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ATTUAZIONE (EXECUTION, IMPLEMENTAZIONE)
Rappresenta la seconda fase del processo che mi permette di mettere in pratica la
strategia.
Le due fasi elencati non sono completamente lineari infatti non si applicherà alla
perfezione la strategia elaborata, a causa di imprevisti determinati dal mercato. Nella
fase di execution attuerò una strategia modificata.
Le strategie emergenti vengono implementate nella seconda fase in risposta a
modificate condizioni di contesto; ciò si determina dal passaggio dalla fase di
pianificazione alla fase di implementazione.
Queste strategie emergono dai livelli più bassi come ad esempio dal venditore, perciò
questi livelli più bassi avranno un margine decisionale che è quindi denotato dalle
strategie emergenti.
Un livello organizzativo si verifica quando vi è una ripartizione di compiti o
responsabilità, quindi una ripartizione di responsabilità.
DIVERSO DA
Il livello di strategia
Nelle aziende ne esistono tre:
-Competenza del vertice aziendale (corporate): strategie decise dal vertice aziendale
-Strategie business
-Livello funzionale: strategie funzionali attuate dalle ripartizioni delle attività che
svolgono funzioni
Le strategie Corporate
Le strategie corporate sono strategie complessive poiché le decisioni hanno effetto su
tutta l’azienda.
Le tre direttrici di crescita Corporate sono espansione geografica (strategie
internazionalizzazione), la crescita settoriale quindi aumento del numero di
business (strategie diversificazione), la crescita dimensionale quindi l’aumento
delle dimensioni dell’azienda (strategie di integrazione).
La strategia corporate deve delineare il proprio ambito di competenza quindi il dove
competere, mentre le strategie business definiscono come l’impresa compete.
Le strategie Business
La strategia business si può basare sia sui costi quindi sul minimizzare i costi
(Leadership di costo), o sui ricavi quindi sulla massimizzazione dei ricavi tramite
l’aumento del prezzo (differenziazione il prodotto differente dalla
rendere
concorrenza). Il Premium Price è il prezzo che una impresa può applicare al proprio
prodotto giustificato da una politica di differenziazione.
Le strategie al livello funzionale
Le strategie al livello funzionale è il terzo livello di strategia e si decidono gli obiettivi
dei vari ambiti funzionali.
Questi tre livelli si differenziano per l’orizzonte temporale: Le corporate hanno livello
medio-lungo e si basano su un PIANO INDUSTRIALE, Le business hanno carattere
competitivo e orizzonte temporale di massimo 1 anno per agire di competenza ai
competitor tramite un BUSINESS PLAN, Le strategie funzionali hanno periodo di 3-6
mesi e ogni attività ha un piano( PIANO DI piano produzione, piano vendite…).
Le strategie hanno carattere gerarchico e anche al livello funzionale vi è gerarchia tra
le diverse funzioni basate da quella che ha più diretto contatto con il mercato a
decrescere;
Infatti 1 Piano vendite 2 Piano produzione 3 Piano approvvigionamento 4 Piano
finance.
Lezione 2
La strategia al livello corporate:
1-Scelta del settore in cui operare
2-Definizione della missione aziendale e della Vision
Mission: Cosa è l’impresa oggi
Vision: Dove vuole andare
La Vision è l’idea dell’imprenditore e rappresenta ciò che l’azienda intende
diventare. Microsoft: “Un personal computer su ogni scrivania, e ogni computer
con un software Microsoft installato”. Henry Ford: “I cavalli dovranno sparire
dalle nostre strade”, Wal-Mart “Dare alla gente comune la possibilità di
acquistare le stesse cose dei ricchi”. Questi esempi sono proiezioni di uno
scenario futuro che rispecchia i valori e lo spirito dell’impresa. Nello sviluppo
della Vision gli aspetti sono molteplici: storia personale, aspirazioni, interessi,
società. Una visione che deve essere condivisa e convalidata dal team di
partner e lavoratori che la influenzano e ne diventano, al contempo,
ambasciatori.
La Mission è la guida per realizzare l’idea, si focalizza sul presente e descrive in
modo chiaro cosa fare e quali strumenti utilizzare per realizzare gli obiettivi.
Questi due aspetti in realtà non sono distanti ma complementari. Per poter
realizzare la Vision è necessario procedere per progetti, che di volta in volta si
strutturano attraverso una mission mediante obiettivi: chiari, possibili,
identificabili, misurabili, raggiungibili e controllabili.
La differenza tra Mission e Vision è la completezza dei progetti. La Vision è un obiettivo
a lungo termine in cui è compreso un elemento motivazionale ma comunque che
tenga conto della possibile concretizzazione (teoria della motivazione al successo). La
teoria dice che la massima motivazione si ha quando l’obiettivo è complesso ma
realizzabile, quindi concreta ma non semplice.
La Mission e la Vision non possono cozzare tra loro ma devono tenere conto del
mercato (consumatore) e del settore (aziende).
La filosofia aziendale è il percorso che l’impresa deve condurre per arrivare alla Vision.
