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U
P = E Pay-back
100 100
= 3 anni = 4
60+70)/3
(40+ (5+10+15+20)/4
anni
b) Redditività dell’investimento ( ROI = Return on investment): misura il rendimento economico
di un investimento e si confronta con la redditività che l’impresa si aspetta dagli
investimenti. È quindi il tasso che misura la redditività di un investimento.
Il tasso di redditività R.O.I. si ottiene dal rapporto fra i flussi di entrata medi annui, originati
da ricavi o minor costi, ed i flussi di uscita per l’investimento. È valido per intervalli di tempo
di 3/5 anni poiché il limite di questo sistema è il non tener conto della svalutazione della
moneta nel tempo.
U = flussi di uscita
E = flussi di entrata medi annui
ROI = tasso di redditività annuo dell’investimento
E
ROI = U
c) Valore attuale netto (VAN): nasce per correggere il diverso valore della moneta. Il valore
attuale netto presuppone di:
- attualizzare i flussi di entrata ed uscita provocati dall’investimento, con la formula di
attualizzazione:
F 1
ove il coefficiente di attualizzazione si misura con
n n
1) 1)
(i+ (i+
F = flusso di cassa (entrate – uscite)
i = tasso di redditività (tasso composto annuale di ritorno effettivo)
n = anni relativi ai flussi di cassa
- di utilizzare come tasso di redditività il tasso medio corrispondente agli investimenti
effettuati dall’azienda (i)
- di sottrarre alla somma dei flussi attualizzati l’uscita iniziale di investimento (I )
0
t F
∑
V.A.N.= – I
n
(i+1) 0
n=1
Il valore attuale netto può essere:
- positivo, se la redditività dell’investimento è superiore alla redditività media degli
investimenti effettuati dall’azienda
- negativo, se la redditività dell’investimento è inferiore alla media
- pari a zero, se la redditività media e la redditività dell’investimento coincidono
Al fine di confrontare i vari investimenti viene utilizzato un indice di profittabilità per ogni
investimento che porta al numeratore i flussi di cassa attualizzati ed al denominatore
l’investimento iniziale: flussi di cassaattualizzati
indice di profittabilità = investimento iniziale
d) Flusso di cassa scontato ( Discounted cash flow D.C.F.): è un tasso di sconto che applicato
ai flussi di cassa rende il valore attuale dei flussi di cassa pari all’investimento iniziale. In
questo modo si può trovare in modo indiretto il tasso di redditività dell’esercizio. A
differenza del valore attuale che consente di stabilire se l’investimento ha tasso di
rendimento maggiore, minore o uguale al tasso medio aziendale, il DCF consente di
determinare il tasso di redditività dell’investimento. Il procedimento avviene per tentativi o
mediante software che lo calcolano automaticamente.
t F
∑ =¿ I
n
(i+1) 0
n=1
e) Tasso interno di rendimento ( internal Rate of Return IRR): il tasso interno di rendimento
rende pari a zero la somma dei flussi di cassa attualizzati e la somma degli investimenti
attualizzati. Nel caso di un investimento, rappresenta il tasso composto annuale di
ritorno effettivo. Viene utilizzato quando gli investimenti si prolungano nel tempo. Rispetto
al DCF si attualizzano anche gli investimenti. È il tasso di interesse che rende possibile tale
equazione:
t t
F I
∑ ∑
= Si procede a tentativi o mediante un software per trovare l’IRR
n n
(i+1) (i+1)
n=1 n=1
Equilibrio aziendale: economico, finanziario, monetario
• Un’azienda è in equilibrio quando vi sia contemporaneamente un equilibrio economico,
finanziario e monetario.
• Per determinare tali equilibri si può utilizzare:
- l’analisi statica di bilancio, che consente di rilevare margini ed indici
- l’analisi dinamica di bilancio, che consente di analizzare i flussi finanziari, pervenendo
al rendiconto finanziario
Poiché il rendiconto finanziario è stato già trattato, in questa sede verranno presi in esame gli indici
più rilevanti relativi alla:
- struttura finanziaria e patrimoniale dell’impresa
- situazione finanziaria dell’impresa
- situazione economica o redditività della gestione
Analisi statica della struttura finanziaria e patrimoniale dell’impresa:
per analizzare tale struttura è necessario individuare, mediante indici, la composizione percentuale
tra le diverse voci degli impieghi e delle fonti di finanziamento. Questa analisi permette di
evidenziare:
a) l’elasticità degli investimenti;
b) l’elasticità dei finanziamenti;
c) la solidità patrimoniale dell’impresa;
d) l’indipendenza finanziaria dell’impresa.
a) L’elasticità degli investimenti: indica in quale misura gli investimenti effettuati in
immobilizzazioni e in attivo corrente incidano percentualmente sugli impieghi o il capitale
investito.
a1) elasticità degli investimenti: attivo immobilizzato / impieghi o capitale investito
a2) elasticità del circolante: attivo circolante / impieghi o capitale investito
b) L’elasticità dei finanziamenti: indica in quale misura le singole fonti di finanziamento
incidano percentualmente sul totale di finanziamento.
b1) elasticità del capitale permanente (proprio+passivo non corrente):
capitale permanente/totale fonti di finanziamento
b2) elasticità del capitale di terzi (passivo corrente, debiti breve termine + passivo non
corrente, debiti medio lungo termine): capitale di terzi/totale fonti di finanziamento
c) solidità del patrimonio: indica in quale misura siano formate riserve nel patrimonio netto che
rendano più rilevante il patrimonio aziendale rispetto al capitale. Pertanto minore è
l’incidenza del capitale sociale, maggiore è la solidità del patrimonio aziendale.
