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APPUNTI CONTROLLO DI GESTIONE RIGUARDANTI IL LIBRO: SISTEMI MANAGERIALI DI PROGRAMMAZIONE
E CONTROLLO
Pianificazione e controllo di gestione: che cosa è e
che cosa non è
Il controllo di gestione si occupa di un “sistema direzionale” che le aziende adottano per rendere
più razionale e consapevole la propria gestione. Esso serve per:
• Guidare le scelte del manager ai vari livelli organizzativi verso gli obiettivi di gestione
prestabiliti;
• Responsabilizzare i manager stessi sui risultati conseguiti, sempre in rapporto agli obiettivi
della gestione.
Esso è sinonimo di “monitoraggio” e che comporta quindi adeguate misurazioni di monitoraggio
dei risultati della gestione.
Spesso non bastano esperienze e buon senso per gestire correttamente un organismo tanto
complesso, a maggior ragione in condizioni di emergenza, ma occorrono strumenti idonei, non
necessariamente molto complicati, che “costringano” a monitorare il reale andamento della gestione
ed evitino brutte sorprese. Neanche il più sofisticato sistema di monitoraggio, da solo, è in grado di
assicurare la bontà dei risultati, cioè l’efficienza e l’efficacia dei risultati. Di conseguenza non si può
fare a meno del controllo di gestione, ma da solo non basta a garantire risultati soddisfacenti.
Il controllo di gestione è un “sistema direzionale” con cui i manager ai vari livelli si accertano che
la gestione aziendale si stia svolgendo in condizioni di efficienza e di efficacia tali da permettere
il raggiungimento degli obiettivi di fondo della gestione stessa, stabiliti in sede di pianificazione
strategica.
Esso è articolabile in:
1. Struttura ha per oggetto il monitoraggio (es. le unità organizzative della struttura, dette anche
centri di responsabilità) e riguarda l’insieme di metodologie di misurazione contabile ed extra-
contabile.
2. Processo riguarda invece le attività manageriali nelle varie fasi del controllo di gestione (modalità
e tempi di costruzione del budget, ecc). I principali protagonisti della direzione aziendale sono tutti i
manager dotati delle leve decisionali necessarie per gestire risorse, e l’alta direzione.
Il termine pianificazione viene utilizzato quando si proietta la gestione dell’azienda nel lungo periodo,
per le scelte di breve termine viene usato il termine programmazione. Per convenzione quindi un
piano pluriennale si chiama piano mentre un piano annuale o infrannuale si chiama spesso
programma.
Il controllo direzionale viene spesso usato in una pluralità di significati, distinguiamo infatti:
• Controllo strategico può essere inteso come: 1. controllo della validità di una strategia, si
risolve in una revisione periodica delle scelte di business. 2. Controllo gestionale sulle
variabili ritenute strategiche per il successo dell’azienda, cioè fattori più significativi per
assicurare all’azienda un successo durevole.
• Controllo operativo è inteso come controllo sulle specifiche operazione di gestione, è
attuato nel brevissimo tempo o addirittura “in tempo reale” (es. il controllo degli input
difettosi di un prodotto). È inteso, quindi, come controllo della gestione corrente.
• Controllo organizzativo è inteso come un sistema avente implicazioni psico-sociali e
culturali, con cui l’azienda cerca di influenzare il comportamento degli individui.
Le fasi del processo di controllo:
• Controllo antecedente o preventivo→ consiste nell’accertamento dell’idoneità dei
programmi operativi di gestione a contribuire positivamente al raggiungimento degli
obiettivi esplicitati dal piano strategico. Questa fase consiste nel redigere il budget e
nell’accertarne l’adeguatezza in rapporto ai piani di lungo periodo. Da questo momento il
budget diventa esecutivo. Esso richiede un confronto tre i risultati previsti dal paino dell’arco
di tempo abbracciato dal budget e i risultati conseguiti con il budget da approvare.
• Controllo concomitante si esercita ad intervalli prestabiliti e si propone di monitorare
→
l’andamento della gestione attraverso i risultati, parziali o intermedi, che via via si
manifestano. Più frequenti sono la misurazione e il monitoraggio della gestione, maggiore è
la capacità di controllo dell’azienda. Esso richiede un confronto tra i risultati intermedi ed i
risultati rilevati contabilmente o extra-contabilmente.
• Controllo susseguente o consuntivo ha luogo quando i risultati finali si sono già
→
manifestati. Esso possiede una sua utilità: perché solo alla fine si può procedere ad una
valutazione dei risultati dei vari manager, e così avviare gli eventuali processi di
incentivazione dei medesimi. Esso richiede un confronto tra i risultati attesi de i risultati
finali.
Meccanismi di controllo:
• Meccanismo di feed-back nel confronto tra i risultati dei periodi precedenti e i
→consiste
risultati attuali. Esso può essere anche denominato controllo ad obiettivi incrementali
impliciti.
• Meccanismo di feed-foreward consiste in un confronto tra gli obiettivi e risultati
→
prevedibili in assenza di interventi correttivi.
