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IL CONCETTO DI GUERRA SANTA

La traduzione "guerra santa" è fuorviante perché ci rimanda ad un'epoca di scontro di

civiltà che è quella delle crociate; in realtà a traduzione più adeguata è quella di "guerra

legale", in quanto sono proprio i libri di giurisprudenza a delineare i limiti che devono

essere posti a questa guerra, che deve rientrare in una pratica umana. Una stessa

parola jihad si carica, nel corso della storia, di significati molteplici: jihad sembra avere

un unico significato, ma in realtà ne ha tanti quante sono state le jihad, le manifestazioni

del conflitto. C'è il distacco dal nazionalismo laico, da conflitti basati su ideologie di

conflitti socialisteggianti a un conflitto che trova il suo idioma nell'ambito religioso. Se

negli anni '60/'70 conducevano quelle che chiamavano le lotte armate, negli anni dalla

guerra al Libano in poi la guerra nel mondo arabo musulmano sia essa mossa da uno

stato laico sia mossa dal popolo verrà chiamata jihad. Predominerà, quindi, un lessico di

tipo religioso e questo segna anche quel forte scarto, quella discontinuità, quel

cambiamento epocale che è la fine dei regimi socialisti e bahatisti e l'emergenza di

movimenti islamici molto forti.

L'emergenza di questi movimenti è vista come una reazione autoctona al colonialismo:

gli arabi musulmani vogliono esprime le istituzioni politiche attraverso il linguaggio

dell'Islam che sentono come proprio. La parola democrazia, infatti, che alle nostre

orecchie evoca dei significati legati all'illuminismo, di significati positivi, di valori in cui noi

crediamo (rispetto degli individui, lotta alla corruzione, eguaglianza, giustizia ecc..), alle

orecchie degli arabi musulmani rappresenta la democrazia delle bombe buttate

dall'America sull'Iraq, dove era scritto "vi stiamo portando la democrazia"; quindi dicono

loro se la democrazia è questa, non la vogliamo, vogliamo la democrazia islamica e

diranno "è l'Islam la soluzione".

Questo è il grande cambiamento storico che si effettua negli anni '70 nei paesi arabo

musulmani, dove scambiano i soggetti della politica ed ne emergono di nuovi.

Nell'articolo di Zappa, un grandissimo islamista, abbiamo una ricognizione di tutti i

cambiamenti di significati che il temine jihad ha avuto nel corso della storia.

Il Corano viene rivelato progressivamente dall'arcangelo Gabriele al profeta Maometto e

i primi versetti sono quelli Meccani, che lui riceve quando è ancora a La Mecca; quando,

però, si troverà perseguitato dai meccani che non accolgono la sua predicazione,

scapperà con gli askab, cioè i compagni a Medina, una città che lo accoglierà, dove lui si

rafforzerà, predicherà e troverà altri compagni e con delle forze schiere tornerà a La

Mecca che riuscirà a conquistare entrando pacificamente in quella che è la sua città

natale e dove s trova la sua tribù che è quella dei Qurays, che riconosceranno il potere

che nel frattempo lui ha acquisito. Da qui nascerà quindi tutta la storia dell'Islam. I suoi

primi sostenitori, infatti, saranno proprio alcuni dei suoi parenti come la moglie o il cugino

ma altri parenti della stessa tribù lo consideravano un folle e lo ritenevano una vergogna

all'interno della propria tribù. Il Corano, quindi, avviene per rivelazione progressiva;

bisogna sottolineare però che tutti i profeti sono dei mistici ma non tutti i mistici sono

profeti e Maometto, in quanto profeta, è anche un mistico, cioè ha delle rivelazioni, ha un

particolare contatto con Dio, in cui sente delle voci.

Sappiamo nella storia, che i mistici erano personalità particolarmente sensibili, con una

struttura psicologica piuttosto complessa e alcuni erano anche epilettici (es. Cesare

Augusto, Napoleone Bonaparte e anche Maometto); Maometto quando aveva queste

visioni iniziava a tremare e si faceva avviluppare in un mantello, ma spesso le visioni le

aveva quando era in disparte, in una grotta.

Il Corano viene, quindi, steso in ordine cronologico:

·le prime sono le sure (capitolo) meccane (l'aeia è il versetto), in cui rispetto al jihad,

Maometto invita i propri fedeli alla sopportazione delle persecuzioni di cui sono

oggetto. Sarà solo in un secondo momento, quando si rafforzerà la sua Umma, che

verrano rivelati dei versetti che autorizzano la guerra contro i cristiani, gli ebrei, i

miscredenti, i pagani. Al tempo infatti erano presenti delle società che si basavano

sull'allevamento di greggi e sul commercio carovaniero e si trattava di gente pagana

che erano idolatri, cioè che adoravano sorgenti d'acqua, pietre e Dei legati alla natura.

