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BASIC METRICS

METRO= una sequenza di accenti forti o deboli, cioè di sillabe accentate e non. È uno schema che si ripete

all'interno del verso. Conferisce alla poesia il suo ritro particolare. La poesia funziona grazie alla ripetizione

di un determinato schema o della sua variazione. Ci sono vari tipi di metro. Il metro più importante del

teatro elisabettiano è il IAMBIC PENTAMETER

PENTAMETRO GIAMBICO= 5 unità metrice. È composto da una sillaba accentata e una non. Particolare tipo

di unità metrica che in inglese si chiama foot, ovvero piede. È quel verso che ripete 5 volte il Giambo.

KING LEAR – W. Shakespeare

Autorizzato dalla pubblicazione e che era il testo di un dramma già rappresentato nel 1607, a corte, la notte

di San Patrizio. I critici ritengono che probabilmente nel 1605 aveva iniziato a scrivere questo dramma ( e

che non poteva essere stato scritto prima del 1603). Abbiamo una prima edizione del 1608, un’edizione in

quarto che si intitolava “la vera vita e storia del re lear”. Una seconda pubblicazione del 1619, con qualche

modifica al testo del 1608. Poi abbiamo l’infoglio shakespiriano ( grosso libro che conteneva tutte le opere

di Shakespeare, pubblicato dopo la sua morte) , nel 1623, dove c’è un dramma intitolato “the tragedy of

King Lear”. L’edizione dell’infoglio e dell’inquarto sono molto diverse. Di solito quelle delle prime sono più

corte, quindi hanno meno versi delle seconde. In genere gli editori moderni cercano di mettere insieme le

due versioni, in modo che possiamo avere tutti i versi. Inoltre, l’inquarto non possiede la divisione in atti,

mentre quella infoglio è divisa in atti. La storia non era originale né inventata. La fonte originale storia è

un’opera latina del medioevo “historia regium britannae” e che racconta la storia – leggenda degli antichi

re dell’Inghilterra. All’epoca non esisteva una traduzione inglese del testo, quindi l’autore o l’ha letta in

latino, o più probabilmente l’ha presa da altri autori più recenti. Re Lear, aveva deciso di dividere il suo

regno tra le sue figlie femmine non avendo figli maschi. La sua buona verrà esiliata in Francia. Insieme alla

figlia buona sconfiggono i cattivi e prendevano il governo del paese. Re Lear muore. Poi i figli delle sorelle

cattive depongono la sorella buona e vanno loro al potere…storia di guerra civile che durava tre

generazioni, dove tutte le sciagure derivavano dal sovrano che divideva il regno in tre parti. Il più

importante erano le cronache ( libri che raccontavano eventi della storia inglese) di Holingshed, pubblicata

nel 1587, e si ritiene che Shakespeare abbia avuto in mano questo libro su cui aveva basato alcuni suoi

drammi, come quello di Lear. Nel capitolo quinto e sesto, viene raccontata la storia di Lear ed è già quasi

quella che abbiamo in King Lear. Le differenze sono che in King Lear il re decide di essere accompagnato da

100 cavalieri, ma le figlie non lo accettano mentre in quello di Holli no c’è. In più in una delle due versioni si

dice che il regno è durato 40 anni mentre nell’altro 60. L’altro testo in cui compare la storia di re Lear è “lo

specchio per i magistrati” ed è una raccolta di più autori che raccontano le vicende di personaggi illustri con

lo scopo di insegnare. Questo testo era molto letto dagli Stuart. Si ritiene che Shakespeare ha tratto

qualcosa anche da questo volume. Nel 1605 “ la vera storia di re LEIR (scritto con la i)”, il libro da cui si

pensa che Shakespeare abbia attinto di più. La sua pubblicazione venne autorizzata nello stesso anno in cui

è stata rappresentata (molti anni prima), però non abbiamo il testo stampato ( quindi magari non è mai

stato stampato). Sappiamo però che nel 1605 è stato o stampato o ristampato. Questo era un testo

teatrale. Seguiva le fonti in maniera abbastanza lineare però aggiungeva dettagli, personaggi, scene, per

trasformare la storia in spettacolo. Il personaggio di Kent, cioè del buon consigliere, che cerca invano di

convincere il sovrano a non ripudiare la figlia buona. Questo damma anonimo, finisce bene, quindi non è un

dramma. Finisce con Lear e la figlia buona, Cornelia, che tornano in patria a governare. Il libro pubblicato

nel 1606 “ una dichiarazione delle imposture papiste”, scritto per attaccate i sacerdoti che dicevano di aver

compiuto degli esorcisti. Qui compaiono molti nomi di diavoli e simili, e anche da questo testo Shakespeare

ha attinto. Come dal romanzo pastorale l’ “arcadia”, di Sidney, pubblicata nel 1590 dove c’è una scena che

si pensa che abbia ispirato quella parte del personaggio di Glosper, dove quel vecchio signore che era stato

accecato, e che aveva scoperto che un figlio l’aveva tradito vuole farla finta e vuole suicidarsi, quindi

incontra un signore e gli chiede si farsi portare dove c’è una scogliera. Questo farà finta di portarlo e si

butterà giù, ma non muore perché non era una scogliera. Harsnett è l’autore delle egregie imposture

papiste, dove si parla di indemoniati e diavoli e anche in King Lear si parla di cinque diavoli della lussuria,

della stupidità, del rubare..” Fairie Queene” , di Spenser, che prediligeva un lingua arcaicheggiante, la

lingua ci Choucher, che era il suo modello. La morte di Cornelia nel King Lear di Shakespeare deriva proprio

da “Fairie Queene”. Infine ci sono arrivate delle lettere legate a una causa giuridica. Con questo abbiamo

terminato le fonti che possono o hanno ispirato il King Lear.

