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Estratto del documento

Anche l’ idea del periodo in cui il ragazzo viene allontanato non è per tutti una

fase educativa, una scuola di foresta. Verrà espressa l’ idea di comparazione fra

questa fase di allontanamento e la scuola occidentale, ma Droogers (per

quanto riguarda i Wagenia) spiega come questo rituale serva solo per far

diventare un uomo il ragazzo e non di istruzione.

3. Il rito e i processi di modernizzazione.

La stregoneria nell’ Africa postcoloniale.

Alice Bellagamba

Hussei Kimwagamahela Mwangoda, in una dichiarazione de 1990 esorta a

rinunciare alla stregoneria, dicendo che la stregoneria viene rifiutata da Dio e

dalla politica perché sporca e che bisogna far bene il proprio lavoro, senza

invidiare i ricchi ma cercando di diventare ricchi come loro.

Mwangoda è un curatore di Iringa, Tanzania. Il cristianesimo come l’ islam

invitavano ad abbandonare la stregoneria , rendendola anche illegale.

Molti uomini politici tuttavia utilizzavo preparati medicinali per proteggersi o

per sconfiggere i nemici. La chiesa cattolica riconosceva aspetti positivi, come

il sentimento della famiglia, il culto degli antenati e l’arte della cura.

Un’ esuberanza di significati

Secondo Mwangoda la stregoneria è spazzatura, l’ obiettivo è il potere

individuale, a discapito delle vittime, privata della propria energia vitale,

condannato a vivere nella disgrazia.

Lo stereotipo dello stregone è quello di una persona di successo, che

provocano danni anche ai loro discendenti o ai giovani.

Per gli specialisti è impossibile vivere tranquilli perché tutti possono stregare ed

essere stregati. Nella varietà dei discorsi comunque tutti credevano nel fatto

che in modo occulto fosse possibile poter controllare corpi, menti, desideri e

volontà di esseri umani.

L’ essere umano è ambivalente, vuole vivere con il gruppo ma è animato da

personali ambizioni.

In ognuno c’è qualcosa di oscuro, questa sorgente di potere può scaturire da

sentimenti negativi come la rabbia o l’invidia o attraverso l’uso di medicine o

dall’ invocazione di spiriti ancestrali. Può essere però anche usata per il bene

della comunità, ma il sovrapporsi della terminologia di “stregoneria” ad

esempio, usata da missionari e colonizzatori ha fatto si che si perdesse per

strada l’ aspetto positivo della stregoneria.

Anche con i moderni cambiamenti dell’ Africa postcoloniale però la stregoneria

persiste.

Pratiche rituali, manifestazioni di violenza e intervento dello Stato

In Iringa, la vittima di un attacco di stregoneria solo ricorrendo ad uno

specialista come Mwangoda può identificare cosa e chi li ha colpiti.

Le vittime, sono afflitte da disgrazie, malattie, perdono il lavoro, rimangono

sterili…

Il curatore ricorrendo a vari tipi di oracolo o attraverso i sogni può rivelare il

comportamento dell’aggressore e capire come vincere questa forza maligna.

Nel 1990, Mr. Chan’vala, dal villaggio di Kipengere, ha addobbato la propria

abitazione, sottoforma di piccolo ospedale. Curava tutti coloro fossero stati

vittima di stregoneria con medicine da lui preparate.

Per smascherare gli stregoni si faceva bere (sia tra i Hehe e i Bena) un veleno

potentissimo. Se chi ha subito l’accusa vomitava il veleno (l’ accusatore

moriva) allora era innocente.

Se l’ accusatore vomitava e l’accusato moriva, la famiglia della vittima doveva

essere risarcita.

Se sopravvivevano entrambi l’ accusatore doveva pagare una forte multa in

bestiame.

Quando il Tanganika divenne parte dell’impero inglese fu promulgata una

witchcraft ordinance, in cui venivano comprese anche le attività dei curatori.

Chi accusava gli altri di stregoneria veniva accusato a sua volta di voler

insultare gli accusati.

La questione della stregoneria uscì dalla vita pubblica.

Gli stessi europei però a volte facevano ricorso all’ operato di curatori per

risolvere problemi o malattie che le medicine europee non erano in grado di

guarire.

Fra le due guerre mondiali ci fu un movimento di purificazione dalla

stregoneria, chiamato mchape, nella Tanganika.

Usavano simboli moderni come specchi e fischietti per smascherare gli

stregoni, in più usavano una medicina purificatrice per purificare la parte

maligna degli stregoni.

Nel 1965 la Tanzania ottenne l’indipendenza, si trasformò in una repubblica

socialista guidata da un singolo partito.

La questione della stregoneria persiste, la politica di villaggizzazione mirava a

radunare in insediamenti compatti popolazioni che prima abitavano sparse sul

territorio, ci fu un malcontento generale per gli scarsi risultati economici del

settore agricolo, la tensioni trovarono una via d’ espressione nel linguaggio

della stregoneria.

Le accuse di stregoneria in Iringa venivano assorbite maggiormente da anziani

che venivano uccisi dai giovani. Si usavano anche metodi meno drastici come

quello di Mr. Chan’vala di Kipengere che usava erbe e radici ridotte in polvere e

inseriti dentro tagli superficiali per purificare il corpo.

Teleko di Ilula invece purificava insediamenti, la chiesa non accettava certi

“trattamenti di purificazione” e chiedeva ai credenti di non farne.

Chi si fosse sottoposto alla purificazione non poteva più ricevere i sacramenti.

