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Plauto: l'autore di commedie

Autore di commedie, di fabule pagliate ad ambientazione greca, questo ci obbliga a ragionare sui modelli di Plauto. Già abbiamo accennato al fatto che Plauto, come anche Terenzio, facciano riferimento alla commedia, in generale al teatro greco e alla cultura latina. Ma in che termini?

Entrambi Ennio e Plauto producono delle fabule pagliate e quindi risulta ancora più urgente questo discorso sui modelli, che verranno quasi certamente da Menandro e altri autori della commedia nuova greca, e da quel teatro cosiddetto ellenistico più tardo. Il problema è che noi conosciamo pochissimo o praticamente nulla di Menandro, e allora come facciamo?

Abbiamo Menandro, qualche suo frammento, alcuni nomi di altri autori e nessun altra opera. Capiamo che la sfiga è molto alta e vediamo anche in che senso vale la pena fare questo discorso. Che senso abbia vedremo, ma il senso non è tanto di andare a scoprire chi Plauto abbia contaminato.

a Plauto, che ci spiega come avviene il processo di contminatio. La contminatio, infatti, consiste nel mescolare diverse fonti, come le commedie greche e i drammi romani, per creare una nuova opera teatrale. Questo processo di mescolanza e traduzione è fondamentale per comprendere l'opera di Plauto e gli altri autori dell'epoca.Plauto di fabule pagliate è Terenzio per motivi di difesa, tratta del concetto di contaminatio, essenzialmente questa sua commedia addirittura reca lo stesso titolo di una commedia di Menandro che proprio si intitolava la Andria, e pare in realtà che questa commedia di Terenzio derivi dall'Andria di Menandro e anche da un'altra sua commedia Perinthia, sempre di Menandro di cui non c'è arrivato nulla, ci da testimonianza Donato un intellettuale uno degli studiosi della tardo latinità, a cui è spettato il compito di conservare, di riportare così poi nei periodi successivi l'opera di Plauto e di Terenzio, quindi tutto questo discorso noi lo facciamo anche grazie ai commenti lasciati da questo studioso a margini delle commedie, e quindi Donato commenta le opere del nostro drammaturgo cartaginese che è Terenzio che era di Cartagine, venuto a Roma inizialmente come schiavo, pensate questo si è liberato dagli scipioni e diventato.grandissimo poeta e commediografo. Evidentemente il nostro ragionamento, deve svolgersi e deve tenere presente che tutte queste opere romane, in particolare quelle Plautine e Terenziane, sono intrecci di modelli greci, ma non di opere precise di cui io mi posso riferire ai titoli che sono tra l'altro strani e non ci importano, ma di schemi, cioè a noi non importa dire "vabene i menecmi di Plauto è la versione latina della tal opera di Menandro", possiamo anche farlo anche esplicitamente ma non ci importa, non ci dice nulla anche perché per lo più noi non conosciamo quel titolo, quell'opera fonte di derivazione per Plauto e questo è il tema, se noi analizziamo le opere soprattutto di Plauto che sono quelle che più ci interessano più evidente, noi non troveremo mai un vertere netto cioè dei passi trasposti dal greco al latino da una opera di Menandro e passata quella di Plauto, troveremo situazioni eventualmente, ma neanche.schemidrammaturgici tanto per cominciare la struttura delle commedie è molto diversa, la commedia greca è divisa in atti, quella latina non lo è, quindi c'è già una scansione molto diversa abbiamo visto che bene o male anche la commedia ha preso dalla tragedia in ambito greco, però comunque ha una sua struttura fissa in ambito latino no, non ci sono dei blocchi precisi dedicati all'azione del coro, all'azione dell' attore in realtà è tutto più fluido, Plauto sfrutta sostanzialmente gli ingranaggi, i meccanismi sui quali sviluppa la sua storia, una storia che deve piacere al pubblico romano, e quindi la dentro inserirà non solo tutti i riferimenti più realistici possibili ma anche que giri di parole, quelle strizzate d'occhio al suo pubblico che sono calate dentro la sua società e epoca e che suscitano il riso del pubblico romano che magari non più quello tardo greco. In tutto perPlauto e Terenzio sono due autori di commedie latine. Tuttavia, molte delle loro opere sono incomplete o anonime. Di 12 modelli greci per 9 commedie latine, abbiamo solo i titoli e i nomi degli autori per 9 commedie. Per altre 3 commedie, abbiamo solo i titoli delle opere greche senza il nome dell'autore. In totale, possiamo riferire il titolo dell'opera originale greca e il rispettivo autore per 9 commedie tra Plauto e Terenzio. Tuttavia, non abbiamo i testi di queste commedie. Per altre tre commedie, abbiamo solo i titoli delle opere ma non sappiamo chi le ha scritte. Ci sono anche due casi in cui conosciamo l'autore ma non conosciamo l'opera. Questa situazione di incertezza ha suscitato molte ipotesi e discussioni tra gli studiosi nel corso dei secoli.leggiamo un Plauto che ha attraversato diversi secoli, un Terenzio rimaneggiato più volte, Donato e molti altri lasciano la loro firma a queste opere e ce le tramandano. Commentandole si è pensato che in realtà ci sia stata qualche modifica, quindi anche questo discorso va spiegato e ragionato. Altri hanno pensato invece che le opere di Plauto fossero talvolta un avvicinamento o talvolta un allontanamento dei modelli greci originali, quindi un vertere consapevole da parte di Plauto e Terenzio. Quello che facevano i commediografi romani, parlando di certezza, è che usavano un materiale molto eterogeneo, perché in epoca tarda, quindi siamo in epoca ellenistica, c'è la plantologizzazione del teatro. Il teatro era frutto di contaminazione, parti recitate, cantate, danzate, tramandate. Con questa antologizazione, quindi, di fatto i romani non hanno sotto occhio un materiale puro ma passato di mano in mano, lavorano con trame di commedie greche.

