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LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA
I temi della gestione tipicamente afferiscono a come utilizzare all'interno di un'impresa il ciclo produttivo. Ogni impresa è caratterizzata da:
- Acquisto
- Produzione
- Vendita
Quindi un'impresa si caratterizza a livello di gestione attraverso una serie di attività organizzate e coordinate tra di loro (operazioni, operation) e il management in prima battuta ha il compito di definire nel modo più efficiente possibile queste operazioni. Si tratta della gestione dell'impresa. Oltre alla gestione dell'impresa, il management deve anche occuparsi di decisioni che hanno natura, complessità ed effetti diversi da quelli tipici della gestione. Questa è l'attività strategica dell'impresa o del top management.
La strategia dell'impresa è quel processo di analisi ed elaborazioni che riguarda i fattori che determinano la capacità dell'impresa di riuscire a sopravvivere nel
medio e lungo termine. Fare bene un'operazione di gestione è una condizione necessaria, ma si potrebbe comunque fallire. Es. imprese di costruzione di locomotive a vapore negli anni '30 non avevano capito che il loro prodotto era ormai obsoleto, quindi avevano un'ottima capacità di gestione ma avevano sbagliato la strategia. È quello che è successo alla Olivetti (macchina da scrivere e macchina calcolatrice). A fine anni '70 non seppero affrontare la discontinuità tecnologica.
Gestione (organizzazione) e capacità di capire dove collocarsi per riuscire a sopravvivere nel tempo sono due macro-tematiche. La seconda implica capire:
- Cosa produrre
- A chi vendere
Per rimanere competitivo. Sono scelte di natura strategica perché hanno effetto nel medio-lungo termine e sono difficilmente irreversibili. Le decisioni strategiche devono essere molto ben fatte.
Fortissima componente capacità di prefigurare possibili
scenari in cui evolverà. Es. oggi le telecomunicazioni hanno dovuto iniziare a ragionare non in merito al miglioramento della tecnologia, ma guardare oltre, capire cosa fare per essere attrattivo. Questo è un problema che hanno anche le università.
Il tema dell'efficacia è legato alla progettazione strategica, quello dell'efficienza è anche collegato alla gestione (ma può avere impatti sul piano strategico). Per riuscire ad essere efficienti bisogna prendere delle decisioni anche sulle quantità da produrre. Essere efficienti non è solo buona diligenza nell'organizzazione del processo produttivo, ma non basta.
L'efficienza è il rendimento fisico-tecnico dei processi produttivi, ossia la relazione che intercorre tra risultati conseguiti e mezzi impiegati.
Per essere efficienti occorre anche un certo livello dimensionale. La dimensione è una condizione imprescindibile per ridurre il costo.
all'interno del prodotto. Il primo motivo è la capacità di sfruttare nel modo migliore possibile i costi fissi. La dimensione serve quindi per sfruttare i costi fissi, quelli che l'impresa deve sostenere a prescindere dalla quantità prodotta (ridurre il costo in base alla dimensione). Bisogna tenere presente che c'è comunque un tetto allo sfruttamento dei costi fissi rappresentato dalla capacità produttiva = massimo quantitativo di prodotto dato un certo impianto produttivo. Quando le imprese sono quasi alla piena capacità produttiva, significa che c'è molta tensione quindi se la domanda aumenta occorre fare nuovi investimenti e i prezzi salgono. Ci sono alcuni temi molto più sofisticati: il primo modo per fare risparmi di costo unitario attraverso adeguati livelli di capacità produttiva è il fatto di dover produrre per conseguire delle economie di scala. Economia di scala = economia vuol dire risparmio.riduzione, quindi come faccio• a conseguire dei risparmi attraverso la scala, ossia la ‘Scale’ (in inglese, ovvero rapporto). L’idea di scala è analoga a quella delle carte geografiche (il rapporto). Sono risparmi che posso conseguire puntando ad una quantità di produzione che renda efficienti i rapporti fra le linee di produzione.
