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FRANGIMENTO

Nell'ambito della fonetica combinatoria, quindi, abbiamo menzionato il restringimento e la metafonia ma abbiamo anche un altro fenomeno: il frangimento.

Il frangimento è un fenomeno tipico solo dell'anglosassone e del norreno, ma non è uniforme tra le due aree perché questo fenomeno è prodotto da fonemi e cause differenti nelle due diverse regioni.

Il termine anticamente era quello di frattura, ma poi è stato sostituito dall'altro termine un po' più tecnico (anche perché frattura faceva proprio riferimento alla rottura della vocale, invece con frangimento la cosa si è un po' addolcita). Infatti, si è visto che quello che il frangimento prevede è una pseudo-dittongazione (non è un vero e proprio dittongo, tanto è che spesso dopo la fase antica si ritorna ad una sola vocale) che si verifica sulle vocali palatali per influsso di suoni velari della sillaba successiva.

La pseudo-dittongazione si verifica nell'anglosassone quando nella radice ci sono vocali palatali che sono seguite da suoni di natura velare e cioè le liquide (L, R) più consonante oppure H (fricativa velare sorda) o ancora H più consonante. Quindi, quando le vocali palatali (E, I, Æ) sono seguite dai suoni sopracitati avviene il frangimento che comporta una pseudo-dittongazione che serve ad aiutare la vocale palatale nella sua pronuncia davanti a questi suoni di natura velare. La vocale palatale originaria resta identica e sorge un elemento velare che fa da appoggio, aiutando questa vocale a scivolare verso gli altri suoni velari (infatti, la vocale d'appoggio viene definita slide). Questo fenomeno interessa solo le vocali palatali, non si verifica frangimento se la vocale è velare. Tutto ciò accade perché secondo i linguisti l'apparato fonatorio avrebbe avuto problemi nel passare dalla pronuncia di fonema palatale della

vocale palatale a quella dei suoni successivi. Nell'anglosassone la A germanica si innalza, ovvero palatalizza in Æ (cioè tende verso la E) che viene scritta con quest'ultimo digramma che si pronuncia come E aperta. Quindi, nonostante in questo caso si parta dal germanico con una vocale velare, il frangimento è giustificato perché bisogna presupporre il passaggio intermedio di innalzamento vocalico. Un esempio di frangimento nell'anglosassone è la parola germanica *naht (attestata nel gotico come naht), da cui deriva il termine anglosassone neaht. Ciò è stato possibile grazie all'innalzamento vocalico della A germanica e al mantenersi delle posizioni dei fonemi. Un altro esempio è la parola *stern che significa stella (attestata nel gotico come stairno), da cui deriva il termine anglosassone steorra. Questa parola comprende anche il fenomeno dell'assimilazione (questo fenomeno prevede che quando ci sono in un

nesso consonantico due fonemi, uno dei due vengaassimilato all'altro).Un ultimo esempio è la parola *herđijaz (attestata nel gotico come hairdeis), da cui deriva il termineanglosassone hierde. Nella parola germanica avviene prima la metafonia di E in I causata dalla J così da farsi che la parola risulti come *hirđjaz. A questo punto ci sono le condizioni necessarie per il frangimentopoiché c'è una vocale palatale seguita da R più consonante. Dunque, la I diventa IO e si avrà la parola*hiordi. La sillaba finale cade, ma rimane ancora una I che provoca metafonia sulla O facendola divenireuna E. Il risultato finale è dunque hierde con indebolimento della vocale finale.Per quanto riguarda il frangimento nel norreno, anche questo avviene a causa di suoni velari nella sillabasuccessiva a quella radicale, dove si trova una vocale palatale. A differenza dell'anglosassone però, lapseudo dittongazione nel norreno

tende a rimanere. Nel norreno la E divine ia/ja a causa di */a/ nellasillaba successiva oppure iǫ/jǫ a causa di una */u/ nella sillaba successiva. Un esempio di frangimento è dato dalla parola germanica *hertō (cuore). Questo termine è attestato nelle altre lingue storiche come hairto (gotico), heorte (anglosassone), herta (sassone antico), herza (alto tedesco antico), hiarta (norreno). Questa parola tranne che per il norreno mantiene la E germanica nelle altre lingue (anche nel gotico dove non si vede per motivi grafici). Lo stesso discorso vale per esempio con la parola *erþu (terra). Questo termine è attestato nelle altre lingue storiche come airþa (gotico), eorđe (anglosassone), erđa (sassone antico), erda (alto tedesco antico), iǫrđ (norreno). Anche qui tranne che per il norreno le altre lingue mantengono la E.

LEZIONE 13 (25/11/21)

PRIMA MUTAZIONE CONSONANTICA

La prima mutazione consonantica è un fenomeno articolatorio, cioè avvenuto

quando non c'erano condizionamenti fonetici, in modo spontaneo. Un fenomeno si dice combinatorio quando è condizionato dalla presenza o assenza di determinati fonemi (è il caso della seconda mutazione consonantica). La prima mutazione consonantica è la trasformazione tipica del germanico presente in tutte le lingue germaniche. È studiata da Jacob Grimm, il quale nota che ci sono questi cambiamenti piuttosto sistematici, secondo quella che i neogrammatici chiamerebbero anche l'inecceppibilità delle leggi fonetiche. Quindi, un cambiamento generale delle consonanti germaniche rispetto a quelle dell'indoeuropeo, però partendo dalle stesse origini. Per cui nota che queste consonanti sono spostate rispetto a quelle indoeuropee, sono le stesse, ma con uno slittamento. Ciò che cambia non è il luogo di articolazione, cioè il luogo dove si produce il suono, ma il modo di articolazione. Quindi, ciò significa per esempio