Teleko grazie ai suoi poteri di divinazione trovava streghe e stregoni che

potevano anche prendere la medicina spontaneamente per purificarsi.

Intorno agli anni ottanta nel Camerun sudorientale si è cominciato a giudicare

in tribunale accuse di stregoneria e convocare i curatori in qualità di testimoni.

Equilibri in frantumi e inquiete modernità

Un manoscritto molto importante che parla della stregoneria in Africa è scritto

da Evans-Pritchard nel 1937 a proposito degli Azande.

Evans-Pritchand invita ad approfondire meglio i concetti di stregoneria e di

mangia in quanto missionari, viaggiatori e funzionali coloniali avevano una

buona dose di scetticismo nei confronti delle interpretazioni indigene.

Nel pensiero zande le due nozioni sono ben distinte: mangu, la stregoneria che

è un potere ereditario e di natura psichica, emanato dalla sostanza stregante

che si trova nel ventre di alcuni esseri umani. La magia è chiamata ngua e

aveva invece delle basi materiali quali erbe, radici che avevano effetti sul

corpo.

Secondo gli indigeni gli europei non sono in grado di distinguere ciò che giusto

da ciò che è sbagliato.

L’ antropologo deve concentrarsi non sulla validità di queste credenze bensì

sulla loro funzione all’interno del contesto sociale.

I nobili zande avevano il compiti di confermare attraverso i loro oracoli la

presenza di stregoni nella comunità (loro non potevano essere accusati).

Così, Evans-Pritchard trovò dei risvolti costruttivi nella stregoneria,

Negli anni cinquanta e sessanta l’ antropologia studiò gli effetti della

stregoneria sul tessuto sociale. Garantiva l’ equilibro fra i gruppi, i generi e le

generazioni.

I movimenti come quelli mchape nascevano dalla frantumazione degli equilibri

tradizionali. Come il mutamento delle condizioni di vita, provocata dall’

esperienza coloniale che aveva creato ansietà e un conseguente aumento

dell’incidenza dell’ elemento magico in tutti il gruppo.

Situazioni nuove avevano gia in antichità il ricorso di nuove magie, come il

culto della purificazione.

Negli anni trenta nascono nuovi lavori specializzati come i vigili del fuoco, i

poliziotti e i guardiacaccia accompagnati dall’ emergere di una nuova figura, i

vampiri che rubavano il sangue dei neri per venderlo. I vampiri, chiamati

wazimamoto in kiswahili, gente che spegne il fuoco, cioè i pompieri.

Secondo Evans-Pritchard per poter spiegare queste credenze in modo

costruttivo bisognava spiegare agli europei che l’ apparente irrazionalità degli

indigeni costituisce invece la vita sociale, le sue tensioni dell’ essere umano e

delle sue ambivalenze.

L’antropologia degli anni cinquanta e sessanta focalizzò la propria attenzione

sulle accuse di stregoneria, concretamente più osservabili durante il lavoro sul

campo. Negli anni ottanta, novanta invece l’ antropologia si concentrò su una

pluralità di fonti, dai fatti di cronaca a racconti fantasiosi che circolano nelle

periferie delle città.

Peter Geschiere si concentra quindi sulla stregoneria della vita politica, usata

per accaparrare potere ma che porta anche un senso di angoscia e impotenza.

I politici, protetti sortilegi e circondati da guaritori e indovini possono fare a

meno del voto della gente comune.

Corpi sfruttati

Nel 1988 Mr. Masovela era un curatore molto conosciuto, abitava in un villaggio

vicino ad Iringa.

Nel 1990 però venne accusato di rapimento di un ragazzo. Il ragazzo era

scomparso da tempo ma un giorno ritornò a casa confuso e senza alcun ricordo

di ciò che aveva vissuto negli ultimi tempi, testimoni diranno di aver visto il

ragazzo nell’ abitazione di Mr. Masovela. Il curatore dovette allontanarsi

definitivamente dal villaggio.

Mr. Masovela era un uomo arricchito grazie alla professione di curatore, aveva,

intorno a sé, relazioni interpersonali difficili. Evocava il timore di forme di

controllo indebitamente esercitati su corpi altrui, la gente pensava che molti

corpi apparentemente morti in realtà fossero solo in uno stato di schiavitù

forza-lavoro degli stregoni. Anche nel Sarah o nel Camerun si ritrovano

interessanti connessioni che uniscono la stregoneria alla schiavitù.

Streghe e stregoni quindi, sembrano oggi riprodurre un trauma antico.

Riflessioni conclusive

Nell’ Africa postcoloniale, a cinquant’anni di distanza dal lavoro condotto da

Evans-Pritchard fra gli Azande gli antistregoni erano ormai scomparsi ma

nasceva una nuova figura: le profetesse.

Le profetesse erano in grado di individuare le cause della sventura soprattutto

di capire se un accusato sia davvero colpevole.

L’ incontro fra la filosofia morale zande e le religioni come il cristianesimo e

l’islam ha modificato l’orizzonte entro cui la società zande interpreta l’origine

della sventura e della disgrazia.

Il timore della magia malefica è cresciuto, si svolgono riti senza nome, gesti e

abitudini per rendere indenne il corpo rispetto alle aggressioni malefiche.

4. Uno sguardo miope sui riti sciamanici del Nepal

Romano Mastromattei

Premessa

Sono ricerche condotte in Nepal, in omaggio ad una visione extrasociale dei

fenomeni sciamanici.

L’ acquisizione dei pieni poteri sciamanici è legata a un apprendimento orale

individuale, a un rapporto maest

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
23 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wendy-92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia delle religioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Comba Enrico.