Il confronto nel tempo è significativo ai fini gestionali solo se non inquinato da fattori di natura
monetaria, tecnologica, progettuale. Non sempre è possibile monitorare i risultati degli atti di
gestione, ma è necessario effettuare il controllo “a monte” dei risultati, tipicamente sulle azioni
compiute per ottenerli, o addirittura sulle risorse impiegate nello svolgimento di tali azioni.
Le informazioni riguardanti la gestione passata dell’azienda nel suo insieme, espresse in termini
contabili, sono individuate sotto la denominazione di contabilità generale e bilancio. Le informazioni
riguardanti la gestione passata di specifici sub-sistemi aziendali sono individuate come contabilità
analitica. Le informazioni riguardanti la gestione futura dell’azienda nel suo insieme e di singoli
sub-sistemi, sempre espresse in termini contabili, corrispondono al budget. Le informazioni sulla
gestione passata e futura, a livello d’azienda e di sub-sistema, sono indicate come rilevazioni extra-
contabili.
Reporting insieme delle informazioni di vario tipo che vengono opportunamente selezionate e
presentate, sotto forma di report o rendiconti periodici di controllo.
Il sistema informativo è un insieme di elementi per raccogliere, elaborare e archiviare dati allo scopo
di produrre e distribuire informazioni a tutti i soggetti aziendali che ne hanno bisogno per decidere
e operare. Tali elementi sono:
• Un patrimonio di dati;
• Le procedure per acquisire e trattare dati e così produrre informazioni;
• I mezzi tecnici per trattare, trasferire, archiviare dati e informazioni.
Il controllo di gestione può assolvere il suo compito di sistema direzionale solo se è supportato da
sistemi informativi idonei, e per essere tali i sistemi informativi devono essere il più possibile
“integrati”.
Il controllo di gestione è un sistema applicabile a qualsiasi azienda o sub-sistema. Non solo le
imprese operanti con motivazioni di carattere economico necessitano di un monitoraggio
sull’efficienza e sull’efficacia.
Nel corso del tempo si sono sviluppato diversi modi di gestire le
aziende più espose alla concorrenza, ne sono esempi.
• Just in time con cui si acquistano i materiali e si realizzano i prodotti solo nella quantità e nei
tempi necessari per soddisfare le richieste dei clienti. Il principale obiettivo è la riduzione
drastica delle scorte di magazzino. Il flusso dei materiali è governato da un approccio, detto
pull, cioè partire dalla fase finale del processo logistico, e, a ritroso, arrivare fino al
ricevimento delle materie dai fornitori.
• Layout dei macchinari, l’allocazione a celle, in cui ogni cella riunisce tutti i macchinari, è un
modo per ottimizzare l’utilizzo dei macchinari in modo efficiente.
• Total quality managment (TQM) dove l’attenzione ai clienti esterni si riflette internamente
su tutti i processi collegati, nei quali l’output ottimale deve essere garantito alle varie unità
organizzative della struttura.
• Business process reengineering (BPR) dove l’obiettivo di miglioramento dei processi è
radicale con cui il singolo processo è sottoposto ad un’analisi mediante la quale “lo si mette
in discussione e lo si riprogetta completamente per eliminare le fasi inutili, ridurre le
possibilità di errore e ridurre i costi”.
• Sistemi di produzione flessibili (FMS) si contrappongono ai sistemi tradizionali (basati
sull’impiego di macchinari in grado di produrre uno specifico tipo di componente o output),
con i FMS lo stesso macchinario può produrre più tipi di componente a costi contenuti, grazie
ad un sistema computerizzato
Analisi economiche per il controllo di gestione
Esistono buone ragioni perché all’aspetto economico si dedichi comunque un notevole perso, quale
che sia il tipo di azienda considerata; sempre più o meno scarse e quindi costose.
A livello globale d’azienda, controllarne l’equilibrio economico-finanziario significa valutarne
attitudini sintetizzabili così:
• Redditività del capitale, o creazione di valore economico;
• Equilibrio della struttura finanziaria, o solidità patrimoniale;
• Liquidità.
Il modo più immediato per apprezzare le performances economiche globali consiste nel misurare la
redditività del capitale, intesa come redditività del capitale proprio (ROE), riferita all’azienda nel
suo insieme; o del capitale investito nella gestione operativa (ROI), riferita sia all’azienda che ai
singoli business. Partendo dalla redditività del capitale, si effettuano delle analisi più spinte, per
risalire alle cause che ne sono all’origine. La redditività del capitale proprio è scomponibile in:
• Il modello del ROE per fattori è dato da:
• Il modello del ROE come leva finanziaria dato da:
Il controllo di gestione nelle sue varie fasi (budgeting e reporting) è solo un sub-sistema del più ampio
management system che include a monte la pianificazione strategica la quale forma i piani d’azione
con cui concretizza le intenzioni strategiche; i piani d’azione corrispondono ad iniziative di business,
riguardanti la gestione operativa o caratteristica a valle. Tale redditività è analizzabile con il modello
dell’ “Albero ROI”, nell’analisi del ROI,infatti, è importante distinguere 2 attitudini:
1. Capacit&agrav