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IDRODINAMICA
L’idrodinamica è quella parte della fisica che, adeguata ai nostri studi, ci permette di definire il
comportamento idraulico di un sedimento in moto all’interno di un fluido.
Va subito precisato che, a seconda delle condizioni, statiche (ferme) o dinamiche (in moto), in cui
si trova il fluido il significato di sedimento è alquanto differente. Per il primo viene considerato
come l’insieme di particelle solide e degli interstizi che le separano, nel secondo caso, invece,
quello più interessante per i nostri scopi, si tratta delle sole particelle disperse nel fluido in
movimento.
Delle due condizioni, prima descritte, quella di cui ci interessiamo maggiormente è quella
dinamica ovvero di moto. Di essa esistono due diverse condizioni:
In una in cui fluido e granuli si comportano come due fasi distinte. Presentano una flusso
denominato tipico o normale in cui la deposizione avviene per semplice separazione delle
particelle solide. In questo caso si parla di trasporto e deposizione particellare che è
quella che vedremmo in questo capitolo.
L’altra, invece, in cui solido e fluido hanno un unico comportamento, come si trattasse di
un'unica fase. Il flusso, in questo caso, viene chiamato reologico oppure di scorrimento e
la deposizione avviene per semplice arresto. Per questa condizione si parla, quindi, di
trasporto e deposizione in massa.
Un altro aspetto fondamentale da sapere sui fluidi in condizioni dinamiche è che di essi esistono
due differenti regimi definibili da un parametro chiamato numero di Reynolds (R) che non è altro
che il rapporto tra forza inerziale e forza viscosa (resistenza allo scorrimento). Questi due regimi
sono:
Quello laminare che si ha quando il moto del fluido avviene come se esso fosse costituito
da un numero infinitesimo di strati paralleli tra loro che non si rimescolano mai. R < 500.
Quello turbolento che si ha quando il moto
avviene in maniera caotica senza seguire
traiettorie definite. R > 2000. 92
Idrodinamica
Processo Selettivo
Il comportamento idraulico di una particella sedimentaria, viene definito sulla base dei parametri
che lo condizionano, ovvero dimensioni, forma e peso specifico. Ma poiché tra i granuli comuni le
dimensioni variano maggiormente degli altri due, si può affermare che il comportamento idraulico
dipende principalmente dalla granulometria. Molti granuli, però, non seguono questa regola
generale e i propri pesi specifici e la propria forma influenzano considerevolmente il
comportamento idraulico comportando il manifestarsi di processi selettivi. Essi tendono a smistare
e concentrare in depositi distinti i vari granuli in base alle proprie caratteristiche fisiche.
Il processo selettivo si manifesta in due importanti processi sedimentari quali il trasporto e la
conseguente deposizione o sedimentazione che passeremmo ora in rassegna.
Trasporto
Il trasporto è uno dei principali processi sedimentari (segue quelli di degradazione ed erosione),
nel quale il sedimento viene portato, grazie alla presenza di diversi agenti, dalla sua propria zona
d’origine a quella di deposizione. Il principale di questi agenti di trasporto sono i corsi d’acqua
fluviali, che nel loro lungo percorso che va dalle cime dei rilievi più importanti fino alle foci deltizie,
trasportano con se i sedimenti secondo un tipo di trasporto selettivo.
Infatti, durante questo trasporto, il primo e più importante conseguenza della selezione è la
separazione tra carico di fondo e carico sospeso (meglio osservabile nel diagramma di Shields) che
normalmente corrisponde alla distinzione tra sedimenti grossolani (sabbie e ghiaie) e quelli fini
(silt e argilla). I primi avendo un peso maggiore e quindi richiedendo energie sempre più intense,
subiscono questo trasporto attraverso il trascinamento sul fondo che può avvenire per tre
differenti processi: rotolamento, scivolamento e saltellamento. I secondo, invece, presentando
granulometrie e pesi inferiori, vengono presi in sospensione e mantenuti sollevati dalla turbolenza
delle acque e successivamente deposti per decantazione.
L’azione selettivo del trasporto si riflette non solo sulla tessitura del deposito ma anche sulla
struttura geometrica
dello stesso, infatti, un
trasporto selettivo
tende ad originare un
deposito più ordinato o
organizzato a differenza
massa
di un trasporto di
in cui i depositi sono
completamente
disorganizzati. 93
Idrodinamica
Perciò il trasporto di sedimento selettivo verrà suddiviso in trasporto trattivo e decantativo.
Trasporto Trattivo
La trazione sul fondo viene generalmente descritta in base alla velocita media della corrente, ma
gli agenti veri e propri, di essa, sono
la forza fluida (F) e la pressione di
trascinamento (τ) che agiscono
tangenzialmente rispetto al fondo.
Questi due parametri sono
direttamente proporzionali alla
velocita media (u), ma essi
dipendono anche dal punto di
applicazione e quindi,
conseguentemente, dalla variazione verticale della velocita. Come è possibile osservare dal
seguente diagramma, il profilo della pressione tangenziale è opposto rispetto a quello della
velocità, infatti sul fondo τ raggiunge il massimo mentre la velocita u si trova nel suo punto di
minimo.
