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DIAGNOSTICA INTRAOPERATORIA
La diagnosi intraoperatoria è un esame istologico effettuato nel corso di un intervento
chirurgico. Durante l'operzione, il chirurgo preleva un campione fresco che viene inviato al
laboratorio di anatomia patologia, qui, non avendo il tempo di fissare poichè il paziente è sotto
anestesia, la fissazione avviene tramite congelamento rapido in criostato a -25°C, dopodichè di
esegue una colorazione rapida con blu di tiolina o EE. La sezione viene poi montata e letta da
patologo che poi da un responso al chirurgo. Tutta l'operazione dura circa 30 minuti e dopo
l'invio dei risultati al chirurgo il campione verrà poi scongelato e fissato in formalina. Verrà poi
rianalizzato per effettuare la prove del 9 della analisi intraoperatoria.
CITOLOGIA
La citologia studia le caratteristiche morfologiche delle cellule libere (non associate ad un
tessuto), studia inoltre le modificazioni cellulari prodotte da processi neoplastici, infiammatori e
virali.
Citologia esfoliativa diretta/spontanea: raccolta di cellule che esfoliano spontaneamente, questa
citologia puo essere effettuata su un espettorato o un versamento. I liquidi da versamento sono
analizzati a fresco dopo l'aggiunta di anticoagulante, bisogna ricordare inoltre che le cellule
esfliano secondo il loro ciclio naturale e che in caso di tumore le cellule esfoliano in modo più
massiccio. Si utilizzano, inoltre, 3 campioni raccolti in 3 giorni consecutivi.
Citologia esfoliativa indiretta/indotta:l'esfoliazione viene indotta artificialmente tramite metodiche
invasive, le cellule così staccate vengono raccolte ed analizzate. Questa pratica è usata, ad
esmpio, nel PAP TEST
Citologia ago aspirativa: il tessuto viene prelevato tramite aghi. Questa procedura può essere
fatta a mano libera o essere guidata da una strumentazione radiologica come ECO o TAC.
Le cellule prelevate vengono analizzate tramite:
Striscio:metodo utilizzato per creare un monostrato di cellule immediatamente fissato o
essiccato all'aria, usato per versamenti e PAP TEST.
Strato sottile: usato per creare un monostrato di cellule facile da leggere, usato in citologia
cervico-vaginale
Citoincluso: materiale fissato in formalina che viene poi incluso in paraffina
Citospin: utilizzato per le urine, il vetrino viene centrifugato in modo che le cellule si attacchino
alla parete del vetrino. I pozzetti così ricavati vanno poi fissati e colorati in Papanicolau
colorante composto da ematossilina e Orange G)..
I principali coloranti in citologia sono il Papanicolau, l'EE e il colorante di
May-Grunwald-Giemsa. Come fissativi, invece, in citologia vengono principalmente usati i
fissativi a base di alcol.
IMMUNOISTOCHIMICA (IIC)
L'immunoistochimica o IIC è l'insieme delle tecniche che utilizzano anticorpi specifici (Ab) per
identificare antigeni specifici (Ag). Gli antigeni sono molecole proteiche, lipoproteiche o
glicoproteiche in grado di provocare una risposta del sistema immunitario. Ogni antigene ha un
epitopo o determinante antigenico, ovvero un sito che reagisce con l'anticorpo.
Caratteristiche di un anticorpo:
Specificità: ogni anticorpo è specifico per ogni antigene
Affinità: è la forza del legame antigene-anticorpo
Reattività: capacità dell'anticorpo di legarsi in modo specifico ad un antigene.
Avidità: velocita con cui l'anticorpo si lega all'antigene
Sensibilità: capacità dell'anticorpo di legarsi a quantita minime di antigene.
La reazione immunoistochimica ideale è sia sensibile che specifica, poi deve essere in grado di
riconoscere solo un antigene e deve riconoscerlo anche in minime quantità, tuttavia di solito più
un anticorpo è sensibile e meno è specifico. In particolare bisogna ricordare che gli anticorpi
monoclonali sono molto specifici ma poco sensibili, mentre gli anticorpi policlonali sono molto
sensibili ma poco specifici.
A causa di ciò, si possono ottenere due tipi di risultati errati:
Falso positivo: un campione che risulta positivo al test che abbiamo fatto ma che in realtà non
lo è e può essere causato dal citoplasma che diffonde all'esterno o da tessuto necrotico che
rpovocano legami aspecifici con l'anticorpo.
Falso negativo: un campione che risulta negativo al test che abbiamo fatto anche se in realtà
non lo è e può essere causato essiccamento, elettro o crio-resezione che causano la perdita
dell'antigene.
Molto importante nelle procedure immunoistochimiche, è l'utilizzo di un fissativo adatto,per
esempio per preparare strici e citocentrifugati, prima vengono disidratati all'aria aperta e poi
fissati con acetone freddo o etanolo per 10 minuti. In generale per ogni procedura
immunoistochimica, si predilige l'utilizzo di fissaticvi coagulantincome alcol etilico, motanoloo o
acetone, che provocano la liberazione delle catene laterali e la linearizzazione delle catene
polipeptidiche. I fissativi additivi come la formalina, mascherano le strutture antigeniche,
impedendo il legame con l'anticorpo. L'antigenicità, tuttavia, può essere ripristinata.
Per ripristinare l'antigenicità si usano due metodi, la digestione enzimatica, in cui si utilizzano
proteinasi che rompono i ponti metilici tra antigene ed anticorpo (Gli enzimi più usati sono la
tripsina, la pepsina e la proteinasi K), oppure si utilizzano sostanze chelanti ad alta temperatura,
in particolare un agente molto usato è l'EDTA.
