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CAUSATION.

Agenti artificiali:

Si programmano al pc degli individui virtuali e in seguito un ambiente virtuale. Ogni individuo ha

una competenza specifica, scelte da noi in base a ciò che vogliamo studiare ed allo stesso modo

l’ambiente ha determinate proprietà e regole di relazione tra individuo e ambiente. Si fanno

interagire e si studiano i risultati ed i comportamenti vedendo quanto emergono o meno (si usa per

studiare la nascita di alcune società, per simulare situazioni storiche etc.).

Capitolo 2: Basi neurali dell’attività psichica.

L’anatomia macroscopica ci fa vedere che il cervello è fatto da neuroni che lavorano su diverse

situazioni. Il cervello è fatto da superficie “raggrinzita”, ovvero presenta degli avvallamenti ed è

formato da: lobo occipitale, frontale, parietale e temporale. All’interno vi è il corpo calloso.

Il sistema nervoso può essere centrale e periferico. I nervi sono moltissimi, sono fasci di fibre

che trasportano l’informazione dal nucleo di un neurone all’altro.

L’anatomia macroscopica ci permette di conoscere la struttura dei nervi. C.Golgi e Cajal vinsero

il premio Nobel per aver studiato per primi i nervi. I nervi hanno una struttura principale, l’assone,

da cui si diramano delle “fibre”, ovvero i dendriti. La sinapsi è il metodo di comunicazione tra

neuroni, ci sono aree con deltaV tra esterno ed interno che porta all’apertura di vescicole che

portano informazioni raccolte dagli alberi dendritici.

La neurofisiologia è lo studio dell’energia presente all’interno ed all’esterno dei neuroni. Da

deltaV di membrana a riposo si arriva ad un potenziale di azione (picco di elettricità che viaggia

lungo l’assone arriva alla sinapsi, rilascia i neurotrasmettitori e si trasportano le informazioni.

L’attività del neurone viene studiata con il delta potenziale d’azione al secondo. I neurofisiologi

presentano degli stimoli e vedono come cambia l’attività celebrale. Gli animali più studiati da

questo punto di vista, perché simili agli uomini, sono cani e gatti. Più potenziale d’azione porta a

pensare di avere uno stimolo ottimale.

Le aree cerebrali sono diverse ma a volte codificano lo stesso messaggio. Possono essere

primarie (a cui arriva per prima l’informazione dall’albero di senso) o secondarie che sono aree

associative, che mettono insieme le varie informazioni. Sono organizzate gerarchicamente, dal

basso verso l’alto, dal segnale sensoriale alla corteccia (a cui arrivano le informazioni dai nervi)

primaria alla corteccia motoria primaria.

All’interno di un’area vi è una scomposizione dell’informazione. Una delle prime persone che ha

capito che all’interno vi sono delle aree fu Broca, che studiò una persona che non riusciva a

parlare e quando morì studiò l’anatomia del suo cervello, trovando un piccolo foro, detto area di

broca.

Capitolo 3: I sistemi sensoriali.

Noi studiamo i sistemi sensoriali per comprendere la percezione che tratta del modo in cui

acquisiamo informazione dall’ambiente e la trasforma in “azione”.

Vi è un determinato processo sensoriale: vi è uno stimolo fisico da cui si passa all’esperienza

sensoriale. Il nostro compito è quello di navigare nell’ambiente e comprenderlo: gli stimoli

ambientali ci mandano determinate cose, da ciò noi dobbiamo estrarre le informazioni che ci

interessano. Successivamente vi sarà l’effetto della trasduzione di stimoli come segnali

elettrici/nervosi. In ogni organo di senso ci sono i recettori che compiono questa fase.

I recettori possono essere sia cellule nervose che generano direttamente gli stimoli nervosi sia

cellule altamente specializzate che captano il segnale e, tramite sinapsi, attivano neuroni che

passano l’informazione al cervello. I recettori hanno diverse caratteristiche, ciò porterebbe

all’esistenza di milioni di cellule diverse, ma ciò non è possibile (troppe cellule—>morte della

cellula) quindi ci sono poche cellule che hanno la caratteristica dell’adattamento. In generale,

quindi, i nostri sensi è come se si preparassero e si adattano a diverse situazioni, cambiando la

loro risposta in modo da renderci più efficienti in ogni situazione. L’adattamento riduce l’attività

celebrale e ci rende più efficienti.

L’impulso nervoso, trasdotto, può fare passaggi tra più gruppi di cellule all’interno dell’organo

sensoriale, possono fare passaggi, quindi intermedi. Queste vie che permettono ciò sono dette vie

di trasmissione o afferenti. Lungo il cammino lo stimolo viene modificato in determinate cose

come il grado variabile di convergenza/divergenza dei singoli, la modulazione dell’afferenza di fibre

discendenti provenienti dal tronco encefalico alla corteccia. Ogni area può mandare l’informazione

indietro.

Arrivate alla corteccia, le informazioni sensoriali hanno già avuto una buona elaborazione,

attraverso fibre cortico-corticali che passano da corteccia a corteccia. L’elaborazione non è fatta

solo da un passaggio basso-alto, ma anche il contrario. I segnali, messi assieme, si influenzano

l’uno con l’altro. Ma come sono organizzate le aree corticali?

Ogni area corticale ha una specifica conformazione e vi è una grandezza differente da area in area

per determinare, ad esempio, la distanza. La corteccia presenta una colonna che porta quindi ad

un’organizzazione detta colonnare (stessa colonna—>stessa analisi, colonne vicine—>analisi

simili).