che una dentale può diventare da occlusiva a fricativa; dunque, cambia il modo in cui vengono pronunciate le consonanti, avviene uno spostamento, il quale prevede che si possa perdere la sonorità; quindi, da occlusive sonore si passi ad occlusive sorde, oppure si possa assumere un tratto di fricazione, cioè da occlusive normali si passi alle fricative. La prima mutazione consonantica sarà seguita (solo per l'alto tedesco antico) da un secondo spostamento, che riguarda però le consonanti del tedesco antico centro-meridionale e che parte dagli esiti della prima mutazione. Le tre serie di occlusive dell'indoeuropeo sono: 1. sorde <p t k k'; 2. sonore <b d g g'; 3. sonore aspirate <bh dh gh gh'; (l'ultimo fonema è la labiovelare che aveva un comportamento differente nelle lingue germaniche, alcune conservano la velare, mentre altre no). I suoni delle sonore aspirate sono stati ricostruiti dall'indoeuropeo e come tali nonrisultano presenti in nessuna lingua dell'indoeuropeo stesso. Questi suoni sono il denominatore comune dal quale si fanno discendere tutte le differenze tra le singole lingue. Rispetto a queste tre serie di occlusive il germanico mostra uno slittamento ad altre tre serie:
  • Le occlusive sorde dell'indoeuropeo diventeranno fricative sorde nel germanico (*/f θ h h /).
  • Le occlusive sonore dell'indoeuropeo passano ad occlusive sorde (*/p t k k /).
  • Vi sono poi le sonore aspirate dell'indoeuropeo che divengono sonore semplici (*/b d g g /) riproducendo le occlusive sonore che si sarebbero altrimenti perse.
La prima mutazione consonantica è un fenomeno di fonetica articolatoria, cioè si verifica indipendentemente dal contesto fonetico in cui un suono si viene a trovare, dunque è spontaneo. Durante la prima mutazione consonantica i fonemi mutano secondo questo schema indipendentemente dalla loro posizione. Diverso è il caso.della seconda mutazione consonantica, perché in questo contesto i suoni cambiano a seconda di dove si trovano. Nella prima mutazione consonantica non ci sono eccezioni, eppure qualche eccezione lo stesso Grimm le mise in evidenza e riguardavano i casi che non riusciva a spiegare. Su questa faccenda intervenne il linguista Verner che notò che i casi descritti da Grimm non erano singole eccezioni. La legge di Verner spiega le apparenti anomalie della legge di Grimm e dà luogo ad un fenomeno morfologico che è detto dialettanza grammaticale. Un esempio di questo fenomeno si ritrova in inglese, precisamente nel passato del verbo to be, cioè was e were. L'inglese ha sempre un paradigma di tre forme tranne in questo caso in cui c'è una differenza tra la forma singolare e quella plurale. Ciò è dipendente da questa alternanza perché nella prima forma è attestata la legge di Grimm, mentre nell'altro caso invece.cambiamenti fonetici erano stati studiati da altri linguisti come Rasmus Rask e Karl Verner. Tuttavia, fu Grimm a formulare una legge generale che spiegava le regolarità di questi cambiamenti. Secondo la legge di Grimm, le consonanti sorde p, t, k iniziali in una parola si trasformano in consonanti sonore b, d, g quando si trovano in posizione intervocalica. Ad esempio, la parola inglese "father" corrisponde alla parola tedesca "Vater". Questo fenomeno è noto come "mutazione consonantica" o "prima mutazione consonantica". La spiegazione di Verner per le apparenti anomalie di questa mutazione consonantica è che i cambiamenti fonetici non avvengono in modo casuale, ma sono influenzati dalla posizione dell'accento tonico nella parola. In particolare, Verner ha osservato che quando l'accento tonico cadeva sulla sillaba precedente alla consonante sorde iniziale, la mutazione consonantica non avveniva e la consonante rimaneva sorda. Ad esempio, la parola inglese "wolf" corrisponde alla parola tedesca "Wolf". Questa alternanza grammaticale derivante dalla legge fonetica di Verner è un fenomeno comune nelle lingue germaniche e ha contribuito alla diversificazione delle consonanti in queste lingue. In conclusione, la prima mutazione consonantica è un fenomeno fonetico che coinvolge la trasformazione delle consonanti sorde in consonanti sonore in posizione intervocalica. La legge di Grimm e la spiegazione di Verner hanno contribuito a comprendere e sistematizzare questi cambiamenti fonetici nelle lingue germaniche.cambiamentifurono individuati da Rasmus Rask. Per quanto riguarda la datazione, la PMC deve essersi verificata dal 400 al 200 a.C. (qualcosa continuerà a mutare anche dopo, ma in questo periodo c'è stato il cambiamento più forte). Lo possiamo verificare attraverso le ondate dei prestiti. Ogni singola parola in una lingua ha la sua importanza e, in questo caso, i prestiti non servono solo a colmare quei vuoti che si possono andare a creare nel passaggio, per esempio, dal paganesimo al cristianesimo. Quindi, si prendono parole in prestito da un'altra lingua perché servono però, poi, quei prestiti non sono neutri. Nel loro funzionare in una lingua non sono neutri, ci danno una serie di riferimenti per valutare anche la lingua in cui sono stati inseriti. Come sappiamo, i prestiti entrano in una lingua (= lingua di arrivo) e restano sostanzialmente identici, possono al massimo avere un aggiustamento morfologico nel senso che possono prendere ladesinenza di quella lingua (come quella del plurale, per esempio, per quanto riguarda l'inglese, il quale prende parole dalle lingue romanze e dopo un po' di tempo aggiungono la "s" per il plurale)
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Publisher
A.A. 2021-2022
69 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher starkcharm_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Giordano Carmela.