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Le metamorfosi del gusto

Torino, Bollati Boringhieri, 1989, 29-51).

Recensione (1780) dellatraduzione di: Storia delle arti del disegno presso gli antichi di Winckelmann (Milano 1779)ecc., e nel 1792 ovviamente recensione della prima uscita della Storia pittorica del Lanzi.

Galleria degli Uffizi: prima cambiamenti sotto la direzione di Antonio e Raimondo Cocchi a partiredal 1758, poi maggiore incremento dal 1765 con Leopoldo. Alla morte di Raimondo Cocchi(1775) subentrano Pelli Bencivenni e Lanzi.

Trasformazione da collezione privata a museo "pubblico" secondo le scelte di una politicailluminata perseguita dal Granduca, del quale scriveva Bandini nella sua Lettera sopra iprincipj, e progressi della Biblioteca Laurenziana (Firenze, 1773, pp. 74-75): "ben vedendoEgli, come principe sapientissimo, che la cultura degli animi, l'onestà dei costumi, l'apparatodelle cognizioni, l'avanzamento delle scienze, sono gl'importanti fondamenti della pubblicafelicità".

E del buon reggimento degl'Imperi".

Riorganizzazione delle collezioni: modelli il Museo Capitolino e Museo Pio-Clementino a Roma che Giambattista e Ennio Quirino Visconti avevano cominciato a risistemare.

Si delinea anche il problema della tutela delle opere: il museo come luogo di conservazione, seguendo l'esempio romano e le leggi di tutela promulgate a Roma.

Gli Uffizi: quattro secoli di una galleria. Atti del convegno internazionale di studi (Firenze 1982), a cura di P. Barocchi, Firenze, Leo S. Olschki, 1983.

Il "gabinetto di pitture antiche" e la fortuna del Medioevo (G. Previtali, La fortuna dei primitivi (Torino, Einaudi, 1964), nuova edizione Torino, Einaudi 1989, con introduzione di E. Castelnuovo).

1792 prima edizione della Storia pittorica della Italia inferiore, o sia delle scuole fiorentina senese romana napolitana, compendiata e ridotta a metodo per agevolare a' dilettanti la cognizione de' professori e de' loro stili, Firenze, Antonio Gius.

Pagani1795-96 Storia pittorica della Italia, seconda edizione ampliata, Bassano, Remondini 1809 Storia pittorica dell'Italia dal Risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo, edizione ampliata edita a Bassano presso Remondini; 1823 edizione in 6 volumi edita a Milano presso Giovanni Silvestri (edizione Firenze, Sansoni 1968) 1775 gruppo di ex gesuiti, capeggiati da Alessandro Zorzi, progettano l'Enciclopedia italiana sul modello della Encyclopédie francese, ma capace di fornire una aggiornata sintesi della cultura italiana e di riservare maggiore spazio alla storia. Vi collabora anche il Tiraboschi 1782-1785 Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi, prima edizione, Roma, L.P. Salvioni 1787-1794 Storia della letteratura italiana, seconda edizione, Modena, Società Tipografica Questione terminologia: la Storia pittorica intende essere, nelle dichiarazione del suo autore e fin dal titolo della prima edizione, "compendiata e ridotta".

A metodo". L'uso del termine metodo è inteso in un'ottica di erudizione settecentesca, non già come processo teorico speculativo, ma in quanto proposta di una nuova forma compendiaria, capace di presentarsi come una storia complessiva e un programmatico modello per gli studi successivi. Qui metodo è da intendere in termini fattivi e procedurali, non speculativi: Lanzi si preoccupa di chiarire in che modo - cioè con che metodo - si deve procedere alla costruzione di una storia della pittura, dunque in che modo si possa differenziare il procedere dello studio di un letterato (Tiraboschi ad esempio) da uno studioso di pittura: il letterato potrà avvalersi di una biblioteca, lo storico dell'arte dovrà andare di luogo in luogo a vedere le opere. Lanzi ha a cuore evidenziare la differenza tra il metodo del letterato e quello dello storico dell'arte: individuare un proprio campo e una propria specificità costituirà da

Qui in avanti uno degli obiettivi primari della disciplina storia dell'arte. Come il letterato deve apprendere un modo/metodo di lettura delle opere, così lo storico dell'arte deve apprendere un metodo per vedere la pittura: la storia intende offrire un modello e insegnare come si debba vedere, sempre sulla base di una sintesi storica.

Immediato successo: i contemporanei colsero la novità della Storia pittorica. I taccuini come strumento di lavoro: nei taccuini Lanzi ricostruisce il catalogo delle opere degli artisti, la grande varietà degli stili, il gran numero degli artisti e la loro presenza capillare sul territorio rende la storia pittorica più simile a una storia della lingua che a una storia della letteratura, e certo come tale più familiare per Lanzi.

Le scuole costituiscono una ossatura elastica e porosa: corrispondono ad entità stilistiche, significano maniera, linguaggi, stili, ma sono permeabili e porosi rispetto al territorio.

L'ariflessione di lanzi sui problemi linguistici si riflette nella sua costruzione della storia pittorica. Lingua parlata e lingua scritta, la pittura come la lingua è vitalmente legata all'uso, è soggetta a scambi, contaminazioni e intrecci. Le scuole, nelle loro varietà stilistiche, costituiscono laricchezza della storia pittorica d'Italia. Il ragionare in termini di differenza e di affinità con lestoria della letteratura e le storia della lingua italiane è testimonianza della forte necessità, ben chiara a Lanzi come a un Tiraboschi, di procedere a una costruzione di una storia dellacultura italiana da contrapporre all'avanzata della cultura francese, una storia della culturaitaliana da intendersi in maniera organica e unitaria.

Bibliografia di riferimento da affiancare alla lettura della Prefazione alla edizione del 1809 della Storia pittorica della Italia (testo in pdf). Il testo è inoltre disponibile e scaricabile sul

www.memofonte.it
Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ER.REST di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della critica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Varallo Franca.