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GENIALOGIA: La trama di Phèdre di Racine

Phèdre è restata nella cultura come la matrigna che ama il figliastro e finisce tragicamente perché ama il figliastro Ippolito, infrangendo così il tabù dell'incesto, che è assolutamente inconcepibile. Racine cerca il caso limite, questo episodio tragico nasce proprio da qualcosa di inconcepibile che viene respinto dall'animo e che quindi mette in scena una situazione veramente al limite.

Il rispetto dell'azione: tutto è centrato su questo amore incestuoso di Fedra per Ippolito, quindi si tratta di un'azione unica ma in che modo si caratterizza?

L'unità di luogo, la tragedia si svolge a Trezene, una città del Peloponneso, città greca non lontana da Atene. Il testo comincia con la confidenza di Ippolito che confida a Teramene, che è il suo educatore, che vuole lasciare Trezene perché ama segretamente Aricia, che è la figlia di Pallas.

È una storia che proviene dalla mitologia greca, nella mitologia greca Fedra fa parte della posterità di Elios che è stato maledetto da Venere perché aveva scoperto i suoi amori adulteri con Marte (Venere è sposa di Vulcano) e quindi tutto il lignaggio di Elios è maledetto, voi conoscete la storia di Pasiphae che non è riuscita a resistere alla passione per il toro e quindi ha concepito il minotauro e la storia di Arianna che ha fornito a Teseo (Padre di Ippolito) il suo filo per uccidere il minotauro, Teseo però abbandona Arianna su un'isola mentre Fedra sorella di Arianna viene condannata ad amare il figliastro. Questa è la storia della mitologia. Ippolito ama segretamente Aricia che è la figlia di Pallas che è stato eliminato da Teseo come Re di Atene, Teseo ha preso il suo posto, ha ucciso i suoi figli e Aricia che è una donna non viene uccisa però la tiene prigioniera per evitare che abbia dei.

Figli e che quindi possa rivendicare il trono. Ippolito non vuole disobbedire al padre però ama Aricia e quindi decide di andarsene con il pretesto di andare a cercare Teseo che è sparito e del quale non si hanno notizie. Nella scena c'è prima questo momento poi in una breve scena si annuncia che Fedra è malata non si capisce perché vuole morire e poi veniamo alla terza scena del primo atto in cui c'è il dialogo e la sua nutrice, Fedra si vuole lasciar morire però è in contraddizione con se stessa, un po' vuole vivere, un po' vuol morire comunque non mangia e non dorme da tre giorni, la nutrice le chiede per quale ragione si lascia morire, il problema non è solo che lei muoia ma che morendo Fedra i suoi figli non potranno accedere al trono di Atene che sarà quindi usurpato da Ippolito figlio che Teseo ha avuto da una amazzone, Teseo passava il suo tempo a sedurre donne e a fuggire, la nutrice esorta

Fedra a rimanere in vita non fosse altro che per trasmettere il potere ai figli e parlando così dice il nome di Ippolito e a questo punto Fedra si lascia sfuggire la confessione che ama il figliastro. Arriva la notizia che Teseo è morto, allora si immagina di poter realizzare il suo amore proponendo il trono, pensa di potersi accordare con Ippolito contro Aricia che potrebbe pretendere anche lei il trono di Atene, incontra Ippolito però si lascia sfuggire la confessione del suo amore, Ippolito resta inorridito, le comprende che non potrà mai realizzare questo amore, Fedra gli prende la spada per uccidersi mentre Ippolito va via, e lei resta con la sua spada. Arriva la notizia che Teseo non solo è vivo ma sta arrivando allora Fedra non vuole sopravvivere alla vergogna, la nutrice le suggerisce al contrario di accusare Ippolito di averla voluta violentare e di portare come prova la spada che ha tenuto, la scena non è descritta, tutto questo non appare in scena.

