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NELLE ZONE DOVE ERA PRESENTE UNA BANCA DI EMISSIONE C'ERA PIU' LIQUIDITA'

(tanta cartamoneta) PER GLI INVESTIMENTI.

Al nord si possono eliminare le banche di emissione perché c'è un tessuto economico pronto a

svilupparsi, invece nel mezzogiorno (che ha subito danni economici dovuti all'unificazione) lasciano

in vita le banche del sud­> permettendo maggiore liquidità.

L'AGRICOLTURA GIOVA DELLA PRESENZA DELLE BACNHE RURALI .

AL NORD E' PRESENTE UN TESSUTO BANCARIO GIA' FORTE QUINDI NON C'E'

NECESSITA DI AVERE BANCHE DI EMISSIONE.

La banca romana finanzia in eccesso l'edilizia­> la banca romana (più importante) presta denaro alle

imprese ma senza controllo (si presta denaro senza che ci siano le giuste garanzie). La banca romana

entra quindi in crisi. Per uscire dalla crisi la banca di Roma sfrutta il fatto di essere una banca di

emissione­> decide di stampare moneta in doppia serie (c'erano due monete con lo steso codice)­>

stampo doppia moneta e ho doppi guadagni quindi recupero il doppio della liquidità che serve per

pagare i debiti. Quando il sistema viene scoperto cade il governo. Lo stato doveva garantire la carta

moneta in circolazione e quindi è direttamente coinvolto­> responsabile oggettivo è il governo.

Bisogna quindi cercare di colmare il buco creato dalla banca romana. Si crea la banca d'Italia­> si

fondano 3 banche sane

SI RIFORMA IL SISTEMA BANCARIO IN BASE A UN SISTEMA CHE SI STA

INDUSTRIALIZZANDO

I LEGGE BANCARIA

Lo stato è dovuto entrare nel sistema bancario, perché qualcuno deve controllare le banche (lo stato

ha il compito di controllo delle banche). Le altre banche in crisi sono il Credito Immobiliare e

Generali­> queste banche non vengono fatte fallire ma vengono liquidate­> se venissero fatte fallire

si metterebbe in crisi il sistema e tutti i piccoli risparmiatori che ritirerebbero denaro dalle banche.

II LEGGE BANCARIA

BISOGNA DARE LIQUIDITA' AL SISTEMA (nel nord si ha liquidità attraverso l'agricoltura ma si

necessita anche di banche miste che prestino a medio­lungo termine­> 4 banche miste. La banca

d'Italia produce i 2/3 della carta moneta presente sul territorio italiano. Ci sono poi le 4 banche

miste, banca di credito e altre banche di emissione nel sud (nel sud lascio queste banche perché il

meridione è in crisi e queste banche permettono di dare liquidità al sistema).

In Italia, soprattutto al nord, negli anni 90 vengono investiti molti capitali stranieri. Le banche miste

permettono di avere nuove grandi imprese e nuove tecnologie perché danno grandi finanziamenti.

L'Italia tra i paesi reduci dalla guerra è quella che soffre di più perché soffre di GIGANTISMO. In

Italia ci sono i casi più gravi di PARTECIPAZIONE INCROCIATA (banche che detengono azioni

delle imprese e imprese che detengono azioni delle banche). Inoltre tante banche sono in crisi

perché hanno finanziato imprese che erano in crisi a cui vengono fatti prestiti che non sarebbero

mai state in grado di risarcire.

Le banche più in crisi sono le banche miste perché hanno prestato tanto, avendo grande

disponibilità­> per rischiare di meno le banche dovrebbero diversificare: ossia investire in aziende

diverse dello stesso settore o in aziende di settori diversi. Le banche miste hanno però prestato a

poche grandi imprese, che si sono sviluppate grazie al doping bellico. Quando la guerra si conclude

queste aziende vanno in crisi e e non riescono più a distribuire il prestito. Le banche falliscono

(sono pochi che hanno depositato denaro nelle banche e quindi il fallimento delle banche ha un

effetto sociale limitato a una determinata classe sociale, soltanto poche persone possono permettersi

di risparmiare e prestare denaro alle banche e solitamente sono persone ricche­> non soffrono molto

il fallimento).

Dopo gli anni 90 è un problema far fallire le banche perché ci sono molti risparmiatori quindi il

fallimento avrebbe un effetto sociale molto forte. Far fallire le banche diventa un problema perché ci

sono più risparmiatori. Se venissero fatte fallire il sistema imploderebbe. Le banche vengono quindi

LIQUIDATE al posto che fatte fallire­> attraverso la liquidazione delle banche si può restituire il

risparmio ai privati. Anche le piccole banche locali vanno in crisi però non si possono far fallire

perché andrebbero a toccare/eliminare i piccoli risparmiatori.

1926 quota 90­> viene rivalutata la lira

Mussolini va al potere e vuole avere un controllo totale­> l'unica banca che emette carta moneta è la

banca d'Italia. Non si possono però eliminare le banche di emissione al sud perché altrimenti

manderebbero in crisi il sistema del meridione (più di quanto sia già in crisi). Le banche di

emissione al sud quindi non emettono più cartamoneta ma emettono titoli di credito che hanno un

valore simile alla carta moneta (ma non sono carta moneta perché questa può essere prodotta solo

dalla banca d'Italia­> in modo che lo stato possa avere il controllo totale). Comunque le banche del

sud garantiscono liquidità al meridione ma in maniera minore rispetto a prima. Lo stato deve

controllare le banche (emissione di carta moneta).