Esempio: immaginiamo di essere un’impresa che tratta arance per fare succo d’arancia ed essenze dalla buccia dell’arancia per fare profumi per la casa. Diciamo che per fare il suo ciclo produttivo la prima cosa da fare è spremere le arance in modo da separare il succo (imbottigliato e venduto) dalla buccia (che entra nella macchina per fare le essenze). Succede che questa macchina che spreme le arance è in grado di trattare 500Kg di arance, andando a produrre l’equivalente di 500Kg di arance in bucce ogni ora. La macchina che estrae l’essenza è in grado di consumarne 200Kg l’ora,
quindi si potrebbe pensare di comprare un'altra macchina che porta all'aumento della produzione. Rimangono però ancora 100kg di arance spremute, quindi se ne prende un'altra. Resterebbe così una macchina utilizzata solo per metà. Si è portati a comprare un'altra macchina spremitrice (per un tot. di 100Kg) e successivamente altre due macchine estrattrici, facendo quadrare i conti -> questo è un esempio di economia di scala! Si è messo in rapporto ottimale tra di loro le macchine della prima fase con quelle della seconda fase. Si applica la legge del minimo comune multiplo: bisogna organizzare il ciclo produttivo in modo che produca una quantità uguale a entrambe le fasi del ciclo produttivo. Il problema è che nella realtà le economie sono molto complicate. Dire che le economie di scala si conseguono con l'aumento della dimensione è errato, perché si conseguono con.di lungo raggio rappresenta un'economia di scopo. Economie di scala = quando si produce di più, i costi medi diminuiscono. Ad esempio, se produco 1000 unità di un prodotto, i costi medi saranno inferiori rispetto a quando ne produco solo 100. Questo avviene perché i costi fissi vengono diluiti su un maggior numero di unità prodotte. Dis-economie di scala = quando si produce troppo, i costi medi aumentano. Questo può accadere quando l'azienda diventa troppo grande e diventa difficile gestire tutte le attività in modo efficiente. Ad esempio, se un'azienda si espande troppo velocemente senza avere le risorse e le competenze necessarie, potrebbe incorrere in dis-economie di scala. L'obiettivo delle aziende è quindi trovare il giusto equilibrio tra economie di scala e dis-economie di scala, al fine di massimizzare i profitti e l'efficienza produttiva.di lungo raggio è un economia di scopo, perché alimenta il riempimento dell'aereo nella tratta transoceanica. Scopo = fine. Abbiamo fatto l'esempio del primo modo per avere un vantaggio di costi senza dimensione che era rappresentato dallo sfruttamento dei costi fissi. Maggiore è il numero di attività svolta minore è il costo fisso. Essendo il costo fisso in Italia il rapporto tra il costo fisso totale e il numero di unità prodotte. Tuttavia abbiamo detto che anche questo meccanismo ha un limite, quando arriva alla saturazione della capacità produttiva, non sono più in grado di aumentare la quantità prodotta utilizzando i costi fissi. Questi costi sono infatti fissi fino ad un certo punto, da un certo punto in poi devo raddoppiare l'aula (vedi esempio fatto?). La dimensione sì, è necessaria ma deve essere.Una dimensione intelligente, cioè devo poter sfruttare i costi fissi fino a dove c'è capienza di capacità produttiva. Non bisogna andare ad una dimensione così elevata che mi comporti di saltare di livello si capacità produttiva. Il secondo esempio che aveva fatto era quello delle economie di scala, avevamo detto che, anche lì, non conta solo la dimensione ma il modo di come si incrociano e si combinano i diversi costi fissi per massimizzare l'efficienza. Avevamo fatto l'esempio del minimo comune multiplo applicato alle diverse fasi del ciclo produttivo.
Economie di scopo: Un'ulteriore esempio di come si possano conseguire dei vantaggi di costo è rappresentato dalle economie di scopo. Un'economia di scopo tipica, si consegue quando, utilizzando un processo produttivo, quindi sostenendo già dei costi, riesce a produrre, oltre che una determinata attività, anche un altro prodotto.
Un'economia di scopo tipica, che viene chiamata anche sinergia di costi, è quando si riescono ad attivare dei meccanismi di economia circolare. Cos'è l'economia circolare (circular economy)? Un' economia in cui tutti i beni che vengono prodotti, e quindi anche i loro scarti, vengono messi in circolo nel mercato, cioè vengono utilizzati. In questo modo, quello che prima era uno scarto, può diventare un altro prodotto, e un'altro prodotto ancora con gli altri scarti. Es. Con le arance faccio il succo di frutta, con le bucce faccio l'essenza di arancio, poi ci produco il gas e successivamente quello che resta verrà usato come concime. Si utilizzano con gli stessi processi produttivi, o con poche aggiunte, tutta una serie di altri prodotti che verranno messi nel mercato per fare funzionare questo sistema di circular economy. Le economie di scopo liberano tantissimo valore e sono anche "environment friendly" perché consentono,non solo diconsumare meno materie di energia per fare un prodotto perché non se ne fa solo uno ma se ne fanno tanti con la stessa quantità di energia, ma oltretutto generano energia loro stesse. Anche queste sono economie, quindi possibilità di avere dei costi più bassi, conseguibili soltanto attraverso adeguati livelli di quantità. È chiaro che anche in questo caso se si produce troppo sorgono dei problemi. Le economie di scopo richiedono anche la presenza di economie di scala, in quanto le fasi del processo produttivo devono essere fra loro ben combinate, secondo la legge dei minimi comuni multipli, in modo da essere efficienti. Un ultimo esempio di vantaggio di costi che può essere conseguito solo attraverso le quantità (contrario di quelle elencate prima) è rappresentato dalle economie a basso apprendimento o economie di conoscenza/ economie di esperienza. Cosa sono? Sono delle capacità di risparmio di costi. Come sipuòrisparmiare facendo valere le proprie competenze e conoscenze.