nella scena seguente quando c'è Teseo che arriva, tutti quanti sono freddi non capisce perché nessuno lo accolga a braccia aperte. Poi la nutrice ha nel frattempo accusato Ippolito di aver voluto accusare la matrigna, Teseo glielo dice quindi lo accusa e Ippolito nega, confessando il suo amore per Aricia. Teseo pensa che questo sia un sotterfugio per coprire la sua azione vergognosa e lo maledice, Fedra arriva presa dal pentimento e dalla vergogna per svelare il suo crimine, arriva sente il discorso di Teseo che ha condannato Ippolito e che le dice che Ippolito ama Aricia, presa dalla gelosia non dice più nulla e lascia che Ippolito non sia innocentato. Ippolito parte (tutto questo viene raccontato nulla sulla scena) e si dice che un mostro è sorto dal mare, che Ippolito sia riuscito ad ucciderlo ma che i cavalli impauriti l'hanno portato via nella fuga ed è morto, arriva la notizia della morte di Ippolito. Prima ancora c'erano Aricia eIppolito e i due si erano confessati reciproco amore, solo che lui le aveva chiesto di non dire nulla, dal discorso della ragazza Teseo però inizia a dubitare e inizia a credere che Ippolito abbia detto la verità. Giunge la notizia della morte di Ippolito, giunge anche la notizia della morte della nutrice che non ha sopportato il fatto di essere stata la causa della morte di Ippolito quindi di non aver potuto impedire la disgrazia di Fedra, la nutrice si getta dalla scogliera, Teseo a questo punto intravede la verità arriva Teramene che gli racconta la morte di Ippolito e che gli chiede di prendere come sua figlia Aricia, arriva Fedra che presa dalla vergogna e dall'orrore per quello che ha fatto beve un veleno ad effetto lento per cui ha il tempo di confessare tutto a Teseo e poi muore, e la tragedia finisce così, con Teseo che accetta di proteggere come figlia Aricia. Tutti gli avvenimenti sono concatenati secondo una logica ferrea, l'annuncio dellamorte poi il controannuncio che in realtà Teseo è vivo, l'azione è legata da un lato alla psicologia dei personaggi di Fedra ed è la conseguenza dei pensieri, dei movimenti dell'anima di Fedra. Il discorso è tutto legato, non ci sono digressioni, la scena che potremmo ritenere romanzesca è quella della spada che però non viene rappresentata, anche la morte di Ippolito avrebbe potuto essere una scena barocca e melodrammatica ma anche questa non è rappresentata, è un nunzio di un messaggero che la racconta proprio perché nel teatro classico bisognava rispettare le tre unità e anche i contenuti: ad esempio il fatto di accusare Ippolito è un pensiero troppo basso che non può venire da una mente così alta come quella di Fedra, viene nella mente della sua nutrice che è di bassa estrazione, Racine stesso se ne giustifica nella sua prefazione chiarendo che questo pensiero nonÈ una cosa che si confà all'altezza dello spirito e all'animo di Fedra quindi lo mette in bocca alla nutrice che è di bassa estrazione. Nei contenuti e nelle scene stesse, si rifugge dal contenuto romanzesco, il sangue non deve essere mostrato sulla scena, quando ci sono scene di questo genere devono essere raccontate, e poi la dimensione romanzesca come può essere la morte terribile con i cavalli ecc. viene ridotta al minimo ciò che interessa è il dilemma profondo di Fedra che ama e nello stesso tempo non può tollerare di amare perché è una cosa che fa orrore a lei stessa, il discorso che abbiamo fatto ieri per la Princesse de Clèves è qui approfondito, sono gli stessi anni ma nella Princesse de Clèves. Si tratta del conflitto fra un amore che non è moralmente accettabile, nella Princesse de Clèves il conflitto si risolve sin dall'inizio: si tratta di una persona di

altissima levatura e di animo nobile, sarà infelice e basta, non riesce a dominare l'amore però questo non darà conseguenze, in Fedra è molto più profondo, Fedra non riesce a gestire questa pulsione profonda e le sue azioni sono dettate da questo. Non si accusa e non permette di discolpare Ippolito perché non riesce a dominare la gelosia, era partita pentita per raccontare la sua nefandezza ma la gelosia la ferma. In questo emerge l'influenza del giansenismo, movimento nel quale si sosteneva che l'animo umano corrotto dal peccato originale non potesse salvarsi da solo ma solo con un intervento divino esterno. Vedete come Racine scelga il caso limite è l'eroina stessa che ama e che non può dominare il suo amore e nello stesso tempo ne ha orrore, tutta la tragedia si costruisce su questo, figuriamoci lo stupro che non è mai consumato e non è neanche tentato, l'oggetto è il conflitto interno.

Nell'animo di Fedra ele conseguenze che questo conflitto porta. Vedete inoltre come l'apparato mitologico infondo sia mantenuto, c'è la maledizione di Venere, c'è il ricordo dei membri della famiglia colpiti da questa maledizione ed è lei stessa la più infelice di tutti e poi il mostro, Poseidone però è marginale rispetto alla chiave di volta di tutto questo che è l'anima di Fedra. La mitologia in questo caso non è un arricchimento, attraverso di essa Racine ci offre qualcosa di paradigmatico: si tratta dell'umanità nel suo aspetto più universale ricorrendo alla mitologia classica ed in questo caso specifico alla traduzione di Euripide.

TESTO: ATTO I - Scena 3 La forma: Alessandrini rimati a coppie, si applica poi quella che da Ronsard in po è diventata la regola: 'alternanza di rime maschili e femminili, in questo caso femminile maschile, notate ancora come la battuta

Possa essere separata fra due attori in quel caso la stampa segnala con il rientro che si tratta di un solo verso e con la numerazione conta per uno solo.

Nelle due scene precedenti c'è l'incontro di Teramene e di Ippolito, si annuncia che Fedra è malata e sembra lasciarsi morire, in questa scena abbiamo Fedra con la nutrice che si lascia morire, nel teatro non potete avere delle parti, delle transizioni, delle digressioni, tutto è trasmesso attraverso il testo, eventualmente la didascalia.

"Fermiamoci, cara Enone, non riesco più a mantenermi, la forza mi abbandona, il giorno la acceca, le ginocchia tremanti se ne vanno sotto di me. Dei onnipotenti, che siate calmati dai nostri pianti e dalle nostre lacrime."

"Questi ornamenti, questi gioielli mi pesano. Quale mano importuna, ha formato i nodi che hanno raccolto i miei capelli? Tutto mi affligge e mi danneggia, cospira e complotta per nuocermi."

Quasi un monologo di Fedra con sé stessa.

e poi Enone che risponde: "Poco fa mi avete fatto fare questi nodi, vestirvi, volevate venire alla luce e adesso volete di nuovo nascondervi, odiate il giorno che siete venuta a cercare?"

Dettagli
A.A. 2021-2022
254 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher samanthalopetuso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Roccati Giovanni Matteo.