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V
P*V=cost; Di Charles =k*V *T; l. Di Gay-LussacPt=k*P *T; l. Dei gas perfetti
t 0 0
P*V=n*R*T
❖ spostamenti si verificano senza scambio di calore con l’atmosfera circostante (processi
Tali perché sono processi molto veloci (non c’è tempo perché si stabilisca un equilibrio);
adiabatici)
❖ Si formano correnti ascendenti perché l’atmosfera in prossimità del suolo si riscalda e quindi si
innalzano (o viceversa si abbassano);
❖ Parcelle d'aria riscaldate al contatto con il suolo si espandono occupando un maggior v e
si spostano verso l’alto;
diminuendo p e t
❖ Parcelle d'aria raffreddate in quota si comprimono occupando un minor v e aumentando p e t
si spostano verso il basso (moto subsidente).
• Gradienti adiabatici:
❖ delle variazioni di t dipende dall’umidità dell’aria:
L’entità
o gradiente adiabatico secco= variazione di t che una parcella di aria secca (in cui non avviene
condensazione) in moto adiabatico subisce durante lo spostamento verticale (può essere
positivo o negativo). La parcella che si muove in verticale si raffredda più velocemente
dell’atmosfera stessa dell’aria a pressione costante.
g = accelerazione di gravità (9.81 m s-1), Cp= calore specifico
o Gradiente adiabatico umido (saturo)= variazione di t che una parcella di aria prossima alla
saturazione in moto adiabatico subisce durante lo spostamento verticale. Vale circa= 5
-1
k*km
La condensazione attenuta il gradiente perché cede calore.
• Conoscendo la temperatura iniziale e il punto iniziale e la temperatura del punto di rugiada (tenendo
conto di variazioni ogni 10 m 5°c), prima di iniziare il processo di condensazione deve variare la
temperatura di 20°c;
• di 2000m
all’altitudine inizia la condensazione;
• quale riscalda l’atmosfera circostante sale verso l’alto e quindi
Un terreno arido viene riscaldato, il
cambia la sua temperatura in modo diverso (con il gradiente adiabatico secco. Ad ogni altitudine ha
una t minore rispetto all’atmosfera circostante densità superiore tende a rallentare il proprio
moto verticale. Atmosfera stabile: condizione in quale le parcelle ascendenti sono rallentate in moto
non raggiungono l’altitudine in cui raggiungerebbero il punto di rugiada e quindi non si
verticale
formano le nubi cielo sereno (no nubi convettive: atmosfera subadiabatica).
• Inversione termica si accentua ancora di più la distanza tra la temperatura ambiente e quella delle
parcelle insature;
• In una atmosfera superadiabatica instabilità;
• L’interazione tra parcella ascendente e atmosfera circostante provoca nuvolosità;
• La parcella insatura è più fredda e più densa sale molto velocemente;
• L’atmosfera sarà stabile o meno in base al fatto che l’aria circostante la parcella sia vicina o meno
alla condensazione;
• si realizza perché l’aria sale in quota e si raffredda
Nubi orografiche: il raffreddamento
innalzamento forzato; quando un moto advettivo incontra un ostacolo orografico molto ampio
durante l’ascesa forzata cambia la sua temperatura in base al gradiente adiabatico (umido o secco);
l’aria fredda e umida che proviene dal nord Europa viene intercettata dalle alpi genera le
precipitazioni, poi si riscalda e quindi investe le valli (Foehn);
Forma nuvolosità e precipitazioni nei versati sopravento;
• fredda; aria fredda che va a occupare lo spazio dell’aria
Nubi frontali: interazione tra aria calda e aria
calda; se viceversa temporale; nuvolosità stratiformi, minor altitudini, densità + basse, piovosità
2
maggiori e a lungo tempo. Fenomeno a scala sinottica: riguarda molte migliaia di km le così dette
2
perturbazioni (le nubi convettive si sviluppano per pochi km sono legate alle particolarità del
territorio);
• Le nubi sono per la maggior parte orizzontali di sviluppo (estensione verticale molto ridotta, tranne
le così dette nubi a sviluppo verticale);
• La temperatura implica la loro composizione;
• Classificazione per morfologia e altitudine (quindi anche temperatura);
• Nubi calde=nubi basse;
• Nubi fredde=nubi alte;
• Dai diversi tipi di nubi dipendono i diversi tipi di precipitazioni;
• essere originata da nubi calde (costituite da goccioline), a meno che l’aria
La neve non può
circostante non sia talmente bassa da congelare le goccioline (accade più spesso il contrario, cioè da
ghiaccio ad acqua);
• Valori molto difficili da misurare;
• Classificazione in funzione della temperatura;
• Informazioni sul meccanismo di aggregazione che porta alla formazione della gocciolina d’acqua o
del cristallo di ghiaccio;
• È necessario che il vapore acqueo si aggreghi a un qualche supporto (es. Superficie rugiada; più
raro). In atmosfera? Con cristalli, sali, polveri, ceneri, materiali biologici (spore, batteri) nuclei di
condensazione;
• Condensazione su superfici curve (effetto curvatura):
❖ Le goccioline che si attaccano ai nuclei di aggregazione prendono la forma sferica;
❖ L’aria intorno alla gocciolina è satura di umidità;
❖ Per mantenere la curvatura è necessaria energiale molecole alla superficie della goccia hanno
più energia di quelle su una superficie piana evaporano più facilmente;
❖ In atmosfera satura il tasso di evaporazione è pari al tasso di condensazione;
❖ Il tasso di condensazione su una goccia è maggiore che su una superficie piana intorno a delle
superfici curvilinee si possono venir a creare condizioni di sovrasaturazione: atmosfera satura
che contiene più umidità di quanto prevedibile dalle relazioni note (concentrazione di vapore >
100%); queste condizioni sono più spinte quanto minore è il diametro delle goccioline;
❖ La gocciolina vince i moti turbolenti interni e riesce a cadere verso il basso;
❖ Durante la caduta trova altre gocce di più piccolo diametro aumenta le dimensioni;
❖ Oltre a un certo diametro, l’attrito è così alto che si spezzano in una goccia grande e una
piccola continuano ad aggregarsi nella loro caduta creando una catena (sono processi che
avvengono all’interno della nube sono necessari ma non sufficienti perché tra la base della
nube e la superficie possono crearti temperature troppo alte che fanno evaporare le goccioline
prima che raggiungano il suolo, soprattutto se di piccole dimensioni);
❖ Le nubi grandinigene hanno gocce di forma subsferica (tutte le direzioni uguali), quelle da pioggia la
forma in cui una direzione è maggiore dell’altra si possono distinguere le nubi con i radar.
