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PRIMO TEOREMA FONDAMENTALE DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE
Ci chiediamo ora se un sistema economico (un mercato, nel nostro caso) sia in grado di
raggiungere allocazioni delle risorse Pareto efficienti e sotto quali condizioni. Sappiamo:
Che le condizioni essenziali sono quelle poste per la concorrenza perfetta.
Che è fondamentale che tutti i consumatori siano price takers.
che la condizione essenziale affinché il consumatore 1 massimizzi la sua utilità è che:
1
SMS a;b =
Pa
Pb
e ricordiamo che il significato di questa equazione è che in equilibrio la pendenza della curva di
indifferenza è uguale alla pendenza della retta di bilancio. Analogamente, per il consumatore 2
Pa
2
SMS a;b =
varrà Pb
Prese congiuntamente, le due precedenti equazioni implicano che:
1 2
SMS a;b= SMS a;b
Tuttavia, quest’ultima equazione coincide con la condizione necessaria per l’efficienza
paretiana.
Anche se in queste note non abbiamo parlato di produzione e ci siamo limitati al puro scambio,
non è difficile, seppur in termini un po’ generali, estendere il nostro discorso.
Sappiamo che in concorrenza perfetta un’impresa che massimizza i profitti, produce sino ad
: Pa = MCa e Pb = MCb
eguagliare prezzo e costo marginale, ovvero , ovvero:
MCa Pa
=
MCb Pb MCa
sappiamo però che altro non è se non il saggio marginale di trasformazione
MCb
(MRT), dunque possiamo riscrivere l’equazione precedente come:
Pa
MRTa;b = Pb Pa
Se ora osserviamo le equazioni 1, 2 e 5 notiamo immediatamente che occorre in tutte e
Pb
tre al secondo membro e dunque: 1 2
SMS a;b= SMS a;b=MRT a;b
che – anche se non lo abbiamo dimostrato – è la condizione per l’efficienza paretiana in
un’economia che contempli anche la produzione.
Ne concludiamo che: in regime di concorrenza perfetta se tutti i consumatori massimizzano
la propria utilità e tutte le imprese massimizzano il profitto si ottiene un’allocazione Pareto
efficiente delle risorse
INCENTIVI E FLUSSI DI INFORMAZIONE IN DIVERSE FORME DI MERCATO
Oltre a quella di indirizzare le risorse verso un utilizzo efficiente, Il sistema dei prezzi anche
altre 2 proprietà:
1. Se i consumatori e le imprese sono price taker il sistema dei prezzi non solo procura i
mezzi per risolvere il problema del coordinamento, ma fornisce anche gli incentivi
adatti, consentendo una soluzione pressoché definitiva del problema economico
generale.
2. Tale risultato richiede un flusso limitato di informazioni.
Mercato ed incentivi:
1) Il modello neoclassico
Premessa: assume produttori e consumatori come price-taker e questo
risolve il problema del coordinamento, inoltre non considera esplicitamente il processo di
formazione dei prezzi trascurando la possibilità che gli agenti possano eventualmente
influenzali.
→ La conclusione comune degli studi sull'analisi del comportamento indotto dagli incentivi,
forniti nell'ambito di diverse forme di mercato, é:
Nella maggior parte dei sistemi economici la competizione elimina il potere monopolistico,
porta alla formazione dei prezzi e combinazioni di consumo e produzione molto vicini a quelli di
concorrenza perfetta quando vi è un numero sufficiente di partecipanti. (Il n° di agenti
necessario per avere un mercato con un grado di concorrenzialità apprezzabile non deve
essere irrealisticamente elevato).
Infine anche se gli incentivi forniti dal mercato non sono in grado di produrre risultati
pienamente efficienti, il mercato stesso unito alla proprietà privata, può ancora essere un
potente mezzo per far sì che il perseguimento di interessi individuali porti ad un progresso
economico generale e ad un incremento di benessere.
Adam Smith
Come notava individui che realizzano solo i propri interessi egoistici, sono condotti
come da una mano invisibile a promuovere il benessere collettivo (confronto Eu ori-occ
dopoguerra ne è una delle prove).
L’efficienza informativa dei mercati:
2)
Economia pianificata: Devono essere necessariamente trasmesse informazioni sulle risorse
disponibili e sulle possibilità tecnologiche, per calcolare un’allocazione efficiente.
Economia di mercato: Non c'è bisogno che circolino info sulle risorse disponibili e possibilità
tecnologiche.
→ Il compito di decidere tale allocazione è lasciato ai consumatori e alle imprese detentori delle
informazioni; viene trasmesso solo un ridotto ammontare di informazioni comprendente i
prezzi, le offerte di acquisto e di vendita. Quindi un sistema di mercati competitivi implica il
flusso di informazioni più piccolo per determinare l'allocazione efficiente le risorse (Più
realisticamente: non circolano solo info sui prezzi).
→ I prezzi comunicano la maggior parte delle informazioni utili, e il coordinamento delle attività
di mercato richiede un ammontare di informazione diverso dai prezzi, comunque inferiore
rispetto a un sistema pianificato.
Prezzi e socialismo:
Lerner dimostrò che un sistema socialista con proprietà collettiva dei mezzi di produzione,
poteva servirsi dei prezzi per allocare le risorse esattamente come un’economia capitalista. Ai
manager delle imprese socialiste poteva esser data la direttiva di considerare i prezzi come
dati, e determinare le quantità uguagliandoli ai costi marginali (proprio come in un'impresa
perfettamente concorrenziale).