Il campo recettivo è quella parte che stimolata attiva il neurone e da creatività in un determinato

momento.

es. sensoriale: registra neuroni che rispondono alla mano, se con un ago tocco la mano in un

determinato punto i neuroni cominciano ad attivarsi—>quel punto (ed i vicini) sono il campo

ricettivo del neurone.

Il campo recettivo è un tipo di informazione con determinate caratteristiche che attiva un neurone.

E’ di varia grandezza (per i fotorecettori è un puntino, nell’area temporale occupa l’emicampo).

Il sistema visivo:

I recettori del sistema visivo sono i fotorecettori, presenti sulla retina. Dall’occhio alla retina

troviamo un’energia. Gli oggetti non sono luminosi di per sé, ma riflettono (ed assorbono un po) le

onde luminose che gli arrivano. Per vedere abbiamo bisogno di sorgenti di luce. La luce che

illumina gli oggetti è diversa. Ma indipendente dalla luce io voglio avere una rappresentazione

dell’oggetto sempre uguale.

La proprietà principale degli oggetti è la riflettanza, ed il suo calcolo è di stimare l’illuminante e

vedere quanta percentuale di esso mi arriva.

Noi agiamo tramite ottica inversa. Non mi interessa quanta luce c’è, ma voglio solo conoscere gli

oggetti. Gli occhi ricevono una luce che dipende da: proprietà dell’oggetto, distanza, posizione

relativa e sorgente di luce. Lo stesso oggetto può produrre diverse distribuzioni di luce.

Sorgenti di luce: La luce è un’onda elettromagnetica. Ogni sorgente emette le onde che si

spostano nello spazio con determinate caratteristiche. Ci sono diverse sorgenti. L’onda fisica ha

una determinata frequenza, l’unico tipo di onde che l’occhio riesce a vedere (luce visibile) sono

quelle con frequenza tra 400 e 700 nm, le onde al di fuori di questi valori non le vediamo.

Una sola sorgente non genera onde di solo una frequenza, i colori si hanno in base al tipo di

frequenza (se tutte uguali si vede il bianco). La luce è un buon stimolo per l’occhio perché: ci

permette di vedere oggetti a distanza, in quanto la luce “viaggia” per lunghe distanze, è

abbondante in natura ed anche in maniera artificiale, si muove velocemente, tende a viaggiare in

linea retta ed interagisce con gli oggetti. La luce che vediamo va da 400 a 700 nm perché la gran

parte delle energie solari si trova in quella fascia. Il sistema visivo ci permette, più di altri sensi, la

rappresentazione.

La luce è una radiazione elettromagnetica che oscilla. Sulla natura della luce ci sono state varie

supposizioni. Si è arrivati a definire la natura della luce una natura dualistica (onda e particelle).

I parametri della luce sono: la frequenza (numero di oscillazioni al secondo), la lunghezza d’onda

(spazio entro cui l’onda ha oscillato ed è il rapporto tra V ed f) ed intensità.

I recettori sono all’interno dell’occhio (retina). La struttura degli occhi incide su cosa e come

vediamo. Il bulbo oculare deve avere determinate dimensioni per mettere a fuoco gli oggetti

(misure sbagliate—>no messa a fuoco). Ci sono diverse strutture: ottiche singole, occhi

composti e area fotosensibile.

La luce, una volta entrata nell’occhio, colpisce la retina (trasduzione). Gli occhi sono protetti dalle

orbite (con spessore di grasso), palpebre (puliscono e inumidiscono l’occhio) e le lacrime.

E’ importante il numero e la posizione degli occhi: occhi frontali (tipici dell’uomo, che portano ad

un campo visivo minore, ma portano alla profondità dovuta all’esistenza di un campo visivo

comune per i due occhi) e occhi laterali (che portano ad un campo visivo maggiore ma non vi è

profondità perché non vi è parte del campo visivo comune ai due occhi).

Gli occhi si muovono per: mancanza di visione panoramica, perché la nostra visione è migliore al

centro.

Muscoli oculari: I muscoli oculari sono di due tipi: retti (a coppie, movimento verticale) e obliqui

(movimento obliquo). I muscoli servono per muovere l’occhio, si devono muovere perché se si

fermassero perdiamo la vista. Anche quando fissiamo un punto ci sono dei piccoli muscoli che si

muovono (microsaccadi) che portano ad un leggero tremore. Le immagini stabilizzate diventano

dopo poco grigie, e si ha la stabilizzazione.

La retina trasmette e codifica solo informazioni che sono cambiamenti nell’immagine retinica. Tra

la retina e la luce vi sono vasi sanguigni.

Movimenti oculari: Ci sono due tipi di movimenti oculari: congiunti, in cui i due occhi si muovono

nella stessa direzione—>saccadi (molto veloci e la velocità dipende dalla distanza che si percorre

e possono essere volontari o involontari), —> inseguimento lento (mantiene la fissazione su un

punto in movimento); di vergenza, in cui i due occhi vanno in direzioni diverse, seguono un

oggetto in profondità, passano da un oggetto lontano ad uno vicino (o viceversa) ed è coordinato

con l’accomodamento.

Struttura dell’occhio: L’occhio è uno strumento ottico che forma un’immagine nella retina

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Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
57 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher abagnalebenny di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Bricolo Emanuela.