INTERVENTI DEL DUCE in economia finanziaria:

• BISOGNA CREARE RISERVE: le riserve sono denaro che trattengo ai risparmiatori o alle

imprese che posso prestare ad altre banche o tenere in banca. Viene imposto alla banca di

mantenere nelle casse una parte di quello che ha raccolto­> la riserva è obbligatoria presso la

banca d'Italia. Ogni banca deve versare una quota del denaro raccolto alla banca d'Italia in modo

tale che le banche siano più sicure (ne giova il sistema) e che Mussolini abbia un controllo

maggiore.

• SI CREANO RAPPORTI­> ogni banca può prestare se ha un determinato patrimonio. Se non

hai un determinato patrimonio non si può prestare perché si rischia di rimanere senza liquidità

all'interno delle banche.

Non si può verificare se la legge del 26 (quota 90) e le manovre finanziarie del duce siano corrette o

meno perché nel 1929 c'è la grande crisi americana che coinvolge tutte l'Europa.

Nel 1930 le banche miste (che erano fatte salvare dal fallimento) entrano in crisi.

Nel 1931 IMI­> da finanziamenti alle imprese (che però non danno nessuna garanzia o non danno

garanzie sufficienti per poter ricevere un credito adeguato alla loro necessità).

Viene quindi fatto l'IRI (ente pubblico)­> assorbe gran parte delle imprese italiane e le 3 banche

miste. Lo stato diventa quindi il più grande imprenditore e il più grande banchiere. Lo stato emette

moneta, gestisce le banche e detiene le imprese (in Italia il sistema delle banche miste non funziona)

1936 III LEGGE BANCARIA

Manca controllo­> LE BANCHE FALLISCONO PERCHE NON C'E NESSUNO CHE LE

CONTROLLA. Quindi la banca d'Italia acquista un ruolo fondamentale: oltre a emettere moneta fa

controlli, la banca d'Italia ha grande potere di controllo ma non può avere rapporti coi privati.

La banca d'Italia ha rapporti contrattuali con altre banche­> diventa uno strumento di politica

monetaria­> lavora nel mercato ma è fuori dalla concorrenza.

La banca d'Italia lavora nel mercato perché ha un ruolo di controllo nei confronti delle altre banche

ma in virtù di questo ruolo non può entrare in concorrenza con le altre banche

1­imprese non bancarie non possono avere rapporti con le banche e le banche non possono detenere

azioni delle imprese e viceversa (così non si creano rapporti incrociati). Non si creano rapporti

azionari tra banche e imprese

2­BANCHE MISTE NON FUNZIONANO vanno in crisi. In Italia restano quindi banche ordinarie

che fanno prestiti a breve termine però senza banche che fanno prestiti a medio lungo termine non ci

può essere sviluppo.

3­vengono creati istituti di credito speciali che fanno credito solamente a medio lungo termine. In

Italia ci sono quindi delle banche ordinarie che finanziano solo a breve termine e nel contempo ci

sono banche di credito speciale che fanno credito solamente a medio lungo termine.

SISTEMA EQUILIBRATO E CONTROLLATO DALLA BANCA D'ITALIA]

Fino agli anni ’90 presenza di più istituti di emissione: Banca Nazionale degli Stati Sardi (poi Banca

Nazionale nel Regno), Banca Nazionale Toscana; Banca Toscana di Credito; Banca Romana (ex

Banca dello Stato Pontificio); Banco di Napoli; Banco di Sicilia. Presenza inoltre di due banche

d’affari (Banca Generale e Credito Mobiliare) cui si sommavano le casse di risparmio (la Cariplo è

la più importante, ma non fa finanziamenti a medio­lungo termine se non a partire dal ‘900), le

banche popolari (in particolare quelle di Milano e di Novara più propense al rischio) e le Casse

rurali e artigiane (nate negli anni ’80 per finanziare piccoli proprietari agricoli, artigiani e piccoli

opifici).

Nel 1892 scandalo della Banca Romana (emissione banconote in doppia serie) e nel 1893 legge che

crea la Banca d’Italia (entrata in attività nel 1894) e lascia in vita solo le due banche di emissione

meridionali. In seguito vengono liquidate le due banche d’affari e nascono le banche miste: Banca

Commerciale Italiana (1894), Credito Italiano (1895), Banco di Roma (1880, ma diventa una banca

mista solo a fine ‘800), Banca Italiana di Sconto (1898, ma il nome BIS lo ha solo dal 1914).

L’azione delle banche miste è fondamentali per lo sviluppo delle imprese italiane, in particolare

quelle grandi e a nuova tecnologia.

Dopo la guerra crisi delle altre banche miste legate alle grandi industrie in crisi (liquidazione della

BIS nel 1921). Nel 1926 legge bancaria che attribuiva il diritto di emissione alla sola Banca d’Italia

e provvedimenti sulla tutela del risparmio (richiesta di costituire riserve e di un rapporto massimo

fra depositi, fidi e patrimonio); nel 1936 alla Banca d’Italia fu vietato di avere rapporti contrattuali

con i privati, si rafforzarono i suoi poteri di controllo sulle altre banche e fu sancita la separazione

fra banche ordinarie (credito a breve termine) e istituti di credito speciale (credito a medio e lungo

termine) rimasta in vigore fino al 1994.

Provvedimenti presi dal fascismo in agricoltura

Nel 1925 battaglia del grano (aumento produzioni e produttività dei cereali e introduzione dazi sul

grano per alzarne il prezzo) e nel 1928 bonifica integrale delle aree paludose (incremento delle aree

coltivabili, ma non aumento della proprietà contadina).

Società di mutuo soccorso, sindacati e welfare state

Il progresso non esclude che ci siano a

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A.A. 2016-2017
35 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cla133_burgio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Tedeschi Paolo.