Le quantità così prodotte avrebbero consentito al sistema socialista un’efficienza pari a
quella di mercato.
Tuttavia calcolare tali prezzi nella realtà dei sistemi a pianificazione centralizzata, e adattarli a
circostanze mutevoli si è rilevato praticamente impossibile.
IL MODELLO NEOCLASSICO E LE TEORIE DELL’ORGANIZZAZIONE
L'osservazione di Chandler: “le nuove organizzazioni spesso vengono istituite quando gli
individui si accorgono che il mercato porta a risultati inefficienti”, può guidare l'analisi.
→ Se l'equilibrio concorrenziale del modello neoclassico, fornisse una descrizione completa del
modo in cui opera un sistema di mercato, altre organizzazioni economiche finalizzate
all'incremento dell'efficienza diventerebbero utili.
Quando però i mercati non sono efficienti possono emergere altre istituzioni (per iniziativa di
privati o Stato) per rimuovere, evitare o ridurre ostacoli che impediscono ai mercati di
raggiungere da soli l'efficienza.
→ Per spiegare l'esistenza di organizzazioni diverse al mercato dobbiamo studiare i fallimenti
del mkt.
1) Un'impresa esercitando un potere di mercato fissa un prezzo diverso da quello di equilibrio
concorrenziale, provocando distorsioni nell'allocazione delle risorse.
2) Rendimenti crescenti di scala
In alcuni sistemi economici potrebbe non esservi un vettore di prezzi che consenta di
eguagliare D e off di tutti i beni; ciò è possibile soprattutto in presenza di significative economie
di scala in alcuni processi produttivi (costo unitario di produzione diminuisce quanto più
aumenta l'ammontare prodotto).
Le economie di scala rendono la curva di offerta discontinua, e non esisterà un prezzo in
corrispondenza del quale l’OFF dell’impresa = D dei consumatori.
L'impresa dovrebbe sapere quale sia la valutazione del bene fatta dai consumatori e quante
unità essi desiderino acquistare, → è necessaria l'informazione sulle quantità oltre che sui
prezzi (che avviene in modo differente a seconda dei Paesi)
3) Esternalità
Le esternalità sono effetti positivi o negativi che azioni di un agente economico hanno sul
benessere di un altro soggetto, e che non sono regolati dal meccanismo dei prezzi. In presenza
di esternalità l'attività economica può essere esercitata ad un livello inefficiente, perché chi
compie le azioni non tiene conto di tutti i costi e benefici associati alle proprie scelte,
soprattutto quelli inerenti ad altri individui.
4) Mercati incompleti
Il fallimento di mercato dovuto alle esternalità può essere visto come un problema di mercati
incompleti.
Le esternalità sono infatti beni, o mali, che gli individui vorrebbero vendere, o acquistare,
poichè influenzano l'utilità. Tuttavia tali effetti non vengono scambiati sui mercati concorrenziali
e di conseguenza ad essi non è associato un prezzo. Per questo diciamo che il mercato fallisce
nel guidarne l’allocazione.
Tipologie di mercato così estese, in cui tali beni/mali possono essere scambiati non esistono, →
quindi il Teorema fondamentale non può valere perché è violata l'hp: “qualsiasi bene che
riveste un interesse dei consumatori può essere scambiato”.
L'assenza di mercati può condurre al fallimento dell’allocazione efficiente, ed è proprio questo
tipo di fallimento che spinge gli individui a cercare modi alternativi per soddisfare i propri
bisogni economici.
5) Ricerca, incontro e problemi di coordinamento
→ Il modello neoclassico assume che ognuno conosca i prezzi e sappia dove acquistare/vendere
i singoli beni, ma nella realtà gli acquirenti o i venditori potenziali potrebbero non avere tale
completezza di informazioni.
Per acquisirle si deve intraprendere un processo di ricerca (i consumatori cercheranno i prezzi
più convenienti, le imprese i potenziali dipendenti, i lavoratori un impiego) piuttosto costoso,
per cui gli individui non persisteranno nella ricerca delle condizioni migliori.
E’ chiaro che il postulato del modello secondo cui gli individui o le imprese siano in grado di
acquistare e vendere la quantità desiderata ai prezzi correnti sul mercato, risulta poco
realistico, per esempio: se le imprese si aspettassero una domanda bassa, non assumerebbero
per produrre beni che potrebbero rimanere invenduti, → vi saranno meno posti di lavoro, → i
lavoratori ridurranno il consumo → la domanda sarà bassa.
La conseguenza è un risultato in pieno contrasto con le conclusioni del modello neoclassico: ci
saranno livelli di attività economica coerenti con le ipotesi, altri con occupazioni ed output
inefficienti poichè troppo bassi.
→ In una simile situazione è possibile che nessuna impresa abbia incentivo a cambiare i prezzi
e i salari pagati, anche se le vendite sono scarse e vi è disoccupazione, rendendo quindi
inefficace il meccanismo “neoclassico” che dovrebbe risolvere questi problemi.
→ In presenza di esternalità, disoccupazione o altri fallimenti di mercato, sia privati sia governi
possono accordarsi per non utilizzare il sistema dei prezzi quando non sono