Misura della precipitazione
• Strumenti di misura:
➢ Pluviometri:
o Superficie di captazione + sistema di accumulo e misurazione; un cilindro con una superficie
precisamente nota nella quale si raccoglie la precipitazione che viene poi misurata; la
2
superficie standard è di 0,1 m , circolare, su un supporto a circa altezza di 1,50 m;
o Ogni giorno si svuota il serbatoio e si misura il volume da cui poi si ricava il valore;
o Ponendo dentro una resistenza, essa scioglie la neve e la rende acquosa.
➢ Pluviografi o pluviometri registratori:
–tronco
o Collettore cilindrico conico;
o Recipiente raccoglitore e/o sistema di misura;
o Vaschette basculanti (tipping buckets); si riempie l’altra
o Quando una delle due vasche si riempie, per effetto del suo peso si svuota
e poi si svuota. A ogni oscillazione corrisponde, di solito, una precipitazione di 0.2 mm. A
ogni ribaltamento avviene un segnale elettrico così si può sapere il momento esatto in cui si
riempie massimo;
o 2
Superficie di captazione in bolla (altrimenti non è più di 0.1 m ).
➢ Disdrometro:
o Misura la distribuzione dimensionale delle gocce in modo continuo e automatico;
o Sistema piezometrico corrente elettrica la cui intensità è correlata alla forza generata
dall’impatto della goccia sulla piastra misura anche energia cinetica e la frequenza degli
impatti;
o Trasforma il momento verticale di una goccia di pioggia che impatta sullo strumento (area =
2
50 cm ) in un impulso elettrico u (volt) la cui ampiezza è funzione del diametro d (mm) della
1.47
goccia; u = 0.94 d ;
o Una successiva analisi conduce alla distribuzione dimensionale delle gocce;
o L'intervallo diametrale delle gocce varia da 0.3 a 5 mm;
o Il disdrometro distingue 20 classi dimensionali, distribuite più o meno esponenzialmente
sull’intervallo disponibile;
o Il numero di gocce in ciascuna classe è integrato ogni minuto.
➢ Pluviometro laser: conta il numero di segnali che corrispondono alle goccioline; molto importante
per misurare la neve.
pluviometro: se con vento, il pluviometro può fare molta turbolenza che non è prevista spostare la
pioggia si interra ma è sottoposto a splashing (le gocce possono rimbalzare dentro si mette una
sbarra di legno per intercettare queste gocce);
• Una rete pluviometrica affidabile è una rete molto estesa;
• In Italia ci sono tanti pluviometri per unità di superficie il nostro territorio è molto più variabile
(eterogeno) perché nel giro di poche centinaia di chilometri si alternano montagne/colline/costa (es.
Friuli in circa 100 km);
• Gli stati uniti sono molto più omogenei anche se più estesi;
• Isoiete: curve che rappresentano aree con la stessa quantità di pioggia
Temperatura
Temperatura
• Misura dell'energia cinetica media delle molecole che costituiscono un corpo indipendente dalla
massa;
• Se misurata in k, la temperatura è direttamente proporzionale all’energia cinetica media delle
molecole che costituiscono il corpo. Calore
• Misura dell'energia totale (cinetica + potenziale) di tutte le molecole che costituiscono un corpo
dipendente dalla massa del corpo;
• Quando si somministra energia sotto forma di calore a un corpo:
▪ Aumenta la sua temperatura (energia cinetica media delle molecole);
▪ O cambia di stato (senza aumento di temperatura: l’energia supplementare viene utilizzata per
rompere i legami tra le molecole aumenta l’energia potenziale).
Trasferimento di calore
• Conduzione:
▪ Richiede contatto fisico e differenza di temperatura;
▪ Avviene da corpi a t maggiore a corpi a t minore;
▪ Importante solo per un sottile strato vicino al suolo.
• Convezione (avvezione):
▪ Sistema assai