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FASE DI INTRODUZIONE
L’impresa nasce per la spinta creativa di un imprenditore che genera attorno ad un’idea un’organizzazione.
L’opportunità deve essere sfruttabile commercialmente ossia l’imprenditore deve poter utilizzare l’idea per ottenere dei
profitti.
Affinché un’opportunità diventi un successo economico deve soddisfare 2 condizioni:
il nuovo prodotto/servizio deve essere difendibile da veloci imitazioni
- la nuova impresa deve disporre delle risorse e delle competenze necessarie per produrre la novità e fornire il nuovo
- bene/servizio efficacemente.
Se l’idea soddisfa queste due condizioni allora è più conveniente per il produttore brevettarla e proporla sul mercato.
Nella fasi di introduzione l’imprenditore si trova a dover affrontare una serie di problemi gestionali, in primis:
Decidere se brevettare l’idea o venderla ad una società già affermata
- Rifinire l’idea predisporre i prototipi e configurarne una più adatta alla vendita.
à
- Proteggersi dall’imitazione attraverso l’utilizzo di brevetti e cercando di far risultare più difficile ai concorrenti
à
- entrare nel mercato sfruttando i vantaggi della curva di esperienza.
Teaming costituzione di una squadra utile alla crescita dell’impresa
à
- Start-up momento in cui si costituisce l’impresa (qui avviene la predisposizione di un business plan che serve
à
- all’azienda a convincere fornitori e stakeholder a investire su di lei)
Finanziamento raccolta delle risorse finanziare necessarie per l’avvio dell’attività. Il finanziamento può essere
à
- sotto forma di prestito o di venture capital (un finanziatore interviene attraverso la partecipazione al capitale di
rischio)
CRESCITA
In fase di crescita diventa più importante lo sviluppo del processo produttivo che del prodotto. Poiché il mercato sta
crescendo rapidamente non ci sono ancora molti concorrenti il modo per aumentare le vendite è rendere migliore e più
efficiente il processo produttivo.
A questo punto l’impresa ha già ultimato il proprio prodotto ed è in grado di ricondursi alle cause delle economie di scala e
di esperienza e, come conseguenza, il settore cambia a seconda di come cambia l’impresa.
La fase di crescita è caratterizzata da una minore incertezza sul futuro e quindi l’impresa può scegliere tra diverse strategie
di sviluppo attraverso le quali potrà puntare sia a far crescere la domanda si a far crescere la sua quota di mercato.
MATURITÀ
Il settore mostra adesso maggiore stabilità ma offre condizioni sfavorevoli per ottenere adeguati livelli d redditività.
La domanda del mercato rallenta la crescita fino a stabilizzarsi. In questa fase risulta difficile differenziarsi dalla concorrenza
a livello di prodotto.
I leader di mercato hanno posizioni e quote di mercato piuttosto stabili e i consumatori hanno una completa conoscenza
del mercato.
I consumatori si interessano più a livelli di prezzo e risulta quindi conveniente per le imprese decentrare la produzione in
paesi dove il costo della mano d’opera è minore.
Altri metodi che l’impresa può utilizzare per diventare leader di costo sono:
Curva di esperienza maggiore è il grado di conoscenza del processo produttivo minore è il costo unitario del
à
- prodotto.
Economie di scala
- Ottenimento di risorse produttive a basso costo avere condizioni privilegiate nell’acquisto delle risorse attraverso
à
- il proprio potere contrattuale
Livelli elevati di efficienza operativa in tutti gli aspetti della gestione fare in modo di rendere più efficiente la
à
- produzione riducendo gli sprechi e i costi amministrativi.
DECLINO
Nei sistemi economici moderni le imprese sono sempre a rischio di caduta delle performance.
Lo spegnersi dell’attività economica di un’impresa può essere causata da vari fattori:
Nuovi prodotti sostituti
- Errori manageriali
- Condizioni ambientali sfavorevoli
-
Declino Crisi d’impresa
≠
Declino = riduzione della capacità reddituale ed indebolimento della situazione finanzanziaria
Crisi d’impresa = forti perdite economiche e strutturali unite a manifestazioni di insolvenza.
Le cause che portano ad una crisi d’impresa possono essere:
primarie fattori primi della crisi
à
- secondarie peggioramenti derivanti dalle cause primarie
à
-
Il passaggio di un settore dalla maturità al declino può essere determinato da molteplici fattori:
cambiamenti tecnologici
- dinamiche demografiche
- mutamenti nel gusto dei consumatori
-
Le caratteristiche tipiche di un settore in declino sono:
eccedenza della capacità produttiva
- assenza di innovazioni
- uscita delle imprese più deboli
- intensa lotta concorrenziale
- ridotti livelli di redditività
-
Risulta in questo momento decisiva l’abilità di prevedere in anticipo il verificarsi del declino. Per assicurarsi di non venire
colpita troppo duramente dal declino del settore un’impresa dovrebbe:
ridurre al minimo gli investimenti
- rendersi flessibile
- intraprendere iniziative di diversificazione
-
Attraverso il modello di Harrigan-Porter si possono individuare 4 diverse strategie nei confronti di un business in declino:
1) Strategia di quota punta a far acquisire una posizione di leadership nel settore compensando il diminuire delle
à
vendite con l’aumentare della quota di mercato. Al fine di diventare leader l’impresa può scatenare una guerra di
prezzi che è sicura di poter vincere o proporsi come acquirente delle altre società al fine di abbassare le barriere
all’uscita. Inoltre l’impresa può competere con i nuovi prodotti sostituti attraverso gli switching cost (costi di
passaggio da un prodotto all’altro).