TECNICHE IMMUNOISTOCHIMICHE
In IIC si utilizzano le immunoglobuline G (IgG), che possono essere anticorpi monoclonali,
policlonali o ibridi. Gli anticorpi monoclonali sono uguali tra loro e specifici per un singolo
epitopo di un determinato antigene; vengono prodotte da cellule dette ibridomi, ovvero il
risultato della fusione tra un linfocita B (in grado di produrre anticorpi) e una cellula mielomatosa
( in grado dei riprodursi e sopravvivere a lungo). Gli anticorpi policlonali sono invece anticorpi
prodotti da cellule diverse che sono in grado di riconoscere divewrsi epitopi di un singolo
antigene.
Le tecniche di IIC si avvalgono sia di anticorpi che di molecole traccianti in grado di evidenziare
le reazioni tra anticorpo ed antigene. Le molecole traccianti più usate sono:
-Fluorocromi:indicatori cromatici come la rodamina o l'istocianato di fluorescina, hanno lo
svantaggio di avere un periodo di estinzione molto breve, infatti perdono la loro fluorescenza se
non conservati a basse temperature.
- Metalli colloidali: coniugati di oro o argento, sono usati nella microscopia elettronica e nella
tecnica dell'immunogold
-Enzimi: gli enzimi usati in IIC devono avere basso peso molecolare, non devono denaturare le
immunoglobuline, devono essere assenti nel tessuto del campione e devono formare legami
stabili con l'anticorpo.
La reazione antigene-anticorpo può avvenire in due modi:
Metodo diretto: in questo caso l'anticorpo si lega all'antigene con rapporto 1:1. In questo caso
l'anticorpo è marcato con un fluorocromo che evidenzia la reazione.
Metodo indiretto: uso successivo di due anticorpi, un anticorpo primario che si lega all'antigene
ed un anticorpo sedcondario coniugato con un enzima e diretto contro l'anticorpo primario.
Le procedure più usate in IIC sono
-Metodo PAP: L'anticorpo secondario funziona da ponte tra l'anticorpo primario ed il sistema
PAP
- Metodo avidina-biotina: in questa tecnica si usa un anticorpo primario biotinilato, la
streptoavidina si lega alla biotina sull'Ab1 facendo da ponte per la perossidasi che evidenzia la
reazione.
-Metodo Envision: l'anticorpo primario è legato ad una struttura polimerica detta Envision, che
amplifica il segnale della perossidasi.
CONTROLLI DELLE REAZIONI IIC
Per valutare la correttezza di un test si effettuano due tipi di controlli, un controllo positivo ed un
controllo negativo. Il controllo positivo evidenzia i falsi negativi ed è quindi un controllo di
sensibilità; il controllo negativo evidenzia i falsi positivi ed è quindi un controllo di specificità.
Le variabili che influenzano la presenza o meno di asrtefatti (risultati errati) sono:
- Adeguatezza del campione
-Caratteristiche dell'anticorpo
-Conservaziopne dell'antigenicità
-idoneità della reazione antigene-anticorpo
-attendibilità e corretta interpretazione dei dati
Nello swpecifico, le cause di un falso positivo possono essere:
- Reattività non specifica: reazione tra una molecola diversa dall'antigene ricercato e uno dei
componenti del sistema rivelatore
-Mancanza di specificità dell'anticorpo: l'anticorpo primario può non essere completamente
specifico per l'antigene target, questo avviene soprattutto quando si usano anticorpi policlonali.
-Diffusione e captazione dell'antigene: causata da una fissazione ritardata.
La causa dei falsi negativi invece, risiede spesso nella bassa capacità dell'anticorpo di legare
l'antigene.
ESTRAZIONE ACIDI NUCLEICI E SEQUENZIAMENTO DIRETTO DA
MATERIALE ISTO-CITOLOGICO
Per estrarre gli acidi nucleici da campioni isto-citologici, i campioni vanno prima fissati e
paraffinati. Si possono anche estrarre gli acidi nucleici da strisci e liquidi biologici. Se
però si utilizza, per la fissazione, formalina acida o un fissativo diverso dalla formalina,
come il Glyo fixx, si ottiene la degradazione degli acidi nucleici. Anche tempi di
fissazione troppo lunghi posso portare alla degradazione degli acidi nucleici.
Le tecniche di estrazione utilizzate variano a seconda del campione:
Fenolo-cloroformio: questa tecnica si usa su campioni di tessuto paraffinato. Dopo aver
eliminato lo xilolo dal campione tramite un lavaggio in etanolo, si procede ad un bagno
in fenolo, che denatura le proteine, e cloroformio, che solubilizza i lipidi. Infine si
procede ad un bagno in etanolo che fa precipitare il DNA.
Colonne di silice:questa tecnica si usa per il materiale citologico e si basa sull'affinità
degli acidi nucleici alla silice. Le molecole di DNA sono di ottima qualità, tuttavia se ne
ottiene una quantitò modesta.
Biglie magnetiche: questa tecnica si utilizza per gli strisci e si basa sull'affinità del DNA
alle microsfere di silice magnatica.
Sistema automatizzato di estrazione del DNA: questa tecnica si usa per i campioni
liquidi. Si utilizza uno spettrofotometro che legge il campione secondo la legge di
Lambert-Beer ( gli acidi nucleici vengono letti a 260nm).
PCR (POLYMERASE CHAIN REACTION)
La PCR è una tecnica per l'amplificazione in vitro di un frammento di DNA. Questa
tecnica necessita di magnasio, acqua, soluzione tampone, DNA polimerasi batterica e
infine dei nucleotidi, il tutto va aggiunto in una provetta