3-Ricerca della interdipendenza tra i business della struttura strategica
Una interdipendenza è un legame tra due o più business della stessa impresa, questo
può portare ad una riduzione dei costi grazie alle economie di scala e grazie alla
centralizzazione della funzione (delego a un unico soggetto la competenza di una
area); La sinergia consiste quindi nello sfruttamento della interdipendenza.
4-Strategie di crescita
Sono ad esempio strategie di internazionalizzazione in cui si aumenta l’ampiezza del
proprio mercato, l’opposto è la rifocalizzazione.
Con le strategie di integrazione si aumentano le attività e l’opposto si dice outsourcing
(l'insieme delle pratiche adottate dalle imprese in modo da ricorrere ad altre imprese
per lo svolgimento di alcune fasi del proprio processo produttivo).
5-Le strategie di disinvestimento sono strategie a livello corporate con cui l’impresa
riduce l’ampiezza del proprio impianto.
Strategia di diversificazione
La diversificazione è una strategia con cui una impresa si espande in nuovi fattori
(diverso da differenziazione che è una strategia business in cui si agisce sulla
percezione che ha il consumatore del prodotto o dell’azienda). Possiamo distinguere
tra Diversificazione Correlata e Conglomerata, il primo caso ci dice quando tra i due
business c’è qualcosa in comune nel caso contrario siamo nel caso della
Conglomerata.
In comune tra i due business può anche essere il target di consumatore.
Per attuare una strategia di diversificazione bisogna fare tre test:
+ Attrattività che mira a capire se un settore è attrattivo e quindi presenta delle
potenzialità di profitto e il profitto potenziale del nuovo fattore deve essere maggiore
di profitti di investimenti alternativi.
+ Costo di entrata bisogna capire se i flussi prospettici futuri non siano
completamente assorbiti dai costi di investimento iniziali (attualizzazione di profitti
futuri).
+ Better of viene superato se la nuova divisione ha valori economici (costi ricavi)
migliori di quelli che avrebbe se fosse una impresa a se stante. Questo vantaggio può
derivare dallo sfruttamento delle interdipendenze quindi dalle sinergie.
La diversificazione può essere fatta attraverso una crescita interna quindi quando una
impresa crea una nuova divisione che gestisce il settore in cui mi diversifico. La
difficoltà sta nel fatto che l’impresa potrebbe non avere le competenze per operare nel
nuovo settore.
Un altro modo di attuare una diversificazione è comprare una azienda che opera già
nel settore (M&A, Fusione e Acquisizione)
Può inoltre essere fatta una alleanza strategica con una azienda operante nel settore e
quindi attuare una collaborazione.
Strategia di internazionalizzazione
Questa strategia corporate permette all’impresa di operare su mercati esteri;
Bisogna quindi decidere le forme e le modalità della strategia e inoltre va fatto un
bilanciamento tra la standardizzazione del prodotto e la adattazione al mercato.
Le forme di Internazionalizzazione può essere produttiva (costi più bassi), vendita,
ricerca e sviluppo, fiscali, approvvigionamento, finanziaria (reperire capitali).
Le modalità fanno riferimento al come l’impresa va all’estero ovvero esportazione,
sussidiaria commerciale, alleanza.
Va quindi inoltre fatto un bilanciamento tra la standardizzazione del prodotto quindi
avere maggiore efficienza riducendo al minimo i costi e l’adattamento al mercato
quindi al consumatore che mira all’efficacia (raggiungimento dell’obiettivo). Per avere
questa efficacia il prodotto va eventualmente adattato alle esigenze del nuovo
consumatore.
Si può anche avere il caso del prodotto globale quindi pensato per essere
internazionale fin da subito.
Lezione 3
L a strategia di integrazione
La strategia di integrazione può essere verticale o orizzontale. Questo tipo di strategia
è un tipo di strategia al livello corporate con cui un’impresa decide di incrementare il
numero o la dimensione delle proprie attività.
La filiera economico produttiva è la sequenza di fasi che devono essere realizzate
affinché dalla produzione dell’input si arrivi all’output.
Fare integrazione verticale vuol dire muoversi verticalmente lungo la filiera sia a
monte che a valle, a monte vuol dire incominciare a fare l’attività che fino a ieri faceva
un suo fornitore, fare integrazione a valle vuol dire fare l’attività di distribuzione
eliminare quindi l’intermediario con il cliente.
Ogni qual volta si ha una integrazione verticale bisogna fare una analisi della fattibilità
sia economica sia strategica.
Fare integrazione orizzontale vuol dire spostarsi orizzontalmente sulla filiera, quindi
muoversi lungo la stessa linea della filiera e di conseguenza acquisire le attività dei
concorrenti.
La prima decisone da prendere in questo caso è riguardo al marchio dell’azienda
acquisita; nel caso in cui si venisse a creare concorrenza interna quindi quando due
prodotti fanno parte della stessa categoria merceologica. Questo fenomeno non si
verifica nel caso in cui vi sia una marcata divisione tra i due mercati (profili di
consumatori diversi, prezzi).
Le Strategie al livello business
L’obiettivo ultimo delle strategie business è la definizione di come competere in un
settore. Si parte dall’analisi dell’ambiente esterno in cui l’azienda è presente.
Questo può essere fatto secondo un approccio PESTEL (