·le secondo sono le sure medinesi

Come faranno, quindi, gli esegeti, cioè gli interpreti del Corano, quando si ritrovano una

sura meccana che spinge i fedeli alla sopportazione, alla pazienza, e delle sure

medinesi che spingono alla guerra, guerra di offesa per estendere i confini dello stato

islamico. La gran parte degli studioso tendono a ritenere il jihad offensivo non era voluto

tanto col fine di convertire (c'è anche un hadit che dice che non esiste conversione con

la spada, cioè non si possono convertir le person per forza ma vanno convinti i loro

cuori), quello che si voleva era piuttosto un'estensione dei confini stato islamico e poi,

all'interno di questi confini, chi non avesse creduto sarebbe stato inglobato attraverso lo

statuto dei vimmi, che erano erano gli altri monoteisti (ebrei e cristiani), che godevano di

uno statuto privilegiato rispetto ai pagani, agli zoastrali ecc..perché comunque

credevano in un Dio unico e per l'Islam è importantissima l'unicità di Dio; quindi i pagani

in questo senso erano considerati miscredenti e di un livello inferiore rispetto ai cristiani

e agli ebrei. In questo senso quindi i cristiani e gli ebrei godono di privilegi riconosciuti

che sono quelli di libertà, di autonomia, vengono inclusi nella Umma e avevano libertà di

culto, possono esercitare la loro giurisprudenza nell'ambito delle leggi dei codici di

famiglia e di diritto privato, ma devono pagare la Gisia, che è un tributo, come segno di

sottomissione all'autorità islamica. Quindi abbiamo l'inclusione del diverso, accettazione

della diversità ma in maniera subordinata.

Qui abbiamo la situazione inversa: per esempio in Francia, se non diventi francese non

ti accettano, abbiamo una cultura assimilazionistica, in cui se diventi francese e ti

assimili godi di tutti i diritti della cittadinanza, mentre se vuoi mantenere la tua diversità

non vieni accettato e diventi oggetto di attacchi razzisti o di leggi di stato che istituiscono

come reato il fatto che ti vesti secondo le tue tradizioni.

Morto Maometto, che è un uomo come gli altri e viene venerato in quanto profeta ma

non ha nulla di sacro non partecipa alla natura divina, e rivelato il Corano, chiudendo la

profezia, si parla infatti di sigillo della profezia, perché per l'Islam anche Adamo è un

profeta, Noè, Gesù sono profeti; l'islam, infatti, ingloba tutto ciò che lo precede, tutta la

realtà precedente.

Alla morte del profeta, quindi, rimane un testo, che è il centro della religione islamica;

non c'è infatti una figura da venerare al centro della religione islamica, esiste solo il

testo. Quindi se nelle sure meccane si dice porgi l'altra guancia, sopporta e perdona e in

quelle medinesi si dice imbraccia le armi ed espandi i confini della terra islamica, cos'è

che dobbiamo fare?

Nei primi tempi di conquista ed espansione, ovviamente ci si appoggia alle sure

medinesi attraverso il principio chiamato, che viene tradotto come "il principio

dell'abrogante e dell'abrogato", secondo cui nel Corano ci sono dei passi che sono

venuti dopo che chiariscono o abrogano i passi precedenti. Quindi nei primi tempi di

espansione dell'Islam si diceva che le sure meccane sono da abolire e che dobbiamo

appoggiarsi a quelle medinesi perché sono le ultime rivelazioni quelle a cui ci dobbiamo

attenere.

In un secondo tempo quando ormai lo stato islamico è sconfinato in tutto il bacino del

Mediterraneo e la gente vuole la pace, dove il popolo chiede la pace ai califfi, si

istituiscono delle tregue con i territori circostanti e si vuole consolidare i confini di questo

impero islamico, si utilizza un altro principio, cioè "le circostanze della rivelazione",

secondo cui in realtà il Corano va interpretato attraverso un principio storicizzante e

dobbiamo capire che Dio quando ha fatto scendere i versetti medinesi, quelli relativi alla

guerra, lo voleva fare perché in quel momento le circostante storiche volevano che

quella fosse la cosa migliore, ma, al giorno d'oggi, la situazione è cambiata e non

dobbiamo attenerci a quei versi ma ai primi. Questo ce la dice lunga sul fatto che c'è un

grande pragmatismo nell'Islam, ma a seconda delle epoche storiche ci sono degli

escamotage interpretativi e giuridici per fare valere il principio che è più convenente in

quel momento per i sovrani e per il popolo. Il testo viene interpretato a seconda della

convenienza storica del momento e questi sono modi per valere o l'uno o l'altro. Non c'è

quella rigidità di cui si dice ma c'è un forte pragmatismo e anche un'opportunismo sotto

certi punti di vista.

In effetti c'è un verbo in arabo che la dice lunga sul fatto che il fine di questo jihad non

era tanto quello di convertire con la spada, perché se l'Islam avesse voluto convertire

con la spada, questa religione non avrebbe avuto il successo che ha avuto

storicamente.

Il verbo àslama, infatti, significa sia convertirsi all'Islam sia sottomettersi all'autorità

politica islamica e sono due cose ben diverse perché tu puoi sottometterti ad un'autorità

politica mantenendo le tue tradizioni religiose e culturali di origine, o puoi sottometterti

convertendoti a quella religione; il termine è ambiguo e nella storia si sono verificate

entrambe le situazioni.

In generale si può dire che la dottrina classica del jihad si forma a posteriori, prima ci

sono gli eventi e poi a posteriori si forma una dottrina che legittima gli eventi già avventi.

La dottrina classica del jihad, che si forma due secoli dopo divide il mondo in

·Dar la terra, la dimora Dar al kuf, sarebbe la terra della miscredenza. Quindi da una

parte c'è la terra dell'Islam, la legge islamica, dove c'è la sciiaria e dall'altri ci sono tutti

gli stati dove vivono i miscredenti, dove non c'è la legge islamica

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
38 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale_13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale dei Paesi arabi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università per stranieri di Siena o del prof Persichetti Alessandra.