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I LOBI CEREBRALI
La superficie del cervello è suddivisa da profonde scissure in lobi, che sono poi attraversati da solchi meno
profondi che li dividono in circonvoluzioni. Due principi fondamentali governano l’organizzazione degli
emisferi cerebrali del mammifero:
1. Ciascun emisfero controlla i processi sensitivi e i movimenti della metà controlaterale del corpo
2. Gli emisferi cerebrali, benché abbiano struttura simile, non sono del tutto simmetrici
Ciascun emisfero presenta tre facce:
1- Una faccia inferiore che poggia sulla base cranica
2- Una faccia laterale convessa che corrisponde alla volta cranica: è solcata da due profonde scissure:
- il solco centrale o scissura di Rolando, che separa il lobo frontale anteriormente dal lobo
parietale posteriormente
- Il solco laterale o scissura di Silvio, che separa i lobi frontali e parietali dorsalmente dal
lobo temporale ventralmente. Nascosto nel fondo della scissura di Silvio si trova il lobo
dell’insula, suddiviso in 5 circonvoluzioni
3- Una faccia mediale che guarda la faccia mediale dell’altro emisfero:
Una lamina connettiva fibrosa, la falce cerebrale, separa i due emisferi.
IL LOBO FRONTALE: percorso da due solchi orizzontali paralleli che lo suddividono in due
circonvoluzioni e dal solco precentrale che delimita la circonvoluzione parietale ascendente
IL LOBO PARIETALE: percorso da un solco a T coricata definito solco intraparietale che con il
proprio ramo verticale delimita, insieme alla scissura di Rolando, la circonvoluzione parietale
ascendente; con il proprio ramo orizzontale invece separa la 1° dalla 2° circonvoluzione parietale
LOBO OCCIPITALE: diviso in tre circonvoluzioni (occipitali) da due solchi orizzontali e paralleli.
LOBO TEMPORALE: suddiviso in 3 circonvoluzioni temporali da due solchi paralleli alla scissura di
Silvio
ARCHITETTURA DELLA CORTECCIA CEREBRALE: La corteccia riceve fibre:
afferenti da strutture sottocorticali (fibre ascendenti)
da altre regioni dello stesso emisfero (fibre associative o cortico-corticali) e dell’emisfero opposto
(fibre commissurali o callosali).
I neuroni corticali possono inviare fibre localmente (connessioni intrinseche) o a distanza.
La corteccia ho molti tipi neuronali differenti, ma sono essenzialmente 3 quelli più rappresentativi:
1. Cellule piramidali: corpo cellulare di forma triangolare con la base rivolta verso la sostanza bianca e
l’apice verso la superficie.
L’arborizzazione dendritica si origina dai 3 vertici del soma:
- i dendriti basali presentano un’arborizzazione orizzontale, proporzionale alla dimensione
del soma
- i dendriti apicali risalgono, senza fermarsi, agli strati corticali fino a raggiungere,
ramificandosi, gli strati più superficiali
I dendriti presentano inoltre delle spine, che sono la sede di terminazioni di vari assoni afferenti.
Gli assoni delle cellule piramidali hanno un decorso prevalentemente discendente e gran parte di
essi abbandonano la corteccia per entrare nella sostanza bianca sottocorticale (fibre di proiezione)
2. Cellule stellate: piccole, di aspetto rotondeggiante, per questo chiamate anche granuli.
I loro dendriti si ramificano in tutte le direzioni, arborizzandosi riccamente nelle immediate
vicinanza del corpo.
Gli assoni possono entrare in contatto con altre cellule adiacenti oppure terminare su cellule degli
strati più superficiali o più profondi
3. Cellule fusiformi: soma a forma di fuso da cui si originano due ciuffi dendritici.
L’assone di tali cellule abbandona la corteccia solitamente, ma può ascendere e terminare in strati
più superficiali
Le cellule corticali non hanno distribuzione casuale, ma sono distribuite a differenti profondità, in strati
paralleli alla superficie che raggruppano cellule dello stesso tipo e dimensione.
ISOCORTECCIA (O NEOCORTECCIA)
Rappresenta il 90-95% della superficie corticale nell’uomo ed è composta da 6 strati:
(I) Strato molecolare o plessiforme:
Strato più superficiale; povero di cellule ma ricco di fibre a decorso prevalentemente orizzontale.
In esso terminano i dendriti apicali delle cellule piramidali degli strati sottostanti e fibre afferenti di
origine talamica e corticale.
(II) Strato granulare esterno: Contiene piccole cellule piramidali fittamente addensate. I loro
dendriti apicali terminano nel I strato, mentre una parte dei loro assoni dà origine a fibre di
associazioni cortico-corticale
(III) Strato piramidale esterno: Continuazione dello strato soprastante, da cui si differenzia per le
cellule di maggior dimensione.
I dendriti apicali terminano nel I strato, mentre gli assoni danno origine sia a fibre di associazione
sia a fibre callosali.
Nella parte superiore si può osservare la stria di Kaes- Bechterew, nella parte inferiore terminano
anche le fibre afferenti dal talamo specifico.
In tutto lo strato terminano le fibre associative e callosali di altre aree corticali
(IV) Strato granulare interno: Costituito esclusivamente dalle cellule stellate e attraversato da una
stria di fibre mieliniche orizzontali (stria esterna di Baillarger).