Indice di solidità: Capitale sociale / patrimonio netto
d) indipendenza finanziaria: indica in quale misura il patrimonio netto incida percentualmente
sul totale delle fonti di finanziamento. Maggiore è l’incidenza del patrimonio netto, maggiore
è l’indipendenza finanziaria.
Indice di indipendenza: Patrimonio netto / totale fonti di finanziamento
Analisi della situazione finanziaria:
consente di esprimere un giudizio sulla capacità dell’impresa di sopperire con le fonti di
finanziamento alle esigenze degli impieghi. Più particolarmente vengono valutate le condizioni di
equilibrio finanziario.
L’analisi della situazione finanziaria viene effettuata mediante margini o indici finanziari:
a) Analisi mediante margini della situazione finanziaria: l’analisi tramite margini finanziari è
ottenuta confrontando classi di impiego con classi di fonti di finanziamento dello stato
patrimoniale. Il margine di tesoreria, il margine di struttura ed il capitale circolante
netto consentono di determinare le condizioni di equilibrio finanziario.
a1) Margine di tesoreria: è ottenuto dalla differenza fra liquidità (immediate e differite) e
l’esigibilità o passività corrente. Evidenzia quindi la capacità dell’azienda di far fronte coi
propri mezzi a debiti a breve termine e eventualmente di disporre di ulteriori liquidità per
investire.
a2) Margine di struttura: è ottenuto dalla differenza fra il patrimonio netto e le
immobilizzazioni. Evidenzia quindi in quale misura il patrimonio netto dell’impresa finanzia
le immobilizzazioni al netto di fondi di ammortamento.
a3) Capitale circolante netto o attivo netto disponibile: è ottenuto dalla differenza fra le
attività correnti (ottenute dalle liquidità più le disponibilità) e le passività correnti. Indica in
quale misura l’impresa è in grado di far fronte nel breve termine a nuovi investimenti dopo
aver pagato le passività correnti.
b) Analisi mediante indici della situazione finanziaria: gli analisti finanziari preferiscono
utilizzare, invece dei margini, alcuni indici (rapporti fra grandezze) che misurano gli stessi
equilibri economici in termini di percentuale:
- Indice di liquidità(o acid test): dato dal rapporto tra liquidità (immediate e differite) e
passività correnti; corrisponde al margine di tesoreria.
- Indice di disponibilità (o current ratio): dato dal rapporto tra attivo corrente (liquidità +
disponibilità) e passivo corrente; corrisponde al capitale circolante netto.
- Indice di indebitamento (leva finanziaria): dato dal rapporto tra totale attivo e patrimonio
netto
Analisi della situazione economica mediante indici:
l’equilibrio economico dell’azienda si raggiunge quando l’azienda consente di pervenire un utile di
esercizio in grado di remunerare il capitale. Non è sufficiente quindi che l’azienda sia in utile, ma
occorre che la sua redditività sia coerente con la normale redditività di mercato.
Per misurare la redditività aziendale e determinare di conseguenza l’esistenza di un equilibrio
aziendale, occorre determinare l’indice ROE (return on equity) che deriva dal rapporto tra il
risultato netto e il patrimonio netto e può essere anche ottenuto moltiplicando tre indici che
misurano:
- Redditività operativa: espressa mediante l’indice ROI (return on investmet), ottenuto dal
rapporto tra il reddito operativo (Ebit) e gli impieghi (totale attivo);
- Indebitamento: espresso mediante un indice “Grado di indebitamento” ottenuto dal
rapporto tra gli impieghi (totale attivo) ed il patrimonio netto;
- Incidenza sul reddito dei fenomeni di extra gestione: espresso mediante l’indice
“incidenza extra gestione” ottenuto dal rapporto tra il reddito netto (utile o perdita) ed il
reddito operativo.
Si può inoltre scomporre il ROI in due indici che consentono di misurare la:
- Redditività sulle vendite: espressa mediante l’indice ROS (return on sales) ottenuto
dal rapporto tra il reddito operativo ed i ricavi di vendita
- Rotazione del capitale investito: espressa mediante un indice “Rotazione del capitale
investito” ottenuto dal rapporto tra ricavi di vendita e il totale attivo.
Quest’ultimo strettamente legato ai seguenti indici:
- Indice di rotazione del magazzino: Consumi/rimanenze
- Indice di rotazione basato sull’attivo corrente: Ricavi/attivo corrente
- Indice di durata dei crediti: Crediti/Ricavi
- Indice di durata dei debiti: Debiti/Acquisti
Valutazione d’azienda
La valutazione aziendale è alla base di tutti i bilanci straordinari elaborati nell’ambito di processi di
fusione, di scissione, di cessione d’azienda o