciarlatano che un cerretano.

<<Signori, è un po’ di tempo che non venivo a farvi visita. Ora sono venuto a portarvi letizia e gioia.>>;

all’epoca i “perdonatori” visitavano i luoghi periodicamente, quindi lui si scusa della presunta assenza e

cerca di diffondere la felicità, liberandoli dai peccati.

Le reliquie: <<ho qui con me le orecchie di San “Cogligaudo” confessore.>>. Non è difficile percepire che

il santo in questione è frutto della fantasia del “frate” (cogli+gaudo= uno a cui piace divertirsi). Ma ha anche

altre orecchie con se, quelle della sorella “Santa Pelosa” <<questi due fratelli compirono moltissimi

miracoli. Intendo raccontarvi le loro vicissitudini e i prodigi che hanno compiuto in terra d’Africa.>> Egli

si compiace dei giochi di equilibrismo che pone tra l’edificante e l’osceno: il primo “santo” aveva compiuto

il miracolo di aver fatto abortire una donna ebrea del Nord Africa, sua sorella invece quello di aver ridato la

verginità ad una donna che era stata con molti uomini. Il singolare predicatore della farsa ne deride credenze

ed attese attraverso giochi di parole che miscelano e confondono la sfera del sacro con crude materie

sessuali.

La presentazione-imbonimento (con cui il frate esordisce) sembra riprodurre fedelmente abitudini e forme

espressive d’un autentico e serio pardonneur itinerante: il saluto alla

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
68 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliam31 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letterature comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Tessari Roberto.