Strato ricevente per eccellenza, riceve fibre sia dal talamo specifico che da altre aree corticali. Gli
assoni dei granuli si distribuiscono poi gli strati sopra e sottostanti
(V) Strato piramidale interno o strato ganglionare: Popolato da grandi cellule piramidali
porzione inferiore dello strato è occupata dalla stria di Baillarger.
I dendriti apicali ascendono fino al I strato, mentre i dendriti basali si arborizzano riccamente
all’interno del V strato.
Strato prevalentemente efferente verso varie strutture sottocorticali. Riceve afferenze da fibre di
associazione e callosali
(VI) Strato delle cellule fusiformi o strato multiforme: Contiene cellule fusiformi che proiettano
principalmente al talamo. Altre cellule fusiformi danno origine a fibre callosali e d’associazione
1. Le informazioni provenienti dalla periferia raggiungono il Vi strato attraverso il talamo
2. I granuli distribuiscono l’informazione agli strati sopra- e infragranulari
Dopo aver elaborato l’informazione proveniente dal talamo e Trasmettono l’informazione ai centri
da altre aree corticali, trasmettono l’informazione agli strati sottocorticali e di nuovo al talamo, dove possono
corticali a cui sono connessi modulare il flusso di informazioni talamiche alla
corteccia stessa
L’isocorteccia non è architettonicamente omogenea, può essere infatti suddivisa in due tipi principali:
1) Corteccia omotipica:
presenta assai ben sviluppati i 6 strati che la costituiscono
considerata la base anatomica di aree e funzioni complesse (aree associative) e delle cortecce
sensoriali e motorie di ordine superiore.
ampiamente rappresentata nel mantello corticale, dove occupa la porzione rostrale del lobo
frontale e gran parte dei lobi parietale, temporale e occipitale.
2) Corteccia eterotipica: Non presenta tutti gli strati ugualmente sviluppati; viene ulteriormente
suddivisa in:
Tipo agranulare dove il IV strato è praticamente assente; Tipo granulare dove il IV strato risulta assai più
considerata il corrispettivo morfologico della corteccia a sviluppato degli altri strati; rappresenta la base
funzione motoria, occupa la parte caudale del lobo frontale, fino anatomica delle cortecce a funzione sensoriale primaria,
al solco di Rolando occupa regioni ristrette dei lobi parietali
(somatosensoriali), temporali (uditiva), occipitali
(visiva).
Sulla base di differenze morfologiche, correlate all’organizzazione degli strati cellulari, e di una differente
densità delle fibre mieliniche intracorticali, sono state ottenute delle mappe dell’isocorteccia, le mappe
citoarchitettoniche o mappe mieloarchitettoniche. La più utilizzata è quella di Brodmann.
Per determinare le caratteristiche architettoniche e funzionali di una data area sono rilevanti, oltre alle
connessioni, anche i circuiti intracorticali.
La dimostrazione che aree corticali differenti possiedano funzioni differenti pone il problema relativo alla
“localizzazione delle funzioni” -> la corteccia cerebrale non va intesa come un mosaico di funzioni; alcune
aree, grazie alle loro connessioni specifiche sono coinvolte in un particolare aspetto della funzione (es.
cortecce agranulari)
LE AREE ASSOCIATIVE:
Il concetto di aree associative nacque nel XIX secolo per distinguere quelle aree corticali la cui stimolazione
elettrica non determinava né effetti motori, né effetti sensoriali. Si riteneva che attraverso le loro
associazioni cortico-corticali svolgessero due compiti peculiari:
1- Associare le informazioni provenienti dalle varie aree sensoriali primarie
2- Associare tra loro le aree sensoriali primarie e quelle motorie primarie
Il costante e progressivo sviluppo della corteccia omotipica durante la filogenesi = dimostrazione che era la
base morfologica delle aree responsabili delle funzioni cognitive superiori.
I neuroni di aree che integrano tra di loro più aree sensoriali monomodali dovrebbero rispondere a più
stimoli sensoriali di differente natura (riposte polimodali)
1. Studi elettrofisiologici condotti sulle scimmie: estensione delle regioni corticali i cui neuroni
presentano risposte polimodali è più limitata rispetto all’estensione della corteccia omotipica
2. In molte regioni di corteccia omotipica sono state ottenute risposte di tipo esclusivamente
monomodale, che indicano come quelle aree, pur avendo una rappresentazione della periferia
sensoriale assai meno precisa delle aree sensoriali primarie, fossero in grado di analizzare la singola
informazione sensoriale in maniera molto più approfondita ed articolata
Oggi sappiamo che le alcune delle aree in precedenza considerate aree associative sono in realtà aree
sensoriali e motorie di ordine superiore.
Le aree associative con caratteristiche di convergenza polimodale vengono attualmente raggruppate in tra
grandi regioni:
1) Corteccia parieto-temporo-occipitale:
collegata alle aree somatiche, visive e uditive di ordine superiore
si ritiene che sia deputata all’integrazione delle singole informazioni sensoriali, permettendo la
percezione.
2) La corteccia limbica:
integra aspetti emozionali, mnestici e motivazionali delle informazioni sensoriali
influenza sia la corteccia associativa prefrontale, sia le aree motorie di ordine superiore,
permettendo agli aspetti emozionali e motivazionali di influenzare la programmazione del
movimento e il comportamento.
3) La corteccia prefrontale:
riceve proiezioni dalle aree sensoriali di ordine superiore e dalle aree associative
ruolo essenziale nella scelta della risposta motoria più adeguata tra quelle possibili, sulla base
dell’integrazione delle informazioni sensoriali e degli aspetti motivazionali ed emozionali in una
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