Osservando sempre il diagramma, si noterà che la velocita di fondo è nettamente inferire rispetto
a quella della corrente con conseguenza che per gli agenti trattivi il tasso di sedimentazione è
piuttosto basso. Quindi una corrente trattiva non apporta nuovo sedimento, ma al massimo ne
rielabora e risciacqua il preesistente. Dunque, riassumendo, i processi trattivi svolgono due azioni
principali: quella di trasporto e quella di modellamento del fondo.
Affinché le particelle possano essere rimosse dalla corrente di trazione, occorre che la pressione
tangenziale τ superi la loro resistenza al moto, fattore che dipende, essenzialmente, dalle
caratteristiche individuali di ogni particella (peso, volume, forma, ecc.). Quindi è possibile definire
un valore limite di τ, che chiameremmo soglia di rimozione ø, sopra il quale ogni singola particella
può essere presa in carico, che dipende essenzialmente dalla diametro (d) della particella stressa.
Tra ø e τ esiste una stretta relazione osservabile nel diagramma di Shields, nel quale questi due
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Idrodinamica
parametri vengono correlati, che ci mostra la relazione tra tipo di trasporto e dimensione dei
clasti. In esso si riscontrano 3 differenti zone: 1) nessun trasporto dove la pressione τ è inferiore al
valore critico per tutte le particelle presenti e quindi si assisterà all’immobilita del sedimento; 2)
trasporto sul fondo che interessa le particelle più grossolane attraverso i fenomeni di
rotolamento, scivolamento e saltellamento; 3) sospensione di particelle fini dove il valore della
pressione tangenziale è molto maggiore rispetto alla soglia. Osservando attentamente lo schema
si noterà, inoltre, che per sedimenti più fini di 0,2 mm la pressione necessaria per smuovere le
particelle è maggiore di quella richiesta per particelle più grossolane questo perché i sedimenti più
fini mostrano un elevata coesione dovuta dalla loro elevata superficie specifica.
Questo è un ulteriore diagramma del regime di trasporto di Shields per fiumi e flussi poco
profondi in canali. È molto simile al precedente, si differenzia da esso perché, oltre alla relazione
tra pressione tangenziale e dimensione delle particelle, viene considerato, in questo caso, anche il
tipo di regime del flusso. Tra l’altro al suo interno viene mostrato, anche, il campo di formazione
di tipiche strutture da corrente trattive quali ripple e dune che vedremmo ampiamente più avanti.
La lettura di questo diagramma è similare a quello visto precedentemente.
Ricapitolando, quindi, possiamo
affermare che la corrente trattiva
non è un tipo di flusso, ma bensì uno
dei modi con cui un flusso può
interagire col sedimento.
Strutture Trattive
Se su un fondo sabbioso agisce una corrente di acqua di profondità data, la cui velocità supera un
valore critico, si verifica, come abbiamo visto, un trasporto di tipo trattivo, in cui i granuli iniziano
a muoversi, tramite il quale si possono produrre, in base alla profondità, velocità media del flusso
e granulometria, diversi tipi di strutture sul fondo. Dal punto di vista dinamico, le varie forme,
tenendo la profondità costante, dipendono essenzialmente dal tipo di regime del flusso che viene
determinato dal numero di Froude (F). Esso è uguale al rapporto tra forza inerziale e forza
gravitativa e in base al suo valore ci permette di suddividere il regime in:
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Idrodinamica
Subcritico o inferiore quando F<1;
Critico o intermedio se F=0;
Supercritico o superiore quando il valore di F>1.
Conoscendo il numero di Froude si potrà, ora, osservare che al suo costante aumento, quindi
conseguente passaggio da regime subcritico a supercritico e considerando la profondità costante,
si tenderanno ad originare in sequenza le varie strutture sedimentarie quali:
Ripple;
Dune con ripple sovrapposti;
Dune;
Fondo piatto;
Antidune stazionarie;
Antidune frangenti;
Salti idraulici. 96
Idrodinamica
Strutture Da Corrente Unidirezionale
a) Strutture Da Regime Subcritico
Ripple e dune sono le più importanti, conosciute e tipiche strutture sedimentarie. Esse di
originano quando sul fondo incide una corrente con regime di flusso esclusivamente subcritico o
inferiore, quindi con numero di Froude < 1. Queste due strutture inferiori si differenziano tra loro
solo per le dimensioni, le prime di piccola e media scala mentre le seconde di grande, ma non per
forma e dinamica.
Si tratta di
I ripple sono increspature cicliche che si formano della superficie del sedimento inconsolidato,
approssimativamente organizzate in ripetizioni cicliche di allineamenti subparalleli fra loro
orientati in posizione
perpendicolare alla direzione
della corrente che li genera.
Praticamente sono tipiche
strutture sin-deposizionali, che
si accrescono durante la
deposizione, di forma
asimmetrica con un lato poco
inclinato, quello posteriore e uno più ripido e corto (inclinazione corrispondente all’angolo di
riposo del sedimento che è di circa 35-40°) quello anteriore. Il primo è interessato dall’azione
della corrente ed è perciò soggetto a fenomeni di trazione e trasporto del sedimento mentre nella
parte anteriore si manifestano esclusivamente processi di deposizione, in quanto i granuli, che si
trovano nella parte sopraccorrente, vengono spinti sul ciglio della duna e qui accumulati