2) Strategia di nicchia punta all’occupazione di un segmento di mercato protetto del declino.
à
3) Strategia di mietitura l’impresa mira ad ottenere il massimo ritorno finanziario possibile dal mercato in declino
à
evitando di effettuare ancora investimenti. Si riducono quindi le innovazioni del prodotto e si aumenta il prezzo.
Tale comportamento può accelerare il declino del mercato.
4) Strategia di disinvestimento si dismettono tutte le attività e si indirizzano le risorse in altri business. Questa
à
strategia è conveniente se tempestiva.
Nel modello ideato da Harrigan e Porter le differenti strategie dipendono dalla presenza o meno di punti di forza rispetto ai
concorrenti (vantaggio competitivo) e dalla struttura del settore.
La crisi d’impresa necessita di un risanamento dell’azienda, a volte anche con interventi robusti. La crisi d’impresa però
porterà comunque parecchie difficolta agli stakeholder dell’impresa.
Le cause che portano ad una crisi d’impresa sono divise in:
1) cause primarie date da fattori di tipo ambientale o interno che determinano un’incapacità strutturale a
à
mantenere condizioni di economicità. Questi fattori possono essere:
a. strategici cattive strategie aziendali
à
b. finanziario-societari relativo all’assetto delle fonti, degli impieghi e dei collegamenti societari
à
c. organizzativi mancanza di efficienza e capacità innovativa
à
d. straordinari relativi ad eventi eccezionali non prevedibili
à
2) cause secondarie intervengono dopo le cause primarie e ne moltiplicano gli effetti
à
a. erosione del sostegno degli stakeholder
b. crescenti inefficienze aumento del costo dei prodotti
à
c. deterioramento del clima interno e dei processi decisionali
Gestione strategica della globalizzazione
Espansione internazionale = strategia diretta ad assicurare in modo sistematico nuovi sbocchi all’estero, consiste nella
scelta di localizzare tutte o una parte delle attività aziendali oltre i confini nazionali.
Ad oggi i paesi del mondo sono sempre più interdipendenti tra loro grazie alle nuove tecnologie che hanno compresso le
distanze e le barriere culturali.
Il mercato si è omogeneizzato i modelli locali di consumo sono diventati abbastanza omogenei.
à
Grazie alle nuove tecnologie e all’abbattimento delle barriere culturali tra Stati è divenuto più semplice per un’impresa
espandersi anche in paesi stranieri.
Alla base di questa espansione delle imprese all’estero troviamo l’evoluzione del vantaggio comparato insieme delle
à
caratteristiche che rendono un paese efficiente nello svolgimento di un data produzione di beni o servizi (es. grazie a
specifica dotazione nazionale o costi inferiori). I vantaggi comparati permettono alle imprese di esportare in maniera
competitiva le produzioni dei propri prodotti all’estero. Tuttavia un paese può anche perdere il proprio vantaggio
comparato e quindi esistono incessanti variazioni.
Perché ci si internazionalizza?
Per spinta esterna stimolata da favorevoli condizioni di ingresso in un mercato estero
à
- Per spinta interna il management vede nella crescita internazionale un mezzo per il perseguimento dell’obiettivo
à
- d’impresa.
Come si organizza l’internazionalizzazione?
Un’impresa che si internazionalizza deve decidere come agire seguendo 3 modelli:
1) Impresa internazionale
L’impresa conserva un identità locale (spesso produce in patria) ed esporta i suoi prodotti/servizi senza particolari
difficoltà di adattamento anche all’estero.
L’approccio dell’impresa è top-down ovvero le decisioni sono prese tutte in patria (es. Ferrari: vende in tutto il
mondo ma producendo e decidendo a Maranello).
2) Impresa multinazionale
È una “federazione” di aziende locali, l’impresa multinazionale entra quindi nei mercati locali attraverso un
investimento diretto.
Ogni azienda del gruppo multinazionale esercita le proprie funzioni in maniera indipendente e autonoma dalla
casa madre sia dal punto di vista strategico che operativo.
Il fattore chiave di successo dell’impresa multinazionale consiste nel adattarsi al meglio ai bisogni espressi dalle
comunità locali.
Il governo di una multinazionale è di tipo bottom-up (dal basso verso l’alto) ovvero il centro esercita poca influenza
e le scelte sono prese dal basso.
La produzione è decentrata nei vari mercati e non esiste una vera identità nazionale (es. Nestlè).
3) Impresa globale
Tratta paesi diversi come facenti parte di un unico mercato indifferenziato.
La produzione è