ATTO 1, SCENA 1

Il dramma inizia a corte. Siamo nella sala del trono del palazzo di King Lear e i primi personaggi ad entrare

sono degli uomini di corte: Kent, Gloster e Albany. Gli uomini di corte in attesa del re iniziano a parlare dei

cavoli loro, Gloster parla del figlio che ha cresciuto anche se concepito da una relazione extra-coniugale.

Prima non era una cosa tanto usuale, voler bene tanto a un figlio legittimo quanto a uno illegittimo. Dice

anche di essersi divertito a metterlo al mondo. Questi doppi sensi, queste parolacce, sono il genere di cose

che Sidney non avrebbe apprezzato perché infrangevano il decoro con il quale dovevano essere trattate le

tragedie. Mentre i due parlano dobbiamo anche immaginare che il giovane Edmund è lì presente, e

dobbiamo immaginare che non gradisse il racconto della sua anima, il fatto di sentirsi chiamare figlio di

puttana, dal padre affettuoso. Il padre presenta ad Edmund il suo amico Kent, che a sua volta è stato

cortese con il giovane ragazzo. Arriva il re con il suo seguito, quindi la conversazione si interrompe. Il re da

ordine a Gloster di andare a chiamare i principi di Francia e di un altro paese, perché sono lì per sposare la

figlia Cornelia. Abbiamo deciso di toglierci tutte le incombenze legate al fatto di essere re, e abbiamo deciso

di darle ai giovani. Sembra l’zione di un re saggio, che divide il regno in tre per evitare future discordie.

Secondo gli standard elisabettiani, però, il re avrebbe dovuto lasciare il regno solo alla figlia primogenita.

Quindi anche qui, lo spettatore elisabettiano vedrebbe qualcosa di strano nel gesto del sovrano, un

arbitrio, un diritto ad infischiarsi delle tradizioni e una troppa libertà, quasi un sovrano assoluto. Il re vuole

che le figlie gli dichiarino il proprio affetto per essere legittimata la scelta che ha già fatto. Lui sa già che

vuole lasciare la parte più grande del regno alla figlia preferita Cornelia, ma vuole far vedere che conta

anche il merito. Vuole solo che le parole delle figlie legittimino la sua scelta. Se non ci fosse stato questo

attaccamento alla figlia Lear avrebbe lasciato il regno alla primogenita, come diceva la legge. Cornelia dice

che non si sposerà mai come invece hanno fatto le altre sorelle per continuare ad amare soltanto il padre.

Kent nel dramma è il bravo consigliere.

ATTO 1 , SCENA 2

Edmund riceve una lettera dal fratello in cui c’è scritto che se il padre morisse loro potrebbero ereditare i

beni del padre e dividerseli. Secondo il fratello sarebbe giusto che dopo il compimento dei diciotto anni il

padre sia sotto la tutela dei figli. Il padre la vede e si arrabbia molto, allora Edmund gli dice di non essere

troppo istintivo e di stare calmo, gli dice che forse il fratello ha scritto questa lettera solo per mettere alla

prova il fratello e per vedere la sua fedeltà al padre. Alla fine della scena Edmund che è cinico e

disinteressato e on crede ai fenomeni della natura commenta le parole del padre dicendo che quando le

cose vanno male noi diamo la colpa alle stelle e al sole; è come se fossimo dei malvagi per necessità, perché

influenzati dalle stelle. Secondo Edmund è una bella trovata per evadere dal senso di responsabilità. Il

padre infatti pensava che dopo tutte le eclissi dei giorni scorsi ci sarebbe stato un periodo di discordie tra

padri e figli. A quel punto arriva il fratello di Edmund, e gli fa credere di credere ai fenomeni naturali visto

che il padre è molto arrabbiato con lui per via della lettera. Edmund non è solamente il cattivo ma è anche

il portavoce di idee e aspetti caratteristici del Rinascimento. Scena relativa alla trama secondaria (subplot),

che ha la struttura di una morality play. Tratta della famiglia Gloster, del padre e di due figli tra cui uno

illegittimo. Edmund è il personaggio cattivo, che si approfitta dell’ingenuità del fratello Edgar e del padre.

Questa sofferenza però li fa crescere. Alla fine della tragedia però si ritrovano. Quello che avviene non è

solo negativo ma c’è un contenuto di esperienza e di maturazione che questa storia dovrebbe raccontare.

Infatti alla fine il fratello buono eredita le cose del padre e uccide il fratello cattivo. La visione del mondo di

Edmund è totalmentediversa di quella di.. Visione più moderna e disincantata del mondo dove chi è forte,

vitale, furbo si afferma e calpesta chi non è così. Volontà di affermarsi nonostante tutto e di non facendosi

scrupolo di niente. Nella sua visione del mondo riecheggiano visioni tardo rinascimentali importanti: l’uomo

allo stato di natura è una belva (ognuno per sé), e una soluzione a questo secondo lui è l’assolutismo.

Secondo Macchiavelli ognuno è fautore della sua fortuna e solo gli uomini deboli colpevolizzano la sorte

delle proprie manchevolezze. È vietato affidarsi alla provvidenza. Il politico astuto ed efficace , che è quello

che riesce a governare, ha queste qualità. Visione disincantata della politica e dell’etica, è importante

essere efficaci. Macchiavelli in Inghilterra era visto come esempio della cultura italiana, come un uomo che<

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A.A. 2016-2017
28 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lau_94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e cultura inglese 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Villa Luisa.