parodie della tragedia romana, citazione di poeti latini quindi attenzione materiale variegato anche dal punto di vista dei generi, le commedie di Plauto sintetizzano talvolta anche le commedie greche, farse italiche, parodie italiche o greche, trascrizione di tragedie in chiave ironica di tutto questo, c'è molta meno fissità dei generi rispetto al mondo greco dove tutto è molto più fissato, codificato, immobile e via lo rocostruiscono delle commedie nuove, molto duttili, originali, perfettamente in sintonia con il loro tempo e quindi badiamo bene che non è una copiatura, è un libere vertere quindi una traduzione libera, è un vertere in questo caso significa riadattare per intenderci è come se noi oggi mettessimo in scena il malato immaginario di Moliere, e se noi lo mettiamo in scena non lo mettiamo in scena così come poteva essere nel '600, ma lo mettiamo in scena pensando al pubblico del 2019 questo già facevano i latini,

e addirittura ancora di più con consapevolezza mescolavano i generi, questo discorso noioso fatto si fa per fare capire come funziona il teatro latino, certamente il teatro di Plauto e Terenzio ma più ampiamente che cosa intendiamo per vertere e contaminatio se no non capiamo, altrimenti pensiamo che i romani prendano tutto dai greci e così lo ripropongano non è questo, è sbagliatissimo, altrimenti significa non aver chiaro questi teatri, questo ci fa capire il lavoro drammaturgico messo in atto dal teatro romano. Quindi contaminatio di temi, di generi ma libera per strutture drammaturgiche, elementi della messa in scena abbiamo detto in chiave più realistica e persino linguaggio, questi autori ovviamente non solo cambieranno la metrica ma anche le figure retoriche cioè nella commedia latina viene molto usata l'allitterazione, che non aveva senso in ambito greco perché la lingua greca non da spazio all'allitterazione o comunque non.fa ridere un passaggio allitterato, un' allitterazione cosa che ha particolare senso per l' accentuazione in latino come in italiano e nelle lingue moderne, quindi tutto il linguaggio la cosiddetta stilistica viene rivista, altra novità gli a parte dove ci sono le didascalie, cioè un' opera teatrale cosiddetta copione, canovaccio reca degli a parte cioè l' autore può inserire delle didascalie dentro la narrazione che possono essere di varia natura, ad esempio riguardano la messa in scena dell' opera, cioè i costumi, l' apparato scenico, gli oggetti di scena, le indicazioni di cosiddetta regia anche se non ha molto senso parlare di regia a questa altezza cronologica, però per intenderci l' allestimento scenico oppure le didascalie proprio narrative dentro la fabula questo i greci non lo facevano, questi commenti anche dati da appunto lunghe tirate dei personaggi, sono una rarità in ambito greco gli attori difficilmentepronunciano le lingue tirate o quasi dei monologhi in Plauto. Questo accade, e questi a parte che sono dei passaggi importantissimi nell'opera sono quasi più spesso proferiti dai servi, perché vedremo che il personaggio principale delle commedie plautine è il servo, i protagonisti sono i servi. Anche questo è fondamentale da imparare, dentro questi a parte si scatena la macchina del riso di Plauto, e qui dentro che l'azione comica ha luogo e capiamo quanto sia originale in realtà questa fabula, pagliata si ma pagliata il contesto reca di greco quasi solo il contesto tutto il resto è rimasticato e questo non lo dice solo Terenzio per difendersi, ma lo vediamo proprio da una relazione con i cosiddetti modelli greci, altra questione in generale di novità sono comunque le trame, perché i poeti latini riprendano i greci anche qui nella trama sono i passi, sono talvolta un insieme di varie commedie che vengono riprese, per mantenere.fisso però quello che è il grande schema della commedia romana soprattutto plautina, che l
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Publisher
A.A. 2019-2020
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SorliniGia97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e tecnica della messinscena e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Mazzoleni Elena.